Nel secondo trimestre 2011 il PIL indiano ha segnato un incremento del 7,7%: il più basso degli ultimi 18 mesi.
La Banca centrale indiana, per far fronte all'inflazione - che, in un Paese in cui il PIL annuo pro-capite medio si aggira ancora intorno ai 1000 dollari o poco più, ha costi sociali particolarmente elevati – da marzo 2010 ha operato 11 rialzi del costo del danaro. Ora, l'effetto di tali provvedimenti comincia a gravare sul Paese: si registra infatti un rallentamento dell'industria manifatturiera e una contrazione dei consumi, che, rispetto all’incremento dell’8% segnato primo trimestre del 2011, sono cresciuti del 6,3% nel secondo. Inoltre, l'Ufficio Centrale di Statistica rivela che il PIL indiano è cresciuto del 7,7% nel secondo trimestre di quest’anno: si tratta dell’incremento più lieve degli ultimi 18 mesi.
Il peso della politica monetaria fortemente restrittiva adottata dalla Reserve Bank of India, è maggiormente avvertito dai settori sensibili agli andamenti dei tassi d'interesse, come l'industria dell'auto che, negli ultimi mesi, ha registrato un brusco calo di domanda, dopo anni di vendite record.
Il quadro complessivo, continua comunque a essere caratterizzato da un trend espansivo. A tal riguardo va considerata la ripresa degli investimenti: dal deludente + 0,4% annuo del primo trimestre, si è passati al +7,9% del secondo e continua a costituire un fattore trainante della domanda anche il settore infrastrutture, i cui comparti collegati - come l'industria cementiera e quella elettrica - hanno segnato una crescita del 7,8%. Inoltre, sebbene con tassi di sviluppo più contenuti rispetto al 2010, anche il settore agricolo e quello dei servizi presentano prospettive positive.
Secondo il recente Rapporto annuale di Reserve Bank of India, il tasso di crescita del PIL nell'anno fiscale 2011/2012 dovrebbe attestarsi intorno all'8-8,2 per cento. Il tasso di inflazione continuerà ad essere elevato ma negli ultimi mesi dell'anno scenderà a livelli più moderati.
Il documento di riferimento sul medio periodo è il dodicesimo Piano Quinquennale, che, per il quinquennio 2012-2017, prevede una crescita economica del 9%, mentre l'inflazione dovrebbe attestarsi al 5% e il deficit fiscale scendere al 3% del PIL. Tuttavia, la crescita economica prevista potrà effettivamente realizzarsi solo se saranno messe in atto le riforme attualmente in discussione al Parlamento: relative al settore fiscale, a quello delle assicurazioni, a quello bancario e alle acquisizione dei terreni.