Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

lunedì 28 febbraio 2011

Delhi International Airport Limited: il nuovo Terminal 3

La prossima apertura del Terminal 3 contribuirà allo sviluppo economico e commerciale di un Paese destinato a diventare uno dei principali interlocutori dei mercati industrializzati.

Il DIAL (Delhi International Airport Limited) ha stretto un accordo con IBM per rendere il servizio offerto ai clienti più efficiente ed adeguato alle loro esigenze; in particolare questo progetto di ammodernamento dell’aeroporto è iniziato dal Terminal 3 dove IBM ha introdotto il sistema Managed Network Infrastructure che permette di avere un approccio integrato volto a semplificare tutti gli aspetti che interessano un aeroporto con un traffico aereo molto intenso. Il vice presidente del Settore Distribuzione di IBM India/South Asia, Sameer Batra, in relazione all’accordo con DIAL ha affermato che : “Delhi International airport wanted a partner who could understand the complexity of airport systems while being equipped with extensive experience in handling large-scale deployments at international airports. This project will help DIAL in addressing their requirement for a unified and secure solution that aims at improving the airport experience while positioning them for a future growth.” Con la realizzazione del Terminal 3 che presenta una capacità massima di 34 milioni di passeggeri l’anno e un servizio rivolto sia ai voli internazionali sia ai voli domestici, l’aeroporto di Nuova Delhi si candida a diventare l’ottavo aeroporto più grande al mondo e ad aumentare la sua capacità fino a raggiungere i 100 milioni di passeggeri l’anno entro il 2026 grazie alla costruzione di più terminal e altre piste.

venerdì 25 febbraio 2011

La distribuzione in India

L’industria legata al settore della distribuzione in India è la quinta più grande al mondo. Prendendo in considerazione sia i settori organizzati sia quelli non organizzati, la distribuzione indiana rappresenta uno dei settori con il tasso di crescita più elevato, pari al 25/30% annuo.

Nonostante inizialmente la distribuzione in India fosse poco organizzata, grazie al cambiamento nei gusti e nelle preferenze dei consumatori, il retail indiano si sta strutturando in modo da rispondere alle esigenze dei clienti. Si stima che il valore del mercato della distribuzione in India si attesti intorno ai $180 miliardi e che crescerà del 30-50% nei prossimi cinque anni. Circa il 95% del commercio del Paese si sposta utilizzando il trasporto marittimo, anche se recentemente l’India ha visto aumentare anche il traffico aereo; da non dimenticare poi il fatto che l’India possiede una delle più grandi reti stradali del mondo, la National Highways, che collega le maggiori città, i porti e le capitali, con una lunghezza complessiva pari a 66.590km. Negli ultimi anni si è registrato un aumento considerevole dei canali di distribuzione nel Paese: secondo gli studi effettuati sul settore, infatti, i distributori indiani sono circa 12 milioni. Il problema maggiore per le aziende occidentali è legato al fatto che molto spesso è difficile raggiungere il consumatore, a causa delle condizioni pessime in cui versano le strade, e riuscire a conservare i prodotti; situazione aggravata dal fatto che soprattutto nelle aree rurali, la maggior parte dei consumatori si affida alla distribuzione tradizionale, che si concretizza in piccoli chioschi: la grande distribuzione organizzata è ancora poco presente in India e si concentra nelle maggiori città. Il fatto che l’India non permetta investimenti diretti esteri in questo settore strategico, rende ancora più difficile la posizione delle imprese straniere, costrette ad appoggiarsi a partner locali per riuscire ad entrare nel mercato.

giovedì 24 febbraio 2011

Aumenta l’indice sulla povertà a causa dell’inflazione alimentare

In India l’aumento del costo del cibo, che ha segnato un + 15% da ottobre 2010 a gennaio 2011, getta sotto la soglia di povertà estrema altri 44 milioni di persone.

