Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

venerdì 30 dicembre 2011

Treni ad alta velocità in India

Il Governo di Nuova Delhi ha deciso di investire nella linea ferroviaria del Paese.

In risposta al treno-proiettile presentato in Cina, anche il Governo dell’Elefante si prepara ad iniziare i lavori per la realizzazione di un progetto che prevede sei corridoi per treni ad alta velocità, in grado di raggiungere i 300 chilometri orari. Stando alle prime indiscrezioni, i dirigenti delle ferrovie indiane starebbero discutendo del progetto con una delegazione giapponese, incaricata di compiere tra l’altro, uno studio di fattibilità sulla linea Hyderabad-Vijayawada-Chennai, dal centro del Paese al Sud, un passaggio fondamentale per le aziende.
Gli altri corridoi potrebbero essere invece destinati a collegare le maggiori città presenti nella parte meridionale del Subcontinente indiano.
Un ulteriore passo in avanti nel processo di miglioramento del livello delle infrastrutture attualmente presente in India e per il quale sono stati stanziati 1.000 miliardi di dollari per il quinquennio 2012/2017, il doppio se si considera la somma stanziata per il piano quinquennale precedente.

giovedì 29 dicembre 2011

L’inquinamento in India

Ancora una volta l’India si esprime in modo negativo di fronte all’ipotesi di ridurre le emissioni di gas serra.

L’India, che già alla Conferenza di Durban aveva dimostrato di essere contraria a qualsiasi forma di accordo, si è dichiarata ancora una volta contraria a qualsiasi misura di intervento volta a ridurre le emissioni di gas serra. Nei giorni scorsi infatti il Ministro dell’Ambiente indiano, Jayanthi Natarajan, intervenuto alla Camera Alta del Parlamento a Nuova Delhi in merito ai risultati della Conferenza di Durban, ha commentato :"Non si tratta di firmare un accordo vincolante a questo punto del nostro sviluppo. Dobbiamo fare in modo che il nostro sviluppo non soffra. Le nostre emissioni sono destinate a crescere, dato che dobbiamo garantire il nostro sviluppo sociale ed economico e soddisfare l’imperativo dello sradimento della povertà".
Un atteggiamento già adottato in precedenza dall’altro gigante asiatico, la Cina, che ha deciso però di approvare l’accordo entro il 2015.
Un impegno che l’India dovrà comunque affrontare se non vorrà minare l’equilibrio raggiunto a livello mondiale in merito a questa questione di estrema rilevanza.

mercoledì 28 dicembre 2011

I cluster indiani

La Missione di Sistema in India riporta alla luce la possibilità di dar vita a collaborazioni tra imprese italiane ed indiane nell’ambito dei distretti industriali.

Le piccole e medie imprese rappresentano una realtà tanto in Italia quanto in India, anche se non mancano le differenze, in primis in termini di quantità: se infatti nel Bel Paese sono presenti 4,5 milioni di PMI, in India questo dato raggiunge i 26 milioni. Proprio allo scopo di favorire questa parte fondamentale dell’economia il gigante asiatico sta valutando con interesse il modello dei distretti industriali italiani.
L’idea di avvicinarsi ad un sistema simile a quello attivo in Italia è nata diversi anni fa al Massachusset Institute of Technology (MIT), che si è occupato della realizzazione di uno studio commissionato dalla Confederation of Indian Industry (CII): dall’analisi è emerso che i cosiddetti “cluster” esistono già da molto tempo in India, dato confermato dall’UNIDO (l’associazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale dei Paesi emergenti) che ne ha rilevati circa cinquanta, tra i quali Tirupur per la maglieria, Ludhiana per la lana e Agra per le calzature.
I distretti indiani si caratterizzano per una minore segmentazione del sistema produttivo, un’elevata specializzazione delle singole aziende operanti nelle diverse fasi della lavorazione e della produzione di componenti e una differenziazione tra imprese che mantengono una connotazione artigianale e quelle che invece stanno via via assumendo una fisionomia più industriale.
Nel dettaglio nel corso della Missione italiana è emerso che se da un lato le imprese italiane sono interessate a confrontarsi con le controparti indiane al fine di riuscire a penetrare il mercato dell’Elefante, dall’altro per gli indiani una partnership con le imprese italiane rappresenterebbe un’occasione di trasferimento di tecnologia e know-how organizzativo nell’ambito della gestione dei distretti.

martedì 27 dicembre 2011

Mumbai Trans Harbour Link

Avvio al processo di pre-qualificazione per la costruzione del Mumbai Trans Harbour Link.

