Il gigante asiatico apre le frontiere alla grande distribuzione.
Come noto l’India sta vivendo un periodo di intense trasformazioni, e proprio tra queste rientra la decisione di aprire agli stranieri il mercato della grande distribuzione.
Si tratta di una scelta maturata nel corso degli anni e a lungo dibattuta vista l’apparente impossibilità di far coesistere megastore del calibro di Carrefour e Wal Mart e milioni di piccoli rivenditori che caratterizzano da sempre il Paese: ciò nonostante di fronte ai problemi causati dall’inflazione che sta colpendo l’India e alla necessità di investimenti, il Governo di Nuova Delhi ha deciso di consentire agli stranieri l’entrata nel mercato retail.
Nel dettaglio la riforma consente ai giganti della grande distribuzione di investire nelle 53 città indiane più importanti fino al 51% di un negozio multi-marca e dal 51 al 100% dei mono-marca. Gli investimenti saranno però sottoposti a determinate condizioni: in primo luogo l’investimento minimo richiesto è di 100 milioni, che almeno per la metà dovranno essere destinati al sistema delle infrastrutture (lavorazione, packaging, catena del freddo) allo scopo di garantire posti di lavoro locali e modernizzare sia la catena di distribuzione delle merci sia livello infrastrutturale dell’India; in secondo luogo almeno il 30% dei prodotti dovrà essere fornito dai piccoli produttori; infine sarà necessario appoggiarsi alla più grande catena nazionale indiana, Pantaloon Retail.
Si tratta di una politica che rivoluziona completamente il settore visto che fino ad ora le società straniere potevano solo controllare una società all’ingrosso rifornendo i piccoli negozi.
Se da un lato la notizia è stata accolta con favore dai marchi più rilevanti della GDO, dall’altro l’opposizione si è dimostrata fortemente contraria: stando a quanto rilasciato da Arun Jaitley, uno dei leader del Bjp, “Siamo assolutamente contrari: i negozianti al dettaglio piccoli e medi ne saranno colpiti”.
Una grandissima opportunità per le imprese internazionali se si considera che il mercato del retail nel secondo Paese più popoloso al mondo vale da solo 450 miliardi di dollari, che si stima raggiungeranno la soglia dei 785 miliardi entro il 2015: attraverso questa riforma il Governo si pone infatti l’obiettivo di recuperare il distacco nei confronti della Cina.
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