Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

mercoledì 31 agosto 2011

India, mercato difficile per Fiat

Per aggredire il mercato indiano, dove Fiat è presente con la joint venture costituita con Tata Motors, la casa torinese dovrà fare nuovi importanti investimenti per rafforzare il marchio.

La joint venture tra Fiat Auto Spa e Tata Motors in India non ha riscosso finora il successo sperato. Dalla sua costituzione, infatti, si sono registrate perdite pari a 180 milioni di euro; nell’anno fiscale appena concluso (il 31 marzo scorso) sono state vendute poco più di 20.000 vetture, il 15% in meno rispetto all’anno precedente. Anche nel primo quadrimestre di quest’anno non si sono visti miglioramenti: le auto vendute sono 6.805 contro le 8.401 dell’anno scorso, e Fiat detiene attualmente una quota di mercato dello 0,87%.
Eppure il mercato indiano è uno dei più appetibili al momento, con 2,6 milioni di veicoli; tuttavia, il 65% è detenuto da tre marchi leader, Tata, Hyundai e Suzuki, e il restante 35% deve essere spartito tra 15 concorrenti, tra cui Fiat.
Il problema dell’azienda torinese giace nel marchio stesso e per questo si rendono necessari importanti investimenti in questa direzione: il prossimo autunno partirà, quindi, una campagna pubblicitaria per rinnovare l’immagine dei veicoli Fiat. Verranno, inoltre, inaugurati show room indipendenti in 20 città, mentre nei concessionari di New Dheli e Pune si potranno trovare i Fiat Caffè. Dall’Italia verrà designato un responsabile per l’area asiatica che in futuro potrebbe far partire la vendita della Chrysler anche in india. Intanto, Fiat annuncia che nel Paese asiatico verranno presto lanciati nuovi modelli e nel 2013 partirà la vendita anche della nuova mini-car.
Dal punto di vista produttivo, invece, Fiat è già all’avanguardia: la fabbrica di Ranjangaon è dotata di ogni certificazione relativa all’ambiente e alla sicurezza, ha un impianto potenziale per 160.000 auto e 350.000 motori l’anno, anche se al momento produce 80.000 veicoli e 95.000 motori. Attualmente si producono Punto, Linea e la Tata-Maza ma è in discussione un accordo con Suzuki per la produzione di 100.000 motori multijet 1.3 per la Maruti.

martedì 30 agosto 2011

Pil indiano: + 7,7% nel II trimestre 2011

Il Pil indiano, la cui crescita era proseguita ad un ritmo più lento negli scorsi trimestri, tra aprile e giugno ha segnato +7,7%, superando le attese degli economisti.

La crescita economica dell’India, a causa delle strette a livello monetario operate dalla banca centrale e della persistenza della crisi del debito nelle economie avanzate, era proseguita a rilento negli scorsi trimestri. Tuttavia, nei primi tre mesi di quest’anno il Prodotto interno lordo indiano è cresciuto del 7,8% e, sebbene gli esperti, per il secondo trimestre, si attendessero una crescita del 7,6%, l’economia di New Dehli li ha spiazzati raggiungendo il +7,7%. La Reserve Bank of India, inoltre, ha confermato la previsione secondo la quale l'economia indiana crescerà dell’8% nell'anno fiscale 2010-2011, iniziato il primo aprile 2011.
La crescita dei settori agricoltura, foreste e pesca nel secondo trimestre è diminuita, passando dal 7,5% del primo trimestre al 3,9%; anche il settore costruzioni ha subito un forte calo del tasso di crescita, passando dall'8,2% all'1,2%. Il commercio, l'alberghiero, i trasporti e le comunicazioni, invece, hanno segnato un’espansione del 12,8%, ovvero 3,5 punti percentuali in più rispetto al primo trimestre.
Anche il settore manifatturiero è incrementato, passando dal 5,5% del primo trimestre al 7,2% nel secondo. Il settore manifatturiero indiano era cresciuto, addirittura, del 15,2% nel primo trimestre dello scorso anno e ha poi rallentato al +5,5% nello stesso periodo del 2011.

lunedì 29 agosto 2011

L’India contro la corruzione

Lo sciopero della fame del pacifista Anna Hazare ha ottenuto l’impegno del parlamento nella lotta alla corruzione.

Anna Hazare, pacifista gandhiano, ha tenuto uno sciopero della fame per 12 giorni allo scopo di ottenere una legge che punisca la corruzione diffusa nella pubblica amministrazione indiana. Grazie anche a cortei di protesta in tutto il Paese e ad una grande attenzione mediatica, l’impegno del governo è giunto sabato scorso nella forma di una risoluzione passata alla Camera senza votazione.
In India la corruzione è un fenomeno alquanto diffuso e diversi sono i casi di scandali per bustarelle, che hanno anche coinvolto recentemente alcuni esponenti del partito del Congresso di Sonia Ghandi. La lotta a questa tendenza migliorerebbe il clima imprenditoriale locale e faciliterebbe il business degli operatori esteri, i quali pongono la corruzione tra le problematiche principali nel momento in cui sia affronta un Paese emergente.
La decisione presa nei giorni scorsi è stata frutto di una lunga giornata di dibattito che è sfociata nell’accordo tra maggioranza e opposizione di centro destra nell’accogliere la richiesta di Hazare. Sebbene il documento sia stato accolto con grande entusiasmo e soddisfazione dalla prolazione e si parli di “giornata storica” per l’India, si tratta però di una risoluzione che esprime solo l’opinione della Camera, approvata con un iter anomalo, e il cui effetto dipenderà dall’interpretazione che se ne farà. Lo stesso Hazare sostiene che ci sia ancora molto da fare e ha già promesso che si mobiliterà anche per una nuova riforma elettorale, per l’istruzione e la condizione degli agricoltori.

venerdì 26 agosto 2011

Aziende italiane per la bonifica del Gange

La società inglese Eti Dynamics intende coinvolgere partner italiani nel progetto di riqualificazione del fiume Gange.

Lungo il bacino del fiume Gange, il “fiume sacro” meta del pellegrinaggio di milioni di fedeli e asceti, vive un terzo della popolazione indiana. Sulla base della credenza secondo la quale immergersi nelle acque considerate miracolose del Gange possa eliminare le tracce dei peccati commessi nelle vite precedenti, gli indiani di fede hindu compiono ogni anno gli “snans”, i bagni rituali di massa, tra la metà di febbraio e la fine di aprile. Tuttavia, le acque del Gange sono estremamente inquinate presentano livelli di colibatteri che superano da tempo ogni standard accettabile per l’Organizzazione mondiale della sanità.
Al fine di debellare i fattori inquinanti presenti nelle acque del Gange, e scongiurare così il rischio di epidemie, il governo indiano si è posto l’obiettivo di smantellare, entro il 2020, tutti gli impianti industriali che scaricano i residui nel fiume senza sistemi di filtraggio; inoltre, secondo quanto dichiarato da fonti diplomatiche dell'Ambasciata italiana di New Dehli, ha incaricato Eti Dynamics - società inglese specializzata nei mercati emergenti e ad alta crescita - di sviluppare un piano di riqualificazione del "fiume sacro" al fine di ridurre i tassi di inquinamento e promuovere progetti di produzione di energie alternative. A tale scopo, Eti Dynamics avrà a disposizione un budget di 2 miliardi di dollari e coordinerà il lavoro di sette università indiane.
Pare che la compagnia britannica stia cercando di coinvolgere nel progetto partner italiani specializzati nel trattamento delle acque di scarico di tipo civile, nelle tecnologie per il trattamento degli effluenti industriali tessili e conciari e nella gestione dei rifiuti solidi urbani. Eti Dynamics avrebbe già contattato Università ed Enti di ricerca italiani in grado di offrire la loro esperienza in tali settori e li avrebbe invitati a New Dehli il mese prossimo, in occasione di un workshop nel quale saranno descritte le linee guida del piano di bonifica e al quale parteciperanno rappresentanti dei ministeri indiani dell'Ambiente, dello sviluppo Urbano, delle Tecnologie e delle Finanze.