Nell’ambito del settore indiano delle costruzioni e delle infrastrutture è stato avviato il processo di pre-qualificazione per quelle imprese interessate alla realizzazione del Mumbai Trans Harbour Link.
Il Metropolitan Region Development Authority (MMRDA) ha infatti deciso di aprire la gara di prequalifica per la costruzione del Trans Harbour Link, il ponte lungo 22 chilometri che il Governo del Maharashtra ha intenzione di costruire grazie ad una collaborazione tra pubblico e privato sulla base della formula “design-build-finance-operate and transfer” per un investimento complessivo pari a 1,8 miliardi di dollari.
Si tratta di un progetto strategico e cruciale per la città di Mumbai, fortemente ostacolata dallo stato attuale delle infrastrutture. Il Trans Harbour Link permetterebbe infatti di diminuire la pressione su un centro sempre più caratterizzato dal traffico da un lato, e dall’altro di dar vita ad una nuova via d’uscita dalla città verso altre città dello Stato indiano, come per esempio Pune, centro di sviluppo di nuove attività industriali.

venerdì 23 dicembre 2011

Il problema della contraffazione

Storica vittoria della Scotch Whisky Association in India.

Come noto i Paesi emergenti sono ancora fortemente caratterizzati da tassi molto elevati di contraffazione, e tra questi l’India si posiziona ai primi posti. Proprio per questo motivo la storica vittoria da parte della Scotch Whisky Association nella battaglia contro i prodotti falsi proprio in questo Paese asiatico ha assunto particolare rilevanza.
L’Associazione ha infatti ottenuto da un tribunale di Goa un’ingiunzione che vieta la produzione di bottiglie di quello che viene definito “scotch”, ma che in realtà si avvicina più al rum e non è distillato da orzo e malto. Allo stesso modo è stato vietato l’utilizzo di un brand che richiami la parola “Glen”, solitamente associata alle valli scozzesi: il Glenmon è infatti un prodotto realizzato proprio a Goa.
Nonostante l’impegno da parte del tribunale però, la società più rilevante, la Vijay Mallya non è stata ancora sanzionata e produce ancora “whisky”.
Un passo molto importante se si considera che il mercato al momento vale 22 miliardi di dollari, ma presenta tutte le caratteristiche per continuare a crescere nei prossimi anni, anche se le imprese internazionali risultano ancora fortemente penalizzate dalle barriere doganali che per questi prodotti si aggirano intorno al 150%.

giovedì 22 dicembre 2011

Natuzzi conquista l’India

Il Gruppo Natuzzi porta avanti la sua espansione in India nel settore dell’arredo.

Dopo l’apertura sei mesi fa di due punti vendita a Bangalore e Delhi, il Gruppo Natuzzi sottolinea la sua volontà di conquistare il mercato indiano dell’arredo annunciando un piano di espansione che prevede l’inaugurazione di altri dodici punti vendita in città come Gurgaon, Mumbai, Hyderabad e Kolkata.
Il manager del Gruppo Natuzzi India, Nitin Bahl, ha commentato: “Dato che i nostri prodotti sono di qualità elevata e sono disponibili ad un prezzo ragionevole variabile tra i 5.000 e 15.000 Euro per 5 poltrone Natuzzi, e tra i 2.000 e i 4.000 Euro per 5 poltrone Italsofa, siamo sicuri di poter conquistare un’ampia fetta del mercato indiano dell’arredo”.
Stando alle dichiarazioni del direttore generale, Pasquale Natuzzi, l’azienda sta prestando particolare attenzione al mercato indiano vista la sua strategicità e alla luce dell’incremento della richiesta di elementi d’arredo determinata dagli investimenti che sono stati e che verranno effettuati nei prossimi anni nel settore delle infrastrutture. Lo stesso direttore generale ha inoltre aggiunto che quando la domanda di prodotti Natuzzi nel mercato indiano raggiungerà i venti milioni di Euro, il Gruppo aprirà una sede di produzione all’interno del Subcontinente Indiano, che verrà gestita da ingegneri italiani e riguarderà anche gli altri due brand del Gruppo, Italsofa e Editions. Allo stato attuale infatti mentre i prodotti Natuzzi vengono esportati direttamente dall’Italia, quelli di Italsofa e Editions vengono realizzati in Cina per poi essere immessi sul mercato indiano.

