Il fenomeno dell’urbanizzazione nei Paesi emergenti ha spinto molti studiosi a cercare la cause all’origine di questi spostamenti e le possibili conseguenze che lo spopolamento progressivo delle campagne potrebbe avere sia in termini ambientali sia in termini di sicurezza, con particolare attenzione posta all’espansione delle baraccopoli.
Ad oggi più della metà della popolazione mondiale risiede nelle maggiori città (si stima che 3,4 miliardi di persone vivano nelle aree urbane), ma in Paesi come la Cina e l’India questo dato subirà una crescita incredibile nei prossimi vent’anni; basti pensare che in India gli abitanti delle aree urbane crescono mediamente del 2,1% (anche se nelle zone limitrofe di Mumbai la percentuale si attesta intorno al 7%).
La conseguenza più rilevante è sicuramente legata al fenomeno delle baraccopoli, sviluppatesi nel corso degli anni a causa della carenza di servizi idonei ad assicurare a tutta la popolazione abitazioni, energia, acqua, fognature. La baraccopoli di Dharavi a Mumbai è la più grande dell’Asia: circa un milione di persone vivono in 1,75 kmq in quello che potrebbe essere definito un distretto per lo smaltimento dei rifiuti del più grande centro finanziario ed economico indiano (che conta 16 milioni di abitanti), senza alcuna sicurezza sociale o ambientale. Tra le possibili soluzioni a questo grave problema sono stati indicati: lo sviluppo di una politica sulla casa, il miglioramento dell’istruzione infantile in modo tale da prevenire la disoccupazione e il riconoscimento del ruolo sociale ed economico delle donne e delle loro condizioni di vita.
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