Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

giovedì 31 marzo 2011

L’obiettivo di Piaggio: vendere 250mila veicoli

Piaggio segna un rialzo dell’1,18% a Piazza Affari in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal management in relazione alle vendite.

Grazie agli obiettivi in programma per il 2011, Piaggio potrebbe anticipare di due anni gli obiettivi del piano per la vendita di veicoli commerciali in India. Ravi Chopra, presidente ed amministratore delegato di Piaggio India, ha annunciato l’obiettivo della società di vendere 250mila veicoli nel 2011 contro i 220mila venduti l’anno scorso, di cui 210mila rappresentati da veicoli a tre ruote e 10mila da veicoli a quattro ruote. Stando alle dichiarazioni dell’amministratore delegato Roberto Colaninno, la società ha intenzione di lanciare nel 2012 una Vespa adattata alle esigenze specifiche del Paese. In particolare la Vespa presenterà dei vantaggi in termini di costo e di facile manutenzione e potrà essere destinata in un secondo momento agli altri Paesi emergenti. Inoltre entro il mese di aprile verrà inaugurato il nuovo stabilimento indiano di motori diesel che permetterà alla società di fornire alla casa automobilistica General Motors 50.000 motori all’anno. Parallelamente Piaggio sta valutando un ingresso nel mercato cinese con dei veicoli commerciali leggeri, vista la richiesta crescente di nuove tipologie di mezzi di trasporto legata al massiccio spostamento di prodotti dalla campagna alla città.

mercoledì 30 marzo 2011

L’India e il nucleare

In seguito alla recente catastrofe giapponese, l’India riconsidera la sicurezza dei suoi impianti nucleari.

In India sono attivi 20 reattori nucleari in sei centrali e cinque centrali sono in corso di realizzazione per l’approvvigionamento di energia elettrica: proprio per questo motivo il primo ministro indiano Manmohan Singh in un messaggio al Parlamento di Nuova Delhi, ha trattato il problema relativo al sistema di controllo della sicurezza delle centrali atomiche presenti nel Paese alla luce della tragedia che ha colpito il Giappone. L’India infatti presenta alcune analogie in termini di rischio con il Giappone: il sovrappopolamento della potenza asiatica, che conta 1.200.000.000 abitanti, comporta una densità abitativa elevatissima, ovvero 400 persone per chilometro quadrato: questo comporta il fatto di non avere alcuna difesa contro gli tsunami, visto che proprio lungo le zone costiere sono collocate le maggiori centrali nucleari e si registra il più alto numero di infrastrutture ed insediamenti abitativi e industriali. Inoltre una parte consistente del territorio indiano comprende zone altamente sismiche a causa della collisione di due placche tettoniche. Nonostante le preoccupazioni, i responsabili della Nuclear Power Corporation of India (NPCIL) hanno puntualizzato che le centrali atomiche in India dispongono dei più elevati sistemi di protezione valutati sulla base di standard internazionali e hanno già dimostrato di poter reggere a grandi catastrofi naturali: l’ex presidente della Commissione per l’Energia Atomica, Srinivasan, ha sottolineato che “gestiamo reattori nucleari da più di quarant’anni e sono sicuri”, puntualizzando che le centrali sono state costruite in aree in cui non ci sono rischi di forti terremoti.

martedì 29 marzo 2011

Prezzi dello zucchero in ribasso dopo il via libera alle esportazioni

Dopo tre mesi di discussione, è stata approvata la misura che prevede la possibilità di vendere senza restrizioni fino a 500mila tonnellate di zucchero.

L’India, secondo produttore di zucchero al mondo dopo il Brasile e primo consumatore di zucchero a livello mondiale, ha autorizzato esportazioni di zucchero per un volume pari a 500mila tonnellate, le prime realizzate all’estero dopo tre anni. Il Paese infatti, a causa della siccità che ha colpito le colture indiane tra il 2008 e il 2009, è stato costretto ad importare il dolcificante dagli altri Stati, visto il calo drastico della produzione scesa a 14,8 milioni di tonnellate. Per mesi l’incertezza indiana legata alla migliore decisione da prendere ha tenuto sulle spine il mercato mondiale dello zucchero, in difficoltà a causa dalle provviste scarse: la tigre asiatica rappresenta una sorta di barometro del mercato dello zucchero visto che può diventare il maggiore produttore o il maggior importatore a seconda del raccolto. Gli analisti hanno previsto per il periodo 2010/2011 un output che potrebbe sfiorare i 24/25 milioni di tonnellate e garantire quindi delle esportazioni pari a 2 milioni di tonnellate, a fronte di un consumo interno stimato intorno ai 22.5 milioni di tonnellate, inferiore alle attese a causa del rialzo dei prezzi. Il Governo ha deciso di intervenire favorendo le esportazioni con un unico vincolo rappresentato dai volumi, tenendo presente le possibili ripercussioni che la manovra avrebbe potuto avere sui prezzi al consumo

lunedì 28 marzo 2011

La costruzione di 558 strade: l’India migliora le sue infrastrutture

Il Governo indiano ha annunciato un piano infrastrutturale che prevede la realizzazione di 558 strade lungo i confini con Cina e Pakistan.

