Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

venerdì 30 dicembre 2011

Treni ad alta velocità in India

Il Governo di Nuova Delhi ha deciso di investire nella linea ferroviaria del Paese.

In risposta al treno-proiettile presentato in Cina, anche il Governo dell’Elefante si prepara ad iniziare i lavori per la realizzazione di un progetto che prevede sei corridoi per treni ad alta velocità, in grado di raggiungere i 300 chilometri orari. Stando alle prime indiscrezioni, i dirigenti delle ferrovie indiane starebbero discutendo del progetto con una delegazione giapponese, incaricata di compiere tra l’altro, uno studio di fattibilità sulla linea Hyderabad-Vijayawada-Chennai, dal centro del Paese al Sud, un passaggio fondamentale per le aziende.
Gli altri corridoi potrebbero essere invece destinati a collegare le maggiori città presenti nella parte meridionale del Subcontinente indiano.
Un ulteriore passo in avanti nel processo di miglioramento del livello delle infrastrutture attualmente presente in India e per il quale sono stati stanziati 1.000 miliardi di dollari per il quinquennio 2012/2017, il doppio se si considera la somma stanziata per il piano quinquennale precedente.

giovedì 29 dicembre 2011

L’inquinamento in India

Ancora una volta l’India si esprime in modo negativo di fronte all’ipotesi di ridurre le emissioni di gas serra.

L’India, che già alla Conferenza di Durban aveva dimostrato di essere contraria a qualsiasi forma di accordo, si è dichiarata ancora una volta contraria a qualsiasi misura di intervento volta a ridurre le emissioni di gas serra. Nei giorni scorsi infatti il Ministro dell’Ambiente indiano, Jayanthi Natarajan, intervenuto alla Camera Alta del Parlamento a Nuova Delhi in merito ai risultati della Conferenza di Durban, ha commentato :"Non si tratta di firmare un accordo vincolante a questo punto del nostro sviluppo. Dobbiamo fare in modo che il nostro sviluppo non soffra. Le nostre emissioni sono destinate a crescere, dato che dobbiamo garantire il nostro sviluppo sociale ed economico e soddisfare l’imperativo dello sradimento della povertà".
Un atteggiamento già adottato in precedenza dall’altro gigante asiatico, la Cina, che ha deciso però di approvare l’accordo entro il 2015.
Un impegno che l’India dovrà comunque affrontare se non vorrà minare l’equilibrio raggiunto a livello mondiale in merito a questa questione di estrema rilevanza.

mercoledì 28 dicembre 2011

I cluster indiani

La Missione di Sistema in India riporta alla luce la possibilità di dar vita a collaborazioni tra imprese italiane ed indiane nell’ambito dei distretti industriali.

Le piccole e medie imprese rappresentano una realtà tanto in Italia quanto in India, anche se non mancano le differenze, in primis in termini di quantità: se infatti nel Bel Paese sono presenti 4,5 milioni di PMI, in India questo dato raggiunge i 26 milioni. Proprio allo scopo di favorire questa parte fondamentale dell’economia il gigante asiatico sta valutando con interesse il modello dei distretti industriali italiani.
L’idea di avvicinarsi ad un sistema simile a quello attivo in Italia è nata diversi anni fa al Massachusset Institute of Technology (MIT), che si è occupato della realizzazione di uno studio commissionato dalla Confederation of Indian Industry (CII): dall’analisi è emerso che i cosiddetti “cluster” esistono già da molto tempo in India, dato confermato dall’UNIDO (l’associazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale dei Paesi emergenti) che ne ha rilevati circa cinquanta, tra i quali Tirupur per la maglieria, Ludhiana per la lana e Agra per le calzature.
I distretti indiani si caratterizzano per una minore segmentazione del sistema produttivo, un’elevata specializzazione delle singole aziende operanti nelle diverse fasi della lavorazione e della produzione di componenti e una differenziazione tra imprese che mantengono una connotazione artigianale e quelle che invece stanno via via assumendo una fisionomia più industriale.
Nel dettaglio nel corso della Missione italiana è emerso che se da un lato le imprese italiane sono interessate a confrontarsi con le controparti indiane al fine di riuscire a penetrare il mercato dell’Elefante, dall’altro per gli indiani una partnership con le imprese italiane rappresenterebbe un’occasione di trasferimento di tecnologia e know-how organizzativo nell’ambito della gestione dei distretti.

martedì 27 dicembre 2011

Mumbai Trans Harbour Link

Avvio al processo di pre-qualificazione per la costruzione del Mumbai Trans Harbour Link.

Nell’ambito del settore indiano delle costruzioni e delle infrastrutture è stato avviato il processo di pre-qualificazione per quelle imprese interessate alla realizzazione del Mumbai Trans Harbour Link.
Il Metropolitan Region Development Authority (MMRDA) ha infatti deciso di aprire la gara di prequalifica per la costruzione del Trans Harbour Link, il ponte lungo 22 chilometri che il Governo del Maharashtra ha intenzione di costruire grazie ad una collaborazione tra pubblico e privato sulla base della formula “design-build-finance-operate and transfer” per un investimento complessivo pari a 1,8 miliardi di dollari.
Si tratta di un progetto strategico e cruciale per la città di Mumbai, fortemente ostacolata dallo stato attuale delle infrastrutture. Il Trans Harbour Link permetterebbe infatti di diminuire la pressione su un centro sempre più caratterizzato dal traffico da un lato, e dall’altro di dar vita ad una nuova via d’uscita dalla città verso altre città dello Stato indiano, come per esempio Pune, centro di sviluppo di nuove attività industriali.

venerdì 23 dicembre 2011

Il problema della contraffazione

Storica vittoria della Scotch Whisky Association in India.

Come noto i Paesi emergenti sono ancora fortemente caratterizzati da tassi molto elevati di contraffazione, e tra questi l’India si posiziona ai primi posti. Proprio per questo motivo la storica vittoria da parte della Scotch Whisky Association nella battaglia contro i prodotti falsi proprio in questo Paese asiatico ha assunto particolare rilevanza.
L’Associazione ha infatti ottenuto da un tribunale di Goa un’ingiunzione che vieta la produzione di bottiglie di quello che viene definito “scotch”, ma che in realtà si avvicina più al rum e non è distillato da orzo e malto. Allo stesso modo è stato vietato l’utilizzo di un brand che richiami la parola “Glen”, solitamente associata alle valli scozzesi: il Glenmon è infatti un prodotto realizzato proprio a Goa.
Nonostante l’impegno da parte del tribunale però, la società più rilevante, la Vijay Mallya non è stata ancora sanzionata e produce ancora “whisky”.
Un passo molto importante se si considera che il mercato al momento vale 22 miliardi di dollari, ma presenta tutte le caratteristiche per continuare a crescere nei prossimi anni, anche se le imprese internazionali risultano ancora fortemente penalizzate dalle barriere doganali che per questi prodotti si aggirano intorno al 150%.

giovedì 22 dicembre 2011

Natuzzi conquista l’India

Il Gruppo Natuzzi porta avanti la sua espansione in India nel settore dell’arredo.

Dopo l’apertura sei mesi fa di due punti vendita a Bangalore e Delhi, il Gruppo Natuzzi sottolinea la sua volontà di conquistare il mercato indiano dell’arredo annunciando un piano di espansione che prevede l’inaugurazione di altri dodici punti vendita in città come Gurgaon, Mumbai, Hyderabad e Kolkata.
Il manager del Gruppo Natuzzi India, Nitin Bahl, ha commentato: “Dato che i nostri prodotti sono di qualità elevata e sono disponibili ad un prezzo ragionevole variabile tra i 5.000 e 15.000 Euro per 5 poltrone Natuzzi, e tra i 2.000 e i 4.000 Euro per 5 poltrone Italsofa, siamo sicuri di poter conquistare un’ampia fetta del mercato indiano dell’arredo”.
Stando alle dichiarazioni del direttore generale, Pasquale Natuzzi, l’azienda sta prestando particolare attenzione al mercato indiano vista la sua strategicità e alla luce dell’incremento della richiesta di elementi d’arredo determinata dagli investimenti che sono stati e che verranno effettuati nei prossimi anni nel settore delle infrastrutture. Lo stesso direttore generale ha inoltre aggiunto che quando la domanda di prodotti Natuzzi nel mercato indiano raggiungerà i venti milioni di Euro, il Gruppo aprirà una sede di produzione all’interno del Subcontinente Indiano, che verrà gestita da ingegneri italiani e riguarderà anche gli altri due brand del Gruppo, Italsofa e Editions. Allo stato attuale infatti mentre i prodotti Natuzzi vengono esportati direttamente dall’Italia, quelli di Italsofa e Editions vengono realizzati in Cina per poi essere immessi sul mercato indiano.

mercoledì 21 dicembre 2011

La grande distribuzione in India

Il gigante asiatico apre le frontiere alla grande distribuzione.

Come noto l’India sta vivendo un periodo di intense trasformazioni, e proprio tra queste rientra la decisione di aprire agli stranieri il mercato della grande distribuzione.
Si tratta di una scelta maturata nel corso degli anni e a lungo dibattuta vista l’apparente impossibilità di far coesistere megastore del calibro di Carrefour e Wal Mart e milioni di piccoli rivenditori che caratterizzano da sempre il Paese: ciò nonostante di fronte ai problemi causati dall’inflazione che sta colpendo l’India e alla necessità di investimenti, il Governo di Nuova Delhi ha deciso di consentire agli stranieri l’entrata nel mercato retail.
Nel dettaglio la riforma consente ai giganti della grande distribuzione di investire nelle 53 città indiane più importanti fino al 51% di un negozio multi-marca e dal 51 al 100% dei mono-marca. Gli investimenti saranno però sottoposti a determinate condizioni: in primo luogo l’investimento minimo richiesto è di 100 milioni, che almeno per la metà dovranno essere destinati al sistema delle infrastrutture (lavorazione, packaging, catena del freddo) allo scopo di garantire posti di lavoro locali e modernizzare sia la catena di distribuzione delle merci sia livello infrastrutturale dell’India; in secondo luogo almeno il 30% dei prodotti dovrà essere fornito dai piccoli produttori; infine sarà necessario appoggiarsi alla più grande catena nazionale indiana, Pantaloon Retail.
Si tratta di una politica che rivoluziona completamente il settore visto che fino ad ora le società straniere potevano solo controllare una società all’ingrosso rifornendo i piccoli negozi.
Se da un lato la notizia è stata accolta con favore dai marchi più rilevanti della GDO, dall’altro l’opposizione si è dimostrata fortemente contraria: stando a quanto rilasciato da Arun Jaitley, uno dei leader del Bjp, “Siamo assolutamente contrari: i negozianti al dettaglio piccoli e medi ne saranno colpiti”.
Una grandissima opportunità per le imprese internazionali se si considera che il mercato del retail nel secondo Paese più popoloso al mondo vale da solo 450 miliardi di dollari, che si stima raggiungeranno la soglia dei 785 miliardi entro il 2015: attraverso questa riforma il Governo si pone infatti l’obiettivo di recuperare il distacco nei confronti della Cina.

martedì 20 dicembre 2011

Chateau d’Ax in India

L’azienda italiana di arredo Chateau d’Ax debutta nel mercato indiano.

