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mercoledì 7 dicembre 2011

Più bollicine italiane in India

Nuove possibilità per i vini italiani in India dopo l’annuncio di una possibile riduzione dei dazi doganali.

Annunciata dal Governo di Nuova Delhi l’ipotesi di diminuire i dazi previsti sull’importazione di vini e alcolici dall’attuale 150% al 40% entro i prossimi cinque anni: è questa la notizia divulgata nell’ambito di un negoziato commerciale bilaterale tra l’Unione Europea e l’India che rilancia l’opportunità per i vini italiani di penetrare in questo mercato in forte espansione.
Un’occasione da non perdere per i produttori italiani visto che il Paese asiatico con una popolazione che supera il miliardo, una previsione di crescita del Pil del 7,7% e una classe media in fase di consolidamento, si candida a diventare uno degli sbocchi più interessanti per i prodotti Made in Italy.
Se la proposta di abbassare i dazi all’import trovasse conferma, l’India potrebbe facilmente diventare un mercato di primaria importanza per i vini italiani, visto che finora sono state soprattutto le barriere tariffarie elevate ad ostacolare la vendita di vini italiani. Allo stato attuale l’Elefante rappresenta infatti il 50° cliente del vino Made in Italy, dal momento in cui una volta applicato il dazio, il prezzo finale delle bottiglie risulta essere più che raddoppiato.
Il Direttore di Federvini, Ottavio Cagiano de Azevedo, ha commentato «C'è un processo in atto e nei negoziati è emersa questa disponibilità di Nuova Delhi di ridurre i dazi. Bisogna fare però attenzione perché si discute non di una riduzione generalizzata ma per fascia di valore. E qui bisogna vigilare per evitare che le riduzioni non vadano ad avvantaggiare i nostri competitor». Sembra infatti che l’aliquota scenderà dal 150 al 40% solo per i vini venduti ad un prezzo superiore ai 34-35 Euro per cassa, mentre per i vini con un prezzo compreso tra i 20 e i 35 Euro per cassa diminuirà fino al 60% e rimarrà invece invariata per i vini venduti ad un prezzo inferiore ai 20 Euro per cassa. A tal proposito il Direttore di Federvini ha aggiunto «Un'ipotesi del genere sarebbe favorevole all'offerta made in Italy visto che le nostre etichette si collocano prevalentemente in quella fascia di prezzo. Dobbiamo però fare attenzione su dove verrà fissata la soglia. Già si sono levate proteste da parte di altri Paesi. E bisognerà verificare che le condizioni restino queste e non cambino in corso d'opera andando invece a privilegiare fasce di prezzo nelle quali è più forte e competitiva l'offerta di altri paesi produttori».

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