L’India annuncia un investimento di dieci miliardi di dollari per la costruzione di 558 strade per un totale di circa 27.986 chilometri. Il progetto si articolerà in due fasi, la prima delle quali prevede la realizzazione di 277 strade, pari a 13.100 chilometri; nella seconda fase si costruiranno altre 281 strade principali per un totale di 14.886 chilometri. Anche se il piano iniziale prevedeva la conclusione della prima fase nel 2012, a causa di lungaggini burocratiche, amministrative e ritardi dovuti alla difficili condizioni metereologiche registrate soprattutto nelle zone montuose, la prima parte verrà completata solo nel 2015: la BRO (Border Roads Organisation) ha già portato a termine 29 strade, ne sta completando 168 e prevede di iniziare a breve i lavori per le restanti 80. Per quando riguarda la seconda fase, sono già state terminate 11 strade e si prevede che si completerà entro il 2030, anche se inizialmente era stata ipotizzata la fine dei lavori per il 2022. Gli interventi a livello infrastrutturale da parte del Governo della tigre asiatica rispondono ai ritmi imposti dai Paesi confinanti: nel corso degli ultimi dieci anni la Cina ha sviluppato lungo il confine con l’India tre strade principali e altre 55 di collegamento , mentre il Pakistan sta portando avanti cinque importanti progetti stradali.

venerdì 25 marzo 2011

I rapporti commerciali Italia/India: + 24,4%

La recente analisi elaborata dalla Camera di Commercio di Milano a partire dai dati registro imprese e dei dati ISTAT del periodo 2009/2010, evidenzia un aumento del 24,4% nel volume degli interscambi commerciali tra la tigre asiatica e il nostro Paese.

L’interscambio commerciale tra Italia e India si attesta intorno ai 5 miliardi di euro, segnando una crescita del 24,4% rispetto al 2009: in particolare le esportazioni registrano un + 22%, mentre le importazioni un +26,5%. Tra le regioni che presentano i livelli più elevati di scambi commerciali, si posiziona al primo posto la Lombardia, seguita dal Veneto e dall’Emilia Romagna; le regioni che invece hanno presentato un maggior aumento percentuale in termini di interscambio nel 2010, sono state la Basilicata (+315,2%), la Valle d’Aosta (+138%) e l’Umbria (+68%). La Camera di Commercio di Milano ha inoltre sottolineato la crescente importanza dell’interscambio di prodotti farmaceutici e chimici, un settore segnato da una crescita pari al 30,9% dal 2009 al 2010 e che registra un volume di 118 milioni di euro. In Italia le imprese attive nei settori legati alla biotecnologia sono all’incirca mille e, data la rilevanza di questo campo, la Camera di Commercio di Milano ha organizzato una missione di imprese e organizzazioni di ricerca che si svolgerà dal 4 al 6 maggio in India. L’evento permetterà alle nostre aziende di entrare in contatto con partners indiani del settore, di partecipare all’undicesima edizione di Bangalore India Bio e alla visita di imprese biotech a Bangalore.

giovedì 24 marzo 2011

La chiave del successo: un’analisi approfondita del mercato e una capacità di adattamento al contesto

Sbagliando s’impara, tanto più quando si affrontano i mercati internazionali per la prima volta o sottovalutando le loro peculiarità.