giovedì 25 agosto 2011

“Usi e costumi” del business indiano

La cultura gioca un ruolo centrale nelle relazioni commerciali e nelle strategie di marketing. Ad esempio, i businessmen indiani sono molto superstiziosi e per questo motivo possono accumulare diverse ore di ritardo se gli astri non consentono l’incontro.

La cultura gioca un ruolo centrale nelle relazioni commerciali e nelle strategie di marketing. Risulta spesso difficile interagire con persone appartenenti a culture diverse e si rischia di mandare in fumo una trattativa per una sottigliezza culturale, percepita come sgradita dal nostro interlocutore.
La cultura rappresenta un fattore cruciale per l’instaurazione di nuove relazioni e il mantenimento di quelle esistenti: un comportamento sbagliato, anche se innocente, potrebbe essere considerato come una mancanza di rispetto e, in quanto tale causare la perdita di una trattativa con un cliente. Per quanto riguarda i paesi Bric è bene fare attenzione ai comportamenti assunti nei confronti dei partner cinesi, indiani e russi. I brasiliani, appartenendo a una cultura latina, sono molto simili agli italiani e non presentano particolari criticità.
Per quanto riguarda l’india, invece, è bene tenere in considerazione diverse caratteristiche culturali. Come ha precisato il professor Narider Kumar Sharma, docente di Applicazioni industriali presso l’Università Liuc di Castellanza, “sono molti gli aspetti della cultura e della religione di questo Paese che ne influenzano il business. Gli indiani non fanno mai autocritica se pensano di aver fatto del loro meglio, se poi l’affare non è andato a buon fine, vuol dire che era destino”. I businessman indiani sono molto superstiziosi e per questo motivo possono accumulare diverse ore di ritardo se gli astri non consentono l’incontro. Importante anche avere le dovute accortezze a tavola: gli indiani sono prevalentemente vegetariani e non c’è da scandalizzarsi se mangiano con le mani. Inoltre, nella scelta del proprio interlocutore bisogna tenere in considerazione il fatto che “nelle imprese indiane familiari conta solo il titolare. E se la proprietà è divisa fra più fratelli, occorre portarsi a casa il consenso di tutti” ha aggiunto il professor Sharma. L’importanza di valutare le peculiarità culturali di uno specifico paese, favorisce la possibilità di mettere a proprio agio il proprio interlocutore e rendere più semplice l’instaurazione di una relazione.

mercoledì 24 agosto 2011

Le donne indiane scoprono il blog

In India è boom di blog al femminile: nonostante la cultura e la tradizione indiana siano restrittive per le donne, sono sempre di più quelle che decidono di far sentire la loro voce attraverso la blogosfera, affrontando anche tematiche “sensibili”.

