Lo stato indiano del Gujarat che, nel decennio compreso tra il 1999-2009, si è caratterizzato per uno sviluppo industriale straordinario, copre oggi il 41,6% del Pil indiano e presenta un tasso di crescita annuo del 13,4%.
La regione del Gujarat costituisce il 5% della popolazione indiana ma realizza il 16% della produzione industriale e oltre il 22% dell'export dell'intero sub continente: è lo Stato industrialmente più avanzato dell'India, il più attrattivo per gli investimenti.
L'Anofol - azienda lombarda pioniera nella produzione di alluminio anodizzato in Medio Oriente - aprirà uno stabilimento a Rajkot, città dello stato indiano del Gujarat, un tempo meta turistica e centro artistico, riconvertita in polo dell'industria pesante. Paolo Gnocchi, presidente di Anofol ha affermato che alla Cina preferisce l’India, “un gigante in crescita con maggiori garanzie”. Lo scorso anno era stata costituita la Anofol Far East Private Limited, società di diritto indiano con sede a Mumbai, ora Gnocchi ha firmato una joint venture con l'indiana Miro che prevede l'avvio di una linea produttiva dalla capacità di 4.000 tonnellate all'anno, contro le 1.700 tonnellate di quella italiana. Tante altre sono le aziende e gli investitori internazionali che puntano su questa regione dell'India occidentale: l'Italian district federation ha dichiarato che, in cooperazione con la Camera di commercio indiana, intende aprire cinque cluster dedicati a ceramica, pelletteria, forniture, alimentare e architettura.
Il Gujarat è appetibile perché ricco di risorse: infrastrutture efficienti, autosufficienza energetica, elettricità costante, acqua e gas in abbondanza, burocrazia snella, incentivi fiscali e una crescita industriale sorprendente. Sulla scia di una recente ricerca del McKinsey Global Institute da cui emerge che il Gujarat, per l'India, potrebbe corrispondere a ciò che il Guandong ha rappresentato per la Cina negli anni '90, L'Economist lo ha battezzato «locomotiva industriale dell'India».
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