Recenti studi hanno messo in evidenza i punti di debolezza delle aziende italiane che attuano una politica di internazionalizzazione; tra le maggiori cause all’origine del fallimento di importanti e conosciute aziende del Belpaese nei mercati emergenti, ed in particolare in India, si trova la non-conoscenza del mercato. Questa espressione indica in primis la mancanza di analisi approfondite relative alla situazione socio-demografica del Paese preso in considerazione, alle abitudini di consumo e pagamento relative al Paese obiettivo e allo stadio del ciclo di vita e di innovazione del prodotto nel Paese target. Queste situazioni rischiano di offuscare l’idea dell’impresa, portandola a portare sul mercato un prodotto troppo innovativo, che non tiene conto delle usanze locali e che proprio per questo motivo non viene acquistato dai consumatori. Altri casi riguardano poi quelle imprese che esportano dei prodotti italiani di bassa qualità, non considerando il fatto che il made in Italy è concepito nei Paesi emergenti come un prodotto di elevata qualità e di conseguenza con un prezzo elevato. La mancanza di figure professionali competenti segna un altro punto a sfavore delle nostre aziende. Il tentativo di aggredire un mercato perché presenta un tasso di crescita del PIL elevato senza conoscerlo a fondo può portare a gravi conseguenze sia in termini di perdita di denaro sia in termini di perdita di tempo: un errore commesso in questi Paesi può rivelarsi molto costoso e il processo di riacquisto della fiducia dei consumatori può richiedere molto tempo.

mercoledì 23 marzo 2011

Il gigante asiatico investe nel settore delle infrastrutture

Gli investimenti infrastrutturali previsti in India nei prossimi 10 anni attirano l’attenzione delle potenze occidentali fra cui l’Italia.

Se nel Belpaese la mancanza di fondi e gli ostacoli burocratici frenano l’avvio di grandi opere, dall’altra parte del pianeta l’India ha deciso di investire quasi 1.000 miliardi di dollari per le infrastrutture nel prossimo decennio. Nonostante l’estrema povertà di alcune aree del Paese, la potenza asiatica supera l’Italia in termini di obiettivi di marketing e orientamento al lungo periodo: l’India presenta un tasso di crescita annuo del PIL pari all’8% e secondo un recente monitoraggio il settore delle infrastrutture si espanderà notevolmente nei prossimi dieci anni grazie alla decisione del Governo indiano di investire 427 miliardi di dollari per le strade, 288 miliardi per l’energia, 281 miliardi per le ferrovie, 272 per gli aeroporti e 94 per i porti. La produzione del settore è stata largamente influenzata dagli interventi del Governo volti a sostenere e sviluppare le infrastrutture: sgravi fiscali, finanziamenti e agevolazioni per le aziende hanno permesso di sostenere nuovi progetti e richiamare l’attenzione delle potenze occidentali. È stato osservato inoltre un aumento degli investimenti privati nel settore, passati dal 25% nel periodo 2002-2007 al 36% attuale, con una previsione di raggiungere il 50% nei prossimi anni. Il nostro Paese finora non ha ancora approfittato di questa miniera d’oro e si è posizionata solo al dodicesimo posto nella lista dei Paesi investitori in India e al ventiduesimo posto nella classifica dei partner commerciali. In una recente visita a Milano il Ministro indiano del Commercio e dell’Industria ha auspicato un aumento degli scambi tra i due Paesi e proprio in quest’ottica si deve leggere la missione Confindustria-Simest in programma dal 21 al 24 marzo in India. La missione imprenditoriale, dedicata al settore delle infrastrutture, è patrocinata dai Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Esteri e vede la partecipazione di alcune tra le più importanti società italiane con interessi in India. L’evento si articolerà in incontri istituzionali con le più importanti autorità indiane, tra cui il Ministro per le Strade e Autostrade e il Ministro dello Sviluppo Urbano. Il progetto, realizzato grazie al supporto dell’Ambasciata Italiana a Nuova Delhi, dell’Indo-Italian Chamber of Commerce e della Ficci-Federation of Indian Chamber of Commerce and Industry, si pone come obiettivo quello di “rafforzare le già strette relazioni economiche bilaterali, conoscere gli obiettivi prioritari del governo indiano e approfondire i progetti di sviluppo selezionati dall’esecutivo per il piano quinquennale 2012-2016”.

martedì 22 marzo 2011

L’India investe nella mobilità elettrica

L’India, accusata più volte di essere uno dei Paesi più inquinanti al mondo, cambia rotta e decide di investire nello sviluppo di un nuovo piano a sostegno della mobilità elettrica e gettare quindi le basi per un futuro a emissioni zero.