Il gruppo di arredo S K Poddar Style Spa ha firmato un accordo con l’azienda italiana di arredo Chateau d’Ax per aprire i propri negozi esclusivi in India. Stando a quando dichiarato dal Direttore Generale della Style Spa, Arun Mahajan, il primo outlet esclusivo, per l’ apertura del quale verranno investiti circa 300.000 Euro, verrà inaugurato entro il prossimo marzo.
Nel dettaglio l’accordo prevede che la Style Spa importi dall’Italia l’arredamento dell’impresa italiana e investa notevolmente al fine di aprire i punti vendita; le due aziende congiuntamente invece si ripartiranno i costi relativi alla pubblicità e al marketing.
Il Direttore Generale ha aggiunto: “Abbiamo firmato un accordo con Chateau d’Ax per diventare i principali franchisor del brand in India per un periodo di 15 anni. Il progetto include l’apertura di 9 negozi esclusivi ‘Chateau d’Ax’ nelle principali città indiane durante i prossimi 3 anni”.
Se per l’azienda italiana Chateau d’Ax l’accordo segna l’ingresso nel mercato indiano, per la Style Spa rappresenta invece un modo per rafforzare la propria presenza nel mercato dell’arredamento.

lunedì 19 dicembre 2011

La Bocconi in India

L’Università Bocconi di Milano ha aperto una School of Business in India.

Vista la crescente importanza del mercato educativo e del lavoro, l’Università Bocconi di Milano ha deciso di aprire una School of Business a Mumbai, un punto nevralgico se si considera l’offerta post-universitaria altamente qualificata offerta dall’Università milanese.
Stando alle prime indiscrezioni l’immatricolazione al programma biennale potrebbe essere avviata già a partire dal prossimo gennaio per 120 studenti indiani, mentre è previsto per luglio l’inizio del primo anno accademico. Nel dettaglio il Post Graduate Programme in Business sarà caratterizzato da una parte accademica ed una più propriamente operativa: mentre la prima parte sarà curata dal corpo accademico della Bocconi con il supporto di docenti indiani, la seconda comprenderà tra l’altro un soggiorno presso una delle cinque università già associate all’iniziativa e presenti in America e in Asia, oltre ad un semestre di scambio presso la sede milanese della Bocconi, per concludersi con un periodo di internato in una organizzazione produttiva privata.
Invitato alla presentazione dell’iniziativa, il Console Generale Giampaolo Cutillo ha evidenziato come in India siano già attive numerose collaborazioni tra le università locali e quelle straniere, soprattutto con i paesi anglo-sassoni e di lingua inglese; il Console ha inoltre sottolineato l’importanza del progetto anche per le imprese italiane presenti nel Paese asiatico.

giovedì 15 dicembre 2011

Il mercato dell’e-commerce in India

I mercato relativo allo shopping via internet, un fenomeno in espansione a livello mondiale, in India vale 10 miliardi di dollari.

Sono circa 160 milioni gli indiani membri della classe media del Subcontinente ma gli utenti internet sono solo la metà. Tuttavia, in India il mercato dell’e-commerce vale 10 miliardi di dollari e gli investimenti interni e stranieri nel settore sono in aumento: solo quest’anno sono oltre i 175 milioni di euro.
Si prevede che, per il 2015, gli indiani “internettiani” saranno nel complesso più di 230 milioni, ma soprattutto cresceranno gli utenti broadband, in “banda larga”, ovvero quelli davvero pronti all’e-commerce, che passeranno dall’1,7 al 12,5% della popolazione.
Lo shopping online si sta rapidamente diffondendo ed espandendo anche in altri Paesi. Secondo il T-index, che misura il potere d’acquisto nell'e-commerce, quest’ultimo è cresciuto del 43,3% in Brasile, del 27,5% in Russia, dell’20,8% in Indonesia ed è in crescita anche in Turchia e in Polonia. In Italia risulta invece in calo: nel campo dell’e-commerce, quest’anno il Belpaese uscirebbe dalla top ten scalzato persino dal Messico. Ad oggi, i più propensi all’ordine online sono gli americani, incalzati dai cinesi.

mercoledì 14 dicembre 2011

Il franchising nell'industria privata della formazione

Il 2 e 3 dicembre si è svolto a New Delhi il nono appuntamento internazionale di “Franchise India”.

Il 2 e 3 dicembre si è svolta la nona edizione di “Franchise India” a New Delhi, dove centinaia di espositori nazionali e internazionali, decine di migliaia di investitori e consulenti si sono potuti confrontare sulla formula vincente, in India come in Italia, del franchising, che trova terreno particolarmente fertile in un’economia emergente come quella indiana, dove tutto può nascere, crescere ed essere replicato molto velocemente. Si prevede che nei prossimi anni si conteranno: 650 marchi in franchising domestici, 200 internazionali, il 40% dei brand nel commercio al dettaglio e il 30% nei servizi.
Secondo una ricerca di “Franchise India”, nel Subcontinente si trovano molte strutture in franchising legate all'industria privata della formazione, dove i concetti della new age vengono applicati all'insegnamento, dai primissimi anni di vita fino all'università: Brainobrain, Brainworks, Sportybeans, SmartQ, sono solo alcune di tali strutture, che si occupano di sviluppare nei bambini e negli adolescenti indiani capacità cognitive e pratiche seguendo un modello educativo alternativo o complementare a quello tradizionale, “out-of-the-box”.
Nel settore della formazione, potranno trarre un vantaggio immediato le strutture che sapranno fiutare i cambiamenti rapidi nel mercato e nella società indiani e le nuove esigenze ad essi connesse, per trarne profitto, anche con un investimento minimo e potendo aggirare gli ostacoli imposti dalla legislazione nazionale alle attività di investitori esteri. A tal riguardo, secondo Gaurav Marya, presidente di “Franchise India”, vi sarebbero, ad esempio, grandi opportunità per gli enti di formazione italiani nel design e nella moda.

martedì 13 dicembre 2011

La rupia si indebolisce

L’economia indiana vive un momento difficile: la rupia perde valore e la crescita rallenta. Il Paese ha bisogno di investimenti ma il governo locale non riesce a varare le riforme necessarie.

Anche l’india, così come altri Paesi asiatici, sta vivendo un momento economicamente difficile: negli ultimi 4 mesi la rupia ha perso il 16% del suo valore, rischiando di provocare una forte crisi finanziaria interna. Di conseguenza, le aziende ora cercano soprattutto i dollari e gli istituti di credito europei stanno riducendo le linee di credito. Il problema deriva dal fatto che l’India soffre di deficit fiscale e di partite correnti, motivo per cui il governo necessita continuamente di valute straniere attraverso investimenti. A tale scopo era stato ipotizzato un pacchetto di riforme per attirare capitali nel Subcontinente, ma le proteste popolari l’hanno contrastato chiaramente.
A tutto ciò si vanno ad aggiungere altre difficoltà derivanti anche dalla crisi europea, situazione che rischia di provocare una crisi della bilancia dei pagamenti tra le più gravi dal 1991. La crescita del Paese è scesa sotto il 7% e la politica governativa non è in grado di risolvere le criticità a causa delle lotte interne che paralizzano ogni prospettiva futura. A riflettere la crisi monetaria, inoltre, in ottobre la produzione industriale indiana ha registrato per la prima volta in due anni un dato negativo, attestandosi al – 5,1% contro l’11,3% annuo dello stesso periodo del 2010.

venerdì 9 dicembre 2011

Il franchising della formazione

L’Elefante rappresenta il Paese con il più alto numero di laureati all’anno: una grande opportunità per le imprese italiane attive nella formazione supplementare e professionale.

In occasione del nono appuntamento internazionale di Franchisee India, l’evento che ha accolto a Nuova Delhi centinaia di espositori nazionali e internazionali, migliaia di investitori e consulenti che si sono confrontati con la formula del franchising, sono stati resi noti i dati relativi all’industria privata della formazione in India: il giro d’affari della cosiddetta “formazione supplementare”, ovvero dell’industria di preparazione ai test d’ingresso nelle università d’eccellenza, si attesterebbe attorno ai 6,7 miliardi di dollari, mentre per quanto riguarda la formazione professionale, attorno all’1,4 miliardi di dollari. Si tratta di un settore che coinvolge diversi campi: dall’informatica al Business Processing Outsourcing, dalla selezione del personale al management,…
Proprio in occasione della Fiera del Franchising tenutasi a Milano, il Presidente di Franchise India, Gaurav Marya, ha sottolineato come il franchising rappresenti in India una formula molto vantaggiosa, che richiede un investimento iniziale minimo e presenta meno problematiche rispetto alla legislazione nazionale prevista per gli investimenti esteri; sempre secondo il Presidente soprattutto per le aziende italiane operanti nella formazione legata al design e alla moda esisterebbero in India numerose opportunità, vista la crescente attenzione prestata dagli indiani a questi argomenti.

mercoledì 7 dicembre 2011

Più bollicine italiane in India

Nuove possibilità per i vini italiani in India dopo l’annuncio di una possibile riduzione dei dazi doganali.

Annunciata dal Governo di Nuova Delhi l’ipotesi di diminuire i dazi previsti sull’importazione di vini e alcolici dall’attuale 150% al 40% entro i prossimi cinque anni: è questa la notizia divulgata nell’ambito di un negoziato commerciale bilaterale tra l’Unione Europea e l’India che rilancia l’opportunità per i vini italiani di penetrare in questo mercato in forte espansione.
Un’occasione da non perdere per i produttori italiani visto che il Paese asiatico con una popolazione che supera il miliardo, una previsione di crescita del Pil del 7,7% e una classe media in fase di consolidamento, si candida a diventare uno degli sbocchi più interessanti per i prodotti Made in Italy.
Se la proposta di abbassare i dazi all’import trovasse conferma, l’India potrebbe facilmente diventare un mercato di primaria importanza per i vini italiani, visto che finora sono state soprattutto le barriere tariffarie elevate ad ostacolare la vendita di vini italiani. Allo stato attuale l’Elefante rappresenta infatti il 50° cliente del vino Made in Italy, dal momento in cui una volta applicato il dazio, il prezzo finale delle bottiglie risulta essere più che raddoppiato.
Il Direttore di Federvini, Ottavio Cagiano de Azevedo, ha commentato «C'è un processo in atto e nei negoziati è emersa questa disponibilità di Nuova Delhi di ridurre i dazi. Bisogna fare però attenzione perché si discute non di una riduzione generalizzata ma per fascia di valore. E qui bisogna vigilare per evitare che le riduzioni non vadano ad avvantaggiare i nostri competitor». Sembra infatti che l’aliquota scenderà dal 150 al 40% solo per i vini venduti ad un prezzo superiore ai 34-35 Euro per cassa, mentre per i vini con un prezzo compreso tra i 20 e i 35 Euro per cassa diminuirà fino al 60% e rimarrà invece invariata per i vini venduti ad un prezzo inferiore ai 20 Euro per cassa. A tal proposito il Direttore di Federvini ha aggiunto «Un'ipotesi del genere sarebbe favorevole all'offerta made in Italy visto che le nostre etichette si collocano prevalentemente in quella fascia di prezzo. Dobbiamo però fare attenzione su dove verrà fissata la soglia. Già si sono levate proteste da parte di altri Paesi. E bisognerà verificare che le condizioni restino queste e non cambino in corso d'opera andando invece a privilegiare fasce di prezzo nelle quali è più forte e competitiva l'offerta di altri paesi produttori».

martedì 6 dicembre 2011

Religione e innovazione

Il primo Smartphone islamico, l’Enmac, si prepara a fare il suo ingresso in India.