Il blog, se si mette da parte l’ostacolo psicologico che può comportare il “raccontarsi in rete” a migliaia di persone, rappresenta uno strumento molto potente per l’espressione della libertà individuale, in grado di dar voce ai singoli ma, grazie alla possibilità di dibattito che offre, anche all’opinione pubblica.
Sebbene il settore delle tecnologia informatica sia uno dei più trainanti in India, interagire sul web finora era considerata un’operazione complessa dagli indiani se non si conosceva l’inglese; oltre a quest’ultimo, in India si parlano sette idiomi: Hindi, Tamil, Telugu, Marathi, Bengali, Gujarati, Kannada.
Come ha riportato il New York Times, ora, anche grazie all’avvento dei traduttori Google, sono migliaia gli indiani, prevalentemente donne, che stanno creando i loro blog e, nonostante nella tradizione indiana la libertà d’espressione non sia contemplata per questa categoria, attraverso il blog, le donne si arrischiano a dibattere e a scambiare opinioni anche su questioni che sono ancora “spinose” nel Paese asiatico, come il divorzio e la possibilità di lavorare o di ricominciare a lavorare quando i figli sono cresciuti.
Evidentemente, nella blogosfera le indiane si sentono più sicure e libere di esprimersi in modo completo, senza remore, come si trattasse di “un mondo parallelo”. Inoltre, come avviene nel mondo occidentale, le donne indiane utilizzano anche gli smartphone per navigare in rete, così la diffusione di queste idee diventa più veloce.
Come ha dichiarato Bitange Ndemo, un politico keniota, ormai “Internet è un diritto umano fondamentale”, anche perché, come ha aggiunto un imprenditore di V4Africa, Ben White, “la gente che si connette comincia a chiedere servizi e quando non li ottiene, si creano situazioni come quella egiziana”. La rete e le connessioni rappresentano la libertà e il progresso: il massiccio utilizzo del blog potrebbe rivelarsi utile per contribuire a favorire una crescita che sia più sostenibile a livello sociale, ambientale - e non solo economico - per l’India.

martedì 23 agosto 2011

India, nuovi accordi Fiat-Tata

Fiat ha deciso di rivedere i termini della joint venture con il socio indiano Tata, soprattutto relativamente all’aspetto distributivo: Marchionne punta sulle concessionarie monomarca.

Le tre società top della scuderia Agnelli - Fiat Spa, Fiat Industrial e Exor, nell’ultimo mese hanno segnato, rispettivamente, un crollo del -30,69%, del -17,30% e del -20,52%. Dati indicativi di quanto sta accadendo nei mercati, in particolare, relativamente al settore auto. Le paure da debiti pubblici e il prospettarsi di una seconda recessione dopo quella seguita alla crisi 2008-2009 “tirano giù i listini”: le industrie e i titoli dell'automotive sono tra i primi a subirne le conseguenze. Gli analisti tagliano in continuazione le stime relative alla crescita del comparto: l' ultimo report , targato Goldman Sachs, è del 18 agosto scorso ed estende al 2012 il calo già previsto per il 2011 in Europa.
Tuttavia, Marchionne può contare anche sulla gamma Chrysler, ora che Fiat ha terminato l’integrazione con la casa automobilistica di Detroit, grazie alla quale può finalmente puntare al sempre fallito sbarco in Cina. Sempre in Asia, Fiat sta riconsiderando i termini dell’alleanza con il socio indiano Tata, che secondo il numero uno del Lingotto, va rivista in quanto non avrebbe portato a risultati soddisfacenti. Da rivedere sarebbero soprattutto la rete e, quindi, l’aspetto distributivo: a differenza di quanto avviene negli altri Paesi, in India vanno per la maggiore le concessionarie monomarca, per questo motivo Marchionne punta allo scorporamento dei marchi all’interno delle circa 180 concessionarie Tata- Fiat. La casa torinese, che in India vende Linea e Grande Punto, avrebbe così il suo salone separato.

lunedì 22 agosto 2011

Aumentano le vendite di jet in India.

L’India registra un forte aumento della domanda di jet privati: i paperoni indiani non badano a spese quando si tratta di lusso.