L’inflazione alimentare in India si attenua di poco dopo un anno da record, ma le preoccupazioni relative a un nuovo aumento dei prezzi restano elevate. Infatti nonostante gli interventi da parte del governo, l’inflazione alimentare è cresciuta anche questa settimana del 18%: tra i fattori scatenanti dell’impennata dei prezzi giocano un ruolo di primo piano un sistema di distribuzione inefficiente nel Paese (la viabilità è compromessa dalle pessime condizioni delle strade e mancano mezzi in grado di conservare i cibi) e il fatto che la domanda è superiore all’offerta (si tratta di una popolazione di oltre 1.1 miliardo di persone con dei ritmi di crescita annui pari all’1.3%). Inoltre le piogge di novembre hanno distrutto i raccolti di uno degli alimenti che si trova alla base dell’alimentazione indiana, ovvero la cipolla: si sono registrate perdite fino all’80% della produzione e di conseguenza il prezzo delle cipolle è triplicato divenendo in questo modo un prodotto non più accessibile alla maggior parte della popolazione. Al fine di diminuire il costo dei prodotti alimentari, il governo ha varato una serie di misure, tra cui il divieto di esportare cipolle, la diminuzione dei dazi sull’importazione e una richiesta d’aiuto al Pakistan. Al momento l’India presenta il tasso di inflazione alimentare più elevato tra le maggiori economie asiatiche, anche se altri Paesi emergenti come la Cina e il Brasile stanno lottando contro l’aumento dei prezzi. Ciò che preoccupa maggiormente le economie di questi Paesi è l’aumento dell’inflazione dei prodotti no-food, cresciuta in India del 31.58% a metà febbraio, contro il 13.94% registrato nello stesso periodo l’anno scorso.

mercoledì 23 febbraio 2011

British Petroleum stringe un accordo con l’indiana Reliance Industries

La multinazionale petrolifera BP ha annunciato uno dei più massicci investimenti diretti esteri in India: acquisterà infatti dalla compagnia indiana Reliance Industries una quota di partecipazione pari al 30% per $7,2 miliardi.

BP, tristemente nota per la catastrofe ambientale nel Golfo del Messico, conferma di aver siglato con Reliance Industries un accordo che prevede la creazione di una joint venture nel comparto del gas per l’acquisto di una partecipazione del 30% in 23 giacimenti di petrolio e gas in India. La decisione può essere ricondotta a varie ragioni, prima fra tutte la volontà di rafforzare la presenza in India e di approfittare dei rialzi annunciati nei mercati energetici. Il direttore generale di BP, Bob Dudley, ha affermato che “l’India è una delle economie con la crescita più veloce a livello mondiale. Alleandoci con Reliance avremo accesso al bacino di gas più ricco in India e ci garantiremo una posizione sul mercato indiano del gas in rapida crescita”. In secondo luogo l’operazione potrebbe essere vista come un tentativo di recuperare la fiducia dopo il disastro provocato a Macondo che aveva fatto crollare i conti della compagnia petrolifera. L’accordo con Reliance segue un precedente accordo siglato con la russa Rosneft: in entrambi i casi BP ha scelto di allearsi con un partner locale acquisendo una quota di minoranza pur di ottenere una parte delle risorse a cui aspirava; BP è uno dei maggiori specialisti a livello mondiale nell’estrazione di idrocarburi in acque profonde e le sue alleanze mirano a trasferire questa capacità anche a Reliance e Rosneft. Si stima che le operazioni di Bp insieme a Reliance Industries potrebbero raggiungere un valore di $20 miliardi.

martedì 22 febbraio 2011

Il mercato del lusso si espande in India

L’India segna un netto aumento del numero di miliardari destinati a passare dall’attuale 0.2% della popolazione al 2% entro il 2025.

Il mercato indiano dei beni di lusso vive un momento di crescita dovuto al boom di nuovi miliardari ( il numero di persone che guadagnano più di un milione di dollari è più che raddoppiato nel 2009). Secondo recenti stime il mercato del lusso indiano si aggira intorno ai 3.5 miliardi di dollari, ma si prevede che entro il 2015 raggiungerà i 30 miliardi: l’India diventerà nell’arco di dieci anni uno dei mercati del lusso più vasti a livello globale e non sorprende certo il fatto che numerosi brand internazionali si stiano attivando in questo Paese. I prodotti maggiormente interessati da questo cambiamento sono le autovetture, i gioielli, le imbarcazioni, i jet e le case. A questo proposito in occasione della recente edizione di “Aero India2011”, molti produttori di jet executive hanno deciso di partecipare per far conoscere il loro marchio e tentare di recuperare il calo della domanda verificatosi a causa della crisi. È necessario però che le imprese svolgano il loro lavoro al meglio: si devono attivare per creare una consapevolezza del brand ed educare un gruppo di consumatori molto spesso di prima generazione, che quindi necessitano di essere accompagnati in questo processo di acquisizione di brand internazionali di lusso.

lunedì 21 febbraio 2011

Tata Steel: nuovo impianto in Orissa

L’amministratore Delegato Hemant Nerurkar ha annunciato che Tata Steel inizierà a produrre nel nuovo impianto in Orissa tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013.

