Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

venerdì 31 dicembre 2010

India, energia eolica

“Per quanto riguarda l’energia da fonti rinnovabili, specialmente l’energia eolica, l’India è probabilmente il più promettente mercato del mondo”.

L’India occupa la quinta posizione nel mercato globale dell’energia eolica. Il potenziale di crescita del Paese ha attirato il grosso investimento della compagnia americana GreenWorld Development, il cui obiettivo è quello di creare nuove joint venture e diventare la società leader all’interno del continente. Leo Heini, CEO di GreenWorld ha affermato: “Per quanto riguarda l’energia da fonti rinnovabili, specialmente l’energia eolica, l’India è probabilmente il più promettente mercato del mondo. Stiamo per stanziare una cifra considerevole per permettere alle nostre joint venture di crescere e svilupparsi, in modo da rendere la GreenWorld il maggiore produttore di turbine eoliche del Paese".

mercoledì 29 dicembre 2010

Le sfide per l’economia indiana

“L’India deve creare un suo modello di crescita e di sviluppo sui generis per diventare un’economia avanzata in grado di promuovere una crescita a 360 gradi, al fine di beneficiare di una maggior efficienza, una maggiore equità ed una migliore governabilità in una democrazia liberale”

Durante un momento di recessione globale la crescita economica dell’India si è mantenuta stabile. Al fine di mantenere questi ritmi sostenuti è necessario che il Paese affronti una serie di sfide, assicurando in primo luogo una giustizia equa in modo tale che tutti i cittadini possano godere di un miglioramento della qualità della vita. Secondo Vijay Kelkar, economista e policy maker indiano, “L’India deve creare un suo modello di crescita e di sviluppo sui generis per diventare un’economia avanzata in grado di promuovere una crescita a 360 gradi, al fine di beneficiare di una maggior efficienza, una maggiore equità ed una migliore governabilità in una democrazia liberale”. Pertanto, costruire un sistema simile a quello americano, britannico o occidentale non funzionerebbe.
Nonostante sia un Paese innovativo che può appoggiarsi ad una classe dirigente giovane e preparata, è caratterizzato da una situazione interna debole. A far fronte a tale mancanza vi è la dinamicità del settore privato che contribuisce in maniera rilevante allo sviluppo economico del Paese.
Se l’India riuscisse a superare queste sfide potrebbe divenire il secondo gigante economico dopo la Cina, la quale oggi sta godendo di un Pil quattro volte superiore a quello indiano ma con un tasso di crescita di gran lunga inferiore.

lunedì 27 dicembre 2010

Il Bangalore Business Center

“Le Pmi incontrano notevoli difficoltà ad affrontare un mercato lontano e di così grandi dimensioni. Ma, secondo molti operatori, l’India è destinata a diventare un interlocutore privilegiato – molto più della Cina – in una prospettiva di medio termine per le nostre piccole e medie imprese”.

Nasce a Bangalore il Bbc (Bangalore Business Center), un’iniziativa avviata dalla collaborazione tra un grande gruppo indiano di imprenditori, il Khoday Group, e una società italiana di consulenza alle piccole medie imprese con sede anche in India.
Coordinatore dell’iniziativa per l’Italia è Paolo Annavini che, a fronte del fatto che le esportazioni dall’Italia stanno subendo un calo da anni, ha affermato: “Le Pmi incontrano notevoli difficoltà ad affrontare un mercato lontano e di così grandi dimensioni. Ma, secondo molti operatori, l’India è destinata a diventare un interlocutore privilegiato – molto più della Cina – in una prospettiva di medio termine per le nostre piccole e medie imprese”.
Aggiunge, inoltre, che le produzioni low cost, l’opportunità di sviluppare il mercato interno e di creare joint venture sono tra gli elementi che rendono attrattivo il Paese indiano per l’imprenditoria italiana.

venerdì 24 dicembre 2010

Mantero cerca partner indiano o cinese

In seguito alla crisi, molte aziende sono state costrette ad attuare una riorganizzare aziendale ed economica. Ad esempio l’azienda comasca Mantero sta ricercando un partner industriale indiano o cinese per allargare il proprio business e sbarcare in nuovi mercati.

L’azienda comasca Mantero, che da sempre fornisce tessuti di alta qualità ai colossi della moda, ha annunciato l’intenzione di mettersi sul mercato con il proprio marchio. Essendo il mercato europeo e gli Stati Uniti ormai saturi, punta a sbarcare in India o Cina dove sta cercando un partner industriale con una buona rete distributiva per realizzare prodotti marchiati “Mantero”.
La scelta paesi come India e Cina è dovuta non soltanto dal fatto che sono caratterizzati da economie dinamiche, ma anche per il successo e la riconoscibilità che il Made in Italy riscuote in tali mercati.
Massimo Brunelli, amministratore delegato di Mantero, ha lasciato intendere che questa operazione richiederà parecchio tempo. Tuttavia è un cambiamento spinto dalla crisi economica, la quale ha portato le aziende ad una indispensabile riorganizzazione aziendale.

giovedì 23 dicembre 2010

India e Cina vogliono accrescere gli scambi

La volontà di accrescere gli scambi commerciali tra il colosso indiano e quello cinese è tra gli obiettivi di entrambi i governi, i quali puntano a portare il proprio business a 100 miliardi di dollari entro 5 anni.
Durante la visita del primo ministro cinese Wen Jabao nel Paese indiano, è stata annunciata l’intenzione di entrambi i governi di moltiplicare il proprio scambio commerciale portandolo a circa 100 miliardi di dollari entro cinque anni. Si tratta di un progetto che è in linea con quanto accaduto nell’ultimo decennio, durante il quale l’interscambio è passato da tre a sessanta miliardi di dollari. A questo proposito, Wen ha promesso una maggiore apertura del mercato all’imprenditoria indiana, in particolare nel settore farmaceutico, agricolo e dell’information technology.
Inoltre, sono state al centro dell’incontro, sia la questione riguardante le risorse idriche e i progetti idroelettrici cinesi sul fiume Brahamaputra, sia l’intenzione di accrescere gli investimenti diretti: negli ultimi anni entrambi i paesi hanno lasciato largo spazio ai Foreign direct investment, trascurando il proprio scambio commerciale.

mercoledì 22 dicembre 2010

I legami tra India e Iran

Il dialogo con l’Iran è uno degli obiettivi di New Delhi: la realizzazione di un gasdotto e la volontà di stringere accordi economici con il paese permetterebbero all’India di assumere una posizione di maggior rilievo nell’area asiatica.
Il Paese indiano sta cercando di trovare maggiore indipendenza per quanto riguarda la sua politica estera (attraverso un riposizionamento geopolitico). Tra i programmi di New Delhi assume un’importanza rilevante l’intenzione di riaprire il dialogo con Teheran, con cui si era già avvicinata negli anni ’90 per creare un’alleanza che si opponesse all’ascesa dei talebani.
Tra gli obiettivi che spingono il dialogo con Ahmadinejad vi sono, ad esempio, la realizzazione di un gasdotto che dovrebbe collegare Iran, Pakistan ed India, e accordi che permetterebbero a quest’ultima di assumere una posizione strategica. A questo riguardo, il porto iraniano di Chabahar è di fondamentale importanza: oggi consente infatti di rafforzare i suoi rapporti commerciali non soltanto per la sua capacità di fare da sbocco per le risorse energetiche della zona centro asiatica, ma anche perché dà l’opportunità di aggirare il Pakistan (alcuni accordi siglati tra Afghanistan e Pakistan non permettono all’India l’utilizzo del territorio pakistano per il trasporto di beni da esportare).
L’India, impegnata anche in un’azione di mediazione tra l’Iran e gli Stati Uniti, sta tentando di far uscire il paese dall’”isolamento” in cui si trova al fine di poter sfruttare le potenzialità di eventuali rapporti economici e politici.

martedì 21 dicembre 2010

“Magica India. Tesori sconosciuti dell’arte tribale”

Al Museo Popoli e Culture di Milano è aperta la mostra “Magica India. Tesori sconosciuti dell’arte tribale”, che rimarrà allestita fino alla fine di gennaio.

Fino al 30 gennaio il Museo Popoli e Culture di Milano ospiterà la mostra “Magica India. Tesori sconosciuti dell’arte Triblale”, dedicata alle popolazioni tribali del paese indiano. Saranno esposti oggetti e immagini raccolte da Roberta Ceolin e Claudio Tirelli in più di trent’anni di viaggio e di ricerche, allo scopo di far conoscere cultura e tradizioni delle numerose tribù che popolano l’India.
Testimonianza della storia di queste etnie sono le sculture in bronzo,ottone e legno, dipinti, strumenti musicali e ritratti fotografici.
Durante il periodo della mostra sono inoltre organizzate serate di approfondimento a cura dei collezionisti.

lunedì 20 dicembre 2010

Versace Unique in India

È prevista una crescita nel mercato indiano dei punti vendita di marchi di lusso. Recentemente Versace ha lanciato un nuovo smartphone, un prodotto di alta qualità e tecnologia rivolto ai consumatori con alto potere d’acquisto.

I punti vendita presenti sul mercato indiano di aziende italiane operanti nel settore del lusso sono attualmente circa 30. Ma è prevista una crescita nei prossimi cinque anni che vedrà l’apertura di altri 50/60 punti vendita di marchi di lusso. Tra questi anche Versace che, recentemente, attraverso una collaborazione con ModeLabs Group ed LG Electronics, ha lanciato in India lo smartphone Versace Unique, un prodotto di alta qualità e tecnologia avanzata. Il cellulare è composto da molti materiali pregiati come pelle lavorata a mano, oro a 18 carati e acciao inox 316L. Con un prezzo di 7500 euro, il prodotto è rivolto ai consumatori con alto potere d’acquisto.

giovedì 16 dicembre 2010

India, ammodernamento di infrastrutture

Il ministro dei trasporti indiano Kamal Nath ha annunciato per il quinquennio 2012-2016 un piano di investimenti nelle infrastrutture, di un valore di mille miliardi di euro.
Il ministro dei trasporti indiano Kamal Nath, nell’incontro con Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria e Paolo Romani, ministro dello Sviluppo, ha dichiarato che nel periodo 2012-2016 è previsto un raddoppiamento dei finanziamenti dedicati all’ammodernamento infrastrutturale. Il progetto prevede non soltanto investimenti in aeroporti, strade, autostrade, ferrovie ma anche operazioni dirette a potenziare i porti attraverso nuovi macchinari.
Quello delle infrastrutture è perciò un settore attrattivo che offre opportunità di investimento anche alle imprese italiane. Il piano previsto da Kamal Nath sembra essere di grande portata: verranno impiegati mille miliardi di dollari, ovvero 500 miliardi in più di quelli investiti nel piano precedente.

mercoledì 15 dicembre 2010

Le imprese marchigiane all’“Expo Riva Schuh India”

In India, così come sta accadendo negli altri paesi emergenti, sta nascendo una fascia sempre più ampia di consumatori che sono interessati alle economie avanzate, le quali a loro volta vedono prospettive sempre maggiori per l’internazionalizzazione dei propri prodotti.

Nel Paese indiano, la domanda interna in espansione porterà l’economia a crescere ulteriormente, rendendo il mercato sempre più attrattivo.
Durante un incontro tra Graziano di Battista, presidente della Camera di Commercio di Fermo, Nazzareno di Chiara, presidente di Fermo Promuove e alcuni dirigenti di Expo Riva Schuh (la Fiera di Riva del Garda) si è discussa l’idea di portare a Nuova Delhi alcune delle aziende del distretto marchigiano.
È stata infatti presa in considerazione la possibilità di penetrare il mercato principalmente nel comparto calzaturiero. Durante la Expo Riva Schuh India, prevista alla fine del mese di luglio 2011, la Regione Marche e l’Ice, tra i vari servizi, offriranno: un supporto alle imprese nell’organizzazione degli spazi espositivi, la permanenza in India e la spedizione di campionari.Queste opportunità sono di sicuro valore per le imprese che, oggigiorno, affrontano le tematiche dell’internazionalizzazione e che, per conseguire una strategia di successo, necessitano di sviluppare un’analisi approfondita del mercato stesso, al fine di minimizzare equivoci e incertezze.

martedì 14 dicembre 2010

Alessi nel mercato indiano

Matteo Alessi, direttore trade marketing e sviluppo internazionale, ha affermato: “In India abbiamo una presenza ridotta, dal momento che abbiamo appena individuato un distributore-partner rispondente alle nostre esigenze strategiche”. Pertanto la scelta di distributori che conoscono in profondità il mercato locale è un fattore chiave per realizzare una strategia di successo.