La crescita economica indiana ha portato con sé l’aumento della classe più abbiente. Tale fenomeno favorisce la nascita di nuove opportunità nel settore del lusso, in particolare della vendita di jet privati.
Il numero di jet venduti in India risulta essere doppio rispetto a quanto venduto sul mercato cinese e si stima che, entro il 2025, l’India possa entrare nei primi dieci posti della classifica mondiale delle nazioni con il maggior numero di jet privati.
La moda degli aerei privati ha assunto un’entità importante contribuendo a risollevare i risultati economici dei produttori, in affanno per il drastico calo della domanda a livello globale causato dalla recessione economico finanziaria degli ultimi anni.
Grande importanza ha assunto, in questo contesto, la fiera di settore Aero India 2011 Air Show tenutasi a Bangalore, in cui le maggiori aziende produttrici di aeromobili, quali, ad esempio, Embraer e Gulfstream, hanno ottenuto un posto in primo piano.

venerdì 12 agosto 2011

India, -16% per il mercato dell’auto

I rialzi dei tassi d’interesse decisi dalla Reserve Bank of India per combattere l’inflazione, minacciano il mercato dell’auto che nel luglio scorso ha segnato un crollo del 16%.

Tutti i maggiori costruttori mondiali del comparto auto guardano al mercato indiano come a una miniera d'oro, in quanto l’India registra aumenti delle immatricolazioni d’auto nell’ordine del 20% annuo. Per portare un esempio, la Ford ha recentemente dichiarato che, nel primo semestre di quest’anno, ha venduto il 45% in più delle unità che erano state vendute nello stesso periodo del 2010 (71.347): un incremento cui non potrebbero certo ambire mercati maturi come quelli europei o come quello americano. Infatti, la Casa ha deciso di investire un milione di dollari per un progetto relativo a un nuovo impianto nello stato di Gujarat e, inoltre, intende aggiungere otto nuovi modelli entro il 2015 alla gamma indiana, fra i quali la nuova Fiesta.
Tuttavia, la Society of indian automotive manufacturers (Siam) – associazione dei costruttori indiani - ora invita alla prudenza, in quanto ritiene che il mercato continuerà a crescere anche nei prossimi anni, però più lentamente. Considerando che molti indiani acquistano l'auto a rate, a causa del prezzo del petrolio e dell’innalzamento dei tassi d'interesse, la crescita potrebbe arrestarsi bruscamente: i tassi a cui le banche finanziano gli acquisti di autovetture sono cresciuti di almeno tre punti percentuali nell'ultimo anno e il prezzo di un litro di benzina a Delhi è passato da 63,1 a 68,6 rupie in quattro mesi.
I consumatori più abbienti sono gli unici che potranno trarre vantaggio da tale situazione, visto che l’India adotta le stesse tecniche messe in atto in Europa per spingere la domanda: sono previsti sconti fino del 20% sul prezzo di listino.

mercoledì 10 agosto 2011

Il Gujarat attira investimenti in India

Lo stato indiano del Gujarat che, nel decennio compreso tra il 1999-2009, si è caratterizzato per uno sviluppo industriale straordinario, copre oggi il 41,6% del Pil indiano e presenta un tasso di crescita annuo del 13,4%.

La regione del Gujarat costituisce il 5% della popolazione indiana ma realizza il 16% della produzione industriale e oltre il 22% dell'export dell'intero sub continente: è lo Stato industrialmente più avanzato dell'India, il più attrattivo per gli investimenti.
L'Anofol - azienda lombarda pioniera nella produzione di alluminio anodizzato in Medio Oriente - aprirà uno stabilimento a Rajkot, città dello stato indiano del Gujarat, un tempo meta turistica e centro artistico, riconvertita in polo dell'industria pesante. Paolo Gnocchi, presidente di Anofol ha affermato che alla Cina preferisce l’India, “un gigante in crescita con maggiori garanzie”. Lo scorso anno era stata costituita la Anofol Far East Private Limited, società di diritto indiano con sede a Mumbai, ora Gnocchi ha firmato una joint venture con l'indiana Miro che prevede l'avvio di una linea produttiva dalla capacità di 4.000 tonnellate all'anno, contro le 1.700 tonnellate di quella italiana. Tante altre sono le aziende e gli investitori internazionali che puntano su questa regione dell'India occidentale: l'Italian district federation ha dichiarato che, in cooperazione con la Camera di commercio indiana, intende aprire cinque cluster dedicati a ceramica, pelletteria, forniture, alimentare e architettura.
Il Gujarat è appetibile perché ricco di risorse: infrastrutture efficienti, autosufficienza energetica, elettricità costante, acqua e gas in abbondanza, burocrazia snella, incentivi fiscali e una crescita industriale sorprendente. Sulla scia di una recente ricerca del McKinsey Global Institute da cui emerge che il Gujarat, per l'India, potrebbe corrispondere a ciò che il Guandong ha rappresentato per la Cina negli anni '90, L'Economist lo ha battezzato «locomotiva industriale dell'India».