mercoledì 21 dicembre 2011

La grande distribuzione in India

Il gigante asiatico apre le frontiere alla grande distribuzione.

Come noto l’India sta vivendo un periodo di intense trasformazioni, e proprio tra queste rientra la decisione di aprire agli stranieri il mercato della grande distribuzione.
Si tratta di una scelta maturata nel corso degli anni e a lungo dibattuta vista l’apparente impossibilità di far coesistere megastore del calibro di Carrefour e Wal Mart e milioni di piccoli rivenditori che caratterizzano da sempre il Paese: ciò nonostante di fronte ai problemi causati dall’inflazione che sta colpendo l’India e alla necessità di investimenti, il Governo di Nuova Delhi ha deciso di consentire agli stranieri l’entrata nel mercato retail.
Nel dettaglio la riforma consente ai giganti della grande distribuzione di investire nelle 53 città indiane più importanti fino al 51% di un negozio multi-marca e dal 51 al 100% dei mono-marca. Gli investimenti saranno però sottoposti a determinate condizioni: in primo luogo l’investimento minimo richiesto è di 100 milioni, che almeno per la metà dovranno essere destinati al sistema delle infrastrutture (lavorazione, packaging, catena del freddo) allo scopo di garantire posti di lavoro locali e modernizzare sia la catena di distribuzione delle merci sia livello infrastrutturale dell’India; in secondo luogo almeno il 30% dei prodotti dovrà essere fornito dai piccoli produttori; infine sarà necessario appoggiarsi alla più grande catena nazionale indiana, Pantaloon Retail.
Si tratta di una politica che rivoluziona completamente il settore visto che fino ad ora le società straniere potevano solo controllare una società all’ingrosso rifornendo i piccoli negozi.
Se da un lato la notizia è stata accolta con favore dai marchi più rilevanti della GDO, dall’altro l’opposizione si è dimostrata fortemente contraria: stando a quanto rilasciato da Arun Jaitley, uno dei leader del Bjp, “Siamo assolutamente contrari: i negozianti al dettaglio piccoli e medi ne saranno colpiti”.
Una grandissima opportunità per le imprese internazionali se si considera che il mercato del retail nel secondo Paese più popoloso al mondo vale da solo 450 miliardi di dollari, che si stima raggiungeranno la soglia dei 785 miliardi entro il 2015: attraverso questa riforma il Governo si pone infatti l’obiettivo di recuperare il distacco nei confronti della Cina.

martedì 20 dicembre 2011

Chateau d’Ax in India

L’azienda italiana di arredo Chateau d’Ax debutta nel mercato indiano.

Il gruppo di arredo S K Poddar Style Spa ha firmato un accordo con l’azienda italiana di arredo Chateau d’Ax per aprire i propri negozi esclusivi in India. Stando a quando dichiarato dal Direttore Generale della Style Spa, Arun Mahajan, il primo outlet esclusivo, per l’ apertura del quale verranno investiti circa 300.000 Euro, verrà inaugurato entro il prossimo marzo.
Nel dettaglio l’accordo prevede che la Style Spa importi dall’Italia l’arredamento dell’impresa italiana e investa notevolmente al fine di aprire i punti vendita; le due aziende congiuntamente invece si ripartiranno i costi relativi alla pubblicità e al marketing.
Il Direttore Generale ha aggiunto: “Abbiamo firmato un accordo con Chateau d’Ax per diventare i principali franchisor del brand in India per un periodo di 15 anni. Il progetto include l’apertura di 9 negozi esclusivi ‘Chateau d’Ax’ nelle principali città indiane durante i prossimi 3 anni”.
Se per l’azienda italiana Chateau d’Ax l’accordo segna l’ingresso nel mercato indiano, per la Style Spa rappresenta invece un modo per rafforzare la propria presenza nel mercato dell’arredamento.

lunedì 19 dicembre 2011

La Bocconi in India

L’Università Bocconi di Milano ha aperto una School of Business in India.