Tata Steel, settimo produttore mondiale di acciaio, ha annunciato l’imminente apertura del nuovo impianto realizzato in Orissa; lo stabilimento di Kalinganagar avrà una capacità iniziale di tre milioni di tonnellate, che potranno essere raddoppiate nel caso in cui se ne presentasse la necessità. Tata Steel aveva firmato un memorandum con il governo locale nel novembre del 2004 e al momento sono in corso le trattative per l’acquisizione delle terre e lo spostamento degli abitanti dell’area. Nel 2007 Tata Steel aveva acquisito Corus,secondo produttore di acciaio in Europa in quella che è stata definita la più grande acquisizione oltremare portata a termine da un’azienda indiana: mentre le operazioni indiane contribuiscono per un quarto alla capacità globale di Tata Steel pari a 30 milioni di tonnellate, quelle europee rappresentano i 2/3. A partire dalla metà del 2010 l’industria dell’acciaio è entrata in difficoltà a causa dell’aumento progressivo dei costi delle materie prime e della caduta del prezzo dell’acciaio dovuta all’attività rallentata dalla recessione in corso nei Paesi sviluppati. Mentre la domanda sta aumentando nel settore dell’auto, l’altro settore chiave costituito dalle costruzioni sta tentando di uscire dalla crisi.

venerdì 18 febbraio 2011

Boom di bollicine in India

Lo champagne arriva in India dopo un viaggio di 5.000 miglia: è notizia di questi giorni che Moet Hennessy (proprietaria dei marchi Moet Chandon e Dom Perignon) sta trattando l'acquisizione di terreni nello Stato di Maharashtra "per giungere entro due anni all'apertura di una cantina ed alla produzione in loco di vino".

Secondo le stime fornite dall’India Wine Academy, l’India presenta probabilmente il tasso più basso di consumo di vino, ma la crescita della classe media potrebbe capovolgere questo dato, vista la crescente sensibilità di questa fascia della popolazione, agli stili di vita e alle marche di successo occidentali. Si stima che la classe media indiana crescerà fino a raggiungere i 584 milioni di persone entro il 2025: tra queste, i potenziali consumatori di vino potrebbero diventare circa 94 milioni. Stando ai dati pubblicati alla fine del 2000 il consumo di vino era inferiore alle 50.000 casse, ma questo trend ha subito un aumento vertiginoso in seguito alle azioni governative volte a liberalizzare le norme relative all’importazione da paesi stranieri e a favorire la produzione di vino, con il conseguente aumento delle aziende vitivinicole. La CNNMoney, nell’agosto 2010, ha definito l’importazione di vino in India “as one of the best business ideas in the world”, sottolineando il fatto che il consumo della bevanda nel Paese indiano aumenterà di dieci volte nei prossimi dieci anni. Lo scorso novembre inoltre la Delhi State Industrial & Infrastructure Development Corporation Ltd. ha inaugurato un negozio nella capitale indiana con lo scopo di accrescere la conoscenza del vino e visto il successo ottenuto sta progettando l’apertura di altri negozi; da non tralasciare il fatto che il 69% delle vendite registrate è legato all’acquisto di bevande alcoliche provenienti dall’estero.

giovedì 17 febbraio 2011

Il settore immobiliare in India

Il settore immobiliare in India rappresenta un’industria da 12 miliardi di dollari e si prevede una crescita del 30% nei prossimi dieci anni. Questo è quanto traspare dagli ultimi studi relativi a questo settore realizzati nel 2010.

