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martedì 10 luglio 2012

Agricoltura indiana a rischio

Nel Nord Ovest dell’India il ritardo dei monsoni fa scattare l’allarme siccità e mette in crisi l’agricoltura locale.

Alluvioni e siccità: questa la spaccatura climatica che divide la regione del Nord Est da quella del Nord Ovest dell’India e che ha causato ingenti e opposti danni. Alle inondazioni che hanno devastato negli scorsi giorni lo Stato di Assam provocando più di un centinaio di vittime fa da contraltare una siccità dilagante che ha colpito soprattutto le regioni di North Central Province, Northern Province e North Western Province dove gli agricoltori hanno lasciato incolti oltre 3.000 ettari di terreno.
L’allarme era già scattato a fine giugno quando si è registrata una piovosità del 31% inferiore alla media annua prevista ma al tempo, il Ministro dell’Agricoltura di Nuova Delhi, Sharad Pawar, si dichiarava ottimista, confidando che le abbondanti precipitazioni previste per i mesi di luglio e agosto avrebbero compensato la scarsezza di quelle di giugno. Oggi la situazione si è aggravata ulteriormente e l’imprevisto climatico ha messo a rischio oltre 6000 ettari di risaie e 20.000 ettari di altre coltivazioni, in particolare cereali e olio di semi. Il governo  nazionale si è mobilitato in questi giorni per fornire cibo e aiuti alle zone più colpite.
Malgrado gli sforzi per migliorare i metodi di irrigazione e garantire forniture più stabili, i monsoni restano ancora oggi la principale fonte di approvvigionamento idrico per l’agricoltura del Paese, aggiudicandosi la definizione di “ancora di salvezza dell’economia indiana”.

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