Alessi, l’impresa artigianale che inizialmente produceva oggetti in metallo, e che in un secondo tempo si è trasformata in un laboratorio di ricerca e di design, ha riscosso successo anche in alcuni dei paesi emergenti. Mentre l’export verso la Cina rappresenta una percentuale di circa 7% sul totale del fatturato, in India è ancora poco sviluppato. A questo proposito Matteo Alessi, direttore trade marketing e sviluppo internazionale, spiega: “In India abbiamo una presenza ridotta, dal momento che abbiamo appena individuato un distributore-partner rispondente alle nostre esigenze strategiche”.
Pertanto è importante avvalersi di distributori affidabili con conoscenze specifiche del mercato locale al fine di costruire un’offerta mirata alle necessità degli individui che appartengono alla cultura nella quale si desidera operare.

venerdì 10 dicembre 2010

Consumatori indiani attenti all’impegno sociale dell’azienda

I consumatori dei mercati emergenti risultano essere più attenti all’impegno sociale delle aziende. L’aggiunta dello scopo per un marketing di successo potrebbe apportare alle aziende dei vantaggi competitivi, soprattutto a quelle operanti in mercati come quello indiano.

Secondo lo studio annuale Goodpurpose di Edelman, i consumatori di India, Cina, Brasile e Messico tenderebbero ad acquistare maggiormente marchi che sostengono buone cause. Secondo Carol Cone, direttore generale, Brand&Corporate Citizenship di Edelman, “Nei mercati emergenti, l’aumento del “cittadino consumatore” è stato cosi rapido perché le battaglie per le questioni sociali come le risorse naturali e i diritti umani sono diventate fondamentali. Comprendono lo scopo e vogliono essere al centro della loro vita e delle loro interazioni quotidiane con i brand”.
Si tratta di un’aggiunta importante alle 4 P del marketing (prodotto, prezzo, luogo promozione), ovvero lo scopo, che permette un coinvolgimento più profondo con il consumatore facendolo collaborare in una “questione sociale”.
Secondo la ricerca in oggetto, circa il 66% della popolazione mondiale è propensa ad acquistare prodotti di imprese che sostengono una buona causa. Pertanto, l’aggiunta della quinta P del marketing (porpouse) potrebbe apportare all’azienda dei vantaggi competitivi.

martedì 7 dicembre 2010

Bauli, joint venture in India

Lo stabilimento veronese aperto l’estate scorsa a Calcutta ha dato avvio alla produzione di brioche nel mercato indiano. Non c’è spazio, invece, per prodotti da ricorrenza italiani all’estero poiché, come afferma Alberto Bauli, “Esportare le tradizioni è impossibile, ogni paese ha le sue tradizioni gastronomiche e modalità di consumo”.

La società veronese Bauli, guidata da Alberto Bauli e specializzata in prodotti dolciari da forno, l’anno precedente è divenuta un piccolo gruppo grazie all’acquisizione dei marchi dolciari Motta e Alemagna (appartenenti al gruppo Nestlè). È un’azienda in crescita, sia in quantità che in fatturato, anche se ciò che preoccupa nel prossimo futuro è l’incremento del prezzo delle materie prime: sono raddoppiati il grano e il cacao e lo zucchero è in crescita.
Il “core-business” rimane oggi quello dei pandori e dei panettoni, anche se è prevista una crescita che avrà luogo nei mercati dei paesi emergenti, a partire dall’India, dove è già stato aperto uno stabilimento l’estate scorsa.
Bauli è entrato nel mercato indiano tramite la realizzazione di una joint venture: “Noi forniamo tecnologia e impiantistica, loro la rete commerciale e le garanzie economico-finanziarie”. Pertanto, la scelta di un partner capace di dare garanzie all’azienda è un fattore determinante nella buona riuscita dell’operazione.
Non c’è spazio però per i prodotti da ricorrenza italiani in mercati culturalmente diversi e, a questo proposito, Bauli afferma: “Esportare le tradizioni è impossibile, ogni paese ha le sue tradizioni gastronomiche e modalità di consumo quotidiano”.
Prima di avviare un processo di internazionalizzazione è essenziale, quindi, conoscere il mercato nel quale si va ad operare per poter individuare i prodotti che si adattano maggiormente alle abitudini o necessità dei consumatori.

lunedì 6 dicembre 2010

Gli Stati Uniti appoggiano l’India

Il presidente americano Barack Obama ha dichiarato il proprio appoggio affinchè l’India assuma un ruolo di maggior rilievo nello scenario internazionale.
Il mese scorso, durante la visita nel Paese indiano, il presidente americano Barack Obama ha dichiarato l'appoggio degli Stati Uniti affinchè l'India assuma una posizione internazionale di maggior rilievo. A questo riguardo ha affermato: "L'ordine internazionale giusto e sostenibile che vuole perseguire l'America include un'organizzazione delle Nazioni Unite efficiente, credibile e legittima. Per questo io dico oggi che negli anni a venire auspico una riforma del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che includa l'India come membro permanente".
Si tratta di una riforma complicata che non sarà attuabile in tempi brevi, anche per il fatto che restano da superare le resistenze del Pakistan e della Cina, la quale non vuole avere rivali nell'area asiatica.

mercoledì 1 dicembre 2010

India, crescita del Pil dell’8,9%

Dati positivi per l’economia dell’India. Ciò porta a pensare ad un possibile ritorno ai livelli di crescita prima della crisi economica, quando il paese registrava una crescita annuale del 9%. Nel 2020, il Paese indiano farà parte (assieme a Brasile, Russia e Cina) delle dieci maggiori superpotenze economiche.

Nel trimestre luglio-settembre 2010 il Pil indiano è cresciuto dell’8,9%, un risultato che è andato oltre le aspettative degli esperti. Pertanto è in linea con i risultati del trimestre precedente e ciò potrebbe significare un ritorno ai livelli di crescita prima della crisi quando l’economia indiana cresceva ad un ritmo annuale del 9%.
Si prevede che saranno i paesi emergenti a trainare l’intero pianeta e, nel 2020, i Bric (Brasile, Russia, India, Cina) costituiranno quattro delle dieci superpotenze economiche.
Inoltre l’India, assieme a Cina e Giappone, rientrerà tra le cinque più importante economie dell’Asia.

martedì 30 novembre 2010

Il commercio estero indiano

Secondo i dati riportati nel rapporto congiunto paese Ice/Mae, i principali prodotti del commercio estero indiano risultano essere quelli derivanti dall’intaglio delle pietre e della gioielleria, della chimica, metallurgia, meccanica e elettronica.
I prodotti derivanti dall’intaglio delle pietre e quelli appartenenti al settore della gioielleria rappresentano, nelle esportazioni indiane, una quota rilevante, che ha raggiunto il 16,3% nell’anno 2009/2010. Pertanto è stato realizzato un valore tre volte maggiore dall’anno 2002/2003, anche a causa di un forte rincaro dei metalli preziosi.
Inoltre, grazie a moderne infrastrutture di raffinazione, l’India esporta una grande quantità di prodotti petroliferi raffinati verso l’Europa, i paesi dell’Asia orientale e gli stati del Golfo Persico.
Sono cresciute le esportazioni anche di prodotti di settori con manodopera più qualificata, quali la chimica, la metallurgia, la meccanica e l’elettronica.
Analizzando gli scambi commerciali con l’Italia, si è assistito ad una crescita delle importazioni dall’India, le quali, nel primo semestre del 2010, sono aumentate del 19,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I prodotti importati in Italia appartengono prevalentemente all’industria tessile e dell’abbigliamento (quota 29%), all’industria automobilistica (quota 13%), all’industria metallurgica (quota 10,7%) e a quella chimica (quota 10,3%).

lunedì 29 novembre 2010

L’indiana Amrut, dal mercato internazionale a quello domestico

“Il merito del passaggio, in un certo senso, è stato della globalizzazione: quando le imprese indiane dell’It hanno iniziato a mandare i propri dipendenti in giro per il mondo, alcuni di loro hanno iniziato ad apprezzare i whisky di qualità e a guadagnare abbastanza per poterseli permettere. Oggi i nostri clienti indiani sono loro”.La Amrut, alla periferia di Bangladore, è tra le distillerie più importanti dell’India. Non è ancora una meta turistica come lo sono quelle scozzesi ma, secondo gli esperti di whisky, il prodotto è di alta qualità. Infatti, nel corso del 2010, il Fusion, una delle bottiglie prodotte dalla Amrut, si è classificato al 3° posto tra i whisky giudicati migliori a livello mondiale. Il managing director della Amrut, Neelakanta Rao Jagdale, spiega: “Il nostro Fusion è il frutto di una combinazione di orzi torbati provenienti dalla Scozia e orzi indiani. È una bottiglia in cui non sarebbe stato possibile usare soltanto prodotti locali perché qui in India la torba non esiste. Quindi siamo dovuti ricorrere a qualche piccola contaminazione”.
Per quanto riguarda il lancio del prodotto, la Amrut si è rivolta inizialmente al mercato internazionale e, soltanto in un secondo tempo, al mercato locale. “Il merito del passaggio, in un certo senso, è stato della globalizzazione: quando le imprese indiane dell’It hanno iniziato a mandare i propri dipendenti in giro per il mondo, alcuni di loro hanno iniziato ad apprezzare i whisky di qualità e a guadagnare abbastanza per poterseli permettere. Oggi i nostri clienti indiani sono loro”.
I prodotti di questa distilleria sono già conosciuti in molti paesi, come Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, Giappone mentre sono ancora in attesa di un distributore italiano.

mercoledì 24 novembre 2010

Epa, accordi di partenariato economico tra India e Giappone

L’India cerca nuove sinergie ad est: tramite l’intesa con il Giappone potrebbe potenziare la propria posizione economica e le alleanze anti cinesi.
La nuova strategia dell’India è quella del “Look East”, del guardare verso oriente, al fine di creare delle partnership strategiche che le permettano di consolidare la propria posizione nell’area asiatica. Da qui nasce la necessità di firmare un protocollo d’intesa con il Giappone, ovvero l’Accordo Globale per la Cooperazione Economica (Comprehensive Economic Pertnership Agreement, Epa), il cui obiettivo principale è lo sviluppo degli scambi dei due paesi, riducendo in maniera rilevante dazi e barriere economiche.
L’accordo riguarda il 94% dei prodotti scambiati e il settore su cui l’India preme maggiormente è quello farmaceutico, in particolare quello dei farmaci generici: sono state infatti richieste delle facilitazioni in termini burocratici per l’importazione di quest’ultimi oltre che alla possibilità di poter aprire nuove filiali in territorio nipponico.
Le richieste del Giappone, invece, riguardano prevalentemente il mercato delle autovetture e dei pezzi di ricambio.
Questa intesa, che si prevede entrerà in vigore nei primi mesi del 2011, potrebbe portare a dei cambiamenti nel quadro economico asiatico: una solida relazione del Giappone con l’India potrebbe permettere a Tokyo di sollevarsi dal peso di Pechino (considerato opportunità e minaccia allo stesso tempo), mentre l’India potrà approfittare della situazione per potenziare la propria posizione e le alleanze anti cinesi.

lunedì 22 novembre 2010

Hi-tech in India

Se non sei rilevante in India nei prossimi cinque anni, non potrai mai esserlo per il resto del mondo nei 10-15 successivi. Perché è in paesi in crescita e con bisogni complessi come l’India che emergeranno i nuovi modelli di business”.

Gran parte delle principali imprese globali operanti nel settore dell’hi-tech hanno portato i loro laboratori nella metropoli di Bangladore, a sud dell’India.
Tra il 2000 e il 2008 è stato registrato un incremento del numero dei centri di ricerca e sviluppo, che sono passati da 191 a 780. Le ragioni di tale crescita sono dovute da una parte alla disponibilità di maggiori risorse umane e ai costi contenuti, mentre dall’altra dalla necessità delle aziende di essere presenti in un mercato come l’India, in cui emergono i nuovi modelli di business per far fronte a bisogni complessi. Secondo Anil Menon, il presidente per Globalisation&Smart Connected Communities di Cisco, “se non sei rilevante in India nei prossimi cinque anni, non potrai mai esserlo per il resto del mondo nei 10-15 successivi”.

mercoledì 17 novembre 2010

India, Lavazza aprirà un Coffee Shop Espression

Al momento sono 17 i Coffee Shop Espression di Lavazza: la prossima tappa sarà l’India, dove il gruppo torinese aveva già acquisito la catena “Barista”. La strategia di marketing è quella di educare il consumatore al vero espresso italiano, attraverso innovazione, design e creatività nei prodotti e nell’ambiente.

