La quarta potenza economica mondiale ha deciso di investire maggiormente nei servizi portuali, vista la presenza di soli 12 porti maggiori e 187 minori nel Paese.
Considerati i successi ottenuti dal Dubai Port International e dal Singapore Psa International, porti di due Stati relativamente piccoli, l’India ha deciso di investire nella struttura portuale del Paese, creando prima di tutto l’India Ports Global, espressione del Ministero della Navigazione che avrà il compito di realizzare investimenti nelle strutture portuali all’estero. A questo proposito i ricavi generati dall’India Ports Global permetteranno di modernizzare i porti indiani. