Forti tensioni tra Italia e India dopo la notifica del provvedimento di fermo giudiziario ai marò considerati responsabili dell’uccisione dei due pescatori indiani.
La situazione dei due marò italiani agli arresti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori diventa un caso diplomatico a causa delle incongruenze tra le versioni. Interrogati su quanto avvenuto, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno risposto alle domande del magistrato in presenza del pubblico ministero, dei legali della difesa e con l’assistenza del Console Generale a Mumbai, Giampaolo Cutillo, e dell’addetto militare dell’Ambasciata Italiana, Franco Favre.
Stando alle prime ricostruzioni, mercoledì scorso un’imbarcazione si sarebbe avvicinata alla petroliera Enrica Lexie scortata dai militari italiani: secondo la Marina Italiana al momento dell’incidente la petroliera si trovava in acque internazionali e la reazione dei marò sarebbe scaturita di fronte alla minaccia di un attacco da parte dei pirati. Il Ministro degli esteri Terzi ha commentato “Allo stato delle cose ci sono delle considerevoli divergenze di carattere giuridico. Nello Stato indiano del Kerala sono in corso elezioni politiche ed amministrative che rischiano di poter avere qualche influenza sull’indagine e sulle autorità giudicanti”; lo stesso ha aggiunto “La protezione e la tutela dei marinai e dei militari italiani all’estero in missione di pace, in missioni antipirateria e in missioni di sostegno alla sicurezza e alla pace internazionale sono la priorità assoluta per il governo italiano in un quadro di cooperazione internazionale in cui l’India è parte rilevante nel contesto ONU ma anche sul piano regionale”.
Giorni cruciali per la risoluzione della vicenda anche in vista del fatto che verrà resa nota la registrazione satellitare della posizione della nave che determinerà la dipendenza dalla giurisdizione indiana oppure italiana sul caso.
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