Presentato in India lo Smartphone islamico, l’unico dotato di Gps sempre orientato verso la Mecca, copia integrale del Corano e calcolatrice Zakat. Oltre a queste dotazioni, l’Enmac è in grado di tradurre il Corano dall’arabo in altre ventinove lingue e include sia gli insegnamenti di Maometto che una guida per i musulmani indiani relativa ai riti del pellegrinaggio alla Mecca.
In un’intervista rilasciata al Daily Telegraph, l’inventore dello Smartphone Enmac, Anuj Kanish ha dichiarato che l’obiettivo primario della sua azienda consiste nella produzione di una “tecnologia religiosa” in grado di aiutare i consumatori a “rimanere in contatto con Dio. […] L’India ha circa 180 milioni di musulmani e la penetrazione della telefonia mobile in questa comunità è limitata, ma quando si rende disponibile un prodotto o un servizio allettante, c’è la possibilità di aumentare il numero di consumatori. Al momento abbiamo avuto un’ottima risposta al prodotto.” e ancora “La religione ha un ruolo molto importante nella società indiana, come la telefonia mobile. Il nostro obiettivo è fornire uno strumento che prenda in considerazione entrambe e il prodotto è una combinazione di tecnologia e religione, il primo nel suo genere in India”.
Se si considera il fatto che il Paese asiatico conta circa 850 milioni di utenti e vi dimora la seconda più grande comunità islamica a livello mondiale, l’invenzione di Kanish è destinata ha riscontrare un notevole successo.

lunedì 5 dicembre 2011

No ai supermercati stranieri multimarca

Stando a quanto dichiarato da Mamata Banerjee, il Governo Indiano avrebbe deciso di bloccare la liberalizzazione del settore.

A seguito di un colloquio avuto con il Ministro delle Finanze, Pranab Mukherjee, il leader del Partito Trinamool Congress Mamata Banerjee ha dichiarato ai giornalisti che il Governo Indiano avrebbe deciso di sospendere il provvedimento che autorizza l’apertura di supermercati stranieri multimarca, come Carrefour, Tesco e Walmart in seguito all’opposizione manifestata in Parlamento anche dagli stessi partiti che sostengono il Premier Manmohan Singh. Non avendo ancora ricevuto una comunicazione ufficiale al riguardo, i leader dei partiti di sinistra e di centro destra hanno chiesto al Governo di Nuova Delhi di confermare oppure smentire la notizia.
Secondo gli oppositori infatti, il provvedimento potrebbe provocare numerosi danni agli agricoltori e al commercio al dettaglio indiano, che impiega circa quaranta milioni di persone. D’altro canto però, concedendo l’autorizzazione ai supermercati stranieri per l’ingresso della grande distribuzione, il Premier Manmohan Singh mirava a ridurre l’arretratezza che caratterizza il settore in questione in India ed eliminare le molte intermediazioni presenti al momento tra il produttore ed il consumatore finale.

venerdì 2 dicembre 2011

Il sorpasso sulla Cina

Secondo le previsioni di Ernst & Young, nel 2014 l'India supererà la Cina.

Di fronte alla possibilità di raggiungere il picco del suo boom economico nel corso del prossimo anno e grazie ad un tasso di crescita del 9%, contro l'8,6% previsto per l'economia cinese, l'India si candida a sorpassare il Dragone nel 2014 secondo le previsioni rese note dallo studio di Ernst & Young sui Mercati a Crescita Rapida (RGMs).
Secondo l'analisi inoltre i due giganti asiatici rappresenteranno i due Paesi che verranno colpiti in minor misura dal possibile deterioramento della crisi del debito dell'Eurozona se si considerano i venticinque mercati a crescita rapida.
Stando a quanto dichiarato da Farokh Balsara, Partner & India Market Leader, Ernst & Young India,“L’economia dell’India votata al consumo continua a rendere il Paese una destinazione attraente per i propri investimenti sia nel breve che nel medio termine. Il suo modello di crescita basato sulla domanda interna ha permesso al Paese di resistere alla volatilità dei mercati globali, fornendo ai businessman significative opportunità di crescita".

giovedì 1 dicembre 2011

Export ed import

I dati relativi alle importazioni e alle esportazioni indiane registrati fino a settembre 2011 confermano il trend positivo dimostrato anche negli anni precedenti dal Paese.

Il Governo di Nuova Delhi rende noti i dati relativi all’import/export fino al mese di settembre 2011: tanto le esportazioni quanto le importazioni hanno registrato un aumento considerevole, il contrario di quanto avvenuto sia a livello europeo che negli Stati Uniti.
L’import indiano infatti è aumentato del 17% rispetto all’anno precedente; ma sono soprattutto le esportazioni ad aver subito un incremento notevole: stando alle informazioni disponibili fino a settembre 2011 l’export indiano è aumentato del 36,3% rispetto al 2010 nonostante il rallentamento verificatosi a livello mondiale.
L’incredibile crescita dell’export è stata trainata dai prodotti meccanici e dai derivati del petrolio, aumentati rispettivamente del 103% e del 53%; secondo il Segretario del Commercio Rahul Kullar il valore complessivo delle esportazioni per il corrente anno finanziario potrebbe raggiungere i 210-220 miliardi di Euro. Come conseguenza la bilancia commerciale indiana ha raggiunto i 54 miliardi di Euro nella prima metà dell’anno fiscale.

mercoledì 30 novembre 2011

Accordo JN port-Porto di Venezia

Firmato l’accordo tra l’indiana JN Port e l’Autorità Portuale di Venezia.

Porti europei e porti indiani sempre più vicini grazie all’accordo firmato tra la Jawaharlal Nehru Port Trust e l’Autorità Portuale di Venezia: dopo aver introdotto nel mese di settembre un servizio settimanale di navi container verso i porti indiani, Italia e India sono sempre più collegate anche in seguito all’accordo di collaborazione siglato di recente tra i due Paesi. Nel dettaglio la collaborazione è volta a favorire la cooperazione reciproca tanto nella gestione dei porti, quanto nelle connessioni con l’entroterra e nelle operazioni portuali.
L’esperienza maturata nel corso degli anni dal Porto di Venezia nell’ambito della navigazione da crociera, con quasi due milioni di passeggeri all’anno, sarà fondamentale per i porti indiani interessati a sfruttare le opportunità presentate da questo traffico crescente, tra cui JNPT, Mormugao e Chennai. Grazie alla fondazione dell’Associazione dei Porti dell’Adriatico Settentrionale, avvenuta ad opera dell’Autorità Portuale di Venezia in collaborazione con i porti di Trieste, Ravenna, Koper e Rijeka, è già stato possibile diminuire il tempo di transito tra i Paesi europei ed i porti asiatici.
Sottoscritto in presenza del Ministro per il Traffico Marittimo dell’Unione, Mr. G. K. Vasan, l’accordo ha visto come rappresentante del porto italiano il Capitano Antonio Revedin, mentre per il Jawaharlal Nehru Port, il suo Presidente Mr. L. Radhakrishnan.

martedì 29 novembre 2011

L’Unità d’Italia a Nuova Delhi

In occasione dei festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia un’opera italiana ha conquistato l’auditorium di Nuova Delhi.

Si è chiusa con la rappresentazione della Cavalleria Rusticana la quinta edizione del Delhi International Arts Festival presso l’incantevole auditorium di Nuova Delhi. L’opera di Pietro Mascagni è stata infatti scelta per il principale evento organizzato e promosso dall’Ambasciata Italiana per celebrare nel Paese asiatico il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Nella splendida cornice del più grande auditorium presente a New Delhi, la rappresentazione della Cavalleria Rusticana non solo ha ottenuto un notevole successo, ma ha anche riportato un’opera italiana integrale nella capitale indiana dopo cinque anni di assenza grazie ad una collaborazione italo-indiana. L’opera infatti è stata rappresentata grazie ai musicisti dell'India National Youth Orchestra e dell'Orchestra Giovanile Italiana-Scuola di Musica di Fiesole, sotto la direzione del Maestro indiano Vijay Upadhyaya, ed è stata interpretata dal Soprano Francesca Patane' nelle vesti di "Santuzza" e dal tenore Luciano Ganci, nei panni di "Turiddu". La regia dell’opera è stata affidata al Regista Stabile del Teatro dell'Opera di Roma, Maurizio Di Mattia, mentre uno dei più apprezzati stilisti indiani, Rajesh Pratap Singh, è stato coinvolto per la realizzazione dei costumi dei solisti.

lunedì 28 novembre 2011

India e Banca Mondiale

La Banca Mondiale sottoscrive un accordo da 720 mln di € per la realizzazione di un corridoio merci nell’India orientale.

La World Bank ha siglato un accordo con il Governo di Nuova Delhi per un valore complessivo di 720 milioni di Euro che verranno impiegati per la realizzazione di un corridoio merci destinato alle regioni orientali del Paese. In particolare il progetto da 720 Mln di € riguarderà la prima fase della costruzione per una lunghezza di 343 km; il finanziamento globale verrà erogato dalla Banca Mondiale in tre fasi e coprirà una tratta lunga 1.130 km, su una lunghezza totale del corridoio pari a 1.839 km.
Nel dettaglio il progetto permetterà di rendere più rapido ed efficiente il trasporto di prodotti finiti e materie prime tra il Nord dell’India e gli Stati localizzati più ad Est riducendo notevolmente la congestione che caratterizza il sistema ferroviario indiano e, inoltre, diminuendo il tempo di transito dei treni passeggeri sulle tratte ferroviarie Ludhiana – Delhi- Mughal - Sarai.
Il segretario aggiunto del Dipartimento degli affari economici del Ministero delle Finanze ha commentato: “Le ferrovie indiane hanno un urgente bisogno di aggiungere linee di trasporto per soddisfare la crescita del traffico merci in India, il cui ritmo di crescita è stimato al 7% annuo. Corridoi merci specializzati (DFC) non solo soddisferanno la crescente domanda di trasporto, ma contribuiranno anche a decongestionare la già satura rete ferroviaria e promuoveranno lo spostamento del traffico merci dalle strade alla più efficiente linea ferroviaria”. Grazie al corridoio infatti si assisterà ad un incremento della capacità del sistema ferroviario, unitamente ad un miglioramento della qualità del servizio e ad una maggiore capacità di trasporto delle merci.

venerdì 25 novembre 2011

LEGEM

La filiera italiana delle costruzioni si mobilita per la costruzione di una città modello italiana in India.

Dai materiali innovativi per edilizia alle tecnologie di costruzione, dalle soluzioni infrastrutturali per energia e mobilità alla progettazione urbanistica e degli edifici, l’intero settore delle costruzioni italiano si sta attivando al fine di realizzare una città modello in grado di far convivere l’italian style e l’estetica con la sostenibilità ambientale e sociale e la qualità della vita della persona. Il progetto, frutto della collaborazione tra India e Italia e concepito e sostenuto dall’Indo-Italian Club for Infrastructure and Building (IICIB), dalla Indo-Italian Chamber of Commerce and Industry (IICCI) e da Confindustria, con il supporto dell’Ambasciata d’Italia in India, verrà realizzato secondo gli standard qualitativi più elevati, e rappresenterà un simbolo delle competenze italiane nel settore delle costruzioni, dei materiali per edilizia e delle infrastrutture.
LEGEM, l’acronimo di Living Space, Energy, Governance, Environment, Mobility & Network, è stato presentato in occasione della Missione di Sistema che si è tenuta dal 31 ottobre al 3 novembre 2011 a Chennai e Nuova Delhi, ed ha riscontrato molto successo tanto presso il Governo Centrale quanto presso I singoli stati indiani.

giovedì 24 novembre 2011

L’inquinamento atmosferico

L’India si impegna per far fronte al grave problema dell’inquinamento atmosferico.