Al via in India gli ecobonus per un valore complessivo di 950 milioni di rupie (circa 21 milioni di dollari) per l’acquisto di un veicolo elettrico: il governo federale ha annunciato che lo stanziamento del sussidio volto ad aumentare la diffusione dei veicoli a impatto zero in tutta la nazione sarà in vigore fino al marzo del 2012 non solo per i veicoli totalmente elettrici, ma anche per quelli ibridi. In particolare è previsto un incentivo di 400mila rupie per l’acquisto di minibus elettrici, di 100mila rupie per le auto e di 4/5mila rupie per i veicoli a due ruote a seconda del modello. Al fine di ottenere il sussidio, i produttori dei veicoli dovranno dimostrare che almeno il 30% dei componenti degli stessi sono stati fabbricati in loco. Il passaggio a questo tipo di veicoli segna un passo in avanti per la potenza indiana: i veicoli elettrici a impatto zero stanno attraversando una fase di successo visto il crescente interesse da parte dei consumatori alla riduzione dei gas serra. Per fare in modo che il piano varato dal governo ottenga gli effetti sperati è necessario creare un programma in grado si supportare la produzione di veicoli che vada al di là del singolo incentivo: creare un’esperienza e far vivere ai consumatori questa nuova realtà rappresentano la chiave del successo. Un’occasione per le imprese italiane che operano nel settore, soprattutto in vista del World Renewable Energy Technology Congress & Expo, il Congresso sulle tecnologie per le energie rinnovabili, in programma dal 21 al 23 aprile a Nuova Delhi.

lunedì 21 marzo 2011

Cindia e Brasile: il mobile commerce

Il mobile commerce, dopo una partenza lenta, diventa un successo in Cina, India e inizia ad espandersi anche in Brasile.

I Paesi BIC accolgono a braccia aperte il mobile commerce, ovvero l’utilizzo del telefonino in quanto abilitatore nella scelta dei prodotti e nel pagamento all’interno nei negozi: recenti ricerche evidenziano infatti che cinesi, brasiliani e indiani ricorrono sempre più al cellulare per effettuare pagamenti e controllare i movimenti sul proprio conto corrente. Questi studi si concentrano inoltre sul fatto che mentre in questi Paesi circa la metà della popolazione si affida al telefonino, in Europa e negli Stati Uniti solo un consumatore su sette utilizza il suo smartphone per pagare. Le ragioni alla base di questo successo nei Paesi in via di sviluppo risiedono in primo luogo nel fatto che il cellulare rappresenta uno strumento facile da usare e conveniente rispetto alle carte di credito; in secondo luogo molti consumatori dei mercati emergenti non hanno un conto corrente o servizi di bancomat e soprattutto nelle aree rurali, mancano i registratori di cassa. Accanto ai vantaggi che il mobile commerce offre ai consumatori è però necessario sottolineare che questa nuova modalità pratica e veloce di pagamento pone dei problemi relativi alla privacy e nell’ultimo periodo sono stati registrati degli aumenti nei casi di furti di identità e frodi.

venerdì 18 marzo 2011

La Tata Nano pronta ad espandersi

Dopo aver conquistato il mercato indiano, la Tata Nano si prepara a diffondere il proprio successo in altri Paesi in via di sviluppo.

Secondo indiscrezioni pervenute da alcuni fornitori, Ratan Tata si starebbe attivando per riuscire a portare la sua “people’s car” al di là dei confini nazionali: Tata infatti avrebbe deciso di espandersi in Thailandia, Sri Lanka e in molti paesi del continente africano entro il 2011. Il produttore di auto indiano avrebbe individuato questi Paesi non solo perché registrano un tasso di sviluppo elevato, ma anche perché presentano dei consumi molto simili a quelli indiani e di conseguenza la vettura non richiederebbe modifiche consistenti per adattarsi ai nuovi consumatori. Altra differenza sostanziale rispetto al Vecchio Continente, è legata alle regolamentazioni meno rigide in questi mercati in materia di sicurezza, emissioni e consumi, quindi gli sforzi di Tata potrebbero concentrarsi quasi esclusivamente sulle attività di vendita ed assistenza. Un grande balzo per la casa automobilistica indiana che dopo aver acquisito Jaguar e Land Rover si prepara parallelamente a fare il suo ingresso nel mercato europeo con la Pixel, una city car progettata ad hoc per il mercato occidentale e pronta a sfidare la Smart.

mercoledì 16 marzo 2011

I prezzi del comparto residenziale in India registrano un -20%

Il calo dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in India sta determinando un aumento del numero di abitazioni e una forte spinta agli investimenti provenienti dall’estero.