Il settore immobiliare riveste un ruolo di primo piano nell’economia indiana: si tratta del settore che impiega più forza lavoro dopo l’agricoltura, e si colloca al terzo posto tra i quattordici maggiori settori in termini di effetti diretti e indiretti su tutti i campi dell’economia. Le ragioni di questa crescita risiedono nell’aumento della classe media (con conseguente richiesta di abitazioni), l’aumento dello spazio commerciale richiesto dalle imprese straniere che hanno effettuato in India IDE, l’espansione del settore delle vendite al dettaglio, un facile accesso agli strumenti finanziari e un boom demografico (l’India è il secondo Paese più popoloso al mondo). Sono presenti numerose opportunità di investimento soprattutto nella costruzione di: immobili commerciali (la grande distribuzione sta cominciando a sostituire i negozi tradizionali), Special Economic Zones, strutture per il turismo sanitario, complessi residenziali e industriali, spazi commerciali per la vendita al dettaglio, alberghi e strutture per turisti, città secondarie ( a causa dell’aumento vertiginoso del costo dei terreni nelle città principali) e nuovi quartieri (con conseguente progettazione di spazi per il tempo libero, attività commerciali e zone residenziali). La popolazione delle aree urbane, che attualmente si attesta intorno ai 300 milioni di persone, aumenterà di 300/400 milioni nei prossimi 25 anni portando con sé numerose conseguenze. In particolare un grande problema è già rappresentato dalla scarsità di abitazioni nei centri urbani (secondo le stime del governo questo dato si aggira intorno ai 24.7 milioni di case in meno), situazione aggravata dalla mancanza di una rete fognaria funzionante, di un sistema di raccolta dei rifiuti e di accesso all’acqua potabile. È evidente che questo settore presenta numerose opportunità di impiego e attira moltissimi altri settori (dall’idraulica agli impianti elettrici, dal cemento alle miniere). Dopo un deludente 2009, la domanda ha subito un’accelerata, ma gli operatori devono prestare molta attenzione e analizzare il contesto con cautela: infatti in seguito al picco della domanda anche i prezzi hanno subito un’impennata. La sfida per le imprese che vogliono competere in questo settore consiste nell’offrire dei prodotti di qualità a dei prezzi contenuti, promuovere uno sviluppo sostenibile impiegando materiali e energie rinnovabili e progettare un design funzionale, sicuro ed efficiente.

mercoledì 16 febbraio 2011

19-26 febbraio: Vicenza Qualità in India

L’ Azienda Speciale della CCIAA di Vicenza, in collaborazione con Unioncamere ed il sistema camerale italiano, ha organizzato una missione commerciale in India.

L’iniziativa, che prenderà avvio il 19 febbraio e si concluderà il 26 febbraio, prevede delle tappe a Chennai, Bangalore e Mumbai e si pone come obiettivo quello di facilitare le imprese italiane nella ricerca di possibili partner in India. I settori presi in considerazione dalla missione sono: infrastrutture, edilizia e costruzioni, energie rinnovabili e ambiente, macchine utensili e tecnologie agro-alimentari. Non a caso Vicenza Qualità ha preso in esame i settori trainanti dell’economia del Paese indiano, che in questo periodo sta conoscendo dei volumi di espansione economica mai raggiunti prima. L’iniziativa coincide peraltro con la Fiera BuildArch che si svolgerà a Bangalore dal 23 al 26 febbraio: si tratta di un evento fieristico internazionale focalizzato sull’architettura, design, arredamento interno ed esterno, materiali impiegati nell’edilizia. Un’occasione da non perdere per le imprese che intendono avvicinarsi al mercato indiano e sfruttare le numerose opportunità che questo Paese emergente offre.

martedì 15 febbraio 2011

La sete di energia dei BRIC

I Paesi BRIC domineranno l’aumento della richiesta di energia a livello mondiale: secondo lo studio Bp Energy Outlook 2030, la domanda energetica subirà una crescita del 40% nei prossimi vent’anni.