Se da un lato il Pil è aumentato di quasi tre volte negli ultimi decenni, dall’altro l’inquinamento causato dalle industrie è quadruplicato, mentre quello veicolare è cresciuto di quasi otto volte. Sono questi i gravi problemi che l’India si prepara ad affrontare nei prossimi anni e legati in particolare all’aumento del numero di veicoli, della densità del traffico e dell’industrializzazione.
Il quarto consumatore di energia al mondo ha deciso infatti di intervenire attraverso pesanti investimenti nel settore energetico al fine di ridurre il deficit relativo al fabbisogno energetico e attualmente pari al 10/15% e a diminuire le emissioni inquinanti. In questo contesto sono numerose le opportunità per le imprese italiane, soprattutto nel campo del controllo dell’inquinamento atmosferico, degli apparecchi di monitoraggio della qualità dell’aria delle canne fumarie, delle tecnologie legate al carbone pulito e del controllo del mercurio.
L’Autorità dell’Istituto Nazionale per il Meccanismo di Sviluppo Pulito sta valutando l’approvazione di progetti collegati ai settori dell’efficienza energetica, del cambiamento di combustibile, dei processi industriali, dei rifiuti solidi urbani e dell’energia rinnovabile.

mercoledì 23 novembre 2011

India attratta dall’Italia

Bellezza, stile, design, creatività e Italian Life Style attraggono sempre più la crescente classe media indiana.

Con un popolazione che supera ampiamente il miliardo di persone e una classe media in fase di consolidamento, la domanda interna indiana di prodotti Made in Italy registra una forte impennata merito dell percezione dei consumatori indiani in relazione ai beni provenienti dal Bel Paese.
In generale il Made in Italy è sempre più richiesto dai paesi emergenti avanzati: stando alle previsioni l’export verso questi paesi crescerà ad un tasso annuo superiore al 9%, ovvero di tre punti percentuali in più rispetto alla performance attesa verso i mercati di destinazione più tradizionali.
I rapporti commerciali bilaterali tra Italia e India sono in continua espansione e in questo frangente diventa rilevante anche la percezione del prodotto italiano da parte dei consumatori indiani. È possibile infatti notare una maggiore attenzione prestata dagli indiani per il segmento lusso/moda: stando alle previsioni della Fondazione Altagamma, i marchi italiani di lusso presenti in India dovrebbero passare dagli attuali 30 a circa 200 nell’arco dei prossimi dieci anni. Il prodotto italiano è percepito come sinonimo di qualità e di moda, e per questo motivo risulta essere particolarmente apprezzato dalla fascia alta e medio-alta del mercato.
Le possibilità per il comparto del lusso e della moda Made in Italy sembrano dunque essere molto interessanti, anche se le barriere tariffarie particolarmente elevate (circa il 40% per il segmento lusso) spingono i consumatori indiani ad acquistare i prodotti nelle vicine e più competitive piazze mediorientali (soprattutto Abu Dhabi e Dubai); a questa problematica si aggiungono l’elevato costo degli spazi commerciali e le restrizioni agli investimenti diretti che vietano una partecipazione superiore al 51% per i punti vendita monomarca.

martedì 22 novembre 2011

Nuova autostrada a quattro corsie

La Commissione di Gabinetto per le Infrastrutture ha annunciato la realizzazione di un’autostrada a 4 corsie in Andhra Pradesh.

Nell’ambito dei progetti destinati a migliorare il sistema delle infrastrutture indiane è stato approvato dalla Commissione di Gabinetto per le Infrastrutture il progetto riguardante la realizzazione di una nuova autostrada nazionale a quattro corsie in Andhra Pradesh nel tratto tra la città di Vijayawada e la città portuale di Milichipatnam per un costo complessivo pari a 110 milioni di Euro, di cui 4,5 milioni destinati ad essere impiegati per l’acquisizione del terreno, il risanamento e la fase pre-costruzione. La lunghezza totale del progetto sarà di 64,6 chilometri ed è previsto un periodo di concessione di vent’anni, compresi due anni per la fase di costruzione.
L’autostrada permetterà di collegare le città di Vijayawada e Machilipatnam e quindi di ridurre notevolmente il traffico e il costo del viaggio; inoltre si prevede che i lavori creeranno numerosi posti di lavoro per la popolazione locale durante la fase di implementazione degli stessi.
Un nuovo passo in avanti per un Paese intenzionato a sopperire alle gravi mancanze presenti allo stato attuale nelle infrastrutture.

lunedì 21 novembre 2011

PSA in Gujarat

Produrre 170mila auto l’anno a partire dal 2014: questo è l’obiettivo di Psa in India.

La francese Psa ha inaugurato da poco il cantiere di Sanand nello Stato del Gujarat, un polo produttivo che stando a quanto dichiarato dalla società si prepara a produrre 170mila auto l’anno a partire dal 2014. Il sito produttivo, che si estende su una superficie di 240 ettari e comprende anche una parte destinata ai fornitori, richiederà un investimento nei prossimi due anni pari a 650 milioni di euro e comporterà la creazione di 5.000 posti di lavoro, tanto che lo Stato del Gujarat e Peugeot hanno deciso di dar vita ad un Istituto per lo sviluppo delle competenze sull’automotive. Lo Stato del Gujarat infatti si candida a diventare il nuovo polo automobilistico indiano dopo Pune e Chennai e numerose aziende importanti sono già presenti, come Ford e, secondo indiscrezioni, Suzuki, che sarebbe alla ricerca di un secondo stabilimento oltre a quello di Nuova Delhi.
Il Primo Ministro dello Stato, Shri Narendta Modi, ha dichiarato: “Il Gujarat oggi diventa un polo automobilistico di valenza mondiale, e mi rallegro che Peugeot ne faccia parte”, mentre Vicent Rambaud, direttore generale del Gruppo Psa ha commentato “Psa si espande insieme a voi e metterà a disposizione la sua passione, il suo know how e la sua tecnologia dell’India e di tutti quelli che l’aiuteranno a centrare i traguardi che si è prefissata”.

venerdì 18 novembre 2011

La National Highway Authority

Il settore delle autostrade indiano in piena espansione.

Iniziati alla fine degli anni Novanta per ovviare alla scarsa qualità della manutenzione, i lavori per migliorare la situazione delle autostrade indiane proseguono con l’obiettivo di realizzare e/o riabilitare 54mila chilometri di autostrade per un investimento complessivo di oltre 60 miliardi di dollari. Il programma pluriennale tracciato dal Governo di Nuova Delhi vent’anni fa e denominato National Highways Development Programme (NHDP), mira a sviluppare maggiormente e apportare miglioramenti alle autostrade del Paese asiatico, che presentano un’estensione di 71mila chilometri, dei quali il 20% a quattro corsie, il 50% a due ed infine il 30% a corsia singola.
La realizzazione del piano, affidata alla National Highway Authority of India, un’apposita agenzia, prevede fra l’altro la costruzione di 5.600 chilometri di autostrade a sei corsie, 24.700 chilometri a quattro corsie e il raddoppio di 20mila chilometri a corsia singola.
Si stima che ad oggi siano stati ultimati circa 15.000 chilometri, mentre più di 10mila sarebbero in fase di costruzione. Tra i progetti più rilevanti , il cosiddetto “Quadrilatero d’Oro”, che collega Delhi, Mumbai, Kolkata, Chennai e Bangalore con autostrade a sei corsie.

giovedì 17 novembre 2011

Più progetti in PPP e un nuovo Fondo

Il Governo di Nuova Delhi ha annunciato la creazione di un Fondo per i finanziamenti e l’elaborazione di vari progetti in PPP.

Creata in India un’istituzione preposta a contribuire alla copertura dei prestiti a lungo termine fino al 20% del costo capitale per progetti infrastrutturali, l’India Infrastructure Finance Company. Oltre a questa misura, il Governo Indiano ha dimostrato interesse nella promozione di forme di coordinamento con i Governi dei singoli Stati al fine di favorire il ricorso a formule PPP anche a livello locale e si è impegnato nell’elaborazione di nuovi modelli PPP che rendano i concessionari più responsabili e coinvolti.
Il Ministro per i Trasporti su Strada ha inoltre annunciato che progetti in PPP per la realizzazione di 4.600 km di autostrade per uno stanziamento complessivo di oltre tre miliardi di Euro, sono già stati assegnati nell’anno fiscale corrente, anche se le difficoltà non mancano vista la mancanza di maestranze qualificate, le problematiche relative alla qualità delle opere realizzate, i problemi legati alla sicurezza stradale, gli ostacoli riscontrati nell’acquisizione/espropriazione dei terreni e nella capacità di garantire una manutenzione adeguata.

mercoledì 16 novembre 2011

Australia e India

La Premier australiana Julia Gillard ha annunciato la possibilità di rivedere il divieto di vendere uranio al Subcontinente Indiano.

Dopo il bando deciso nel 1998 dal precedente Governo conservatore di John Howard in seguito ai test atomici militari compiuti dall’India, l’annuncio della leader laburista Julia Gillard intenzionata a ricominciare a vendere uranio al Paese asiatico, suscita non pochi dubbi. L’India, infatti , insieme a Israele e Pakistan, rappresenta uno dei tre Paesi che, pur possedendo armamenti nucleari, non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione e non ha mai consentito l’accesso agli ispettori dell’Agenzia atomica internazionale all’interno dei suoi impianti nucleari.
Stando a quanto affermato dalla Premier australiana, “L’India è uno dei nostri vicini. Da molto tempo è un partner. E’ la più grande democrazia del mondo. Cresce a un tasso dell’8 per cento l’anno. Eppure la trattiamo in modo diverso dagli altri paesi: non vendiamo uranio all’India per scopi pacifici, mentre le nostre linee guida ci consentono di esportare uranio alla Cina, agli Stati Uniti, al Giappone”. Con queste parole la leader laburista ha voluto sottolineare il fatto che è ormai giunto il momento di cambiare direzione e di vendere uranio anche all’India, visto e considerato che l’Australia rappresenta uno dei più grandi produttori mondiali di uranio. La stessa ha aggiunto che “Dobbiamo ovviamente aspettarci dall’India le stesse condizioni che chiediamo agli altri paesi in cui esportiamo uranio – stretto rispetto delle linee guida dell’ Aiea e forti accordi bilaterali di trasparenza che ci forniscano adeguate garanzie sul fatto che il nostro uranio servirà solo per scopi pacifici”.

martedì 15 novembre 2011

I macchinari per l’edilizia

Con una crescita costante nel periodo 2005-2008, l’import indiano di macchinari da costruzione dall’estero attira l’attenzione degli investitori italiani.