martedì 9 agosto 2011

Gruppo Marcegaglia: nuova filiale in India.

Il Gruppo Marcegaglia si prepara a esplorare il mercato indiano: i vertici stanno valutando “l’apertura di una filiale commerciale nel paese entro la fine dell’anno, per poi valutare un ingresso produttivo diretto”

Il Gruppo Marcegaglia, leader mondiale nella trasformazione di acciaio, ha scommesso sui Bric e, dopo l’importante investimento in Russia, verrà esplorato il mercato indiano.
Guardando ai paesi BRIC, l’unico in cui non siamo presenti al momento è l’India. Mercato interessante, sia sotto il profilo delle dimensioni che dei tassi di crescita. Un progetto operativo ancora non c‘è, tuttavia ritengo altamente probabile l’apertura di una nostra filiale commerciale nel paese entro la fine dell’anno, per poi valutare un ingresso produttivo diretto”, ha dichiarato Antonio Marcegaglia, ad del gruppo.
Attualmente Marcegaglia possiede 50 stabilimenti a livello mondiale e produce 5.500 chilometri al giorno di manufatti di acciaio inossidabile e al carbonio. Secondo le previsioni, entro il 2014 la quota di ricavi esteri raddoppierà e l’India giocherà un ruolo chiave.

lunedì 8 agosto 2011

Tumalapalli: la miniera di uranio più grande al mondo

Il Ministro dell’Energia di New Delhi ha annunciato che la miniera di Tumalapalli potrebbe diventare la più grande al mondo. Secondo recenti stime, infatti, il giacimento conterrebbe circa 150 mila tonnellate potenziali di uranio di cui 49 mila accertate.

Il Ministro dell’Energia di New Delhi, Srikumar Banerjee, ha annunciato che la miniera di Tumalapalli, situata nello Stato Sud-orientale dell’Andhra Pradesh, potrebbe diventare la più grande al mondo. Secondo recenti stime, infatti, il giacimento conterrebbe circa 150 mila tonnellate potenziali di uranio di cui 49 mila accertate.
Il giacimento dovrebbe entrare in produzione entro la fine dell’anno anche se, secondo le rilevazioni effettuate, fornirà uranio di minore qualità rispetto ai giacimenti australiani. L’Australia, dal canto suo, non consente l’esportazione di uranio in India in quanto non è stato sottoscritto il Trattato di non proliferazione nucleare.
Il giacimento di Tumalapalli consentirà all’India di diminuire la dipendenza indiana dalle importazioni, anche se queste saranno sempre necessarie per coprire il fabbisogno interno, ha dichiarato il Ministro.
Attualmente l’energia prodotta dai venti reattori attivi sul territorio nazionale, pari a 4.780 MW, soddisfa solamente il 3% del fabbisogno complessivo. Secondo le prospettive del governo, tale percentuale dovrebbe raggiungere il 25% nel 2050 in seguito a ulteriori investimenti nel settore: sono in fase di progettazione altri sette reattori che permetterebbero di raggiungere una produzione di oltre 65 mila MW entro il 2032.

venerdì 5 agosto 2011

L’inflazione colpisce i generi alimentari.