Secondo lo studio Bp la crescente domanda di energia sarà concentrata per il 93% nei Paesi che non appartengono all’OCSE con una crescita media annuale pari al 2,6%, contro lo 0,3% previsto per i Paesi OCSE. In particolare le fonti rinnovabili (solare, eolico, geotermico e biocarburanti) vedranno aumentare il loro contributo dal 5% al 18%. India e Cina in dieci anni hanno raddoppiato i loro consumi petroliferi: il Dragone ha superato il Giappone e si colloca al secondo posto, lasciando, per il momento, la leadership agli Stati Unti. Basti pensare che nel 2009 i Paesi emergenti hanno assorbito il 19,65% dei consumi globali. L’allarme relativo al petrolio si può estendere anche al metano visto che dal 2000 il consumo cinese è quadruplicato, quello brasiliano triplicato ed infine quello indiano è raddoppiato. Queste previsioni comportano un’attenta analisi delle ripercussioni che potranno avere: in primis ci saranno dei cambiamenti a livello climatico a causa dell’inquinamento se non verranno attuati dei progetti legati allo sviluppo sostenibile; in secondo luogo il tasso di estrazione del petrolio raggiungerà presto il c.d. “picco del petrolio” ovvero più della metà delle riserve di petrolio saranno impoverite e questo determinerà un aumento dei prezzi del petrolio. In questo contesto assume quindi grande importanza la partecipazione alle prossime fiere /conferenze previste in India legate allo sviluppo di energie rinnovabili.

lunedì 14 febbraio 2011

Il Gruppo Psa ritorna in India

Dopo dieci anni dal tentativo fallito in India, Peugeot ci riprova e annuncia la volontà di entrare nel mercato automobilistico del secondo Paese più popoloso a livello mondiale.

Il presidente Philippe Varin ha annunciato l’intenzione di entrare nel mercato indiano ricorrendo a operazioni commerciali e industriali: il Gruppo ha infatti aperto una sede a Mumbai e sta valutando diverse location per la costruzione dello stabilimento che sarà destinato, almeno in un primo momento, alla produzione di una berlina media e di un’auto compatta. L’India sta diventando un Paese chiave e questa evoluzione riflette le ambizioni del Gruppo francese di diventare un player globale. Psa è già attivo in Cina grazie alla joint venture al 50% con Dongfeng e sta valutando la possibilità di aprire un terzo stabilimento per aumentare la capacità produttiva e dar vita ad un’auto low-cost. A questo proposito Varin ha manifestato l’intenzione di non utilizzare il marchio Peugeot o Citroen per una vettura low-cost, viste le ripercussioni che potrebbe avere sulla decisione del Gruppo di innalzare la gamma, ma eventualmente la possibilità di ricorrere ad un marchio nuovo nell’ambito della joint-venture con Chang’an. L’obiettivo di Psa è quello di aumentare le auto vendute fuori dall’Europa, passando in questo modo dal 39% attuale al 50% nel 2015 (ipotesi realizzabile visti gli investimenti e i risultati che sta ottenendo nel mercato russo e latinoamericano, oltre a quello cinese e indiano).

venerdì 11 febbraio 2011

Caffè vs Tè: Lavazza si espande in India

Lavazza ha annunciato la realizzazione di uno stabilimento di produzione del caffè nell’India meridionale, nei pressi della nuova città modello” Sri City “(al confine tra lo stato del Tamil Nadu e quello dell’Andhra Pradesh).

Giuseppe Lavazza e Marco Lavazza hanno presentato alla stampa il nuovo progetto per la costruzione di un complesso produttivo in India, il primo che l’azienda torinese realizzi al di là dei confini nazionali . Lo stabilimento, che sarà completato nella prima metà del 2012, richiederà un investimento complessivo pari a venti milioni di euro e impiegherà 150 addetti con macchinari provenienti dall’Italia e dalla Germania; inoltre la fabbrica verrà realizzata secondo un criterio modulare, che permetta di espandersi quando la domanda aumenterà. L’obiettivo dell’investimento italiano, che sfida l’impero del tè, è quello di utilizzare l’India come ponte verso gli altri mercati emergenti, accrescere l’internazionalizzazione dell’azienda e la sua presenza sul mercato indiano (i coffee shop Barista-Lavazza diventeranno 400). “Il nostro caffè sarà Made in India per origine, ma Made in Italy per savoir faire, lavorazione, miscelatura e tostatura” ha affermato il vicepresidente dell’azienda sottolineando quindi il fatto che per la produzione destinata a questo mercato verrà utilizzato il 99.9% di caffè indiano

giovedì 10 febbraio 2011

Aero India 2011

Dal 9 al 13 febbraio si svolgerà l’ottava edizione di Aero India, prestigiosa manifestazione fieristica biennale internazionale in India, più precisamente a Bangalore. L’importanza di esserci : focus su Italia e Stati Uniti.

