Dal 31 ottobre al 3 novembre si svolgerà la missione imprenditoriale in India, organizzata da Confindustria, Abi ed ex Ice con il supporto dei ministeri dello Sviluppo e degli Affari Esteri.
Nel corso della tavola rotonda organizzata dal gruppo parlamentare di amicizia Italia-India e dall’associazione Italia-India tenutasi ieri, è emerso che il Subcontinente, per le imprese italiane, rappresenta il Paese delle grandi opportunità. L’India, che ora si trova in una fase di grande espansione, registra infatti ritmi di crescita molto elevati (sopra l’8%) e completamente estranei ai parametri europei. In occasione della tavola rotonda è stata presentata anche la missione imprenditoriale in India, in programma dal 31 ottobre al 3 novembre, e organizzata da Confindustria, Abi ed ex Ice con il supporto dei ministeri dello Sviluppo e degli Affari Esteri. A tal riguardo, Paolo Zegna, vicepresidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione, ha dichiarato che la prossima sarà una missione più pragmatica: “Non si tratterà di una missione di sistema, come ce ne sono state molte in passato. Abbiamo cambiato approccio: sarà una “missione chirurgica” e più pragmatica che arriva dopo le due di settore, quella di marzo sulle infrastrutture e quella di aprile sull’automotive. Settori che torneranno anche a fine mese insieme alla meccanica e alle nuove energie”. In particolare, Mauro Moretti, ad delle Ferrovie dello Stato, ha parlato dei progetti relativi al comparto ferroviario nel Subcontinente: “Siamo molto interessati ai progetti di sviluppo in India, che ha un piano di sviluppo delle ferrovie da 70 miliardi con 25mila chilometri di ferrovie e sei linee dell’Alta velocità”.
Infine, Giuseppe Campanella, presidente di Fondamenta e Futura e Invest, ha discusso dell’importanza del private equity, quale strumento indispensabile per colmare aladistanza tra grandi e piccole società: per avere successo in un mercato come quello indiano, come ha affermato anche Moretti, il Belpaese deve cambiare strategia e puntare su grandi campioni nazionali in grado di proporre un sistema “chiuso e compiuto” che trascini con sé le aziende più piccole.
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