A fine luglio l’inflazione in India ha raggiunto l’8% ed ha colpito, in particolare, i generi alimentari, in primis, le cipolle.

Il Governo indiano ha stimato che il tasso di inflazione a fine luglio ha raggiunto l’8,04%, in aumento rispetto alle settimane precedenti. Gli economisti temono che l'ascesa dell’inflazione possa continuare anche il mese di agosto fino a raggiungere il 9%.
I rincari maggiori si sono verificati su prodotti quali frutta e verdura.Tra i prodotti agricoli le cipolle hanno registrato l’aumento maggiore che ha raggiunto il 26%, mentre il prezzo di frumento, legumi e riso è rimasto stabile.
Gli esperti dicono che, comunque l’aumento straordinario dei generi alimentari è da attribuirsi a fattori di carattere stagionale oltre che alle politiche dei prezzi. Il ministro delle finanza, Pranab Mukherjee, ha dichiarato che il governo farà il possibile per ridurre il tasso di inflazione al 5%, mantenendo la crescita economica attuale.
Secondo il Ministro l’inflazione deve comunque stabilizzarsi al di sotto del 7% per essere ritenuta sopportabile. Il Governo ha dimostrato di avere gli strumenti per controllare l’inflazione: dal febbraio 2010 al luglio 2011 il tasso è passato dal 22% all’8%.

mercoledì 3 agosto 2011

Le nozze indiane e la febbre dell’oro

La metà dei gioielli che vengono venduti in India è utilizzata per le cerimonie nuziali: secondo la millenaria tradizione del paese, essi rappresentano un’assicurazione finanziaria per la sposa.

Il trasferimento di oro sotto forma di gioielli, è la parte più importante della cerimonia nuziale indiana. La sposa, in occasione del matrimonio, viene infatti agghindata con gioielli rigorosamente d’oro che vanno dalla fronte all’ombelico fino alle dita dei piedi.
Considerando che la metà della popolazione indiana è sotto i 25 anni di età e i matrimoni ogni anno sono milioni, risulta evidente che la quantità d’oro richiesta dal mercato indiano è molto consistente; grazie anche alle riforme economiche che hanno portato maggiore benessere alla classe media, l’India è diventata il maggior importatore d’oro al mondo: attualmente importa 1.000 tonnellate del prezioso metallo ogni anno e, unitamente alla Cina, possiede il 40% dell’oro in commercio.
Nel jetset indiano la tipologia e la quantità dei gioielli posseduti sono indicativi dello status sociale delle persone. Come ha dichiarato Farah Khan, stilista di gioielli esclusivi, “se qualcuno si sposa, anche gli ospiti vogliono sfoggiare gioielli con diamanti, smeraldi e rubini […] a volte il matrimonio dura 6 giorni e gli ospiti vogliono per ogni giorno dei gioielli diversi. Dopo la fine della festa i gioielli vengono messi in cassaforte. Sempre più donne vogliono anche gioielli alla moda da mettere tutti i giorni, ma devono essere rigorosamente esclusivi”.
La grande richiesta di gioielli ha fatto lievitare il prezzo dell’oro. Negli ultimi 12 mesi, infatti, il prezzo di un oncia d’oro è passato da 1.000 a 1.600 dollari. Tuttavia questo non sembra scoraggiare gli indiani che continuano a comprare gioielli, a dispetto della crisi finanziaria, o forse, in parte, anche a causa di quest’ultima e della consapevolezza che il debito delle economie occidentali è in crescita: oltre a rappresentare uno status symbol, l’oro è una forma di investimento, una tra le più sicure. A tal riguardo, Ajay Mitra, direttore per l’India e il Medio Oriente del World Gold Council, afferma: “L’attuale febbre dell’oro non è originata solo dal mercato dei matrimoni, ma anche dal timore di incertezza economica”.
Investire in oro è una scelta piuttosto radicata nella tradizione indiana; prima della venuta delle banche, le famiglie indiane erano solite seppellire in luoghi nascosti i propri gioielli all’interno di vasi, anche perché si tratta di un investimento per il quale non sono previste tasse.

martedì 2 agosto 2011

New Delhi estingue il debito con Teheran

India e Iran hanno trovato l’accordo relativamente al pagamento per l’importazione del petrolio iraniano: New Delhi lo aveva bloccato in seguito alle sanzioni stabilite dall’Onu contro il commercio con Teheran per il suo programma nucleare.