Secondo un recente studio, l’India sta affrontando un rapido ed importante decremento dei prezzi degli immobili del segmento residenziale: si stima che i prezzi delle proprietà immobiliari diminuiranno di circa 20 punti percentuali, determinando in questo modo un incredibile aumento del numero e del controvalore delle transazioni sul mercato. La tendenza al ribasso in atto segue un periodo in cui a Mumbai è stato registrato il livello minimo di transazioni di compravendita immobiliare a causa della forte impennata dei prezzi. Secondo quest’analisi il comparto degli uffici e dei negozi dovrebbe registrare al contrario un aumento, in previsione del superamento di un periodo,durato 20 mesi, segnato fortemente dai canoni di locazione elevati. L’India rappresenta la quarta destinazione asiatica degli investimenti esteri, che si rivolgono in larga misura al mercato immobiliare: basti pensare che a gennaio anche Donald Trump ha annunciato il suo ingresso sul mercato immobiliare indiano di lusso, con la realizzazione di una torre residenziale a Mumbai. Un’occasione da non perdere per le imprese che stanno pensando di allargare i propri confini su questo mercato.

martedì 15 marzo 2011

L’Aviazione Civile in India getta le basi per una crescita

In occasione dell’incontro dedicato all’Aviazione indiana organizzato dalla Confederation of Indian Industry (CII), il Ministro dell’Aviazione Civile Dr. Zaidi ha ricevuto una richiesta da parte del Department of Industrial Policy and Promotion in relazione agli investimenti esteri in questo settore chiave, investimenti che porterebbero alla presenza di compagnie aeree straniere in India.

Considerato l’importante contributo del settore dell’Aviazione Civile al PIL della tigre asiatica, il Ministro dell’Aviazione Civile Zaidi sta avviando un sistema di contabilità in grado di valutare il contributo effettivo del settore all’economia del Paese. Il Ministro si è dimostrato consapevole della situazione fiscalmente sfavorevole del settore dell’aviazione indiana, e a questo proposito ha deciso di affrontare la questione relativa ai recenti aumenti dei servizi fiscali con il Ministro della Finanza. Il settore del trasporto aereo indiano necessita di misure volte a rafforzarlo, visto che presenta una crescita media annua pari all’8,5% e secondo recenti stime il traffico passeggeri in India raggiungerà i 180 milioni entro il 2015 e i 300 milioni entro il 2020. Daniele Smadja, capo della delegazione dell'Unione europea in India e Bhutan ha espresso la sua fiducia nella crescita del settore dell'aviazione indiana, che negli ultimi anni si è attestata intorno al 18%. La crescita del settore dei trasporti rappresenta una grande sfida per l’India, ma considerato il fatto che si tratta di un settore trainante dell’economia del Paese, gli sforzi per raggiungere questi obiettivi porteranno ad un miglioramento complessivo dell’economia.

venerdì 11 marzo 2011

Ferrari sigla un accordo con il Gruppo Sheryans

Gli appassionati delle automobili di lusso potranno molto presto acquistare una Ferrari in India: è quanto emerge da un comunicato del gruppo indiano Sheryans, secondo il quale il conglomerato della tigre asiatica è stato nominato ufficialmente importatore di Ferrari in India.

Ferrari sceglie di fare il suo ingresso nel mercato indiano dopo una lunga attesa e in un momento in cui il mercato delle auto di lusso in India segna un tasso di crescita medio pari al 40%, nonostante i pesantissimi dazi imposti alle importazioni di questo tipo di veicoli. Le vetture di Maranello verranno importate e vendute dal Gruppo Sheryans attraverso due concessionarie: la prima, a Nuova Delhi, verrà inaugurata nella prossima primavera, mentre la seconda, a Mumbai, aprirà nella seconda metà dell’anno. Ferrari prevede di vendere in India i modelli California, la 458 Italia, la 599 GTB Fiorano e la FF. Il Gruppo Sheryans è già noto per la distribuzione di brand prestigiosi come Porsche e Ducati sul mercato indiano; si occupa inoltre della distribuzione/vendita di prodotti di lusso legati alla moda, alla gioielleria e all’industria navale.
Il presidente del conglomerato indiano ha affermato “Siamo orgogliosi di annunciare la partnership con Ferrari. Questo brand rappresenta per noi l’apice del successo e siamo fieri di aver stretto una partnership con uno dei brand più desiderati al mondo. Creeremo una rete altamente qualificata di distributori Ferrari in India in modo tale da soddisfare le esigenze dei nostri clienti”.

giovedì 10 marzo 2011

I Paesi emergenti e la contraffazione

Da uno studio condotto dall’organizzazione non profit statunitense Social Science Research Council (SSRC) è emerso che il maggiore tasso di contraffazione nelle economie emergenti sarebbe legato al ridotto reddito pro-capite.