Finmeccanica, gruppo che opera in India da più di quarant’anni, ha deciso di partecipare all’edizione 2011 di Aero India. Il Gruppo nel corso del tempo ha stretto con il Paese asiatico importanti accordi commerciali nel campo della difesa e della sicurezza. Per Finmeccanica il mercato indiano risulta essere molto interessante visti i ritmi frenetici di crescita dei settori della difesa: dal 2005 ha ricevuto una media di 250 milioni di euro di ordini all’anno e secondo alcuni studi questi volumi raddoppieranno nei prossimi tre anni. L’obiettivo del gruppo italiano è quello di cercare nuove partnership locali e rafforzare quelle esistenti al fine di coinvolgere queste imprese in tutti i settori di cui si occupa (sicurezza, aerospazio, difesa, energia e trasporti). Gli Stati Uniti dal canto loro hanno annunciato a sorpresa che, in occasione del salone indiano, presenteranno due aerei F-22 Raptor, i caccia stealth e l’unico aereo da caccia di quinta generazione operativo al mondo. Gli Stati Uniti sono il più grande espositore presente a questa manifestazione e la loro decisione dipende senza dubbio dalla rilevanza economica assunta da questo Paese negli ultimi anni: proprio per questo motivo una delegazione commerciale guidata dal segretario al Commercio statunitense Gary Locke si è recata in India alla vigilia della fiera. Allo stesso tempo Robert Blake, segretario di stato statunitense per l’Asia Centrale e meridionale ha affermato che gli obiettivi in questa area geografica sono: “ sostenere gli sforzi internazionali in Afghanistan; costruire un partenariato strategico con l’India e sviluppare relazioni più durature e stabili con gli Stati dell’Asia Centrale”.

mercoledì 9 febbraio 2011

Accordo tra Giappone e India sul nucleare

India e Giappone hanno stretto un accordo per l’implementazione dell’energia nucleare.

Le ragioni di questa collaborazione risiedono in primis nei vantaggi economici offerti dal mercato (il cui valore è stimato in 150 miliardi di dollari) e in secondo luogo dalla volontà delle due potenze di fronteggiare la leadership cinese in Asia: il Dragone possiede già 12 reattori e altri 28 entreranno in funzione prossimamente. Secondo la World Nuclear Association in Asia i reattori attivi sono 112, quelli in costruzione 37 e infine quelli previsti dagli accordi 84. Sicuramente questi dati creano un’idea di quanto il patto stretto da Giappone e India sia volto a sfruttare le opportunità offerte da questo settore, ma non senza problemi. Il contratto da oltre 15 miliardi di euro stretto tra l’azienda nucleare Areva e il governo indiano relativo all’installazione di due reattori nello Stato di Maharashtra, sta creando non poche polemiche. Si tratta infatti di un’area altamente sismica e nonostante le rassicurazioni da parte dell’azienda, gli abitanti nutrono delle perplessità. Inoltre la realizzazione di questi due impianti nucleari rischia di aver non poche ripercussioni sugli abitanti dal punto di vista economico e sociale: oltre 10.000 contadini e pescatori vedono minacciato il loro lavoro e la loro sopravvivenza a causa della costruzione della centrale.

martedì 8 febbraio 2011

India: il governo stanzia 640 miliardi di euro da investire in infrastrutture

Da studi effettuati di recente è emerso che l'India continuerà a crescere al punto da diventare la terza economia del mondo tra il 2020 e il 2025.
Il governo indiano ha stanziato 640 miliardi di euro da investire in infrastrutture nel periodo 2013-2017: in questo scenario, l'Italia può assumere un ruolo di primo piano non solo nei settori della logistica, del turismo e delle energie rinnovabili, ma anche nella realizzazione delle opere infrastrutturali, nel trasferimento di know how ed esperienza per la realizzazione di distretti di pmi. L’Italia può e deve sfruttare questa importante occasione vista l’importanza attribuita dai consumatori indiani ai prodotti made in Italy in termini di qualità, innovazione, esclusività, affidabilità. Al fine di rafforzare il rapporto con l’Italia il ministro del commercio indiano ha programmato una visita in Italia con una delegazione di imprenditori. "L'obiettivo di questo incontro è proprio aumentare il lavoro da fare insieme", ha dichiarato Emma Marcegaglia, sottolineando che il valore di interscambio con la Cina è arrivato a 20 miliardi di euro contro i sei miliardi realizzati grazie agli interscambi con l’India. Tra i progetti futuri, la creazione di un Business Council tra le rispettive Confindustrie, che sarà ufficializzato in occasione del viaggio in India di Confindustria, Governo, Abi e Ice previsto per il mese di ottobre.

