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mercoledì 8 febbraio 2012

Battuta d’arresto per l’economia

La crescita economica dell’India è stata rivista al ribasso dal Governo.

Il Governo di Nuova Delhi ha rivisto le stime di crescita del PIL, abbassando l’incremento a + 6,9% nel periodo 2011-2012, contro il 7,25/7,75% previsto. Il dato risulta tanto più significante se confrontato con l’aumento dell’8,4% registrato nel periodo 2010-2011. Nel dettaglio saranno i settori agricolo e manifatturiero ad essere maggiormente colpiti da questo calo, registrando rispettivamente una crescita del 2,5% e del 3,9%: magra consolazione rispetto al +7,6% del 2010-2011.
All’origine del crollo dell’economia destinata ad occupare la terza posizione nella classifica delle maggiori economie a livello mondiale e a superare di conseguenza il Giappone nel corso del 2012, ci sarebbero le decisioni intraprese dalla Reserve Bank of India (RBI), la Banca Centrale del Paese, per far fronte all’aumento dei prezzi, alla crisi del debito in Europa e all’immobilità politica in materia di investimenti esteri: a partire infatti dal 2010 e fino al mese di ottobre 2011, la RBI ha aumentato notevolmente i tassi di interesse. Interrogata sull’argomento, la RBI ha sottolineato che abbasserà i tassi di interesse "solo se il governo ridurrà deficit di bilancio e farà riforme economiche".
Radhika Rao, economista del Forecast Pte di Singapore ha commentato: “I dati confermano che le prospettive di crescita restano contenute, e suggeriscono che la Reserve Bank of India potrebbe tagliare i tassi a partire da aprile, se il piano economico proposto dal governo sarà soddisfacente”. Stando alle affermazioni dell’analista economico della Stci Primary Dealer Ltd, Amol Agrawal, “L’india ha bisogno di ulteriori riforme per espandere la propria capacità economica. Gli scandali legati alla corruzione e la mancata approvazione di alcune proposte politiche stanno pesando sul Paese”.
Le proposte avanzate negli scorsi mesi dal Governo di Manmohan Singh sembrano rispondere alle richieste della RBI, anche se per il momento si tratta purtroppo di riforme non approvate, come la legge anticorruzione e quella riguardante l’apertura del mercato al dettaglio alle grandi catene internazionali di supermercati.

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