Dopo l’acquisizione nel 2007 da parte di Lavazza della catena Barista in India, marchio leader coffee shop, Marco Valle, direttore del Coffee business del gruppo torinese, afferma che il Paese indiano sarà la prossima destinazione per l’apertura di uno store Lavazza Espression, le cui parole chiavi sono innovazione, design e creatività nei prodotti e nell’ambiente.
Al momento se ne contano 17 (includendo quello in fase di apertura a Londra), ma i programmi sono molto più ambiziosi. Infatti, lo sviluppo di Lavazza Espression non riguarda soltanto l’Asia, ma anche qualche paese africano e l’America Latina. Secondo Valle: "E' estremamente importante il ruolo giocato dai Coffee Shop come fattori per aumentare molto velocemente la conoscenza del marchio e la penetrazione in mercati dove Lavazza era poco nota”.
Si tratta di una strategia di marketing che intende “educare” i consumatori ad apprezzare l’espresso con know how italiano. Attilio Captano, diretto Asia e Pacifico Lavazza Spa, aggiunge: “Il traguardo finale è lo sbarco di Lavazza nel canale retail. Per riuscirci dovremo costruire un’abitudine perché oggi la massaia indiana non ha tra le sue consuetudini quella di acquistare una confezione di Lavazza rossa. Dobbiamo abituarla e la strada per arrivarci è convincerla al piacere di un espresso italiano”.

lunedì 15 novembre 2010

India, un piano sostenibile nel settore trasporti

Si sta assistendo ad un cambiamento nel settore dei trasporti indiano: la pianificazione urbana sostenibile e l’efficienza energetica sono alla base del programma su cui lavorerà l’India nei prossimi tre anni.

Il governo indiano per i prossimi tre anni prenderà parte al programma ambientale delle Nazioni Uniti (UNEP) e dell’International Climate Iniziative, al fine di creare nuovi progetti riguardanti i trasporti low-carbon. Per la realizzazione di tale programma, è prevista una spesa pari a 2,5 milioni di dollari, che sarà destinata all’organizzazione di piani di trasporto a basse emissioni per le città più importanti del Paese indiano. Si sta assistendo ad un significativo cambiamento nel settore dei trasporti, che rispecchia la necessità, espressa dal Piano d’Azione nazionale sui cambiamenti climatici, di ridurre i gas attraverso una pianificazione sostenibile.
Saranno le città interessate a gestire le infrastrutture adeguate ed a valutare quali possano essere le soluzione tecnologiche adatte al proprio programma.

giovedì 11 novembre 2010

Lo spreco delle derrate alimentari in India

Malgrado, su 88 Paesi, l’India sia al 67° posto nell’Indice mondiale di povertà, circa il 90% delle riserve di grano accumulate negli ultimi mesi, verrà utilizzato come fertilizzante a causa dell’incuria nella conservazione di tali scorte da parte delle autorità federali.
I sacchi che contengono le derrate alimentari, nei magazzini della Food Corporation of India (Fci), vengono conservati all’aperto e non sono quindi al riparo da eventuali condizioni meteorologiche avverse: le granaglie, infatti, sono state rovinate dalle recenti piogge monsoniche che le hanno fatte marcire. Ora queste riserve di grano verranno trasformate in concime.
Come ha ricordato Mons. Leo Cornelio, arcivescovo di Bophal (Madhya Pradesh) il governo indiano dovrebbe attivare il suo sistema di distribuzione pubblica, che prevede la fornitura mensile di 55 kg di grano, 5, 25 kg di legumi e 2,8 kg di oli alimentare per ogni famiglia povera che ne fa richiesta. Invece, negli ultimi anni, il governo, pur avendo investito molto nella produzione agricola, non ha provveduto a fornire adeguati sistemi di conservazione delle derrate in eccesso che, per questa ragione, non sono nemmeno utilizzabili come foraggio per il bestiame a causa della calcificazione dovuta alla pioggia.

lunedì 8 novembre 2010

Partnership Usa-India

Durante la visita a Mumbai, il presidente americano Barack Obama ha affermato: “L’intento è far decollare gli scambi commerciali perché al momento l’India è al 12° posto tra i nostri partner. L’India e l’Asia sono il mercato del futuro”.
La scorsa settimana, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha fatto visita alla capitale finanziaria di Mumbai, con l’obiettivo di intraprendere nuovi accordi commerciali e approfondire le relazioni economiche. Il Presidente ha affermato che il rapporto tra Washington e Nuova Delhi “sarà una delle partnership certe e indispensabili del XXI.. L’intento è far decollare gli scambi commerciali perché al momento l’India è al 12° posto tra i nostri partner. L’India e l’Asia sono il mercato del futuro”. Per poter realizzare tali accordi, Obama ha sollecitato l’India a modificare la normativa nel campo degli investimenti, affinché vi sia un accesso più semplificato per i prodotti americani nel mercato indiano. Il programma di Obama è quello di raddoppiare le esportazioni nei prossimi cinque anni.
Considerando i nuovi obiettivi di Obama, quindi, le imprese italiane che intendono sbarcare in India, si troveranno a competere con una grande varietà di prodotti made in Usa.

martedì 2 novembre 2010

In crescita l’export verso i paesi asiatici

“Il settore manifatturiero, e la meccanica in particolare, stanno guadagnando spazi di manovra verso i paesi emergenti, soprattutto Est Europa, Africa settentrionale e Asia.”
Dopo il rallentamento nei mesi di luglio e settembre, “l’export italiano sta ripartendo e nel mercato post-crisi si stanno disegnando nuove rotte per l’export. Nel giro di pochi mesi è cambiato il peso specifico di certe destinazioni, con i mercati extraeuropei che stanno diventando più importanti”. Le parole di Sandro Bonomi, presidente Anima e Enolgas, trovano riscontro in ciò che riportano i dati sulle esportazioni verso la Ue: in due anni si è registrato un calo dell’export, passando dal 60% nel 2007 al 51% nel 2009. E’ stata registrata invece una crescita di nuove commesse provenienti dai paesi emergenti africani e da quelli asiatici, favorendo un incremento dell’export (dal 20% del 2007 al 24% del 2009).
Bonomi afferma che “Il settore manifatturiero, e la meccanica in particolare, stanno guadagnando spazi di manovra verso i paesi emergenti, soprattutto Est Europa, Africa settentrionale e Asia. In questo scenario, per rimanere competitivi, è però necessario mettere in atto nuove strategie di cooperazione con l’intera filiera produttiva”.

venerdì 29 ottobre 2010

“Energy India” in programma a Mumbai

La fiera internazionale “Energy India”, in programma dal 10 al 13 dicembre a Mumbai, si rivolge a imprenditori che operano nel settore energetico e che intendono conoscere le soluzioni energetiche più innovative che il mercato propone.

Dal 10 al 13 dicembre si terrà a Mumbai la fiera internazionale “Energy India”, l’evento per la produzione, trasmissione e distribuzione delle energie rinnovabili.
La crescita del mercato negli ultimi anni ha portato alla necessità di sviluppare nuove soluzioni, anche nel settore energetico. Una parte rilevante della manifestazione avrà come tema quello dell’energia eolica.
L’evento è rivolto a tutti gli imprenditori che operano in tale settore, che intendono conoscere le soluzioni più innovative o partecipare con un proprio espositore.

giovedì 28 ottobre 2010

India, aumentano gli Industrial Training Institute

Per un’azienda che sceglie di delocalizzare la propria attività in un paese straniero, l’incontro di manodopera qualificata è una parte importante che contribuisce alla realizzazione del piano di business. Sebbene sia un processo complesso, in India si sta assistendo ad un rilancio degli Iti.
In merito alla questione del sistema formativo in Italia, Claudio Gentili, direttore Education di Confindustria, afferma che vi è una profonda difficoltà da parte delle imprese nel trovare personale tecnico e professionale, “colpa di un sistema scolastico che sforna una quantità esorbitante di liceali rispetto all’estero”. In India, invece, si sta assistendo ad un rilancio degli Iti, Industrial Training Institute, spesso organizzati da imprenditori per insegnare e sperimentare competenze manageriali, o da aziende che hanno bisogno di personale qualificato. Ne è un esempio la “Larsen & Toubro”, una grande azienda operante nel settore dell’edilizia, che dal 1996 ha progettato sette Construction Skills Training Institute, dove ogni anno vengono formati migliaia di giovani per lavorare nel comparto delle costruzioni.
La disponibilità di manodopera specializzata, quindi, può essere un vantaggio anche per quelle imprese italiane che scelgono di ampliare il loro business oltre confine.

martedì 26 ottobre 2010

India, nuovi accordi economico-commerciali

Manmohan Singh, durante un incontro con imprenditori indiani e giapponesi, spiega: “Io credo fermamente che si possano e si debbano creare delle sinergie tra le nostre complementarietà per ridare nuovo slancio all’Asia e alla ripresa economica”.
Il tentativo di Manmohan Singh, il primo ministro indiano, è quello di rafforzare la propria posizione in Estremo Oriente e, a tale scopo, ha incontrato questa settimana il premier giapponese Naoto Kan. I temi più rilevanti su cui si sono soffermati riguardano l’abbattimento di alcune barriere tariffarie e lo sviluppo di un accordo di cooperazione nucleare. Singh, durante un incontro con imprenditori di entrambi i paesi, ha spiegato: “Io credo fermamente che si possano e si debbano creare delle sinergie tra le nostre complementarietà per ridare nuovo slancio all’Asia e alla ripresa economica”. Descrive, quindi, un’India caratterizzata da flessibilità e impegno per creare nuovi rapporti commerciali, con l’obiettivo dì favorire la crescita economica del Paese.
Dopo Tokyo, Singh incontrerà il ministro malese e, in seguito, parteciperà ad Hanoi all’India-Asean Summit e all’East Asia Summit.
Rientrerà in India per la visita del presidente americano Barack Obama che, non soltanto farà pressione per rafforzare gli scambi tra i due paesi, ma anche per modificare parte della normativa sugli investimenti diretti all’estero, per facilitare la presenza di imprese straniere sul mercato indiano.

lunedì 25 ottobre 2010

India, promozione del Made in Italy nel settore arredo

Il Titolare di Uffix SpA spiega la difficoltà del Made in Italy nel comparto arredo: “Gli operatori locali del settore arredo ancora non sempre percepiscono il grande valore che sta dietro la realizzazione di un prodotto italiano, la progettazione, la ricerca, il contributo di design”.

Dopo l’esposizione alla fiera Index di Mumbai, Luca Moschetta, Titolare di Uffix SpA, una delle aziende associate a FederlegnoArredo, ha descritto l’India come “un mercato dal grande potenziale ma ancora ai primi passi”, caratterizzato da un sistema distributivo poco organizzato, da infrastrutture non sempre adeguate e da una concezione poco chiara del prodotto Made in Italy. A questo riguardo, Moschetta ha spiegato: “C’è innanzitutto un grosso lavoro di promozione del ‘Mobile Made In Italy’ da fare. Gli operatori locali del settore arredo ancora non sempre percepiscono il grande valore che sta dietro la realizzazione di un prodotto italiano, la progettazione, la ricerca, il contributo di design. Chi è in grado di apprezzare veramente il nostro prodotto è una nicchia”.
Si interroga, poi, sul sistema fieristico locale, affermando che le fiere nel Paese indiano non sono ancora percepite come economicamente interessanti e suggerisce agli imprenditori di valutare se conviene maggiormente investire su incontri di business creati ad hoc, workshop, incontri b2b ed “eventi in grado di fare davvero cultura del prodotto italiano”.

mercoledì 20 ottobre 2010

L’olio d’oliva in India: “La missione è tutt’altro che facile”

"L'extra vergine, soprattutto se fruttato, entra abbastanza prepotentemente a caratterizzare il profilo aromatico dei piatti e i più tradizionalisti potrebbero essere pervenuti".