Vista la crescente importanza del mercato educativo e del lavoro, l’Università Bocconi di Milano ha deciso di aprire una School of Business a Mumbai, un punto nevralgico se si considera l’offerta post-universitaria altamente qualificata offerta dall’Università milanese.
Stando alle prime indiscrezioni l’immatricolazione al programma biennale potrebbe essere avviata già a partire dal prossimo gennaio per 120 studenti indiani, mentre è previsto per luglio l’inizio del primo anno accademico. Nel dettaglio il Post Graduate Programme in Business sarà caratterizzato da una parte accademica ed una più propriamente operativa: mentre la prima parte sarà curata dal corpo accademico della Bocconi con il supporto di docenti indiani, la seconda comprenderà tra l’altro un soggiorno presso una delle cinque università già associate all’iniziativa e presenti in America e in Asia, oltre ad un semestre di scambio presso la sede milanese della Bocconi, per concludersi con un periodo di internato in una organizzazione produttiva privata.
Invitato alla presentazione dell’iniziativa, il Console Generale Giampaolo Cutillo ha evidenziato come in India siano già attive numerose collaborazioni tra le università locali e quelle straniere, soprattutto con i paesi anglo-sassoni e di lingua inglese; il Console ha inoltre sottolineato l’importanza del progetto anche per le imprese italiane presenti nel Paese asiatico.

giovedì 15 dicembre 2011

Il mercato dell’e-commerce in India

I mercato relativo allo shopping via internet, un fenomeno in espansione a livello mondiale, in India vale 10 miliardi di dollari.

Sono circa 160 milioni gli indiani membri della classe media del Subcontinente ma gli utenti internet sono solo la metà. Tuttavia, in India il mercato dell’e-commerce vale 10 miliardi di dollari e gli investimenti interni e stranieri nel settore sono in aumento: solo quest’anno sono oltre i 175 milioni di euro.
Si prevede che, per il 2015, gli indiani “internettiani” saranno nel complesso più di 230 milioni, ma soprattutto cresceranno gli utenti broadband, in “banda larga”, ovvero quelli davvero pronti all’e-commerce, che passeranno dall’1,7 al 12,5% della popolazione.
Lo shopping online si sta rapidamente diffondendo ed espandendo anche in altri Paesi. Secondo il T-index, che misura il potere d’acquisto nell'e-commerce, quest’ultimo è cresciuto del 43,3% in Brasile, del 27,5% in Russia, dell’20,8% in Indonesia ed è in crescita anche in Turchia e in Polonia. In Italia risulta invece in calo: nel campo dell’e-commerce, quest’anno il Belpaese uscirebbe dalla top ten scalzato persino dal Messico. Ad oggi, i più propensi all’ordine online sono gli americani, incalzati dai cinesi.

mercoledì 14 dicembre 2011

Il franchising nell'industria privata della formazione

Il 2 e 3 dicembre si è svolto a New Delhi il nono appuntamento internazionale di “Franchise India”.

