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venerdì 14 ottobre 2011

Le pillole contaminate provenienti da India e Cina

La denuncia di Aschifarma: alcuni prodotti farmaceutici contengono principi attivi “contaminati”, provenienti soprattutto dai Paesi asiatici, dove il massimo del controllo consiste nelle autocertificazioni di chi li smercia.

Secondo Aschifarma (Federchimica) - l’associazione nazionale dei produttori italiani dei principi attivi - la maggior parte dei prodotti che circolano nelle farmacie di tutta Europa, contengono principi attivi acquistati a prezzi esigui da Paesi che, come India e Cina, non offrono nessuna garanzia di sicurezza e dove l’unica forma di controllo consiste nell’autocertificazione da parte di chi li smercia. Anche i medicinali prodotti dalla grande industria, regolarmente autorizzati dalle autorità competenti, conterrebbero principi attivi “contaminati”: la corsa al ribasso dei prezzi dei medicinali “fuori brevetto” ha aperto le porte al mercato dei farmaci pericolosi, infatti, come spiega Gian Mario Boccalini - Presidente di Aschifarma - il fenomeno è più diffuso tra i farmaci generici. Tuttavia, il pericolo riguarda anche tutti i medicinali fuori brevetto, inclusi quelli “griffati”. Boccalini inoltre ha precisato: “Il mercato europeo è invaso per circa il 70% da principi attivi che provengono da nazioni come Cina ed India, dove gli impianti sono lontani dal controllo delle autorità europee. Non è azzardato ritenere che oltre il 10% dei farmaci in vendita sia composto da sostanze contaminate o comunque non pure”.
La questione dei farmaci pericolosi si era già posta in precedenza: nel 2008, l’eparina «cinese», un anticoagulante contaminato, provocò la morte di 149 persone solo negli Stati Uniti; di recente, in Germania sono stati ritirati grandi quantitativi di gentamicina, principio attivo di un noto antibiotico; nel Belpaese, i nuclei antisofisticazione dei carabinieri hanno sequestrato partite di mesalazina, un diffuso antinfiammatorio intestinale, anche in questo caso adulterate. Come ha spiegato il comandante dei Nas, Cosimo Piccino, il problema è che quello dei principi farmaceutici è diventato un business estremamente redditizio: “Un euro di cocaina rende 16 euro, investire 60 euro in principi attivi ne frutta 150 mila”. Per arginare il fenomeno i Nas chiedono di poter costituire un apposito corpo speciale. Inoltre, il 28 ottobre a Bruxelles, i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa sono chiamati ad esprimersi circa il Piano «Medicrime», atto a punire penalmente chi produce molecole farmaceutiche artefatte.

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