Elia Fiorillo, presidente del Consorzio Extra vergine, durante l’elaborazione del progetto per il lancio di una nuova campagna promozionale nel mercato indiano, ha affermato: “Ho avuto l’impressione di rivivere le stesse immagini dell’Italia di diversi anni fa, quando in pieno boom economico non c’era giorno che, sotto le suggestioni della pubblicità e confortati dalla sensazione di una ricchezza crescente, non si cedeva alla tentazione di comprare nuovi prodotti e servizi. L’India sembra un grande cantiere a cielo aperto, non solo di edifici, ma una vera e propria fucina di idee e provocazioni. Ma come spesso accade, quando si è bombardati da tante tentazioni, è facile che per evitare di perdere la bussola si finisca per fidarci delle cose conosciute”.
Fiorillo ammette che l’olio di oliva sia ancora poco conosciuto dalla maggior parte della popolazione indiana che, essendo fortemente legata alla cucina tradizionale, preferisce l’uso di spezie e aromi che fanno parte da sempre della tradizione gastronomica.
Tuttavia, un’efficace comunicazione renderebbe percorribile la strada dell’esportazione di olio in India, anche se, probabilmente “ne beneficeranno le prossime generazioni di imprenditori. D’altronde, se siamo veramente un paese avanzato, la pianificazione e la programmazione di lungo periodo dovrebbero essere alla base della nostra strategia di sviluppo”.
Vi sono, però, anche elementi che giocano a favore: è importante ricordare che l’età media nel Paese indiano è di circa 25 anni e che il 70% della popolazione ha meno di 35 anni. Ciò significa che gran parte della popolazione è “giovane”, e caratterizzata, quindi, da “un approccio aperto alle contaminazioni” e da una forte sensibilità al gusto occidentale.

martedì 19 ottobre 2010

Casta Diva, nuova filiale in India

Siamo in trattativa con due diverse realtà locali alle quali ci appoggeremo per far partire il business”, spiegano Andrea De Micheli e Luca Oddo, amministratore delegato e presidente di Casta Diva Group.

Casta Diva, una delle più importanti realtà italiane che si occupa di produzione di spot (anche in 3D), sta sbarcando in India, col tentativo anche di sfruttare “nuove sinergie con Bollywood”. Andrea De Micheli e Luca Oddo (rispettivamente amministratore delegato e presidente di Casta Diva Group) affermano che a Mumbai verrà creata una nuova filiale “per servire tutto il mercato asiatico” e aggiungono: “Siamo in trattativa con due diverse realtà locali alle quali ci appoggeremo per far partire il business”.
L’obiettivo della società di produzioni multimediale è quello di valorizzare ciascuna realtà territoriale, assicurando competenze e creatività in modo tale da “riuscire a offrire il prodotto migliore ai prezzi più competitivi e il cliente saprà che non pagherà mai tre o quattro intermediari facendo così salire i costi, ma avrà accesso alle tariffe migliori perché ci avvaliamo di partner sul territorio”.

lunedì 18 ottobre 2010

India, la Bharat Diamond Bourse

Il commercio dei diamanti che viene svolto nella zona a sud di Mumbai verrà trasferito nel nuovo complesso Bharat Diamond Borse, una struttura che ospiterà 2mila operatori del comparto. L’obiettivo è quello di occupare il primo posto non soltanto per quanto riguarda la lavorazione delle pietre preziose, ma anche per la commercializzazione.
Fino alla scoperta dei giacimenti brasiliani nel XVII secolo e all’entrata sul mercato di altri produttori come Sud Africa, Russia e Australia, l’India costituiva l’unico paese produttore e fornitore di diamanti. Il successo di cui tuttora il Paese gode nel settore delle gemme e della gioielleria deriva non soltanto dalla manodopera altamente specializzata e dalla tecnologia innovativa, ma anche dallo spirito imprenditoriale che ha portato allo sviluppo di una rete commerciale a livello mondiale.
Il commercio dei diamanti, che si svolge a sud di Mumbai, verrà trasferito presso la Bharat Diamond Borse (Bdb) alla fine dell’anno, un complesso moderno di otto torri che ospiterà circa 2mila operatori del comparto. Considerando che undici su dodici diamanti tagliati nel mondo vengono lavorati nel Paese indiano, questo è considerato uno dei più importanti centri per l’industria manifatturiera.

venerdì 15 ottobre 2010

India, un contrasto tra dinamicità economica e povertà

Nonostante siano positive le previsioni di crescita nel Paese indiano, la sfida principale resta la povertà. L’India occupa il 67esimo posto nell’elenco stilato dal Global Hunger Index: un grado di sottoalimentazione definito allarmante.

Tra gli 84 Paesi dell’elenco stilato dal Global Hunger Index l’India occupa il 67esimo posto, poiché è stato registrato un grado di sottoalimentazione “allarmante”. I dati ricavati dalle ultime statistiche del Food Policy Institute di Washington hanno riportato che il 42% dei bambini sottopeso al mondo vive nel Paese indiano. Quello dei sottonutriti in India è un numero in calo, tuttavia ancora inaccettabile. Si tratta di una situazione che si scontra con la dinamicità economica che caratterizza l’India, la quale sta crescendo ad un tasso del 9% annuo.
Lo sviluppo dell’India rimarrà, quindi, un processo complicato, considerando le profonde disparità sociali che caratterizzano il paese. Sono numerosi i temi che si dovrebbero affrontare per stimolare uno sviluppo generale: aumento e maggiori investimenti nel settore agricolo, modifica del diritto del lavoro, sviluppo dell’infrastruttura, elaborazione di una nuova politica fiscale.
Benché siano molto buone le previsioni di crescita, la povertà rimane la sfida principale.

giovedì 14 ottobre 2010

Un confronto tra India e Cina

L’India è un ottimo partner per l’acquisto di prodotti e servizi informatici, mentre la Cina è da preferire per la produzione di beni fisici grazie alle maggiori capacità logistiche, di trasporto e di distribuzione”, afferma Paolo Angeletti, in merito alle opportunità di investimento delle imprese italiane.

Una classifica su scala mondiale sulle competenze logistiche pone la Cina al 27° posto, una posizione di particolare rilievo rispetto al 47° posto occupato dall’India. Paolo Angeletti, rappresentante in Italia di PTL Group, azienda che offre supporto manageriale alle imprese straniere in Cina, ha spiegato: “L’India è un ottimo partner per l’acquisto di prodotti e servizi informatici, mentre la Cina è da preferire per la produzione di beni fisici grazie alle maggiori capacità logistiche, di trasporto e di distribuzione”.
Le opportunità di business con la Cina riguardano prevalentemente l’industria manifatturiera, poiché vi sono infrastrutture evolute che permettono migliori performance logistiche. La rete stradale in India, invece, non risulta facilmente percorribile e, più della metà, non è di dimensioni adatte da permettere il passaggio di veicoli di grandi dimensioni.
Con queste osservazioni, riferendosi alle imprese italiane, Angeletti ha aggiunto: “Queste differenze infrastrutturale spiegano in parte come l’India si sia specializzata nella creazione di software e nell’erogazione di servizi IT che non richiedono una gestione fisica del prodotto. Ma se consideriamo che entrambi i paesi hanno stanziato il 10% del PIL per lo sviluppo di infrastrutture che ne miglioreranno capacità produttive e distributive, India e Cina devono essere prese in considerazione quando si pensa di produrre o acquistare all’estero”.

mercoledì 13 ottobre 2010

India, crescono le opportunità occupazionali e di business

In India si è registrato un incremento delle chance occupazionali, in particolare nel settore dell’It che è cresciuto del 40% rispetto al 2009. Nicola Rossi, country manager di Monster per l’Italia afferma: “Sempre più aziende cercano personale italiano da inserire nei paesi del Far East: manager esperti per gestire e sviluppare nuovi business, ma anche ingegneri”.
La tendenza di cercare nuove strade professionali oltre confine sembra essere comune a diverse figure, dallo studente che cerca uno stage o un dottorato all’estero, al lavoratore che vuole cambiare settore d’attività, al manager esperto che progetta programmi di collaborazione con aziende straniere.
Secondo i dati ricavati dal portale Monster, che si occupa del monitoraggio del recruiting on line, il maggior numero di chance dal punto di vista professionale proviene dall’India che, per questo motivo, è descritto come il paese più “frizzante” tra i paesi emergenti. Negli ultimi sei mesi si è registrato un incremento del 14% degli annunci pubblicati sul web: si tratta prevalentemente di opportunità nel settore dell’edilizia e dell’information technology, cresciuta del 40% rispetto al 2009.
Nicola Rossi, country manager di Monster per l’Italia, spiega: “Sempre più aziende cercano personale italiano da inserire nei paesi del Far East: manager esperti per gestire o sviluppare nuovi business, ma anche ingegneri, molto richiesti pure dalle aziende petrolifere attive nel Medio Oriente”.
Oltre all’India, anche la Cina, Hong Kong e Singapore sono paesi che offrono alte opportunità occupazionali e di business, sebbene la conoscenza delle lingue orientali sia considerata ancora un aspetto rilevante e più importante delle competenze tecniche.

lunedì 11 ottobre 2010

Volkswagen, nuova utilitaria in India

La Tata Nano, l’utilitaria del mercato indiano, avrà presto una rivale, ovvero un’auto da 6.800 euro realizzata dall’alleanza tra Volkswagen e Suzuki.

Il Paese indiano è visto da tutti i big dell’auto come uno dei mercati più attraenti del futuro. Infatti sono molti i marchi mondiali presenti, da Toyota a Nissan, da Ford, Volkswagen a Fiat, la quale ha da poco stipulato una joint venture con Tata per la produzione di utilitarie.
Il successo della Tata Nano, dovrà presto scontrarsi con la nuova low cost della Volkswagen, prodotta dall’alleanza tra la Casa automobilistica tedesca e Suzuki: l’auto costa 8.600 dollari (6.800 euro), ovvero un prezzo accessibile al mercato indiano. Ciò a cui le due case puntano per far fronte ad un livello sempre più alto di concorrenza nel mercato mondiale è lo sviluppo di tecnologie eco-sostenibili.
È necessario, quindi, che ciascuna impresa, non soltanto ricerchi un piano di strategie e di sviluppo per affrontare le numerose sfide dettate dalla concorrenza, ma apporti le modifiche necessarie al prodotto per rispecchiare le aspettative della clientela.

mercoledì 6 ottobre 2010

Il progetto dell’energia solare consentirà all’India di crescere

I progetti innovativi legati allo sviluppo dell’energia rinnovabile porteranno nel Paese indiano un cambiamento sia tecnologico che sociale.

Cresce l’interesse dell’India per la tecnologia legata al fotovoltaico. Con il Piano nazionale dell’energia solare approvato lo scorso novembre, ovvero il Jawaharlal Nehru National Solar Mission, il governo indiano ha posto l’obiettivo di passare da circa 2 megawatt di produzione solare a 20.000 megawatt entro il 2022 (per quanto riguarda l’energia immessa nella rete), mentre per l’energia delle case isolate prevede il passaggio da 20 a 2.000 megawatt. Questo sarebbe un cambiamento importante per il Paese, poiché consentirebbe un vero sviluppo economico anche delle zone rurali. L’India, quindi, si sta muovendo per ricoprire un ruolo rilevante nell’utilizzo del fotovoltaico, sebbene i paesi con il numero più elevato di impianti restano la Spagna, l’Italia, il Giappone e gli Stati Uniti. In Cina, invece, l’utilizzo della tecnologia legata all’energia rinnovabile è poco diffuso e il 90% della produzione in tale comparto è destinato all’esportazione.
Il progetto di sviluppo elaborato in India porterà non soltanto ad una crescita tecnologica, ma anche ad un importante cambiamento sociale di un paese dove ancora 400 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità.

martedì 5 ottobre 2010

I visti richiesti ai professionisti non-indiani

Il Business Visa e l’Employment Visa costituiscono le due tipologie di visti rilasciati ai cittadini non-indiani che si recano in India per motivi inerenti all’attività lavorativa.