Il 2 e 3 dicembre si è svolta la nona edizione di “Franchise India” a New Delhi, dove centinaia di espositori nazionali e internazionali, decine di migliaia di investitori e consulenti si sono potuti confrontare sulla formula vincente, in India come in Italia, del franchising, che trova terreno particolarmente fertile in un’economia emergente come quella indiana, dove tutto può nascere, crescere ed essere replicato molto velocemente. Si prevede che nei prossimi anni si conteranno: 650 marchi in franchising domestici, 200 internazionali, il 40% dei brand nel commercio al dettaglio e il 30% nei servizi.
Secondo una ricerca di “Franchise India”, nel Subcontinente si trovano molte strutture in franchising legate all'industria privata della formazione, dove i concetti della new age vengono applicati all'insegnamento, dai primissimi anni di vita fino all'università: Brainobrain, Brainworks, Sportybeans, SmartQ, sono solo alcune di tali strutture, che si occupano di sviluppare nei bambini e negli adolescenti indiani capacità cognitive e pratiche seguendo un modello educativo alternativo o complementare a quello tradizionale, “out-of-the-box”.
Nel settore della formazione, potranno trarre un vantaggio immediato le strutture che sapranno fiutare i cambiamenti rapidi nel mercato e nella società indiani e le nuove esigenze ad essi connesse, per trarne profitto, anche con un investimento minimo e potendo aggirare gli ostacoli imposti dalla legislazione nazionale alle attività di investitori esteri. A tal riguardo, secondo Gaurav Marya, presidente di “Franchise India”, vi sarebbero, ad esempio, grandi opportunità per gli enti di formazione italiani nel design e nella moda.

martedì 13 dicembre 2011

La rupia si indebolisce

L’economia indiana vive un momento difficile: la rupia perde valore e la crescita rallenta. Il Paese ha bisogno di investimenti ma il governo locale non riesce a varare le riforme necessarie.

Anche l’india, così come altri Paesi asiatici, sta vivendo un momento economicamente difficile: negli ultimi 4 mesi la rupia ha perso il 16% del suo valore, rischiando di provocare una forte crisi finanziaria interna. Di conseguenza, le aziende ora cercano soprattutto i dollari e gli istituti di credito europei stanno riducendo le linee di credito. Il problema deriva dal fatto che l’India soffre di deficit fiscale e di partite correnti, motivo per cui il governo necessita continuamente di valute straniere attraverso investimenti. A tale scopo era stato ipotizzato un pacchetto di riforme per attirare capitali nel Subcontinente, ma le proteste popolari l’hanno contrastato chiaramente.
A tutto ciò si vanno ad aggiungere altre difficoltà derivanti anche dalla crisi europea, situazione che rischia di provocare una crisi della bilancia dei pagamenti tra le più gravi dal 1991. La crescita del Paese è scesa sotto il 7% e la politica governativa non è in grado di risolvere le criticità a causa delle lotte interne che paralizzano ogni prospettiva futura. A riflettere la crisi monetaria, inoltre, in ottobre la produzione industriale indiana ha registrato per la prima volta in due anni un dato negativo, attestandosi al – 5,1% contro l’11,3% annuo dello stesso periodo del 2010.

venerdì 9 dicembre 2011

Il franchising della formazione

L’Elefante rappresenta il Paese con il più alto numero di laureati all’anno: una grande opportunità per le imprese italiane attive nella formazione supplementare e professionale.

In occasione del nono appuntamento internazionale di Franchisee India, l’evento che ha accolto a Nuova Delhi centinaia di espositori nazionali e internazionali, migliaia di investitori e consulenti che si sono confrontati con la formula del franchising, sono stati resi noti i dati relativi all’industria privata della formazione in India: il giro d’affari della cosiddetta “formazione supplementare”, ovvero dell’industria di preparazione ai test d’ingresso nelle università d’eccellenza, si attesterebbe attorno ai 6,7 miliardi di dollari, mentre per quanto riguarda la formazione professionale, attorno all’1,4 miliardi di dollari. Si tratta di un settore che coinvolge diversi campi: dall’informatica al Business Processing Outsourcing, dalla selezione del personale al management,…
Proprio in occasione della Fiera del Franchising tenutasi a Milano, il Presidente di Franchise India, Gaurav Marya, ha sottolineato come il franchising rappresenti in India una formula molto vantaggiosa, che richiede un investimento iniziale minimo e presenta meno problematiche rispetto alla legislazione nazionale prevista per gli investimenti esteri; sempre secondo il Presidente soprattutto per le aziende italiane operanti nella formazione legata al design e alla moda esisterebbero in India numerose opportunità, vista la crescente attenzione prestata dagli indiani a questi argomenti.

mercoledì 7 dicembre 2011

Più bollicine italiane in India

Nuove possibilità per i vini italiani in India dopo l’annuncio di una possibile riduzione dei dazi doganali.