Il mercato dei macchinari da costruzione ha raggiunto nel 2011 il valore complessivo di 2,3 miliardi di Euro, destinati a diventare 13 miliardi entro il 2015. Negli ultimi cinque anni l’import di macchinari da costruzione ha subito un’impennata, ed in particolare la domanda si è concentrata e si concentra tuttora sui macchinari per il movimento terra per il 68% e sui macchinari per la movimentazione per il 13%. Se si considera qual è stata la spesa per i macchinari da costruzione rispetto a quanto è stato allocato nel periodo 2007-2012 per i settori costruzione di strade ed energia, è possibile notare che questa ha raggiunto una percentuale notevole: il 21% del totale.
Il mercato è dominato quasi interamente dalle grandi aziende locali, come BEML, JCB India, Action Construction Equipment, TRF, Gujarat Apollo Industries, Eimco Elecon, L&T Komatsu, Mcnally Bharat Engineering e Elecon Engineering, mentre solo il 10% viene generato da imprese che rientrano nel settore non-organizzato.
Dal punto di vista dell’Italia, il Bel Paese rappresenta il primo esportatore in India sia per quanto riguarda le macchine utensili da perforazione, alesatura o fresatura per la rimozione di minerali (con un quota di mercato pari al 23,6%) sia per le livellatrici, regolatrici, escavatori, macchinari per estrazione, alesatrici per terreni o minerali (con una quota del 27,8%).
Un mercato da non perdere di vista per le aziende italiane.

lunedì 14 novembre 2011

Princess Yachts sbarca in India

Con l’obiettivo di costruire cinque nuove navi di lusso in India, la Princess Yachts fa il suo ingresso nel mercato del Paese asiatico.

Azienda leader nella produzione di imbarcazioni e parte del Gruppo Louis Vuitton Moet Hennessey, la Princess Yachts ha annunciato il suo ingresso nel Paese dell’Elefante allo scopo di realizzare cinque nuove navi di lusso nel corso del 2012 il cui costo sarà determinato dalle dimensioni dei mezzi oggetto del piano.
Bill Barrow, manager delle vendite, ha dichiarato che per il successo dell’operazione sarà determinante la collaborazione con Navnit, una compagnia nota per i motori nautici, che permetterà di incrementare fin dall’inizio le cessioni. Lo stesso Barrow non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla questione legata al fatto che la decisione adottata dalla società sia in qualche modo determinata dal fatto che tanto il mercato europeo quanto quello degli Stati Uniti stanno vivendo in questo momento un periodo di forte rallentamento, mentre il mercato indiano risulta essere in piena espansione.
Allo stesso tempo la società, con sede nel Regno Unito, sta pianificando la realizzazione di un’altra imbarcazione di lusso, di dimensioni più piccole rispetto a quelle costruite in India, in modo tale da allargare il numero di possibili acquirenti in tutto il mondo e raggiungere quindi una fascia più ampia del mercato offrendo un prodotto a dei prezzi più contenuti.

venerdì 11 novembre 2011

I rifiuti solidi urbani

Con un tasso di crescita annuo pari al 5%, la generazione di rifiuti solidi urbani e la loro gestione rappresenta una priorità per il Governo Indiano.

Ogni giorno in India si producono 170.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani: un numero destinato a crescere del 5% su base annua. In media gli enti locali investono tra gli 8 e i 25 Euro per le fasi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento di una sola tonnellata e tra le tecnologie più utilizzate tanto per la gestione quanto per lo smaltimento dei rifiuti, si possono considerare la biometanazione, il compostaggio e l’incinerazione di pellet di combustibili derivanti da rifiuti per energia.
Un settore che rappresenta notevoli opportunità per le imprese italiane che si occupano principalmente dello sviluppo di tecnologie, procedimenti e servizi idonei per il processo di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti, oltre che per il loro trattamento e riciclaggio. Al momento i principali problemi sono dovuti alla mancanza di pianificazione e di standard specifici con riguardo alla pulizia stradale, alla mancanza di centri di raccolta, alla presenza di camion aperti a carico manuale, alla quasi totale assenza di una fase di trattamento dei rifiuti prima del loro arrivo in discarica ed infine all’impossibilità di raccogliere i rifiuti prodotti negli slum a causa dell’elevata densità abitativa.
Proprio al fine di ovviare a tali problemi, il Governo di Nuova Delhi ha deciso di stanziare, per il periodo 2007/2012, investimenti per un valore complessivo pari a 350 milioni di Euro.

giovedì 10 novembre 2011

Il settore della meccanica strumentale

Grandi opportunità per le imprese italiane attive nel settore della meccanica strumentale: la crescita di macchine utensili prevista in India si aggira intorno al 10/15%.

Anche se il fabbisogno del Paese dipenderà fortemente dall’espansione e dallo sviluppo dei settori maggiormente coinvolti (automobili, treni, difesa, aerospaziale,…), stando alle stime la domanda indiana di macchine utensili dovrebbe aumentare del 10/15%, per un valore complessivo di 8,300 milioni di Euro.
Un dato sicuramente rilevante tenendo conto del fatto che negli ultimi cinque anni le importazioni indiane legate alla meccanica strumentale sono cresciute del 32%, passando da 4 a 5,3 miliardi di dollari. Scendendo nel dettaglio se paragonati con i dati relativi al biennio 2009-2010, i settori maggiormente coinvolti da questo boom nel periodo 2010-2011 sono stati quelli della lavorazione della ceramica (+170%), della pelletteria e conceria (+63%), dell’industria tessile (+113%) e della stampa e rilegatura (+120%). A tale proposito è opportuno ricordare che l’Italia rappresenta il primo esportatore in India sia per quanto riguarda i macchinari per la pelletteria e conceria (con una quota di mercato pari al 47%), sia per quelli impiegati per la lavorazione della ceramica (44% del mercato) e si posiziona tra i principali esportatori di macchinari per la lavorazione dei metalli (22%).
Al fine di favorire l’espansione dell’Industria Pesante il Governo sta varando misure volte ad eliminare i dazi alle importazioni per prodotti/componenti specifiche, incentivare le joint venture con transfer tecnologico, creare collaborazioni con centri di ricerca stranieri e proporre Partnership Pubblico-Private.

mercoledì 9 novembre 2011

L’India e la trasformazione alimentare

Il Governo indiano annuncia misure volte ad aumentare il livello di trasformazione dei prodotti deperibili dall’attuale 6% al 20%.

L’India rappresenta il primo produttore a livello mondiale di latte (90 milioni di tonnellate all’anno di latticini prodotti), il Paese con il più alto numero di capi di bestiame, il secondo per quanto riguarda la produzione di frutta e verdura e uno dei primi cinque produttori al mondo per riso, tè, caffè, tabacco, spezie e zucchero.
Proprio per questo motivo e alla luce del fatto che il settore agricolo, pur impiegando circa il 60% della forza lavoro indiana, costituisce solo il 16% del Pil del Paese, il Governo di Nuova Delhi ha annunciato l’adozione di politiche volte ad aumentare il livello di trasformazione dei prodotti deperibili, ad innalzare il valore aggiunto dall’attuale 20 al 35% con l’obiettivo di passare dall’1,6% al 3% della quota di mercato globale.
Nel dettaglio, allo stato attuale, il Paese asiatico trasforma solo il 6% del pollame, il 2,2% della produzione di frutta e verdura, il 20% della carne di bufalo, il 26% dei prodotti ittici e il 35% della produzione di latte con una conseguente perdita annuale a livello di prodotti pari a 10 miliardi. I problemi principali sono dovuti all’inefficienza della supply chain, alle carenze a livello infrastrutturale e tecnologico e all’arretratezza dei sistemi di immagazzinamento e di attrezzature per la catena del freddo.
Tra le misure che verranno introdotte dal Governo rientrano esenzioni e riduzioni delle imposte doganali e delle accise su alcune categorie di prodotti, l’istituzione di trenta Zone Economiche Speciali dedicate alla trasformazione alimentare e la creazione di un “Food-Park” all’interno di ciascuno Stato.
Un impegno significativo visto e considerato che, stando alle previsioni, il settore della trasformazione alimentare crescerà nei prossimi tre anni fino a raggiungere i 220 miliardi di euro.

martedì 8 novembre 2011

IDE per 60 miliardi di Euro

Da una ricerca condotta da Morgan Stanley si stima che nei prossimi 1-2 anni il Subcontinente Indiano attirerà IDE per un valore complessivo pari a 60 miliardi di Euro.

Secondo quanto riportato all’interno di un report realizzato da Morgan Stanley, il valore complessivo degli Investimenti Diretti Esteri in India potrebbe raggiungere il traguardo dei sessanta miliardi di euro entro il 2014. Si tratta di una cifra emersa da un sondaggio realizzato dalla stessa Morgan Stanley grazie alla collaborazione di oltre 1.700 aziende internazionali: stando alle dichiarazioni fornite, il 20% delle società intervistate ha già investito nel Subcontinente indiano circa 60 miliardi di Euro, ovvero il 53% degli IDE totali registrati nel Paese. L’analisi ha altresì rivelato che 59 nuove aziende starebbero progettando di effettuare nuovi investimenti nel Paese dell’Elefante, mentre 67 compagnie già attive nel Paese con importanti operazioni non avrebbero più intenzione di investire in India.
Secondo Ridham Desal, Direttore di India Research presso Morgan Stanley, “I risultati della ricerca dimostrano che aziende internazionali considerano il mercato indiano come ricco di opportunità, e la loro volontà di investimento verso l’India sta aumentando , nonostante esistano ancora percezioni negative rispetto alle difficoltà nelle infrastrutture”.
Se si considera che negli ultimi due anni il totale degli Investimenti Diretti Esteri in India ha raggiunto la soglia dei 35 miliardi di Euro, le previsioni pubblicate da Morgan Stanley potrebbero rivelarsi estremamente importanti per l’economia indiana e per l’intero assetto economico internazionale.

lunedì 7 novembre 2011

L’Italia mira alle infrastrutture indiane

Alla luce del piano infrastrutturale da 1.018 miliardi di dollari, anche l’Italia focalizza la propria attenzione sulle enormi possibilità offerte dal megapiano di modernizzazione annunciato dal Governo di Nuova Delhi.

Il piano di infrastrutture annunciato dal Governo indiano in programma per il quinquennio 2012-2017, che prevede investimenti pari a 1.018 miliardi di dollari, cattura l’attenzione degli imprenditori italiani visto che si stima una crescita dal 40 al 50% della percentuale di spesa affidata al settore privato. Stando alle parole di Cesare Trevisani, vicepresidente di Confindustria per le Infrastrutture, “Bisogna approfittare della situazione e sperare che il sistema finanziario ci assista in un momento difficile per l’eurozona”; se infatti nel corso dell’ultimo decennio il Subcontinente Indiano si è dotato di infrastrutture di bassa qualità, la decisione intrapresa da Nuova Delhi apre la strada ad un salto di qualità nelle costruzioni che verranno realizzate e in quelle già esistenti offrendo numerose opportunità alle imprese italiane intenzionate a sfruttarle. Sempre secondo Trevisani, “Sistemi produttivi, gestione del traffico e dei rifiuti, potabilizzazione dell’acqua sono settori che contribuiscono alla maggiore qualità infrastrutturale e dei quali in India c’è grande bisogno”. Oltre alla volontà di creare un collegamento tra il mondo imprenditoriale italiano e il bisogno indiano nel settore delle costruzioni, nella lista delle collaborazioni da discutere appaiono inoltre il progetto per la costruzione di una città ideale ecosostenibile e un miglior rapporto tra le università del Subcontinente e quelle del Bel Paese con l’obiettivo di sviluppare idee nel campo della mobilità e delle infrastrutture urbanistiche.

venerdì 4 novembre 2011

Rinnovabili: investimenti per 260 milioni di euro

Merito delle recenti politiche portate avanti dal Governo indiano, gli investimenti in tecnologia toccano quota 260 milioni di euro nel trimestre luglio-settembre 2011.