Esistono due tipologie di visti per i cittadini non-indiani che vogliono recarsi in India per motivi connessi ad attività lavorative: il Business Visa (definito anche “B” Visa) e l’Employment Visa (“E” Visa).
Il Business Visa viene rilasciato ai cittadini non-indiani che entrano nel Paese per concludere accordi industriali o affari, vendere o comprare prodotti industriali, valutare possibilità per creare collaborazioni, disporre di consulenze riguardanti esposizioni e partecipazioni a fiere, trattare accordi con fornitori o potenziali fornitori, monitorare il progresso di progetti avviati precedentemente e assumere manodopera.
L’Employment Visa, invece, viene rilasciato ad esempio, ai cittadini non-indiani che sono professionisti qualificati e specializzati o che ricoprono una carica manageriale di livello senior. Non viene concesso per lavori ordinari, di segreteria o di tipo impiegatizio e nemmeno per mansioni per le quali vi è già un alto numero di cittadini indiani che possono ricoprire tale ruolo.

lunedì 4 ottobre 2010

A New Delhi i Giochi del Commonwealth

L’India ospita per la prima volta la manifestazione sportiva dei Giochi del Commonwealth. Ma l’immagine e l’efficienza che potrebbe comunicare a livello mondiale si scontra ancora con un forte ritardo nella modernizzazione.

Si è tenuta ieri, a New Dehli, la cerimonia di apertura dei Giochi del Commonwealth, una manifestazione sportiva (a cui parteciperanno atleti di 71 paesi) che per la prima volta si svolge nel Paese indiano. Si tratta di un’importante opportunità attraverso la quale l’India può trasmettere la propria immagine a livello globale, sebbene la “Shining India”, descritta dagli economisti, sia già stata oggetto di forti proteste per la corruzione e l’inefficienza riscontrate durante la preparazione dell’evento.
È importante sottolineare ciò che gli analisti affermano, ovvero che l’India sarà l’economia che crescerà più velocemente nei prossimi 25 anni ma, allo stesso tempo, un paese che, sul fronte della modernizzazione, ha accumulato un forte ritardo. L’inadeguatezza della rete di infrastrutture, in primo luogo, non attribuisce ancora al Paese indiano il ruolo da protagonista nel contesto mondiale. Per gli investimenti in tale comparto, il governo di Manmohan Singh si rivolge prevalentemente a Pechino, poiché la liquidità cinese è superiore rispetto a quella dei paesi industrializzati del Nord del mondo.

venerdì 1 ottobre 2010

“Alla scoperta dell’India – scale culturali per risalire il mercato indiano”

L’evento seminariale, dal titolo “Alla scoperta dell’India – scale culturali per risalire il mercato indiano”, si terrà l’11 ottobre a Portogruaro. L’iniziativa è rivolta a imprenditori, export manager e consulenti aziendali interessati alle opportunità di business nel Paese indiano.

Il seminario dal titolo “Alla scoperta dell’India – scale culturali per risalire il mercato”, organizzato dal Centro Estero Veneto in collaborazione con Polins (Polo Innovazione strategica), si terrà presso la Biblioteca antica del Polo universitario di Portogruaro l’11 ottobre alle 17.15.
L’iniziativa è rivolta a imprenditori, export manager e consulenti aziendali con l’obiettivo di far conoscere le condizioni, i rischi e le opportunità del Paese indiano. È importante sottolineare che le strategie d’approccio dovrebbero tener conto di uno sfondo culturale molto diverso da quello italiano e che, per questo motivo, dovrebbero essere individuati specifici percorsi di integrazione.
Inoltre, verranno presentati alcuni case history che permetteranno ai partecipanti di riflettere su studi e modalità degli interscambi commerciali.

mercoledì 29 settembre 2010

India: apprezzata tradizione, tecnologia e capacità artigianale del tessile

Il comparto tessile indiano risulta essere attraente per gli investimenti poiché è caratterizzato da strutture di alto livello, da una buona capacità artigianale e da una rinomata tradizione.

Il settore tessile indiano risulta essere particolarmente attraente per gli investimenti grazie alle tipiche capacità artigianali e “artistiche”, al basso costo della manodopera e alla vasta disponibilità di fibre naturali. I punti di forza sono rappresentati dalla produzione di cotone (se ne contano circa 80 varietà), in particolare del tessuto denim, utilizzato per la realizzazione di jeans, dal settore della seta (ponendo l’India al secondo posto dopo la Cina) e dalla capacità di realizzare ricami e miglioramenti stilistici.
Fatte queste premesse, mentre è opinione comune che quanto prodotto in Italia sia da considerarsi di valore elevato e sinonimo di qualità, altri sostengono che si possano trovare ottime capacità e competenze anche altrove. Ne è un esempio l’impresa milanese Prada che, con il progetto “Prada made in”, ha selezionato quattro paesi su cui spostare la propria produzione (India, Giappone, Perù, Scozia). In India, Prada ha scelto di far produrre non soltanto una collezione di abiti tramite l’applicazione dell’arte Chikan (un’arte che ha come oggetto motivi floreali applicati con un filo di cotone su tessuto leggero), ma anche una linea di calzature e borse in pelle.
Il tessile indiano sembra essere, quindi, un importante comparto produttivo, caratterizzato da strutture industriali moderne e da buone capacità artigianali.

lunedì 27 settembre 2010

Le periferie dei BRIC

Le megalopoli dei cosiddetti BRIC sono realtà inflazionate: ciò comporta che la scelta per gli investimenti sia orientata su realtà di “seconda fascia”, caratterizzate da un potere d’acquisto interessante per i beni di largo consumo.

Lo studio di Boston Consulting Group “Winning in Emerging Market Cities” sostiene che per aver successo nei cosiddetti BRIC è necessario spostare la propria scelta sulle città “di seconda fascia”, ovvero quelle di periferia, poiché le grandi realtà come Shanghai in Cina, Mumbai in India o San Paolo in Brasile sono città inflazionate.
Si tratta di città già consolidate, come Ahmedabad in India, che costituiscono l’hub delle regioni in cui si situano e rappresentano il punto di riferimento di grandi industrie locali e sede di aziende straniere. Gli imprenditori non dovrebbero sottovalutare queste realtà in particolare per le potenzialità d’acquisto. Sta crescendo la classe media interessata ai beni di largo consumo, come televisori, frigoriferi, telefonini, auto, ma anche assicurazioni sanitarie e prodotti bancari.
È inoltre importante ricordare la necessità di tener sempre presente il fattore tradizione e gli status symbol del Paese.

giovedì 23 settembre 2010

Missione dall’India a Veronafiere

La Mostra Convegno Internazionale delle Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione e Sensori si terrà a Verona il 12 e 13 ottobre.
L’iniziativa si rivolge a tutti gli operatori specializzati che vogliono aggiornarsi sulle migliori strategie del settore.

Veronafiere accoglierà il 12 e 13 ottobre una delegazione di operatori provenienti dall’India in occasione della Mostra Convegno Internazionale delle Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione e Sensori. Il progetto, organizzato con la collaborazione della Camera di Commercio dell’Industria e del Commercio Indo-Italiana, offrirà agli imprenditori la possibilità di conoscere e programmare appuntamenti per valutare opportunità di business con gli espositori e i partecipanti all’iniziativa.
Il programma si rivolge a tutti gli operatori specializzati, come progettisti, responsabili tecnici, ingegneri, impiantisti, responsabili di stabilimento, di produzione e manutenzione) che vogliono aggiornarsi e condividere le strategie più adatte per il settore.

mercoledì 22 settembre 2010

India, Ikea fa pressione per modificare la normativa sugli investimenti

L’investimento di Ikea in India potrebbe portare alla creazione di migliaia di posti di lavoro. Il Ceo Mikael Ohlsson afferma: “In un paese come l’India, con i suoi tassi di crescita (9% annuo) e il processo di urbanizzazione appena avviato, c’è una enorme richiesta di prodotti per la casa a basso costo. C’è posto per tutti”.

Il progetto della nota azienda svedese Ikea per il prossimo triennio è quello di ampliare il proprio business nell’Asia del Sud, dove può già contare su solidi rapporti con circa 80 fornitori locali per l’acquisto di tessuti, tappeti e plastica. Le pressioni di Ikea sul governo indiano hanno come obiettivo un cambiamento nei regolamenti sugli investimenti, poiché questi ultimi bloccano l’apertura di magazzini. Infatti, la normativa indiana prevede la possibilità di creare joint venture con imprese locali, con una tetto massimo di partecipazione del 51%, ma Ikea afferma di voler un controllo maggiore sulle proprie attività.
L’apertura di grandi magazzini potrebbe portare ad un danneggiamento degli imprenditori locali; il Ceo Mikael Ohlsson afferma: “In un paese come l’India, con i suoi tassi di crescita (9% annuo) e il processo di urbanizzazione appena avviato, c’è una enorme richiesta di prodotti per la casa a basso costo. C’è spazio per tutti.” Il punto d’appoggio, su cui Ohlsson si basa per convincere il governo ad aprire una trattativa, fa riferimento ai vantaggi che l’investimento dell’Ikea potrebbe portare, ovvero l’opportunità di creare migliaia di posti di lavoro all’interno di tutta la catena di approvvigionamento.

martedì 21 settembre 2010

India, opportunità in Gujarat

Il 23 settembre è previsto a Milano un workshop per gli imprenditori italiani sulle opportunità di investimenti in Gujarat, uno degli stati più industrializzati dell’India. Di particolare interesse sono i comparti della biotecnologia, energia, del chimico e petrolchimico, farmaceutico, food processing e delle infrastrutture.

Il 23 settembre a Milano si terrà un incontro sulle opportunità di business in Gujart e sulla possibilità di collaborazioni con imprenditori indiani.
L’iniziativa è organizzata da Assolombarda, il Governo del Gujarat e la Confederation of Indian Industries. Gli imprenditori italiani potranno incontrare alcuni esponenti dell’industria indiana per valutare proposte di collaborazioni e progetti. Gli interventi saranno in lingua inglese.
I settori del Gujarat che risultano essere particolarmente interessanti per gli investimenti sono la biotecnologia, il chimico e petrolchimico, l’energia, l’automotive, il farmaceutico, il food processing e le infrastrutture.

lunedì 20 settembre 2010

India, formalizzata una joint venture tra Zegna e Reliance Brand

Partnership nel settore dell’abbigliamento per rafforzare la presenza nel mercato indiano di un brand del lusso maschile. Zegna definisce il consumatore indiano come “difficile e sofisticato, molto esigente e ben informato, non facile da convincere”.

La costituzione di una joint venture per avere successo nel mercato indiano è la strategia adottata dal gruppo italiano Zegna, leader mondiale nell’abbigliamento maschile di lusso. La joint venture è stata formalizzata con l’indiana Reliance Brand, “un partner ideale” per aprire entro il 2010 una decina di negozi. Zegna descrive il consumatore indiano come “difficile e sofisticato, molto esigente e ben informato, non facile da convincere, con una propensione più verso l’abbigliamento informale e gli accessori che verso il formale”.
È essenziale il rapporto con un partner locale di qualità che conosce bene il mercato ed ha un’ampia rete di relazioni. Anche Darshan Mehta, presidente di Reliance Brand, si mostra entusiasta dell’operazione: “Zegna è uno dei più ambiti brand del lusso maschile nel mondo ed è motivo di prestigio per noi condividere una comune attività in India.” Definisce, inoltre, il momento della partnership un “timing perfetto” poiché è in atto una crescente diffusione dei prodotti di lusso occidentali nel mercato indiano.

venerdì 17 settembre 2010

L’industria tessile italiana è in allarme

Le concessioni che prevedono l’azzeramento dei dazi doganali a vantaggio delle merci indiane e cinesi mettono in allarme l’industria tessile italiana. Il presidente del Sistema Moda Italia, Michele Tronconi, contesta che gli aiuti siano a spese di un solo settore industriale.

Il ministro degli esteri belga, Steven Vanackere, riferendosi alle alluvioni che hanno colpito il Pakistan, afferma che l’Unione Europea vuole essere più che un “donatore di aiuti di emergenza” e che “vuole sviluppare una strategia costruttiva e strutturale per rafforzare le relazioni commerciali”. Ma le concessioni a sostegno del Pakistan hanno messo in allarme l’industria tessile italiana, poiché la proposta di eliminare i dazi per 13 categorie di prodotti tessile sembra essere estesa anche a India e Cina. Michele Tronconi, presidente del Sistema Moda Italia, in una lettera al ministro degli esteri Franco Frattini spiega: “Senza mettere in discussione l’opportunità anche geopolitica di sostenere un paese così colpito dalle alluvioni, contestiamo che gli aiuti siano a spese di un solo settore industriale, importantissimo per l’Italia e per altri paesi del Sud Europa, ma non per quelli del Nord.” Inoltre, aggiunge: “Eliminare in modo unilaterale le barriere doganali significa rinunciare all’unica merce di scambio che la Ue ha in mano per contrastare le politiche commerciali di questi paesi”.

giovedì 16 settembre 2010

Il successo di Piaggio in India

Il presidente del gruppo Piaggio si è mostrato soddisfatto per l’andamento del mercato in India. La scelta di business in un’economia emergente è, in questo caso, motivata dal fatto di voler compensare il rallentamento delle vendite in Europa. Ma accanto al vantaggio che riguarda i costi di produzione, è necessario tener presente l’alta difficoltà a competere con “prezzi all’osso”.