In seguito alla notizia relativa ad una banca iraniana-tedesca di Amburgo che aveva subito sanzioni e non aveva potuto trasferire denaro in Iran - a causa delle sanzioni decise dall’Onu contro Teheran per il suo programma nucleare - la Reserve Bank of India, dal dicembre scorso, aveva bloccato i pagamenti destinati all’Iran per il petrolio esportato nel paese indiano. Tale impasse aveva portato Teheran a minacciare di interrompere ogni fornitura diretta in India dal 1° agosto: tuttavia, dopo lunghe trattative, al fine di scongiurare l’applicazione di tale provvedimento, è stato trovato un accordo circa le modalità di pagamento del debito di New Delhi, aggirando così i divieti Onu. Il sito web del ministero iraniano per il Petrolio, Shana, ieri riportava la dichiarazione del capo della Compagnia petrolifera nazionale iraniana, Ahmed Qalebani: “a seguito di intense negoziazioni, le due parti hanno concordato il pagamento degli arretrati appena possibile”. I pagamenti saranno divisi in due tranche e avverranno, in gran parte, in euro.
La sospensione delle esportazioni di greggio da parte dell’Iran sarebbe risultata sconveniente e deleteria per entrambi i Paesi: l’India importa dall’Iran circa 400.000 barili di greggio al giorno - pari a circa il 12% del suo fabbisogno di petrolio – ed è il 2° maggior cliente di Tehran che, nonostante i ritardi nei pagamenti, non avrebbe potuto permettersi di sospendere le forniture all’India, anche per evitare di essere soppiantata dall’Arabia Saudita.

lunedì 1 agosto 2011

India, undicesima stretta dal marzo 2010

La scorsa settimana, a fronte di un’inflazione arrivata a quota +9,44%, la Reserve Bank of India ha aumentato i tassi di interesse di ben 50 punti base.

Dal marzo 2010, la Reserve Bank of India (Rbi) - la Banca centrale indiana - si è vista costretta ad operare numerose strette monetarie per far fronte all’aumento dell’inflazione. Alla base del tasso di inflazione vi è l’aumento dei prezzi dell’energia che recentemente ha costretto il Governo a ridurre i sussidi, ricadendo sul costo della vita e l’adeguamento dei salari. Con l’ultima stretta, quella operata lo scorso 26 luglio, il tasso dei prestiti concessi dalla Rbi alle banche è salito dal 7,5% all’8%: l’India si conferma come il Paese più aggressivo al mondo da questo punto di vista.
Fitch, l’agenzia di rating, approva la politica restrittiva della Rbi: il responsabile per l’Asia, Art Woo, sostiene che, di fronte alle pressioni dei prezzi, si tratti di una “risposta appropriata”. La mossa a sorpresa della Rbi non è stata invece accolta in toni entusiastici dai mercati, che guardano con preoccupazione all’impatto di questo ennesimo aumento del costo del denaro, alla ridotta disponibilità di credito a basso costo per le aziende, le banche, le compagnie automobilistiche e immobiliari. Tuttavia, secondo il governatore Duvvari Subbarao, per risolvere a monte i problemi di offerta che alimentano l’inflazione, è necessario che il Governo incoraggi produttività e investimenti con riforme e politica fiscale adeguate: “un cambiamento di rotta dovrà essere motivato da segnali sostenibili di calo dell’inflazione”.