Di fronte al rallentamento dell’economia, il Governo di Nuova Delhi concentra l’attenzione sulla povertà e sulla creazione di posti di lavoro.
Se negli ultimi dieci anni la crescita economica indiana si è attestata intorno al 9%, nell’ultimo trimestre del 2011 è scesa a +6%, vale a dire il livello più basso registrato negli ultimi tre anni, costringendo il Governo a considerare le possibili conseguenze che una battuta d’arresto potrebbe provocare nel Paese dell’Elefante.
Stando ai dati emersi da una ricerca condotta dalla Planning Commission, dal 2004/2005 al 2009/2010 il tasso di povertà nel Paese è diminuito, passando dal 37,2% al 29,8%: un traguardo importante per l’India, anche se ancora 360 milioni di indiani su una popolazione di 1,2 miliardi di persone, vivono ancora al di sotto della soglia di povertà. Nel corso degli anni infatti il Governo di Nuova Delhi non si è dimostrato capace di sfruttare l’abbondanza generata dal boom economico a causa di fenomeni di corruzione e sprechi che hanno avuto un notevole impatto sull’economia del Subcontinente indiano.
Ad oggi quindi il Governo del Congress si trova a over affrontare due questioni fondamentali per garantire un futuro alle generazioni che verranno: eliminare la povertà e creare nuovi posti di lavoro per i giovani.
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