Roberto Colaninno, il presidente del gruppo Piaggio, ha sottolineato la “vivacità del mercato indiano”. “Siamo molto soddisfatti dell’andamento di questi mesi”, ha affermato Colaninno, aggiungendo che “le vendite in India sono superiori alle nostre aspettative, sul mercato indiano è atteso uno sviluppo gigantesco”. L’intenzione del produttore italiano è quella di far fronte al rallentamento delle vendite in Europa affermandosi sui mercati emergenti. La Vespa verrà prodotta nel mercato indiano dalla fine del 2012: si calcola che saranno necessari circa 800 dollari per la produzione di un’unità, ovvero la metà del costo di produzione in Italia.
Nonostante il vantaggio che riguarda i costi di produzione, l’imprenditore dovrà fare attenzione alle “alte” barriere delle economie emergenti dell’Asia, poiché vi sono alte difficoltà a competere con i “prezzi all’osso” dei rivali asiatici.

mercoledì 15 settembre 2010

Fao: un calo nella percentuale dei sottonutriti nella regione Asia-Pacifico

La percentuale dei sottonutriti nell’area Asia-Pacifico è scesa del 12% rispetto al 2009: l’India “è artefice in larga parte del miglioramento registrato”.
Per la prima volta nella storia si registra un significativo calo delle persone che soffrono la fame. La stima è stata presentata ieri a Roma dalla Fao, assieme a Ifad e Pam, ossia il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo e il Programma alimentare mondiale. Risultano essere circa 925 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo, “ma l’obiettivo del Millennio di dimezzare la percentuale degli affamati, non va lasciato cadere e, se si opera nel modo giusto, ci riusciremo”, ha affermato Jacques Diouf, direttore generale della Fao.
I due terzi delle persone sottonutrite vivono in soli sette Paesi: Bangladesh, Cina, Repubblica democratica del Congo, Etiopia, India, Indonesia e Pakistan, e solo in India e Cina si resgistra una percentuale superiore al 40%.
Tuttavia, è importante sottolineare che nella regione Asia-Pacifico la percentuale è scesa del 12% rispetto al 2009, anche se i 578 milioni di affamati contro i precedenti 658 rimane un livello ”inaccettabilmente alto”. Considerando la crescita economica registrata nell’area asiatica, è importante sottolineare che l’India “è artefice in larga parte del miglioramento registrato”. Ciò che Diouf suggerisce è un “robusto investimento in agricoltura”. Anche l’Ifad, considerando la necessità di investire in tale settore, sostiene che “le popolazioni rurali sono la chiave per risolvere il problema: bisogna assisterle per farle produrre di più”.


martedì 14 settembre 2010

La Mostra Convegno Home and Building

In programma a Veronafiere la seconda edizione della Mostra Convegno Internazionale della Demotica e Building Technologies. Un’iniziativa che permetterà agli imprenditori italiani di sviluppare nuove relazioni commerciali.

È in programma a Veronafiere il 12 e il 13 ottobre 2010 la “Home and Building”, Mostra Convegno Internazionale della Demotica e Building Technologies, un progetto studiato con la collaborazione della Camera dell’Industria e del Commercio Indo-Italiana. Saranno molti i rappresentanti di aziende indiane che avranno la possibilità di incontrare espositori e visitatori, con l’obiettivo di valutare opportunità di business. Molto spazio verrà dedicato ai corsi di formazione, durante i quali verranno date precisazioni sulle modalità tecniche dei nuovi impianti; verrà presentato, inoltre, un quadro approfondito sui più recenti cambiamenti in tali settori.
Si tratta di un’iniziativa che favorisce lo sviluppo di relazioni commerciali e che permette all’imprenditore un confronto diretto con gli operatori provenienti dall’India.

lunedì 13 settembre 2010

Il successo dei carmakers indiani

Si prospetta un futuro assicurato per il mercato indiano dell’auto, il quale porterà un contributo rilevante alla crescita economica. L’India è l’obiettivo di tutti i big internazionali, inclusa la FIAT.

Il mercato dell’auto indiano non sembra subire rallentamenti: l’ultimo esempio del successo dei produttori indiani è il possibile acquisto della coreana SsangYoung da parte di Mahindra. Mahindra, specializzata nella produzione di jeep e di sport utilities, è, assieme a Tata Motors, una tra le più grandi case automobilistiche indiane. L’India occupa il secondo posto nel mercato mondiale per le due ruote; il quarto per i veicoli commerciali. Si prevede che entro il 2016 possa raggiungere un valore superiore ai 145 miliardi di dollari USA, in termini di “vetture passeggeri” vendute.
Tutti i big internazionali dell’auto considerano l’India come uno dei più promettenti mercati del futuro: anche FIAT punta entro l’anno a raddoppiare il numero delle auto vendute rispetto al 2009 ed ha stipulato recentemente una joint venture con Tata per la produzione di utilitarie.
La crisi, quindi, non ha colpito l’industria dell’auto indiana, per la quale si prevede un futuro assicurato. È un settore in espansione che offrirà all’imprenditore l’opportunità di investire e di incrementare il proprio business.

venerdì 10 settembre 2010

La sfida del secolo sarà tra India e Cina

L’India sarà tra 15 anni quello che la Cina è oggi. Per questo è importante esserci, per godere cioè un domani dei vantaggi del primo arrivato”.

Secondo l’Economist quella tra India e Cina sarà la sfida del secolo. Si stima che tra il 2013 e il 2015 l’economia indiana crescerà tra il 9 e il 9,5%, mentre la crescita della Cina resterà tra l’8 e il 9%. Anche il Fondo Monetario Internazionale si mostra fiducioso sulle potenzialità dell’India e, nella riunione di Washington all’inizio del mese, ha deciso di incrementare il “peso” del voto indiano, portandolo dal 2,77% al 2,91%.
Tra i Bric l’India è considerato ancora un mercato potenziale, piuttosto che reale. Secondo i dati forniti da Euromonitor, la classe media indiana è rappresentata oggi soltanto dal 14,6% della popolazione, circa la metà di quella cinese. Ma, secondo Max Magni, partner McKinsey e capo della divisione Consumer practice Greater China, “l’India sarà fra 15 anni quello che la Cina è oggi. Per questo è importante esserci, per godere cioè un domani dei vantaggi del primo arrivato”.
Le parole di Magni possono offrire all’imprenditore italiano uno spunto di riflessione per valutare in quali mercati orientare l’attività di internazionalizzazione.

giovedì 9 settembre 2010

Progetti finanziati dall’”Asian development bank”

Opportunità per le imprese di essere destinatarie di finanziamenti per progetti in Paesi emergenti: la selezione avviene tramite gare internazionali i cui bandi sono pubblicati sul sito di Adb.
L’Asian development bank mette a disposizione dei progetti per lo sviluppo del continente asiatico 12 miliardi di dollari per il 2010. I vantaggi dei progetti finanziati da una banca per lo sviluppo hanno molteplici vantaggi, tra i quali aiutare la crescita dei mercati emergenti e, allo stesso tempo, ampliare il business per le imprese destinatarie dei finanziamenti. Si tratta di “un’opportunità che anche l’ Italia non può perdere”, ha affermato Andrea Monari, direttore generale per l’Europa dell’Asian development bank (Adb). Tuttavia, i principali concorrenti sono i tedeschi, gli inglesi e soprattutto i francesi, che si assicurando un posizionamento migliore rispetto alle imprese italiane, le quali godono di un minor supporto istituzionale. Alla domanda sul perché le imprese italiane conoscono poco le opportunità offerte dai progetti finanziati dall’Adb Andrea Monari risponde: “Noi siamo soliti organizzare dei business opportunità seminar. Quest’anno in Europa ne sono stati previsti dieci. In Germania, ad esempio, ne organizziamo almeno uno all’anno e la richiesta sarebbe anche maggiore, perché le organizzazioni imprenditoriali dei Land si muovono autonomamente. L’Italia, invece, negli ultimi anni, ha ospitato solo 3 seminari”.

martedì 7 settembre 2010

La delocalizzazione in Asia può portare alla perdita di immagine

Il made in Italy: “La legge Reguzzoni-Versace” è un significativo risultato del nostro impegno per difendere e valorizzare con norme certe il nostro patrimonio produttivo”.

La scorsa settimana Financial Times ha pubblicato un’inchiesta sottolineando un rischio nella “gestione asiatica”dei brand, poiché, delocalizzare la produzione fuori dall’Europa per diminuirne i costi potrebbe significare una perdita di immagine per la griffe.
Il quotidiano britannico, riportando l’opinione dell’analista di Standard&Poor’s, Alessandra Coppola, scrive che “delocalizzare in Asia può svalutare marchi pagati spesso a peso d’oro.”
L’imprenditore deve prestare molta attenzione all’organizzazione del processo produttivo, poichè sono previste gravi sanzioni (secondo la legge Reguzzoni-Versace che dovrebbe entrare in vigore il 1° ottobre) per chi applichi l’etichetta made in Italy ad articoli del settore abbigliamento che non siano prevalentemente prodotti in Italia.
Massimo Nocetti, presidente di Confartigianato Imprese Perugina e presidente nazionale del settore abbigliamento aveva affermato che questa legge è un “significativo risultato del nostro impegno per difendere e valorizzare con norme certe il nostro patrimonio produttivo, e garantire ai consumatori la certezza di conoscere la provenienza della merce che acquistano. Ora ci auguriamo che le regole pensate per il tessile possano essere estese a tutti i comparti del manifatturiero”.

lunedì 6 settembre 2010

OVS sbarca in India con tre nuovi negozi

Ovs porterà in India il meglio della moda made in Italy. Il team interno di stilisti Ovs, interpreta le tendenze internazionali alla luce delle esigenze della clientela”.

OVS Industry ha focalizzato l’attenzione sul mercato indiano, dove ha inaugurato recentemente l’apertura di tre negozi a New Delhi, Bengalore e Chennai. Per espandersi nel mercato, OVS si è appoggiata ad una società già presente nel mercato locale con circa 600 store, ovvero la Brandhouse Retails. Ovs informa che “porterà in India il meglio della moda made in Italy. Il team interno di stilisti Ovs, interpreta le tendenze internazionali alla luce delle esigenze della clientela, selezionando i prodotti più innovativi presenti sulla scena mondiale e ideando capi fashion, ma sempre al giusto prezzo”.
Il colosso italiano low cost entra, quindi, in uno dei mercati-moda emergenti di particolare rilievo, portando oltre i confini il made in Italy con un “brand informale, pratico, adatto per tutte le occasioni e per tutte le tipologie di clienti”.

venerdì 3 settembre 2010

La joint-venture come strategia di crescita nei mercati emergenti

Le prospettive di crescita del mercato automobilistico indiano portano a perfezionare l’accordo di joint-venture tra Sogefi e il gruppo Imperial Auto, con il progetto di investire in un’altra società.

La società di componentistica Sogefi, del gruppo CIR, ha rivisto l’accordo di joint venture con l’operatore indiano Imperial Auto per la produzione di componenti per sospensioni in India. È previsto l’investimento di entrambi gli operatori in una nuova società, denominata Allevard IAI Suspensions, di cui il gruppo Sogefi sarà l’azionista di controllo.
La nuova società produrrà barre stabilizzatrici per autoveicoli, destinate a costruttori che operano nel mercato indiano.
Emanuele Bosio, amministratore delegato di Sogefi, afferma che “la nuova joint-venture rientra nella strategia di crescita di Sogefi nei mercati emergenti. Questa iniziativa rappresenta un’ulteriore tappa dello sviluppo del gruppo nel mercato indiano. Il nostro obiettivo è affermarci come uno dei principali produttori di filtri motore e componenti per sospensioni in India, un paese che insieme alla Cina è dotato di uno dei mercati automobilistici mondiali con le maggiori prospettive di crescita nei prossimi anni”.


mercoledì 1 settembre 2010

India, un passo in avanti per la crescita del Pil

"La crescita dell’India è sostenibile nel lungo termine. Probabilmente il Paese non viaggerà sempre attorno al 9%, ma il tasso si dovrebbe stabilizzare comunque su alti livelli, tra il 6-7%”.