lunedì 7 febbraio 2011

Dalle campagne alle megalopoli

Il fenomeno dell’urbanizzazione nei Paesi emergenti ha spinto molti studiosi a cercare la cause all’origine di questi spostamenti e le possibili conseguenze che lo spopolamento progressivo delle campagne potrebbe avere sia in termini ambientali sia in termini di sicurezza, con particolare attenzione posta all’espansione delle baraccopoli.

Ad oggi più della metà della popolazione mondiale risiede nelle maggiori città (si stima che 3,4 miliardi di persone vivano nelle aree urbane), ma in Paesi come la Cina e l’India questo dato subirà una crescita incredibile nei prossimi vent’anni; basti pensare che in India gli abitanti delle aree urbane crescono mediamente del 2,1% (anche se nelle zone limitrofe di Mumbai la percentuale si attesta intorno al 7%).
La conseguenza più rilevante è sicuramente legata al fenomeno delle baraccopoli, sviluppatesi nel corso degli anni a causa della carenza di servizi idonei ad assicurare a tutta la popolazione abitazioni, energia, acqua, fognature. La baraccopoli di Dharavi a Mumbai è la più grande dell’Asia: circa un milione di persone vivono in 1,75 kmq in quello che potrebbe essere definito un distretto per lo smaltimento dei rifiuti del più grande centro finanziario ed economico indiano (che conta 16 milioni di abitanti), senza alcuna sicurezza sociale o ambientale. Tra le possibili soluzioni a questo grave problema sono stati indicati: lo sviluppo di una politica sulla casa, il miglioramento dell’istruzione infantile in modo tale da prevenire la disoccupazione e il riconoscimento del ruolo sociale ed economico delle donne e delle loro condizioni di vita.

venerdì 4 febbraio 2011

Un’alternativa ai canali tradizionali: l’e commerce

Uno studio realizzato da Visa eCommerce Consumer Monitor sulle abitudini dei consumatori online nei principali Paesi asiatici (Cina, India, Indonesia, Malaysia, Taiwan e Thailandia), rivela come l’espansione dell’e commerce in quell’area geografica sia incredibile.

Dalla ricerca è emerso che nei paesi emergenti presi in esame, l’87% degli utenti che navigano in internet almeno una volta la settimana, ha acquistato prodotti o servizi online nel 2010 con una spesa media pari a $2.086. La rete online presenta infatti numerosi vantaggi: la possibilità di effettuare acquisti a qualsiasi ora, di trovare e confrontare facilmente prodotti/servizi e prezzi e di risparmiare tempo. In Cina il numero di utenti della rete è aumentato nel 2010 del 9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la soglia dei 420 milioni. Queste regioni registrano la crescita più rapida del traffico Internet internazionale, che si attesta intorno al 100%, anche se uno dei maggiori svantaggi legato alla possibilità di vendere online in India come negli altri Paesi, dipende dal fatto che solo un ristretto numero di persone ha un accesso diretto alla rete informatica e dispone di una carta di credito.

Tra i prodotti più acquistati troviamo al primo posto i viaggi, seguiti da servizi finanziari, computer e apparecchiature elettroniche. Da non sottovalutare poi la vendita online di telefoni cellulari, che sta registrando incrementi vertiginosi in India visto l’aumento degli utenti nel corso degli ultimi anni.

giovedì 3 febbraio 2011

L’India: un Paese ancora da scoprire

Le imprese italiane non pianificano investimenti strategici di lungo periodo e trascurano settori in piena espansione in India, forse perché ancora troppo legate ai Paesi dell’Eurozona. In calendario molti appuntamenti per le imprese che vogliono investire in questo mercato.