Il recente studio pubblicato negli Stati Uniti da SSRC dal titolo “ La pirateria audiovisiva nelle economie emergenti” rappresenta un focus sul legame tra i ritmi e le modalità di diffusione di prodotti contraffatti nei Paesi in via di sviluppo. Secondo questo rapporto, frutto di oltre tre anni di lavoro, alla base del fenomeno della diffusione di massa di contenuti illeciti ci sarebbe il ridotto reddito pro-capite: il prezzo di un prodotto originale, secondo quanto emerso, risulterebbe cinque volte più caro rispetto ad altri Paesi. In particolare i Paesi in cui la violazione delle proprietà intellettuale è maggiore sono: Cina, India, Brasile, Russia, Sud Africa e Bolivia.

mercoledì 9 marzo 2011

L’India ospiterà la Giornata Mondiale dell’ambiente

Sarà l’India ad ospitare, per la prima volta, la prossima edizione della Giornata Mondiale dell’Ambiente in programma il 5 giugno dopo il grande successo ottenuto dall’edizione del 2010 che ha visto la partecipazione di 112 Paesi.

Il 5 giugno di ogni anno viene celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Ambiente, un evento creato dall’Onu al fine di ricordare e celebrare la Conferenza sull’Ambiente Umano tenutasi a Stoccolma nel 1972, nel corso della quale prese forma l’Unep, ovvero il Programma Ambiente delle Nazioni Unite. L’edizione 2011 della Giornata Mondiale dell’Ambiente sarà dedicata alle foreste minacciate sempre più dai processi di industrializzazione e conseguente desertificazione. In particolare i principali eventi si svolgeranno nelle due città più importanti del Paese asiatico, ovvero Nuova Delhi e Mumbai. Il direttore esecutivo del Programma Onu per l’Ambiente, Achim Steiner, ha sottolineato che “Nel corso dei 40 anni di storia della Giornata Mondiale dell’Ambiente le città e le comunità indiane sono state tra le più attive, con un gran numero di iniziative intraprese in tutto il paese ogni anno. È giusto che questa economia in rapido sviluppo sia l’ospite del 2011. […] L’India è famosa per la sua cultura, l’arte, il cinema e le industrie del settore IT. Allo stesso tempo è all’avanguardia per alcune iniziative “verdi” di una green economy che sta prendendo piede a livello globale. Dalle sue turbine eoliche all’industria del solare, fino alle norme sugli investimenti nella conservazione della risorsa idrica e la gestione della terra, sono state poste le fondamenta di un nuovo modello di sviluppo”. L’incessante crescita demografica unitamente alla crescente industrializzazione del Paese stanno causando molti problemi a livello di inquinamento e impoverimento del terreno, dovuto al fatto che le terre vengono sfruttate eccessivamente per il pascolo e la coltivazione contribuendo in questo modo alla deforestazione delle aree più popolate. Il Governo si è già attivato attraverso delle politiche di riforestazione e ha introdotto numerosi progetti con lo scopo di controllare la salute di piante, animali, acqua e altre risorse naturali. Inoltre l’economia indiana sta avviando dei processi di transizione alla green economy: turbine eoliche e industria ecosolare sono solo alcuni dei campi in cui il Paese si sta attivando.

martedì 8 marzo 2011

Lo sviluppo della rete informatica

Il Ministro delle Finanza Pranab Mukherjee ha annunciato di voler estendere la connessione a banda larga alle zone rurali in modo da aumentare le opportunità per il settore informatico indiano.

Durante la presentazione del bilancio in Parlamento, il Ministro della Finanza indiano ha confermato l’intenzione di fornire, nell’arco di tre anni,la connessione a banda larga a tutti i 250.000 Panchayat presenti in India. Il progetto si pone come obiettivo la promozione della banda larga che al momento è diffusa solo per l’1% se confrontata alla diffusione della telefonia mobile: l’India possiede all’incirca 11 milioni di connessioni internet contro i 750 milioni di connessioni attraverso la rete mobile. Questi dati dimostrano che il Governo non è riuscito a raggiungere la soglia di 20 milioni di connessioni prevista per la fine del 2010. Il miglioramento della diffusione della rete internet rappresenta un punto molto importante nella do-list del Governo, visto che numerosi studi hanno dimostrato che ad ogni aumento pari al 10% della diffusione di internet corrisponde una crescita del Pil dell’1.38%. Si tratta di un settore chiave dell’economia indiana, considerando il fatto che la richiesta sempre maggiore di prodotti legati all’elettronica sta aumentando a causa della crescita dell’economia indiana, delle aspirazioni delle generazioni più giovani e del consolidamento di una classe media disposta ad acquistare questa tipologia di prodotti. Per questo motivo il Governo sta promuovendo numerose iniziative al fine di incentivare gli investimenti in questo campo e permettere all’India di ritagliarsi un ruolo di primo piano a livello mondiale sia nella progettazione/ sviluppo di prodotti legati all’informatica sia nella produzione degli stessi.

lunedì 7 marzo 2011

L’India e il settore della bio-edilizia

Per contribuire al risparmio energetico le autorità di Nuova Delhi hanno lanciato una proposta singolare: verniciare i tetti di bianco.