Il ministro delle Finanze, Pranab Mukherjee, ha definito “incoraggiante” il dato registrato nel primo semestre dell’anno fiscale in corso (cioè nel periodo da aprile a giugno), ossia una crescita del Pil dell’8,8%. Si tratta di un incremento rispetto ai tre mesi precedenti (8,6%) e rispetto allo scorso anno (6%), che potrebbe portare al superamento di quell’8,5% stimato dal governo per l’anno fiscale che si chiuderà il 31 marzo del 2011.
Secondo Rajesh Varma, gestore indiano della società Dnca Finance, “la crescita dell’India è sostenibile nel lungo termine. Probabilmente il Paese non viaggerà sempre attorno al 9%, ma il tasso si dovrebbe stabilizzare comunque su alti livelli, tra il 6-7%”.
Nonostante questo alcuni analisti invitano alla prudenza sottolineando i risultati non particolarmente alti registrati nel mese di luglio nella produzione industriale: un +7%, ossia il dato più basso dell’ultimo anno.
Buoni, invece, i risultati nel settore dei servizi e manifatturiero, che hanno registrato rispettivamente un +12,2% e un +12,4%.
Protagonisti di possibili investimenti, quindi, risultano essere i comparti del terziario, ovvero tecnologia dell’informazione, telecomunicazioni, alberghi e ristoranti, servizi bancari e finanziari.

martedì 31 agosto 2010

India, opportunità per la moda veneta

Confartigianato ha promosso un progetto di collaborazione e coordinazione per il settore Moda in India

Il mercato indiano rappresenta una chance importante per le imprese venete del settore tessile, che potrebbero vedere una crescita delle loro produzioni ottenendo un aumento dei fatturati. In una recente ricerca di mercato sul settore moda in India, curata dall’Ice di Mombay, si è rilevato che nella scorsa stagione 2008/2009 si sono spesi 20 miliardi di euro nel tessile e nell’abbigliamento; si stima che nel tessile gli investimenti toccheranno i 27 miliardi nel 2012. Un aspetto significativo riguarda la crescita dei guadagni negli ultimi anni (+14%) dei 300 milioni di indiani che formano la classe media. Nonostante quello dell’abbigliamento sia un settore da non sottovalutare, Giuliano Secco, il Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Veneto, spiega che “purtroppo il nostro mercato ha incidenza irrilevante su queste cifre, eppure i nostri lavorati sono tra i più apprezzati al mondo. È evidente che c’è un gap da colmare. Ci siamo mossi per questo”.

lunedì 30 agosto 2010

Opportunità di business nel mercato indiano ma attenzione alla scelta della tipologia contrattuale

La tecnica contrattuale rientra tra le strategie per competere

Sono numerose le occasioni di business per le imprese italiane offerte da mercati come l’India, il Mediterraneo, il Brasile, la Russia e il Sudafrica. In particolare, il mercato indiano, è quello maggiormente caratterizzato dall’elevata domanda di know-how, esperienza, competenze specifiche, ossia aspetti che contraddistinguono gli imprenditori italiani. Ma è importante sottolineare che, tra le strategie per competere, ha un ruolo fondamentale la scelta della tecnica contrattuale. Potrebbe verificarsi, infatti, la mancata individuazione della tipologia contrattuale più adatta all’interno di una particolare strategia di cooperazione che porterebbe ad un processo di disinvestimenti produttivi e/o commerciali. L’attenzione va posta sul significato di “fare impresa” da parte degli indiani per poter capire quale sia lo strumento giuridico più adeguato alle caratteristiche dei Parner coinvolti, sia che si tratti di cooperazioni complesse (joint ventures), sia di semplici attività di import-export o contratti di distribuzione commerciale.
Ad esempio, in un dato contratto di compravendita internazionale, il fatto di aver previsto come applicabile la normativa italiana, dovrebbe essere preceduto dall’accertamento che, in caso di inadempimento contrattuale da parte dell’indiano, l’eventuale sentenza in Italia sia esecutiva anche in India. Non sempre, infatti, esistono convenzioni bilaterali per il riconoscimento di eventuali sentenze.

mercoledì 25 agosto 2010

Orissa: un hub industriale

I vantaggi di investire in Orissa

Lo Stato dell’Orissa, situato sulla costa orientale dell’India, è un ottimo posto per investire. La capitale Bhubaneshwar e altre città importanti, come Cuttack, Rourkela, Berhampur, Baleshwar e Puri, ospitano piccole e medie imprese che lavorano nei settori dell’alluminio, acciaio, tessile, energia e artigianato.
Nel 2007 il Governo ha avviato una nuova politica industriale che permettesse all’Orissa di trasformarsi in un “hub” industriale. Questo con l’obiettivo, non soltanto di attrarre investimenti e grandi progetti nel campo delle infrastrutture, ma anche di aumentare il reddito delle famiglie, diminuendo il tasso di disoccupazione.
La scelta per un imprenditore di investire in Orissa è dettata da diversi vantaggi tra i quali il basso costo della manodopera accompagnato da un’ampia disponibilità di figure professionali provenienti dalle migliori università dello Stato; gli incentivi offerti per gli investimenti e una normativa che facilita lo sviluppo del settore della costruzione; la presenza di ottimi collegamenti via strada e ferrovia tra le zone urbane e quelle rurali. Un valore significativo ha, inoltre, il “Parco IT”, di circa 1,5 Km², che ospita le migliori infrastrutture e le importanti società del settore, quali Infosys, Wipro, TCS e MindTree.
Per gli imprenditori intenzionati a sfruttare tali opportunità d’investimento, è importante ricordare anche la presenza di grandi edifici messi a disposizione per le società che vogliono aprire la propria sede in Orissa (Fortune Tower-IDCO).

giovedì 12 agosto 2010

Accordo di libero scambio India-EU

L’obiettivo è quello di rafforzare e facilitare le relazioni commerciali

Per la fine del 2010 dovrebbe essere pronto un accordo di libero scambio India-EU. Cosi ha annunciato Daniele Smadja, a capo della delegazione europea, aggiungendo che “il nostro mandato è di completare i negoziati per l’accordo di libero scambio il prima possibile, nonostante alcune questioni, quali diritti di proprietà intellettuale, lavoro minorile e svariati aspetti di regolamentazione, siano ancora da risolvere”.
È già presente un grande interesse da parte degli imprenditori italiani e, più ingenerale, da parte delle imprese dell’Unione Europea, poiché sono i principali partner commerciali dell’ India.
Lì Unione Europea sostiene svariati programmi nel paese asiatico, in particolare quelli rivolti all’educazione dei bambini, al fine di migliorare le condizioni di vita dei giovani.
L’accordo di libero scambio, quindi, sarà uno strumento per rafforzare le relazioni commerciali tra i due paesi.

mercoledì 11 agosto 2010

India, opportunità per le imprese italiane nel settore delle infrastrutture e dell’edilizia

Un nuovo Consiglio Italo-Indiano appoggerà gli imprenditori

L’obiettivo del governo indiano, per il quinquennio 2013-2017, è quello di focalizzarsi sulla costruzione di strade, ferrovie, aeroporti, infrastrutture urbane, edilizia pubblica e privata, strutture per l’energia e l’assistenza sanitaria. Il progetto previsto dal governo indiano è stato pensato per le aziende italiane che rientrano nei settori dei materiali di costruzione, attrezzature e macchinari e consulenza tecnica, come studi di ingegneria e architettura.
Una parte importante del progetto prevede la formazione di un Consiglio Italo-Indiano per le infrastrutture e l’edilizia, al fine di sostenere le aziende che fanno parte del networking con compagnie indiane ed enti locali che operano in tali settori.
Il Presidente della Camera di commercio italo-indiana, Narinder Nayar, ha confermato che “le opportunità offerte dal mercato indiano delle infrastrutture e dell’edilizia sono chiare e nei prossimi dieci anni sono previsti 18 miliardi di euro di investimenti provenienti dall’estero. Nonostante ciò la presenza di imprese italiane in India è ancora estremamente limitata”. Ha inoltre aggiunto che “l’obiettivo del progetto è quello di far conoscere alle imprese italiane gli strumenti per cogliere le opportunità offerte dal mercato indiano”.
Il settore delle costruzioni risulta essere favorevole per le imprese italiane, che avranno l’opportunità di operare anche in altri settori, come quello dell’acciaio e del cemento. Significativo è anche il settore dei macchinari da costruzione, considerando che il numero di macchine pro capite è molto basso: 13 ogni milione di abitanti, rispetto, ad esempio, alle 96 della Cina.

martedì 10 agosto 2010

L’India promuove la propria economia favorendo nuove collaborazioni commerciali

Partner italiani per migliorare la qualità del prodotto

In un recente seminario, svoltosi a Treviso, importanti figure del mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale si sono incontrate per parlare di India e Italia e per offrire spunti interessanti sul paese asiatico. Significative sono state le parole del Console Generale dell’India, Servajit Chakravarti, a cui è stato chiesto se esistono opportunità per le piccole imprese italiane.
Ha affermato che “ci stiamo effettivamente lavorando. Insieme a istituzioni come le Province, le Regioni e le Camere di Commercio, l’obiettivo è quello di individuare delle piccole medie imprese italiane i cui prodotti abbiano un respiro internazionale, e trovare dei partner che possano aiutare ad elevare le produzioni attraverso il miglioramento della qualità, portando l’Italia nel mondo attraverso l’India”. Ha inoltre sottolineato che l’India ama l’Italia, “se un oggetto è prodotto in Italia, allora in India ha mercato, persino se si tratta di una navicella spaziale”.
L’India, quindi, è pronta a favorire nuove collaborazioni e a individuare delle opportunità reali per le PMI italiane.

lunedì 9 agosto 2010

Grande produzione indiana di caffè nella prima metà dell’anno

Tentativi di educare i consumatori indiani all’espresso italiano
L’India è il terzo produttore mondiale di caffè, precisamente se ne contano otto varietà diverse. La forte domanda e la grande produzione hanno portato una significativa crescita delle esportazioni, che da gennaio a luglio sono aumentate del 53%. Nell’anno corrente si stima una produzione di circa 289.000 tonnellate, rispetto alle 262.300 dell’anno precedente.
Il mercato è favorevole anche per quelle imprese che vogliono diffondere il caffè italiano, poiché, essendo l’India uno dei paesi più giovani in assoluto, l’espresso ha già riscontrato successo tra questi consumatori, che, aperti al nuovo e al gusto occidentale, lo considerano “glamour”.
Lavazza aprirà uno stabilimento nel 2011, puntando a diffondere il proprio marchio nel continente. Nonostante l’India abbia una cultura del caffè molto diversa da quella italiana, la sfida di Lavazza è quella di “educare” i consumatori, con l’obiettivo di diffondere l’espresso con know how italiano.

mercoledì 4 agosto 2010

Outsourcing legale in India

Vantaggiosa la delocalizzazione dei servizi legali ma inacessibile per operare direttamente nel mercato

L’India è uno dei paesi più adatti a cui affidare le pratiche di esternalizzazione. La recente diffusione dell’outsourcing dei servizi legali (Lpo) ha già portato molte società inglesi a delocalizzare parte dell’attività legale svolta, consapevoli dei vantaggi legati soprattutto alla riduzione dei costi. Si stima, infatti, che il salario medio di un professionista in tale settore è di circa 8mila euro annuali, una cifra che dista enormemente dai 130mila ricevuti in media da un avvocato d’affari americano con la stessa esperienza. Rivolgersi all’India per la consulenza o l’assistenza giuridica sembra essere la scelta migliore, poiché competenza e professionalità assicurano la qualità dei servizi.
Una recente relazione di ValueNotes, società di consulenza indiana, prevede che le entrate legate al Lpo aumenteranno dai 146 milioni di dollari del 2006 ai 440 milioni di dollari per l’anno in corso. Inoltre, è importante sottolineare che le imprese che offrono servizi di Lpo è quasi triplicato, raggiungendo oggi il numero di 140.
A fronte di una forte diffusione dell’outsourcing, si assiste, però, ad una contraddizione: il paese resta inaccessibile per gli studi che vogliono operare direttamente nel mercato. L’avvocato Filippo Modulo sostiene che “da un lato si è incentivati ad aprire sedi vicine ai soggetti stranieri che si muovono verso l’Italia e dall’altro si ha la necessità di seguire le imprese italiane che aprono all’estero”. Il problema è che la legislazione locale non permette di essere presenti nel paese con un ufficio indipendente. L’avvocato Fulvio Pastore Alinante, segretario generale di Asla, l’associazione studi legali associati, spiega che “ottenere la licenza per la sede in Cina è dura e in India è del tutto impossibile”. Infatti, racconta Modulo, “per aprire in Cina è necessaria un’autorizzazione del ministero della Giustizia cinese. C’è voluto oltre un anno per ottenerla prima di poter inaugurare la sede di Pechino”.
Se risulta difficile l’apertura di studi indipendenti che operino nel mercato diretto, sarà indispensabile disporre di un solido network di consulenti locali affidabili e competenti che permettano agli imprenditori italiani di sviluppare al meglio i loro progetti di internazionalizzazione.



