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martedì 5 luglio 2011

Proposto l’abbassamento della soglia di Ide nel settore farmaceutico

Un gruppo inter ministeriale ha proposto di abbassare il tetto massimo di investimenti diretti esteri nel settore farmaceutico indiano, dal 100% al 49%. Lo scopo è tenere sotto controllo le acquisizioni di compagnie locali da parte delle multinazionali.

Secondo fonti governative, una commissione formata da rappresentanti del Ministero della salute e dei dipartimenti dell’industria farmaceutica, ha proposto l’imposizione di un tetto massimo di investimenti diretti esteri, pari al 49%, per le iniziative imprenditoriali di tipo brownfield; inoltre è stato richiesto che questi investimenti siano approvati dal governo.
Tra le proteste degli operatori stranieri, la proposta sarà valutata anche da una commissione di pianificazione.
Attualmente, le compagnie straniere devono solo informare la Banca centrale che stanno investendo in imprese indiane.
Tuttavia, la commissione ha precisato che la soglia del 100% sarà mantenuta per quanto riguarda le venture di tipo greenfield.
Si tratta del primo intervento governativo mirato alla protezione degli interessi dei gruppi nazionali; infatti, nonostante la forte pressione da parte delle lobby pro swadeshi, sostenitrici di un modello economico autosufficiente, nei primi vent’anni di riforme,  il governo indiano si è sempre dimostrato refrattario nei confronti di azioni di questo genere.
In questo caso, la decisione è stata innescata dalla preoccupazione che il governo non sia in grado di continuare a mantenere il prezzo delle medicine accessibile a tutti, e inoltre potrebbe trovare difficoltà nel servirsi di strutture industriali locali, in caso di epidemie o emergenze sanitarie.

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