Alle 10.17 ora locale, un nuovo sanguinoso attentato ha colpito la capitale dell’India, Nuova Delhi, provocando dodici vittime e oltre cinquanta feriti.
Dodici morti, oltre cinquanta feriti: ancora una volta Nuova Delhi viene colpita da un attentato dopo quello avvenuto lo scorso 25 maggio. Stando alle indiscrezioni, alle 10.17 ora locale, un ordigno a base di nitrato d’ammonio nascosto in una borsetta è esploso davanti al cancello numero 5 dell’Alta Corte di Nuova Delhi. L’esplosione, rivendicata da un gruppo terrorista islamico, è avvenuta in una delle zone più frequentate dell’Alta Corte della capitale indiana, un complesso giudiziario in cui si discutono numerosi casi complicati, compresi quelli legati al terrorismo di matrice islamica; proprio uno degli episodi presi in esame dall’Alta Corte prima e dalla Corte Suprema poi, è stato indicato nell’email inviata ai giornali dal gruppo Harkat-ul Jihad al –Islami che ha rivendicato l’attentato. Si tratta della condanna alla pena di morte per Afzal Guru, accusato dell’assalto avvenuto nel dicembre 2001 al Parlamento indiano, e della richiesta da parte del governo al Presidente della Repubblica di negare la grazia chiesta dal presunto terrorista.
La bomba è esplosa all’esterno della Corte, dove, secondo le testimonianze, erano presenti tra le 100 e le 200 persone; la polizia ha già diffuso l’identikit di due uomini sospettati della strage, anche se il fatto che nessun impianto con telecamere fosse stato installato ai cancelli soprattutto alla luce dei recenti attentati, ha sollevato molteplici polemiche.
Dal 1947 numerosi attentati si sono susseguiti in India, e nonostante nel corso degli ultimi anni le tensioni si siano placate, l’attentato che oggi ha scosso il Paese indica che la questione non è ancora risolta.
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