Annunciata dal Governo di Nuova Delhi l’ipotesi di diminuire i dazi previsti sull’importazione di vini e alcolici dall’attuale 150% al 40% entro i prossimi cinque anni: è questa la notizia divulgata nell’ambito di un negoziato commerciale bilaterale tra l’Unione Europea e l’India che rilancia l’opportunità per i vini italiani di penetrare in questo mercato in forte espansione.
Un’occasione da non perdere per i produttori italiani visto che il Paese asiatico con una popolazione che supera il miliardo, una previsione di crescita del Pil del 7,7% e una classe media in fase di consolidamento, si candida a diventare uno degli sbocchi più interessanti per i prodotti Made in Italy.
Se la proposta di abbassare i dazi all’import trovasse conferma, l’India potrebbe facilmente diventare un mercato di primaria importanza per i vini italiani, visto che finora sono state soprattutto le barriere tariffarie elevate ad ostacolare la vendita di vini italiani. Allo stato attuale l’Elefante rappresenta infatti il 50° cliente del vino Made in Italy, dal momento in cui una volta applicato il dazio, il prezzo finale delle bottiglie risulta essere più che raddoppiato.
Il Direttore di Federvini, Ottavio Cagiano de Azevedo, ha commentato «C'è un processo in atto e nei negoziati è emersa questa disponibilità di Nuova Delhi di ridurre i dazi. Bisogna fare però attenzione perché si discute non di una riduzione generalizzata ma per fascia di valore. E qui bisogna vigilare per evitare che le riduzioni non vadano ad avvantaggiare i nostri competitor». Sembra infatti che l’aliquota scenderà dal 150 al 40% solo per i vini venduti ad un prezzo superiore ai 34-35 Euro per cassa, mentre per i vini con un prezzo compreso tra i 20 e i 35 Euro per cassa diminuirà fino al 60% e rimarrà invece invariata per i vini venduti ad un prezzo inferiore ai 20 Euro per cassa. A tal proposito il Direttore di Federvini ha aggiunto «Un'ipotesi del genere sarebbe favorevole all'offerta made in Italy visto che le nostre etichette si collocano prevalentemente in quella fascia di prezzo. Dobbiamo però fare attenzione su dove verrà fissata la soglia. Già si sono levate proteste da parte di altri Paesi. E bisognerà verificare che le condizioni restino queste e non cambino in corso d'opera andando invece a privilegiare fasce di prezzo nelle quali è più forte e competitiva l'offerta di altri paesi produttori».

martedì 6 dicembre 2011

Religione e innovazione

Il primo Smartphone islamico, l’Enmac, si prepara a fare il suo ingresso in India.

Presentato in India lo Smartphone islamico, l’unico dotato di Gps sempre orientato verso la Mecca, copia integrale del Corano e calcolatrice Zakat. Oltre a queste dotazioni, l’Enmac è in grado di tradurre il Corano dall’arabo in altre ventinove lingue e include sia gli insegnamenti di Maometto che una guida per i musulmani indiani relativa ai riti del pellegrinaggio alla Mecca.
In un’intervista rilasciata al Daily Telegraph, l’inventore dello Smartphone Enmac, Anuj Kanish ha dichiarato che l’obiettivo primario della sua azienda consiste nella produzione di una “tecnologia religiosa” in grado di aiutare i consumatori a “rimanere in contatto con Dio. […] L’India ha circa 180 milioni di musulmani e la penetrazione della telefonia mobile in questa comunità è limitata, ma quando si rende disponibile un prodotto o un servizio allettante, c’è la possibilità di aumentare il numero di consumatori. Al momento abbiamo avuto un’ottima risposta al prodotto.” e ancora “La religione ha un ruolo molto importante nella società indiana, come la telefonia mobile. Il nostro obiettivo è fornire uno strumento che prenda in considerazione entrambe e il prodotto è una combinazione di tecnologia e religione, il primo nel suo genere in India”.
Se si considera il fatto che il Paese asiatico conta circa 850 milioni di utenti e vi dimora la seconda più grande comunità islamica a livello mondiale, l’invenzione di Kanish è destinata ha riscontrare un notevole successo.

lunedì 5 dicembre 2011

No ai supermercati stranieri multimarca

Stando a quanto dichiarato da Mamata Banerjee, il Governo Indiano avrebbe deciso di bloccare la liberalizzazione del settore.