Le politiche e gli incentivi promossi dal Governo di Nuova Delhi rivelano ancora una volta la volontà espressa in più occasioni di favorire lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale. Stando ai dati forniti da Venture Intelligence, un servizio di ricerca specializzato in private equity, acquisizioni e fusioni, nel corso degli ultimi mesi il numero di investimenti rivolti al settore delle tecnologie pulite ha subito un’impennata: nel dettaglio, se si considera il trimestre Gennaio-Marzo 2011 sono stati cinque gli accordi siglati in tale contesto, da Aprile a Giugno dieci e, infine, da Luglio a Settembre quattordici. Con particolare riferimento a quest’ultimo periodo, il valore complessivo degli investimenti ha sfiorato i 260 milioni di euro, contro i 126 registrati nello stesso arco temporale l’anno scorso.
Tra le operazioni più importanti si possono considerare la joint venture tra la Suryachakra Power Corporation, American Bio Fonti Inc e Environmental Energy Finance Corporation Inc. USA, con l’obiettivo di sviluppare progetti di energia rinnovabile in India per 500 MW, gli investimenti di Goldman Sachs nello start-up di ReNew Wind Power per 146 milioni di euro, di Clean Energy, IDFC Project Equity e Baring India.

giovedì 3 novembre 2011

L’ICRA pubblica i dati relativi al mercato del pollame indiano

Con un tasso di crescita annuo dell’8/10% registrato negli ultimi dieci anni, l’industria indiana del pollame continua a crescere a ritmi straordinari.

Stando ai dati contenuti all’interno del nuovo report pubblicato dall’Investment Information and Credit Rating Agency of India Limited (ICRA), il Subcontinente Indiano rappresenta ormai il quarto produttore di carne di pollo a livello mondiale (con una produzione di 2,9 milioni di tonnellate all’anno) e il terzo per la produzione di uova (pari a 57 miliardi di unità annue) preceduto da Stati Uniti e Cina. Se si osserva infatti l’evoluzione dell’industria indiana del pollame, è possibile notare come questa nell’arco degli ultimi vent’anni, si sia trasformata da un’attività secondaria ed arretrata, ad un mercato con un valore di 6,7 miliardi di euro grazie alla presenza di importanti operatori che si sono dimostrati capaci di implementare con successo l’avicoltura su larga scala.
Anche se la produzione indiana resta ancora piuttosto circoscritta alla parte meridionale del Paese e al nord dello Stato del Maharastra, anche altri Stati hanno cominciato ad investire nel settore alla luce dell’aumento del 15% registrato negli ultimi tre anni dal settore del pollame indiano e una previsione di crescita nel medio-lungo termine del 15/18% per quanto riguarda la domanda di carne di pollo e del 5/7% della domanda di uova da tavola.

mercoledì 2 novembre 2011

Interscambio Italia-India: da 7,2 a 15 mld entro il 2015

Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, nel corso della prima giornata della 4a missione imprenditoriale in India, ha annunciato l’obiettivo di incrementare l’interscambio tra i due Paesi.

Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, durante il primo giorno della 4a Missione Economica italiana in India (31 ottobre - 3 novembre) organizzata dal suo ministero e da quello degli Affari esteri, con Confindustria, Abi e Unioncamere, ha reso noto l’intento di portare l’interscambio tra l’Italia e il Subcontinente dagli attuali 7,2 miliardi di euro a 15 entro il 2015.
Sono già 400 le imprese italiane che operano in India in settori quali l’automotive, la moda, l’energia e l’elettronica. Tuttavia, Romani ha sostenuto che esistono le basi per una più intensa collaborazione tra i due Paesi, i quali, anche se su scale diverse, condividono la stessa struttura produttiva. Inoltre, il ministro ha dichiarato: “la differenza tra Est e Ovest è scomparsa e l’India non può più essere considerato un Paese di delocalizzazione ma un partner industrializzato, la nona economia mondiale che aspira a diventare la terza nel 2020, la seconda nel 2050”.
Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria, ha affermato che la vera sfida per le Pmi italiane consiste nell’iniziare a produrre per vendere sul mercato locale, i cui consumi rappresentano il 64% del Pil nazionale, “quando poi le barriere tariffarie e non tariffarie diminuiranno e si alzerà il livello di qualità richiesto sui prodotti e anche il reddito dei possibili consumatori, allora si apriranno le porte per il vero made in Italy”.
Zegna ha poi ricordato che è necessario capire quali sono i settori sui quali è possibile essere competitivi, quest’ultima missione è infatti focalizzata su pochi settori specifici: automotive, energie rinnovabili, infrastrutture e meccanica (voce principale dell’export italiano verso il Subcontinente).

lunedì 31 ottobre 2011

India: venduti 150 mld di rupie in bond

 Il Ministero delle Finanze indiano ha venduto 150 miliardi di rupie in titoli obbligazionari.

Il Ministero delle Finanze di New Delhi ha venduto 150 miliardi di rupie in titoli obbligazionari. I prodotti finanziari in questione presentano scadenze differenti: come precisato dalla Banca Centrale indiana, sono ricompresi titoli che matureranno nel 2017, nel 2022, nel 2027 e persino nel 2040. Quaranta miliardi del totale riguarderà i bond a sei anni e con un rendimento del 7,99%; altri sessanta miliardi, invece, sono stati riservati alla scadenza a undici anni con un ritorno economico superiore a quello precedente (8,95%), venti miliardi di rupie riguarderanno i bond a sedici anni (8,97%) e i restanti trenta miliardi quelli trentennali (8,98%).
Gli analisti ricordano che il declino delle obbligazioni decennali, che hanno subito il peggior ribasso delle ultime tre settimane, è stato provocato dalla speculazione sul debito del governo relativo a questo anno fiscale: un vero e proprio deterrente per i possibili sottoscrittori, i quali hanno deciso di non azzardare un rischio troppo alto, temendo un fallimento. Inoltre, le percentuali viste in precedenza sono aumentate come non accadeva dal 2008; la stessa Reserve Bank of India, infatti, è stata costretta a innalzare il tasso di interesse per la tredicesima volta negli ultimi diciannove mesi, una media che è indubbiamente eccessiva. Gli esperti, pertanto, prevedono che le vendite di tali prodotti finanziari non saranno molto positive.

venerdì 28 ottobre 2011

L’India ha il più alto tasso di natalità

Secondo le proiezioni del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) il nostro pianeta sarà popolato da 7 miliardi di persone. L’India il Paese con il più alto tasso di natalità.

Il 31 ottobre la popolazione mondiale sarà costituita dal doppio del numero di persone che vivevano sulla terra solo 50 anni fa. L’India, che conta 51 parti al minuto, è il Paese con il tasso di natalità più alto al mondo. Il “Baby 7 miliardi” nascerà in un villaggio dell’Uttar Pradesh, come ha stabilito la Plan India, ong che fa capo alla Plan International - organizzazione che si occupa di diritti dell’infanzia - e che per la celebrazione della nascita simbolica ha scelto una femmina e un ospedale nei pressi di Lucknow per ricordare che l’Uttar Pradesh, la cui popolazione equivale a quella del Brasile, si caratterizza per il crescente divario tra femmine e maschi: vi si registra infatti una mortalità pari a 899 femmine su 1000 maschi tra zero e sei anni.
Secondo le previsioni del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) entro la fine del secolo l’aumento della popolazione subirà un’ulteriore accelerazione e raggiungerà quota 16 milioni entro il 2100. La maggior concentrazione di persone si registrerà nelle città che stanno assumendo le dimensioni di veri e propri Stati. Se nel 2050 le città che superavano i 10 milioni di abitanti erano soltanto Londra e New York, raggiunte nel 1975 da Shanghai e Mexico City, nel 2008 erano già 27 e si prevede che nel 2015 saranno quasi 40. Nelle prime 10 posizioni delle città più affollate si trovano 2 città indiane, Delhi e Mumbai, l’elenco include poi Ganngzhou, Seoul, Shanghai, Città del Messico, New York, San Paolo, Manila, mentre la più affollata in assoluto è Tokyo, con 34.400.000 persone.

giovedì 27 ottobre 2011

Il real estate indiano rimane elastico

Il settore immobiliare residenziale del Subcontinente rimane elastico, nonostante il rallentamento della crescita dell’economia indiana e il costo più elevato per la richiesta di prestito.

I dati relativi al settore immobiliare indiano, forniti dall’analisi della Royal Institution of Chartered Surveyors (RICS) - la più grande organizzazione mondiale di professionisti che operano nel settore della gestione immobiliare e patrimoniale, della valorizzazione del territorio, della costruzione e delle problematiche ambientali correlate - indicano che quest’ultimo rimane elastico, nonostante il ritmo della crescita economica si sia abbassato anche per il Subcontinente e a dispetto del costo più elevato della richiesta di prestito. Per il settore residenziale, continua ad aumentare la crescita del credito; l’unico segnale negativo, per i costruttori, riguarda il numero delle nuove costruzioni, che registra un decremento.
Anche nel mercato degli uffici la domanda di spazi rimane solida e si rafforza la crescita degli affitti: secondo i dati della JLL - società di consulenza professionale e finanziaria specializzata in servizi immobiliari - quasi tutte le grandi città hanno visto un aumento degli affitti di circa il 2% nel terzo trimestre, mentre Delhi è rimasta stabile.
L’unico rischio è rappresentato dalla politica monetaria di New Delhi che, con la linea dei continui rialzi dei tassi adottata per contenere le pressioni inflazionistiche, potrebbe rallentare l’attuale andamento del real estate indiano.

mercoledì 26 ottobre 2011

India, ancora un rialzo dei tassi di interesse

La Reserve Bank of India interviene nuovamente sui tassi di interesse: si tratta del 13° rialzo da inizio 2010.

Al fine di frenare l’inflazione - sempre intorno al 10% - la banca centrale indiana (Reserve Bank of India) ieri ha alzato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale: il tasso repo - il tasso al quale la Reserve Bank presta denaro alle banche commerciali, passa così dall’8,25% all’8,5%, mentre il reverse repo - il tasso che le banche ricevono quanto depositano presso la banca centrale - passa dal 7,25% al 7,5%. L’istituto indiano ha già rialzato i tassi per 13 volte consecutive a partire dal marzo 2010.
La banca centrale ha inoltre abbassato le stime relative alla crescita del Subcontinente attese per l’esercizio fiscale in corso: l’istituto prevede che il Pil indiano raggiungerà il 7,6% (in calo rispetto alla precedente stima dell’8%) e l’inflazione - anche grazie ai numerosi interventi di politica monetaria - scenderà ulteriormente a partire da dicembre, con un rallentamento al 7% entro il 31 marzo prossimo.
La Reserve Bank of India ha infine deciso di liberalizzare, con effetto immediato, il tasso sui depositi delle casse di risparmio che verrà quindi stabilito da ogni singola banca, tuttavia il tasso dovrà essere uniforme sui depositi fino a 100.000 rupie.
L’annuncio della banca centrale indiana ha subito avuto ripercussioni sui rendimenti dei titoli di stato indiani con il decennale che è sceso all’8,69%, circa 12 punti base in meno rispetto alle rilevazioni precedenti: si tratta del valore più basso dallo scorso 5 ottobre e del maggior calo giornaliero dal dicembre 2010.

lunedì 24 ottobre 2011

Gli ostacoli del Gran Premio F1 in India

Il 30 ottobre si terrà il primo Gran Premio di Formula 1 in India: il gruppo privato proprietario del nuovo circuito, Jaypee, è allarmato dalla protesta dei contadini, dal rigido sistema fiscale indiano e dalle difficoltà relative allo sviluppo di utili dal progetto F1.

