In India, come è avvenuto in Cina, i contadini hanno iniziato a lasciare i villaggi per sfruttare le opportunità offerte dai centri urbani e migliorare così il loro futuro.
Anche in India si sta assistendo al fenomeno dell’esodo verso le città: i contadini - consci delle scarse prospettive per il futuro offerte dalle campagne indiane - hanno iniziato ad abbandonare i villaggi d’origine per approdare nei centri urbani più vicini e cercare di migliorare il loro status.
Dal censimento del 2011 è emerso che la popolazione urbana, nell’ultimo decennio, è aumentata in maggior misura rispetto a quanto è avvenuto nelle zone rurali: nel Subcontinente un incremento urbano superiore a quello rurale non si registrava dal 1921, quando gli indiani delle campagne erano stati decimati dall’epidemia di influenza che colpì l’India nel 1918. Come spiega il giornalista P Sainath, oggi sono altre le ragioni, comunque gravi, che spingono i contadini a migrare verso le città: “tra il 1995 e il 2009 più di 240.000 agricoltori indiani si sono suicidati perché logorati dai debiti accumulati e dagli usurai. E visto che i redditi agricoli continuano a diminuire, sempre più contadini si trasferiscono in città per cercare di costruirsi un futuro migliore”. Tuttavia, osservando che la maggior parte dei contadini continua a spostarsi da un luogo all’altro senza riuscire a trovare un’occupazione e a stabilizzarsi quindi in un luogo preciso, il giornalista non si dichiara molto ottimista: anche i centri urbani non hanno molto da offrire a persone che parlano a stento la lingua locale e che, non conoscendo la complessità delle città, non sempre riescono a gestire le difficoltà che il loro trasferimento può comportare.
Sono più del 31% gli indiani che oggi vivono in città, il 4% in più rispetto al 2001; il Paese sta crescendo rapidamente ed è inevitabile che aumenti anche la popolazione urbana. Tuttavia, alcuni economisti sostengono che questa emigrazione interna sia destinata ad arrestarsi, in quanto i centri urbani del Subcontinente non sono in grado di accogliere tante persone al contempo, perché mancano le strutture idonee e i posti di lavoro: condizioni indispensabili per evitare che tanti immigrati scontenti possano, a lungo andare, mettere a repentaglio la sicurezza delle città.
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