martedì 3 agosto 2010

Le autorità governative indiane richiedono di monitorare i contenuti del Blackberry

Dopo il recente blocco dei servizi Blackberry in Arabia ed Emirati Arabi, sembra che RIM, la società canadese, sia pronta a condividere con l’intelligence indiana i codici necessari per decriptare le email, garantendo in questo modo l’accesso ai servizi da parte delle autorità di sicurezza.
Il motivo della sospensione dei servizi in Arabia ed Emirati Arabi è proprio la cittografia dei dati, sicura fino al punto di impedire il monitoraggio delle informazioni.
La società ha dichiarato di essere disposta a collaborare per rispondere a qualsiasi quesito riguardante la sicurezza nazionale, adottando, quindi, un criterio di trasparenza in tutti i paesi. Dovrà rispettare le richieste dei vari governi in modo da non perdere importanti quote di mercato in un momento in cui il Blackberry sta diventando un prodotto particolarmente richiesto.

lunedì 2 agosto 2010

Come l’India può mantenere una crescita stabile

È in crescita stabile il Pil dell’India e, in base alle previsioni, dovrebbe raggiungere nel corso di quest’anno il 9,4%. In un contesto di recessione globale, l’ economica indiana deve affrontare una serie di sfide, al fine di mantenere stabile la propria crescita. Innanzitutto, deve trasformare la sua potenzialità in realtà, assicurando un miglioramento della qualità di vita a tutti i cittadini. Il primo passo riguarda, quindi, l’individuazione delle modalità concrete per promuovere dei programmi mirati contro la povertà. Come sostiene Vijay Kelkar, economista e policy maker indiano, “l’India deve creare un suo modello di crescita e sviluppo sui generis… per diventare un’economia avanzata in grado di promuovere una crescita a 360 gradi, al fine di beneficiare di maggior efficienza, di una maggiore equità e di una migliore governabilità”.
La seconda importante sfida è quella di risanare le mancanze infrastrutturale, migliorando il sistema d’irrigazione (per aumentare reddito e produttività delle aziende agricole), rafforzando il sistema dei trasporti e risanando i terreni desolati.
Ciò a cui l’India deve ambire non è una crescita indotta dalle esportazioni o guidata dallo Stato, ma è una crescita equa, che può tradursi in SIL (Soddisfazione Interna Lorda).

mercoledì 28 luglio 2010

Il ministro britannico Cameron cerca nuovi orizzonti commerciali in India

L’interesse per la stabilità della ripresa economica indiana è confermato dalla visita ufficiale del primo ministro britannico David Cameron, atteso in serata in India, dopo la sosta in Turchia.
Oltre 60 imprenditori delle più importanti compagnie britanniche, tra cui Vittorio Colao e John Varley, rispettivamente chief executive officer di Vodafone e Barclays, e cinque ministri, parteciperanno a tre giorni di incontri con amministratori locali e potenziali investitori, con l’obiettivo di firmare una serie di accordi bilaterali di cooperazione economica e commerciale. Il dialogo più atteso riguarda il settore della difesa, per il quale sembra essere previsto un contratto tra il colosso britannico Bae Systems e le forze armate di New Delhi per la fornitura di 57 caccia da addestramento con un costo di circa un miliardo di sterline.
Il governo britannico sta mostrando una grande attenzione ai paesi emergenti e all’India in particolare, con la quale esiste già una tradizione di rapporti e di conoscenza reciproca. Gli ambienti economici indiani hanno sempre considerato Londra un grande centro finanziario internazionale e, inoltre, la presenza in Gran Bretagna di colonie di indiani e pakistani facilita i rapporti.
Quindi, l’atmosfera positiva che sembra legare i due paesi si rivela un buon punto di partenza per l’attuazione di missioni politico-imprenditoriali mai giunte prima nel paese indiano.


lunedì 26 luglio 2010

India, il nuovo tablet supereconomico

Il Ministro per lo sviluppo delle Risorse Umane Kapil Sibal ha rivelato che il governo indiano è riuscito a produrre un tablet supereconomico, un progetto che veniva portato avanti già da cinque anni. Il ministro alla stampa ha dichiarato che “abbiamo raggiunto un punto dello sviluppo in cui scheda madre, chip, sistema di elaborazione e connettività costano in tutto 35 dollari. Sono comprese anche la memoria e lo schermo”. Il prodotto è stato pensato per gli studenti, che potranno accedere ad un dispositivo economico per supportare il loro percorso di studi. Il governo, infatti, prevede di incentivare università e scuole per raggiungere tale obiettivo.
Inoltre, si stanno stringendo accordi per dare inizio alla produzione di massa e, con un bacino d’utenza di circa 200.000.000, si prevede che i costi di produzione potranno essere contenuti.

giovedì 22 luglio 2010

L’India investe sulla Difesa

Per combattere la crisi globale Finmeccanica, holding italiana nei settori dell’aeronautica, dello spazio e della difesa, punta sui mercati esteri e, in particolare, su quelli in via di sviluppo come India, Brasile, Russia e Libia. L’amministratore delegato, Pier Francesco Guarguaglini, durante una conferenza stampa al salone dell’aeronautica di Farnborough, ha dichiarato che l’attenzione verso l’estero porterà presto ad una quota che supererà il 50% rispetto a quella relativa ai mercati domestici. Il governo italiano, sostiene Guarguaglini, “si sta muovendo per sostenere l’industria della Difesa, compensando i tagli annunciati al budget con più opportunità di esportare all’estero i nostri prodotti”. L’India è un mercato importante, in quanto sta investendo sulla Difesa, prevedendo tra il 2010 e il 2012 un aumento del budget del 19%.

mercoledì 21 luglio 2010

Secondo disastro ferroviario nel West Bengal

Sono frequenti gli incidenti causati dal degrado delle infrastrutture o dall’errore umano nel paese indiano, in cui ogni giorno oltre 18 milioni di persone utilizzano il treno per spostarsi e circa due milioni di merci viaggiano su rotaia. L’ultimo (il secondo in meno di due mesi) è avvenuto questa settimana a Sainthia, un centro a circa 260 chilometri da Kolkata, in cui hanno perso la vita circa 60 persone. Un convoglio si è schiantato a tutta velocità contro un treno fermo in una stazione e la maggior parte delle vittime si trovava nei vagoni “unreserved”, ossia quelli più affollati. Il ministro delle Ferrovie, Mamaya Banerjee, ha annunciato un’inchiesta per individuare i responsabili di quanto è successo, nonostante sembra sia superata l’ipotesi di sabotaggio che porrebbe al centro le ambizioni politiche della Banerjee. Il ministro delle Ferrovie è, infatti, uno dei politici più emergenti nel paese e con le ultime lezioni politiche nazionali è diventato un alleato indispensabile del Congress Party di Sonia Gandhi e del primo Ministro Manmohan Singh. Il suo progetto è quello di diventare il chief minister del West Bengal, spodestando per la prima volta in 33 anni il Communist Party of India.
Nonostante l’incidente sembra essere stato causato da un banale errore di segnalazione, Banerjee ha dichiarato di essere sospettosa sulle cause dell’accaduto, sostenendo che “qualunque cosa sia accaduta non è accaduta per caso”.

martedì 20 luglio 2010

Fiat, una nuova utilitaria per il mercato indiano

La conferma dell’introduzione di una nuova utilitaria sul mercato indiano arriva direttamente dal presidente di Fiat India, Rajeev Kapoor, il quale ha dichiarato recentemente che “il segmento delle small cars è entrato in una fase di crescita fenomenale e crediamo che per noi ci sia un’opportunità di crescita”. Il lancio è previsto per il 2012 e sarà prodotta tra Torino e l’India senza alcun riciclo di vecchi modelli. Il nuovo modello low cost Fiat non apparterrà alla categoria della Tata Nano, che in India costa poco più di 2.000 euro, ma sarà più ricca di dotazioni e finiture con un prezzo che si colloca tra i 5.000 e i 7.500 euro.
Con questa utilitaria il progetto ambizioso della Fiat è quello di conquistare il 10% dell’intero mercato indiano entro il 2015.

venerdì 16 luglio 2010

Tentativo di pace tra India e Pakistan

Sono difficili i passi avanti per migliorare i rapporti dopo gli attentati a Mumbai del 2008 tra Pakistan e India. Secondo il ministro degli Esteri pakistano la colpa ricade sull’ India, sostenendo che “qualche progresso nei negoziati è possibile solo se andiamo avanti insieme su tutte le questioni aperte”. I punti di primaria importanza su cui discutere sono il tema della sicurezza per l’India, per quel che riguarda la giustizia dei responsabili degli attacchi, ed un accordo definitivo sui territori della regione himalayana.
"Speriamo che, in seguito a questi negoziati, i nostri due paesi riescano ad accordarsi su un processo che avanzi con il sostegno di entrambi e non possa essere sospeso", ha dichiarato il portavoce del ministro degli Esteri pakistano Abdul Basit prima dell'incontro. "Se non ci parliamo reciprocamente e non discutiamo tutte le questioni che per decenni hanno intralciato la normalizzazione delle relazioni... crediamo che non possa esserci un impegno di cooperazione. Guardiamo a questi negoziati in modo davvero positivo".

giovedì 15 luglio 2010

In Italia i più integrati in ambito lavorativo sono gli indiani

Il VII Rapporto Cnel sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia, presentato a Roma questa settimana, ha riportato i dati delle prime venti nazionalità di immigrati presenti in Italia, relativi a integrazione lavorativa e questioni di sicurezza.
Si prenda in considerazione l’ambito lavorativo. Gli indici su cui è stata svolta l’indagine sono sia assoluti, come numero di occupati, nuovi assunti, saldi occupazionali, titolari di impresa, sia relativi, ossia la variazione annua degli occupati dei saldi occupazionali, tasso di conversione di ore lavorate in posizioni a tempo pieno, variazione delle retribuzioni.
Il dato più interessante riportato dallo studio è che risultano essere gli indiani i più integrati nel contesto lavorativo. Infatti l’India occupa il primo posto della graduatoria, seguita da Romania e Moldavia.

mercoledì 14 luglio 2010

Sarà quotato in Borsa il microcredito indiano

Sembra sia in atto un cambiamento nel mondo indiano del microcredito. È diventata opaca l’immagine che ci è stata trasmessa col Premio Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank, “il banchiere dei poveri” che concede prestiti e supporto organizzativo ai meno abbienti. Al motto “Non regalare i soldi. Presta il denaro e insegna ad usarlo in modo responsabile”, Yunus aveva aggiunto che i tassi di interesse per i microprestiti avrebbero dovuto stare tra il 10% e il 15% rispetto al costo della raccolta. Tuttavia, i tre terzi delle società di microfinanza nel mondo rientrerebbero, ora, in quella che lo stesso Yunus chiama “zona rossa degli squali del credito”.
Raggiungono il 28% i tassi di interesse della Sks Microfinance, la più importante istituzione indiana del microcredito, la quale lo scorso marzo ha richiesto la collocazione in Borsa. Ciò ha fatto scaturire una riflessione sulla mutazione genetica del microcredito. La decisione di Sks è nata dai risultati positivi ottenuti nell’ultimo triennio che hanno visto il moltiplicarsi degli utili in modo significativo. Il collocamento in Borsa potrebbe avere ripercussioni sulle concessioni di credito, in quanto gli investitori eserciterebbero pressioni con l’obiettivo di stilare criteri più rigidi per quanto riguarda i finanziamenti. Questo, però, andrebbe a scontrarsi col significato originale del microcredito, ossia quello di permettere l’accesso ai servizi finanziari a persone in condizioni di povertà o di difficoltà nell’accedere ad un prestito bancario.