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mercoledì 14 luglio 2010

Sarà quotato in Borsa il microcredito indiano

Sembra sia in atto un cambiamento nel mondo indiano del microcredito. È diventata opaca l’immagine che ci è stata trasmessa col Premio Nobel per la pace 2006 Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank, “il banchiere dei poveri” che concede prestiti e supporto organizzativo ai meno abbienti. Al motto “Non regalare i soldi. Presta il denaro e insegna ad usarlo in modo responsabile”, Yunus aveva aggiunto che i tassi di interesse per i microprestiti avrebbero dovuto stare tra il 10% e il 15% rispetto al costo della raccolta. Tuttavia, i tre terzi delle società di microfinanza nel mondo rientrerebbero, ora, in quella che lo stesso Yunus chiama “zona rossa degli squali del credito”.
Raggiungono il 28% i tassi di interesse della Sks Microfinance, la più importante istituzione indiana del microcredito, la quale lo scorso marzo ha richiesto la collocazione in Borsa. Ciò ha fatto scaturire una riflessione sulla mutazione genetica del microcredito. La decisione di Sks è nata dai risultati positivi ottenuti nell’ultimo triennio che hanno visto il moltiplicarsi degli utili in modo significativo. Il collocamento in Borsa potrebbe avere ripercussioni sulle concessioni di credito, in quanto gli investitori eserciterebbero pressioni con l’obiettivo di stilare criteri più rigidi per quanto riguarda i finanziamenti. Questo, però, andrebbe a scontrarsi col significato originale del microcredito, ossia quello di permettere l’accesso ai servizi finanziari a persone in condizioni di povertà o di difficoltà nell’accedere ad un prestito bancario.

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