Il Buddh International Circuit, sede della prossima - la prima in India - gara di Formula 1, è stato costruito nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, nella zona di Greater Noida. Per la realizzazione di tale circuito, il Governo aveva stabilito l’esproprio delle terre agricole per un totale di 350 ettari di terreno: gruppi di agricoltori locali, non soddisfatti dalla remunerazione loro destinata per l’esproprio, hanno dichiarato di voler ostacolare il regolare svolgimento della corsa, impedendo l’ingresso delle macchine in pista in segno di protesta. I contadini - che accusano al gruppo privato Jaypee, proprietario del circuito e organizzatore della corsa, di aver “sprecato” l’area per il circuito a scapito dell’installazione di altre industrie o attività più utili alla gente del posto - chiedono anche l’apertura di una strada che consenta l’agevole spostamento tra i vari villaggi della zona, che risulterebbe compromesso dal circuito.
Sebbene le autorità locali si mostrino ottimiste o rassicuranti circa la buona riuscita dell’evento, Jaypee - che vi ha investito circa 400 milioni di dollari - è in apprensione anche a causa del rigido sistema fiscale indiano: nonostante il gruppo avesse aveva spinto affinché l’area del circuito fosse duty free, le autorità avevano ipotizzati la richiesta alle singole squadre di una quota degli introiti - sotto forma di tassazione sui beni di lusso importati e sugli eventi d’intrattenimento - che la Jaypee si era offerta di pagare, eventualmente, di tasca propria. Il governo aveva poi stabilito che non erano dovute tasse per disputare il Gran Premio, ma la Corte Suprema indiana, infine, ha chiesto chiarimenti per la speciale esenzione fiscale riservata agli organizzatori ritenendola non necessaria.
Inoltre, il gruppo Jaypee è incerto sulla possibilità di sviluppare utili dal progetto F1: si prevede che, nonostante l’iniziale proposito di raggiungere un introito di 170 milioni di euro e occupazione per 10.000 persone, le prime edizioni possano essere invece caratterizzate da forti perdite, come è avvenuto in Corea del Sud.
Portare avanti il progetto F1 rappresenta quindi una sfida molto impegnativa per Jaypee, che dovrà riuscire a far fronte alle proteste dei contadini, alle rigide imposizioni della Corte Suprema e ai possibili problemi di natura economica.

venerdì 21 ottobre 2011

India e Cina si contendono l’uranio kazako

I Paesi in via di sviluppo, nonostante la catastrofe di Fukushima, continuano a considerare necessario il ricorso all’energia nucleare: India e Cina sono i paesi asiatici più energivori.

In occasione del recente raduno annuale dell'AIEA, l'India ha ribadito i propri progetti futuri circa l’approvvigionamento energetico: Sirkumar Banerjee, il presidente della Commissione per l'energia atomica dell'India, ha dichiarato che “il ruolo del nucleare come fonte sicura, pulita e sostenibile per soddisfare le esigenze energetiche, nonché per affrontare adeguatamente i problemi del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, non può essere compromesso. Questo è tanto più vero per le economie emergenti, che mirano a fornire una migliore qualità della vita per i propri cittadini”.
L’India, dove il nucleare è la quarta fonte di energia elettrica, dispone di 20 reattori dislocati in sei centrali nucleari, per una potenza generata di 4.780 megawatt; sono in costruzione altre cinque centrali: New Delhi intende arrivare generare 64.000 megawatt entro il 2032. Tuttavia, le riserve domestiche di uranio non bastano a sostenere tale incremento di energia, così il Subcontinente è costretto ad avvalersi del supporto dalle importazioni estere. Il principale fornitore, nel corso degli anni Novanta, è stata la Russia, ma in seguito al calo dell'estrazione in quest’ultima, l'India ha stretto numerosi accordi bilaterali in materia di cooperazione sul nucleare civile e sulle tecnologie energetiche con altri Stati (Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Corea del Sud). Nel 2009 ha avuto inizio la partnership intrapresa con il Kazakistan, rafforzata da un accordo intergovernativo sottoscritto lo scorso 16 aprile 2011: i due Paesi hanno intrapreso una salda cooperazione in tema di energia atomica per usi civili, che prevede una fornitura di combustibile (2.100 tonnellate entro il 2014), la costruzione e gestione comune di centrali nucleari, una joint venture per l'esplorazione e l'estrazione di giacimenti di uranio, lo scambio di informazioni scientifiche e di ricerca.
Anche la Cina è interessata alle riserve kazake e, al fine di assicurarsi la maggiore quantità possibile di uranio, ha stretto corposi accordi con Astana a scapito degli altri grandi acquirenti del combustibile, Russia e, per l’appunto, India. Tra il Dragone e il Sucontinente è ormai in atto una corsa a due: i Paesi più energivori del continente ambiscono entrambi all’indipendenza energetica e avvertono la necessità di assicurare sempre maggiori fonti per alimentare la loro economia.

mercoledì 19 ottobre 2011

La prossima missione in India: “più pragmatica”

Dal 31 ottobre al 3 novembre si svolgerà la missione imprenditoriale in India, organizzata da Confindustria, Abi ed ex Ice con il supporto dei ministeri dello Sviluppo e degli Affari Esteri.

Nel corso della tavola rotonda organizzata dal gruppo parlamentare di amicizia Italia-India e dall’associazione Italia-India tenutasi ieri, è emerso che il Subcontinente, per le imprese italiane, rappresenta il Paese delle grandi opportunità. L’India, che ora si trova in una fase di grande espansione, registra infatti ritmi di crescita molto elevati (sopra l’8%) e completamente estranei ai parametri europei. In occasione della tavola rotonda è stata presentata anche la missione imprenditoriale in India, in programma dal 31 ottobre al 3 novembre, e organizzata da Confindustria, Abi ed ex Ice con il supporto dei ministeri dello Sviluppo e degli Affari Esteri. A tal riguardo, Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione, ha dichiarato che la prossima sarà una missione più pragmatica: “Non si tratterà di una missione di sistema, come ce ne sono state molte in passato. Abbiamo cambiato approccio: sarà una “missione chirurgica” e più pragmatica che arriva dopo le due di settore, quella di marzo sulle infrastrutture e quella di aprile sull’automotive. Settori che torneranno anche a fine mese insieme alla meccanica e alle nuove energie”. In particolare, Mauro Moretti, ad delle Ferrovie dello Stato, ha parlato dei progetti relativi al comparto ferroviario nel Subcontinente: “Siamo molto interessati ai progetti di sviluppo in India, che ha un piano di sviluppo delle ferrovie da 70 miliardi con 25mila chilometri di ferrovie e sei linee dell’Alta velocità”.
Infine, Giuseppe Campanella, presidente di Fondamenta e Futura e Invest, ha discusso dell’importanza del private equity, quale strumento indispensabile per colmare aladistanza tra grandi e piccole società: per avere successo in un mercato come quello indiano, come ha affermato anche Moretti, il Belpaese deve cambiare strategia e puntare su grandi campioni nazionali in grado di proporre un sistema “chiuso e compiuto” che trascini con sé le aziende più piccole.

martedì 18 ottobre 2011

In India cresce la popolazione urbana

In India, come è avvenuto in Cina, i contadini hanno iniziato a lasciare i villaggi per sfruttare le opportunità offerte dai centri urbani e migliorare così il loro futuro.

Anche in India si sta assistendo al fenomeno dell’esodo verso le città: i contadini - consci delle scarse prospettive per il futuro offerte dalle campagne indiane - hanno iniziato ad abbandonare i villaggi d’origine per approdare nei centri urbani più vicini e cercare di migliorare il loro status.
Dal censimento del 2011 è emerso che la popolazione urbana, nell’ultimo decennio, è aumentata in maggior misura rispetto a quanto è avvenuto nelle zone rurali: nel Subcontinente un incremento urbano superiore a quello rurale non si registrava dal 1921, quando gli indiani delle campagne erano stati decimati dall’epidemia di influenza che colpì l’India nel 1918. Come spiega il giornalista P Sainath, oggi sono altre le ragioni, comunque gravi, che spingono i contadini a migrare verso le città: “tra il 1995 e il 2009 più di 240.000 agricoltori indiani si sono suicidati perché logorati dai debiti accumulati e dagli usurai. E visto che i redditi agricoli continuano a diminuire, sempre più contadini si trasferiscono in città per cercare di costruirsi un futuro migliore”. Tuttavia, osservando che la maggior parte dei contadini continua a spostarsi da un luogo all’altro senza riuscire a trovare un’occupazione e a stabilizzarsi quindi in un luogo preciso, il giornalista non si dichiara molto ottimista: anche i centri urbani non hanno molto da offrire a persone che parlano a stento la lingua locale e che, non conoscendo la complessità delle città, non sempre riescono a gestire le difficoltà che il loro trasferimento può comportare.
Sono più del 31% gli indiani che oggi vivono in città, il 4% in più rispetto al 2001; il Paese sta crescendo rapidamente ed è inevitabile che aumenti anche la popolazione urbana. Tuttavia, alcuni economisti sostengono che questa emigrazione interna sia destinata ad arrestarsi, in quanto i centri urbani del Subcontinente non sono in grado di accogliere tante persone al contempo, perché mancano le strutture idonee e i posti di lavoro: condizioni indispensabili per evitare che tanti immigrati scontenti possano, a lungo andare, mettere a repentaglio la sicurezza delle città.

lunedì 17 ottobre 2011

L’India Day

Ieri si è concluso a Milano lo Yoga Festival, dal 28 al 30 ottobre si terrà a Carrara il Festival dell’Oriente e domani a Roma, presso la Camera dei Deputati, avrà luogo l’India Day.