Nuova Delhi, la megalopoli indiana abitata da 15 milioni di abitanti e soggetta a temperature che nel periodo estivo raggiungono i 45 gradi, ha deciso di adottare i c.d. “cool roof”, letteralmente “tetti freddi”. Si tratta di tetti bianchi ottenuti attraverso verniciature particolari in grado di riflettere l’irradiazione solare che presentano un duplice vantaggio: da un lato garantiscono una maggiore abitabilità, visto che possono costituire un rimedio efficace contro il caldo estivo; dall’altro contribuiscono a ridurre gli sprechi di energia e i costi delle bollette. I “cool roof” permettono inoltre di contrastare il riscaldamento globale: un tetto nero infatti riscalda l’atmosfera irradiando energia che viene assorbita dalle nubi più basse dove resta bloccata a causa dell’effetto serra. Federico Bufera, docente del Politecnico di Milano e creatore di due edifici a emissioni zero nelle Marche, ha affermato che “ L’India è solo agli albori per quanto riguarda l’edilizia eco-sostenibile, ma dato il forte tasso di crescita e le dimensioni del Paese è assolutamente necessario che le nuove costruzioni siano realizzate secondo criteri di efficienza energetica. Si prevede che il settore delle costruzioni in India crescerà del 10% circa all’anno, con circa il 30% delle case nei centri urbani dove ci sarà un raddoppio della popolazione nel 2050”. Lo stesso Hem Pande, sottosegretario del Ministero Indiano dell’Ambiente e Foreste, ha sottolineato il fatto che “È necessaria una maggiore coscienza verde per costruttori, architetti e gli stessi residenti”.

venerdì 4 marzo 2011

Cuorebio e Appachi Cotton: insieme per uno sviluppo sostenibile

Cuorebio, la rete di punta vendita biologici, ha deciso di intraprendere il percorso verso la creazione di un negozio ad impatto zero per gli oltre 260 negozi che fanno parte della catena.

Dopo aver introdotto nei suoi negozi gli arredi in legno di abete certificato Fsc (Forest Stewardship Council), i sacchetti della spesa biodegradabili e riciclabili, le vernici e pitture naturali e i prodotti sfusi, Cuorebio ha scelto di vestire i suoi addetti con maglie e grembiuli di cotone organico proveniente da Pollachi. La rete di punti vendita biologici acquista infatti cotone biologico nella piccola cittadina agricola nello Stato del Tamil Nadu, nel Sudest del continente indiano, dall’azienda Appachi Cotton che produce uno dei tessuti più pregiati dell’India, completamente organico. Grazie all’acquisto di cotone biologico dall’India, Cuorebio riesce a sostenere l’Appachi Cotton Foundation, da sempre impegnata per la tutela del mondo agricolo e degli agricoltori e per il rispetto dell’ambiente in cui vivono. In particolare l’obiettivo di questa fondazione è quello di utilizzare un metodo di coltivazione biologico che rispetti sia i coltivatori sia i terreni coltivati, e quindi non preveda il ricorso a pesticidi e fertilizzanti chimici utilizzati per la monocoltura del cotone. L’Appachi Cotton Foundation garantisce inoltre una giusta retribuzione dei tessitori e dei contadini coinvolti nella produzione del cotone biologico, che, grazie ad un salario adeguato, riescono a mandare i propri figli a scuola.

giovedì 3 marzo 2011

Brembo non frena la sua crescita nei mercati emergenti

Brembo, la società bergamasca leader mondiale nella produzione di freni a disco per auto e moto, ha chiuso il 2010 con un fatturato in aumento del 30,2%, un margine operativo lordo di 130,5 milioni (+29%) e un utile netto più che triplicato (+206,5%).