L’Italia rappresenta il 12esimo investitore e il 22esimo partner commerciale dell’India, ma nonostante questo deve ancora riuscire a sfruttare tutte le opportunità offerte da questo Paese. Nel corso degli ultimi anni infatti l’India si è dimostrata molto interessata alle medie imprese di nicchia che operano soprattutto nei settori dell’arredamento, del design, della manifattura, del tessile, dell’agroalimentare, delle calzature, dei beni di lusso e delle infrastrutture. L’India rappresenta per l’Italia un importante mercato di sbocco, ma potrebbe trasformarsi anche in un ponte verso i mercati emergenti, vista la vicinanza geografica con i Paesi dell’Asia meridionale. Va precisato però che le imprese italiane che hanno ottenuto maggiore successo sono quelle che hanno presentato un processo di co-evoluzione con l’ambiente circostante: hanno adattato prodotto, comunicazione, distribuzione e prezzo alla cultura e alla tradizione indiana. Al fine di favorire gli incontri tra le imprese indiane e le aziende italiane, l'ICE e la Regione Piemonte presenteranno il prossimo 9 febbraio il convegno di lancio del progetto “Piemonte-India, a direct link” volto a evidenziare nuove opportunità di business per le aziende piemontesi in India. L'iniziativa, che prevede workshop e visite in azienda che si terranno da marzo a giugno, si concentra sui settori chiave dell'economia piemontese.
A tal proposito si ricorda che nei mesi di aprile e maggio sono previste, nelle maggiori città indiane, numerose fiere dedicate all’arredamento interno ed esterno, alle calzature, alla moda, ai tessuti e al design industriale: un’ottima occasione per entrare in contatto con aziende indiane, ricercare informazioni e far conoscere la propria azienda.

mercoledì 2 febbraio 2011

Un corso per l’internazionalizzazione

L’Ice, in collaborazione con il Consorzio per la Formazione Internazionale, ha organizzato un corso per l’organizzazione dal titolo “I nuovi mercati focus per l’internazionalizzazione del Sistema Italia”. L’obiettivo è quello di fornire agli imprenditori interessati gli strumenti per inserirsi in mercati come India, Russia, Cina, Brasile, Usa e Giappone.

Sono molte le piccole e medie imprese che guardano il mercato estero per ampliare il proprio business. L’India, ad esempio, meta sempre più ambita per gli investimenti esteri, è un ambiente favorevole per le aziende: l’incremento del reddito disponibile, la crescita della classe media e la forza lavoro a basso costo hanno influito sul progressivo cambiamento dell’economia.
Per dare un supporto alle imprese che vogliono entrare in questi mercati emergenti, l’Ice, in collaborazione con il Consorzio per la Formazione Internazionale, ha dato avvio ad un corso per l’internazionalizzazione, di cui proporrà la seconda edizione il prossimo marzo. L’obiettivo del corso, intitolato “I nuovi mercati focus per l’internazionalizzazione del Sistema Italia”, è quello di far conoscere agli imprenditori gli strumenti per inserirsi non soltanto nel mercato indiano ma anche in Russia, Brasile, Cina, Usa e Giappone. Verranno analizzate tecniche d’ingresso, opportunità e aspetti socio-culturali, necessari per gestire le strategie di business in diversi contesti.
Il percorso formativo prevede giornate in aula con interventi di esperti e lezioni virtuali.



martedì 1 febbraio 2011

Innovazioni dai mercati emergenti

Una buona idea o un buon prodotto proveniente per esempio dall’India, può essere inserito nel sistema globale di vendita e produzione e contribuisce ad aumentare la competitività dell’azienda non solo nei mercati emergenti, ma anche nei paesi industrializzati”.

Mark Foster, della società di consulenza Accenture, ha affermato: “L’innovazione non avviene dentro scatole nere, ma sui mercati”. Pertanto anche i paesi emergenti offrono l’opportunità di generare prodotti o processi di produzione da esportare nei sistemi mondiali. Ne è un esempio lo scanner a raggi x a basso costo ma di alta qualità realizzato dagli ingegneri della filiale indiana della società Siemens, riguardo al quale l’ amministratore delegato Peter Loscher afferma: “Una buona idea o un buon prodotto proveniente per esempio dall’India, può essere inserito nel sistema globale di vendita e produzione e contribuisce ad aumentare la competitività dell’azienda non solo nei mercati emergenti, ma anche nei paesi industrializzati”.
Tra i paesi emergenti non soltanto l’India è fonte di innovazioni, ma anche la Russia, un paese che vanta sia di un numero rilevante di scienziati premi Nobel sia dei laboratori Kaspersky, “un gruppo di software che esporta programmi di sicurezza molto competitivi”.