L’india, terzo Paese esportatore di ferro al mondo, ha deciso ieri, nell’ambito della legge di bilancio, di quadruplicare le tasse sulle esportazioni di ferro, portandole al 20%.
New Delhi ha deciso di tassare le esportazioni di ferro all’estero con l’obiettivo di scoraggiare le vendite all’estero, garantire un maggiore rifornimento all’industria siderurgica locale e rinforzare questo settore per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture. L’operazione porterà ad un aumento della produzione indiana di acciaio che sfiorerà i 120 milioni di tonnellate entro il 2012, contro i 70 milioni del 2010. Il Ministro delle Finanze indiane Pranab Mukherjee ha affermato che il ferro “è una risorsa naturale che deve essere conservata”, ma la Federazione delle industrie minerarie indiane ha espresso forti perplessità a riguardo; in particolare il Presidente Siddhart Rungta ha dichiarato che “ Queste tasse renderanno antieconomico esportare e potrebbero provocare ricadute sugli investimenti minerari”. Infatti secondo le stime della Federazione questa misura rischia di far crollare le esportazioni a 64 milioni di tonnellate nel prossimo anno, contro gli 85 milioni previsti. L’aumento dei dazi , che si aggiungono al bando all’export decretato in luglio dallo Stato del Karnataka, colpiranno in primis la Cina, destinataria quasi esclusiva delle esportazioni indiane di ferro.
Nessun commento:
Posta un commento