A seguito di un colloquio avuto con il Ministro delle Finanze, Pranab Mukherjee, il leader del Partito Trinamool Congress Mamata Banerjee ha dichiarato ai giornalisti che il Governo Indiano avrebbe deciso di sospendere il provvedimento che autorizza l’apertura di supermercati stranieri multimarca, come Carrefour, Tesco e Walmart in seguito all’opposizione manifestata in Parlamento anche dagli stessi partiti che sostengono il Premier Manmohan Singh. Non avendo ancora ricevuto una comunicazione ufficiale al riguardo, i leader dei partiti di sinistra e di centro destra hanno chiesto al Governo di Nuova Delhi di confermare oppure smentire la notizia.
Secondo gli oppositori infatti, il provvedimento potrebbe provocare numerosi danni agli agricoltori e al commercio al dettaglio indiano, che impiega circa quaranta milioni di persone. D’altro canto però, concedendo l’autorizzazione ai supermercati stranieri per l’ingresso della grande distribuzione, il Premier Manmohan Singh mirava a ridurre l’arretratezza che caratterizza il settore in questione in India ed eliminare le molte intermediazioni presenti al momento tra il produttore ed il consumatore finale.

venerdì 2 dicembre 2011

Il sorpasso sulla Cina

Secondo le previsioni di Ernst & Young, nel 2014 l'India supererà la Cina.

Di fronte alla possibilità di raggiungere il picco del suo boom economico nel corso del prossimo anno e grazie ad un tasso di crescita del 9%, contro l'8,6% previsto per l'economia cinese, l'India si candida a sorpassare il Dragone nel 2014 secondo le previsioni rese note dallo studio di Ernst & Young sui Mercati a Crescita Rapida (RGMs).
Secondo l'analisi inoltre i due giganti asiatici rappresenteranno i due Paesi che verranno colpiti in minor misura dal possibile deterioramento della crisi del debito dell'Eurozona se si considerano i venticinque mercati a crescita rapida.
Stando a quanto dichiarato da Farokh Balsara, Partner & India Market Leader, Ernst & Young India,“L’economia dell’India votata al consumo continua a rendere il Paese una destinazione attraente per i propri investimenti sia nel breve che nel medio termine. Il suo modello di crescita basato sulla domanda interna ha permesso al Paese di resistere alla volatilità dei mercati globali, fornendo ai businessman significative opportunità di crescita".

giovedì 1 dicembre 2011

Export ed import

I dati relativi alle importazioni e alle esportazioni indiane registrati fino a settembre 2011 confermano il trend positivo dimostrato anche negli anni precedenti dal Paese.

Il Governo di Nuova Delhi rende noti i dati relativi all’import/export fino al mese di settembre 2011: tanto le esportazioni quanto le importazioni hanno registrato un aumento considerevole, il contrario di quanto avvenuto sia a livello europeo che negli Stati Uniti.
L’import indiano infatti è aumentato del 17% rispetto all’anno precedente; ma sono soprattutto le esportazioni ad aver subito un incremento notevole: stando alle informazioni disponibili fino a settembre 2011 l’export indiano è aumentato del 36,3% rispetto al 2010 nonostante il rallentamento verificatosi a livello mondiale.
L’incredibile crescita dell’export è stata trainata dai prodotti meccanici e dai derivati del petrolio, aumentati rispettivamente del 103% e del 53%; secondo il Segretario del Commercio Rahul Kullar il valore complessivo delle esportazioni per il corrente anno finanziario potrebbe raggiungere i 210-220 miliardi di Euro. Come conseguenza la bilancia commerciale indiana ha raggiunto i 54 miliardi di Euro nella prima metà dell’anno fiscale.