Proseguono le proteste in Tamil Nadu contro la centrale nucleare di Koodankulam.
Continuano le proteste da parte dei pescatori e degli attivisti del Tamil Nadu contro la costruzione della centrale nucleare di Koodankulam. Una situazione difficile che l’11 settembre 2011 aveva portato 127 persone ad iniziare uno sciopero della fame in segno di protesta: sciopero interrotto dopo dodici giorni alla luce delle promesse non mantenute del Chief Minister dello Stato, J. Jayalitha, che aveva garantito lo stop ai lavori.
Secondo le prime indiscrezioni, tutti i pescatori avrebbero deciso di non uscire in mare per partecipare alla manifestazione che era stata annunciata lo scorso dodici marzo per ricordare il disastro nucleare e le vittime di Fukushima.
L’India con una popolazione di 1,2 miliardi di persone e un’industria in forte espansione (basti pensare che nonostante la crisi economica, nel 2011 il Pil indiano è cresciuto del 6%) è stata costretta ad affrontare gravissimi problemi legati al fabbisogno energetico nell’ultimo decennio, motivo per il quale sta decidendo di investire in fonti di energia rinnovabile da un lato, e dall’altro nella costruzione di nuove centrali nucleari. Proprio queste ultime sono oggetto di numerose proteste da parte degli abitanti delle aree selezionate per la loro costruzione, viste e considerate le conseguenze che potrebbero derivare dal malfunzionamento o dalla rottura dell’impianto, come è accaduto di recente a Fukushima.
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