Per aggredire il mercato indiano, dove Fiat è presente con la joint venture costituita con Tata Motors, la casa torinese dovrà fare nuovi importanti investimenti per rafforzare il marchio.
La joint venture tra Fiat Auto Spa e Tata Motors in India non ha riscosso finora il successo sperato. Dalla sua costituzione, infatti, si sono registrate perdite pari a 180 milioni di euro; nell’anno fiscale appena concluso (il 31 marzo scorso) sono state vendute poco più di 20.000 vetture, il 15% in meno rispetto all’anno precedente. Anche nel primo quadrimestre di quest’anno non si sono visti miglioramenti: le auto vendute sono 6.805 contro le 8.401 dell’anno scorso, e Fiat detiene attualmente una quota di mercato dello 0,87%.
Eppure il mercato indiano è uno dei più appetibili al momento, con 2,6 milioni di veicoli; tuttavia, il 65% è detenuto da tre marchi leader, Tata, Hyundai e Suzuki, e il restante 35% deve essere spartito tra 15 concorrenti, tra cui Fiat.
Il problema dell’azienda torinese giace nel marchio stesso e per questo si rendono necessari importanti investimenti in questa direzione: il prossimo autunno partirà, quindi, una campagna pubblicitaria per rinnovare l’immagine dei veicoli Fiat. Verranno, inoltre, inaugurati show room indipendenti in 20 città, mentre nei concessionari di New Dheli e Pune si potranno trovare i Fiat Caffè. Dall’Italia verrà designato un responsabile per l’area asiatica che in futuro potrebbe far partire la vendita della Chrysler anche in india. Intanto, Fiat annuncia che nel Paese asiatico verranno presto lanciati nuovi modelli e nel 2013 partirà la vendita anche della nuova mini-car.
Dal punto di vista produttivo, invece, Fiat è già all’avanguardia: la fabbrica di Ranjangaon è dotata di ogni certificazione relativa all’ambiente e alla sicurezza, ha un impianto potenziale per 160.000 auto e 350.000 motori l’anno, anche se al momento produce 80.000 veicoli e 95.000 motori. Attualmente si producono Punto, Linea e la Tata-Maza ma è in discussione un accordo con Suzuki per la produzione di 100.000 motori multijet 1.3 per la Maruti.
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