Il Gruppo Brembo ritorna ai livelli pre-crisi, un risultato legato alla decisione della società di focalizzarsi sui mercati esteri ed in particolare su quelli che presentano una crescita maggiore, come India e Cina, anche se il gruppo non ha perso di vista i Paesi Europei: la Germania si conferma al primo posto tra i mercati del gruppo con una crescita del 42%, seguita dal Regno Unito (+ 31,5%), dalla Francia (+28,4%) e dall’Italia (+16,4%). Per quanto riguarda Cina e India, i due mercati asiatici hanno registrato rispettivamente un aumento del 119,3% e del 54,2%; tra i maggiori mercati si collocano anche i Paesi Nafta (Stati Uniti, Canada e Messico) con un +27,1% e il Brasile, che cresce del 25,6%. Tra i fattori che hanno contribuito in maniera significativa ai risultati di Brembo, occupano una posizione di rilievo le applicazioni per veicoli commerciali (+38,3%) e quelle per auto (+35%). L’andamento del gruppo viene confermato anche per il 2011 grazie ai numerosi investimenti previsti, che porteranno al raddoppio della fonderia e dello stabilimento di lavorazione in Polonia, alla realizzazione di un nuovo stabilimento per la produzione di pinze freno in alluminio in Repubblica Ceca, alla ristrutturazione della fonderia acquisita in Cina nel 2010 e al raddoppio dello stabilimento per la produzione di sistemi frenanti per motociclette in India. Il 20 gennaio infatti, Brembo ha inaugurato un nuovo stabilimento in India dedicato alla produzione dei sistemi frenanti a disco destinati a scooter e motociclette per il mercato indiano. Grazie alla filiale indiana, Brembo detiene al momento la metà del mercato dei sistemi frenanti a disco dei motoveicoli prodotti in India. Il gruppo lombardo ha deciso inoltre di presentarsi ai Paesi BRIC e alle altre nazioni del sud-est asiatico con un nuovo marchio, Breco, acronimo di Brembo Company.

mercoledì 2 marzo 2011

Il settore automobilistico segna un + 15,5% a febbraio

Le vendite di auto in India registrano un aumento del 15,5% a febbraio, pari a 111.645 unità. Secondo le previsioni, nel 2015 il settore delle auto indiano sorpasserà quello del Vecchio Continente.

Il mercato dell’automobile indiano rappresenta il secondo mercato con la maggiore crescita al mondo accanto alla Cina: l’anno scorso è stato registrata una crescita del 30%. La casa indiana Maruti Suzuki, che presiede il 45% del mercato indiano, ha rivelato un aumento record nelle vendite di auto durante il mese di febbraio; il trend di questo settore è dimostrato anche dall’aumento del 101% registrato dalla Tata Nano e da Ford che ha triplicato le vendite fino a raggiungere le 9.292 unità. Entro il 2020 l’India raggiungerà un mercato interno di 6 milioni di vetture e, secondo le stime, entro il 2025 l’area UIC composta da Stati Uniti, India e Cina contribuirà all’80% della produzione mondiale di veicoli. Al momento l’India attira investimenti nel settore automobilistico per un valore pari a 2 miliardi di dollari l’anno, con la realizzazione di 1-2 fabbriche nell’arco di dodici mesi. Il ministro della Finanza, Pranab Mukherjee, ha deciso di dare una svolta “green” a questo settore prevedendo incentivi per coloro che decideranno di convertire la propria auto da benzina/gasolio a combustibili alternativi. Questa scelta permetterà di fornire un trasporto pulito e sostenibile anche agli strati più bassi della popolazione: nel Paese infatti il settore dei trasporti contribuisce per il 15/20% alle emissioni di pericolosi gas serra e questo dato potrebbe aumentare vertiginosamente entro il 2025 secondo il Ministro dell’ambiente Jaraim Ramesh.

martedì 1 marzo 2011

Esportazioni indiane di ferro tassate al 20% dal 1° aprile

L’india, terzo Paese esportatore di ferro al mondo, ha deciso ieri, nell’ambito della legge di bilancio, di quadruplicare le tasse sulle esportazioni di ferro, portandole al 20%.

New Delhi ha deciso di tassare le esportazioni di ferro all’estero con l’obiettivo di scoraggiare le vendite all’estero, garantire un maggiore rifornimento all’industria siderurgica locale e rinforzare questo settore per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture. L’operazione porterà ad un aumento della produzione indiana di acciaio che sfiorerà i 120 milioni di tonnellate entro il 2012, contro i 70 milioni del 2010. Il Ministro delle Finanze indiane Pranab Mukherjee ha affermato che il ferro “è una risorsa naturale che deve essere conservata”, ma la Federazione delle industrie minerarie indiane ha espresso forti perplessità a riguardo; in particolare il Presidente Siddhart Rungta ha dichiarato che “ Queste tasse renderanno antieconomico esportare e potrebbero provocare ricadute sugli investimenti minerari”. Infatti secondo le stime della Federazione questa misura rischia di far crollare le esportazioni a 64 milioni di tonnellate nel prossimo anno, contro gli 85 milioni previsti. L’aumento dei dazi , che si aggiungono al bando all’export decretato in luglio dallo Stato del Karnataka, colpiranno in primis la Cina, destinataria quasi esclusiva delle esportazioni indiane di ferro.