In questo periodo sono molti gli eventi dedicati alle culture asiatiche e, tra questi, alcuni specifici sull’India: ne è un esempio l’ India Day: politics, business, art, culture, che si terrà domani, martedì 18 ottobre, presso la Camera dei Deputati. L’evento - la prima giornata dedicata alle relazioni tra Italia e India - è promosso dal Gruppo Parlamentare di Amicizia Italia-India e dall’Associazione Italia-India e si propone di favorire e sviluppare le relazioni economiche, politiche e culturali tra i due Paesi.
Alla sessione mattutina, dedicata a Politica e Business, parteciperanno, tra gli altri: l’On. Franco Frattini, Ministro degli Esteri, l’On. Sandro Gozi, Presidente del Gruppo Parlamentare di amicizia Italia-India e Capogruppo del PD in Commissione Politiche Comunitarie della Camera, l’On. Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, Sua Eccellenza Shri Debabrata Saha, Ambasciatore dell’India in Italia, Mauro Moretti, AD Ferrovie e Massimo Sarmi, AD Poste Italiane.
Il pomeriggio, dedicato a Arte e Cultura, sarà focalizzato sulle “contaminazioni”, intese come dialogo e reciproche influenze tra Italia e - più i generale Occidente - e India, presenti nelle diverse forme delle arti: cinema, letteratura e poesia (in quest’ambito è previsto anche un tributo a Tagore), società e globalizzazione culturale, arte contemporanea. Quello relativo all’arte contemporanea sarà l’ultimo intervento e si svolgerà MAXXI, il Museo di arte contemporanea di Roma, che in questo momento rappresenta l'arte contemporanea in Europa e ospita la mostra India Highway, attualmente la più grande mostra di Arte Contemporanea indiana al mondo.

venerdì 14 ottobre 2011

Le pillole contaminate provenienti da India e Cina

La denuncia di Aschifarma: alcuni prodotti farmaceutici contengono principi attivi “contaminati”, provenienti soprattutto dai Paesi asiatici, dove il massimo del controllo consiste nelle autocertificazioni di chi li smercia.

Secondo Aschifarma (Federchimica) - l’associazione nazionale dei produttori italiani dei principi attivi - la maggior parte dei prodotti che circolano nelle farmacie di tutta Europa, contengono principi attivi acquistati a prezzi esigui da Paesi che, come India e Cina, non offrono nessuna garanzia di sicurezza e dove l’unica forma di controllo consiste nell’autocertificazione da parte di chi li smercia. Anche i medicinali prodotti dalla grande industria, regolarmente autorizzati dalle autorità competenti, conterrebbero principi attivi “contaminati”: la corsa al ribasso dei prezzi dei medicinali “fuori brevetto” ha aperto le porte al mercato dei farmaci pericolosi, infatti, come spiega Gian Mario Boccalini - Presidente di Aschifarma - il fenomeno è più diffuso tra i farmaci generici. Tuttavia, il pericolo riguarda anche tutti i medicinali fuori brevetto, inclusi quelli “griffati”. Boccalini inoltre ha precisato: “Il mercato europeo è invaso per circa il 70% da principi attivi che provengono da nazioni come Cina ed India, dove gli impianti sono lontani dal controllo delle autorità europee. Non è azzardato ritenere che oltre il 10% dei farmaci in vendita sia composto da sostanze contaminate o comunque non pure”.
La questione dei farmaci pericolosi si era già posta in precedenza: nel 2008, l’eparina «cinese», un anticoagulante contaminato, provocò la morte di 149 persone solo negli Stati Uniti; di recente, in Germania sono stati ritirati grandi quantitativi di gentamicina, principio attivo di un noto antibiotico; nel Belpaese, i nuclei antisofisticazione dei carabinieri hanno sequestrato partite di mesalazina, un diffuso antinfiammatorio intestinale, anche in questo caso adulterate. Come ha spiegato il comandante dei Nas, Cosimo Piccino, il problema è che quello dei principi farmaceutici è diventato un business estremamente redditizio: “Un euro di cocaina rende 16 euro, investire 60 euro in principi attivi ne frutta 150 mila”. Per arginare il fenomeno i Nas chiedono di poter costituire un apposito corpo speciale. Inoltre, il 28 ottobre a Bruxelles, i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa sono chiamati ad esprimersi circa il Piano «Medicrime», atto a punire penalmente chi produce molecole farmaceutiche artefatte.

giovedì 13 ottobre 2011

Skoda Rapid, la berlina compatta per l’India

Skoda ha ufficialmente dato il via alla produzione della Rapid, la nuova berlina compatta che è stata sviluppata in base alle esigenze del mercato indiano.

Entro la fine di quest’anno, in India debutterà la Skoda Rapid, la nuova berlina compatta che verrà prodotta nello stabilimento di Pune. Il nuovo modello è stato sviluppato in base alle esigenze del mercato indiano ma è destinato a essere commercializzato anche in altri mercati emergenti, come Cina e Russia.
Tra gennaio e settembre, le vendite dell’altro modello assemblato a Pune, la Fabia (attiva già dal 2001 in India), hanno segnato un incremento del 50% circa: attraverso il lancio della Rapid, la Casa automobilistica ceca getta le basi per migliorare il proprio posizionamento nel Paese asiatico. Inoltre, il nuovo modello rivestirà un ruolo importante nel la strategia di crescita della Skoda, che punta all’incremento delle vendite anche a livello mondiale.
La Rapid – 439 cm di lunghezza, 170 cm di larghezza e 147 cm di altezza – si colloca tra la Fabia e la Laura, versione indiana della Octavia, ed è caratterizzata da un design piacevole, tecnologia avanzata, equipaggiamenti di sicurezza appropriati e un bagagliaio che ha una capacità standard di 500 litri. Sul mercato locale la vettura sarà proposta con i motori 1.6 MPI a benzina e 1.6 TDI diesel common rail, entrambi da 105 CV di potenza e disponibili sia con il cambio manuale, sia con quello automatico.
Il presidente della Skoda, Winfried Vahland, afferma che il lancio della nuova vettura in India rende manifesto quanto il Paese sia considerato importante per l’azienda: “Vogliamo crescere in tutto il mondo nei prossimi anni e, per farlo, dobbiamo aumentare le nostre attività al di fuori del Vecchio Continente. In quest'ottica, l'India recita un ruolo da protagonista perché, insieme a Cina e Russia, è tra i mercati che possiedono le maggiori potenzialità”.

mercoledì 12 ottobre 2011

L’India risente dei rialzi del costo del denaro

Nel secondo trimestre 2011 il PIL indiano ha segnato un incremento del 7,7%: il più basso degli ultimi 18 mesi.

La Banca centrale indiana, per far fronte all'inflazione - che, in un Paese in cui il PIL annuo pro-capite medio si aggira ancora intorno ai 1000 dollari o poco più, ha costi sociali particolarmente elevati – da marzo 2010 ha operato 11 rialzi del costo del danaro. Ora, l'effetto di tali provvedimenti comincia a gravare sul Paese: si registra infatti un rallentamento dell'industria manifatturiera e una contrazione dei consumi, che, rispetto all’incremento dell’8% segnato primo trimestre del 2011, sono cresciuti del 6,3% nel secondo. Inoltre, l'Ufficio Centrale di Statistica rivela che il PIL indiano è cresciuto del 7,7% nel secondo trimestre di quest’anno: si tratta dell’incremento più lieve degli ultimi 18 mesi.
Il peso della politica monetaria fortemente restrittiva adottata dalla Reserve Bank of India, è maggiormente avvertito dai settori sensibili agli andamenti dei tassi d'interesse, come l'industria dell'auto che, negli ultimi mesi, ha registrato un brusco calo di domanda, dopo anni di vendite record.
Il quadro complessivo, continua comunque a essere caratterizzato da un trend espansivo. A tal riguardo va considerata la ripresa degli investimenti: dal deludente + 0,4% annuo del primo trimestre, si è passati al +7,9% del secondo e continua a costituire un fattore trainante della domanda anche il settore infrastrutture, i cui comparti collegati - come l'industria cementiera e quella elettrica - hanno segnato una crescita del 7,8%. Inoltre, sebbene con tassi di sviluppo più contenuti rispetto al 2010, anche il settore agricolo e quello dei servizi presentano prospettive positive.
Secondo il recente Rapporto annuale di Reserve Bank of India, il tasso di crescita del PIL nell'anno fiscale 2011/2012 dovrebbe attestarsi intorno all'8-8,2 per cento. Il tasso di inflazione continuerà ad essere elevato ma negli ultimi mesi dell'anno scenderà a livelli più moderati.
Il documento di riferimento sul medio periodo è il dodicesimo Piano Quinquennale, che, per il quinquennio 2012-2017, prevede una crescita economica del 9%, mentre l'inflazione dovrebbe attestarsi al 5% e il deficit fiscale scendere al 3% del PIL. Tuttavia, la crescita economica prevista potrà effettivamente realizzarsi solo se saranno messe in atto le riforme attualmente in discussione al Parlamento: relative al settore fiscale, a quello delle assicurazioni, a quello bancario e alle acquisizione dei terreni.

martedì 11 ottobre 2011

Aakash: il pc “made in India” da 35 dollari

Il governo indiano ha sovvenzionato l’Aakash tablet pc, il computer più economico al mondo.

In questi giorni è stato lanciato l’Aakash tablet pc, che viene prodotto in India e - pur essendo dotato di: sistema operativo Android 2.2 Froyo, display da 7 pollici con una risoluzione di 800 x 480 pixel,  memoria RAM da 256 MB, memoria di storage interna a 2GB, hard disk da 32 GB espandibile, 2 porte USB e connessioni di rete Wi-Fi, 3G e GPRS - viene distribuito ad un prezzo molto basso grazie ad una sovvenzione statale che lo riduce del 50%. Il basso costo del prodotto è determinato da una campagna promossa dal governo indiano che intende far aumentare la diffusione di internet nel paese: in India il World Wide Web è ancora considerato un strumento di nicchia, di cui si avvale solo l'8% della popolazione.
Le tariffe previste per questo tablet pc - il più economico al mondo e della storia - sono effettivamente “stracciate” e sono 2: la prima, riservata al pubblico in generale, prevede un costo di 2.999 rupie (60 dollari circa); la seconda, dedicata invece agli studenti indiani, prevede un costo di 1.750 rupie (circa 35 dollari). Negli altri mercati prezzi simili sono raggiunti solo dagli eReader, tavolette che consentono la lettura di libri, questi ultimi però non possono essere paragonati ai tablet pc, che sono invece la riproduzione su tavoletta dei normali desktop pc e laptop.
Al momento, nella prima fase di produzione, è prevista la distribuzione di 100.000 di questi tablet ad altrettanti studenti indiani; il device verrà così testato sul campo in varie condizioni climatiche e d’utilizzo prima dell’effettiva distribuzione della versione retail, che sarà invece disponibile a Novembre di quest’anno ad un prezzo leggermente superiore.

venerdì 7 ottobre 2011

L’energia dalla biomassa

Vista la grande disponibilità di materie prime come lolla di riso e trucioli di legno, l’India si dimostra sempre più attenta all’energia proveniente da biomasse.
Dopo il successo ottenuto dalla centrale elettrica alimentata da biomassa e installata nel villaggio di Fatehullar, nei pressi di Gjhazipur nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, l’India si avvicina sempre più alla fonte di energia rinnovabile derivante da biomassa. La centrale elettrica da 15 MW, costituita da una fornace per la generazione di gas, sistemi di raffreddamento e di filtraggio e altri dispositivi necessari per la generazione di energia, è la prima del suo genere costruita nell’Uttar Pradesh e soddisfa il fabbisogno energetico di numerose famiglie. Stando a stime recenti, circa il 44% della popolazione indiana vive ancora senza elettricità, e la produzione di elettricità da biomassa potrebbe rappresentare la soluzione ideale per sopperire a tale mancanza.
Per il futuro è previsto un abbondante impiego della lolla di riso che si adatta perfettamente alla strategia di generazione di energia da fonti alternative, anche se la tecnologia necessaria a convertirla in elettricità non è stata ancora interamente sviluppata.
Un altro passo avanti per il Subcontinente indiano, intenzionato a raggiungere la produzione di 40 Giga Watt da energie rinnovabili entro il 2020 e di 200 GW entro il 2030.