Il made in Italy: “La legge Reguzzoni-Versace” è un significativo risultato del nostro impegno per difendere e valorizzare con norme certe il nostro patrimonio produttivo”.
La scorsa settimana Financial Times ha pubblicato un’inchiesta sottolineando un rischio nella “gestione asiatica”dei brand, poiché, delocalizzare la produzione fuori dall’Europa per diminuirne i costi potrebbe significare una perdita di immagine per la griffe.
Il quotidiano britannico, riportando l’opinione dell’analista di Standard&Poor’s, Alessandra Coppola, scrive che “delocalizzare in Asia può svalutare marchi pagati spesso a peso d’oro.”
L’imprenditore deve prestare molta attenzione all’organizzazione del processo produttivo, poichè sono previste gravi sanzioni (secondo la legge Reguzzoni-Versace che dovrebbe entrare in vigore il 1° ottobre) per chi applichi l’etichetta made in Italy ad articoli del settore abbigliamento che non siano prevalentemente prodotti in Italia.
Massimo Nocetti, presidente di Confartigianato Imprese Perugina e presidente nazionale del settore abbigliamento aveva affermato che questa legge è un “significativo risultato del nostro impegno per difendere e valorizzare con norme certe il nostro patrimonio produttivo, e garantire ai consumatori la certezza di conoscere la provenienza della merce che acquistano. Ora ci auguriamo che le regole pensate per il tessile possano essere estese a tutti i comparti del manifatturiero”.
La scorsa settimana Financial Times ha pubblicato un’inchiesta sottolineando un rischio nella “gestione asiatica”dei brand, poiché, delocalizzare la produzione fuori dall’Europa per diminuirne i costi potrebbe significare una perdita di immagine per la griffe.
Il quotidiano britannico, riportando l’opinione dell’analista di Standard&Poor’s, Alessandra Coppola, scrive che “delocalizzare in Asia può svalutare marchi pagati spesso a peso d’oro.”
L’imprenditore deve prestare molta attenzione all’organizzazione del processo produttivo, poichè sono previste gravi sanzioni (secondo la legge Reguzzoni-Versace che dovrebbe entrare in vigore il 1° ottobre) per chi applichi l’etichetta made in Italy ad articoli del settore abbigliamento che non siano prevalentemente prodotti in Italia.
Massimo Nocetti, presidente di Confartigianato Imprese Perugina e presidente nazionale del settore abbigliamento aveva affermato che questa legge è un “significativo risultato del nostro impegno per difendere e valorizzare con norme certe il nostro patrimonio produttivo, e garantire ai consumatori la certezza di conoscere la provenienza della merce che acquistano. Ora ci auguriamo che le regole pensate per il tessile possano essere estese a tutti i comparti del manifatturiero”.
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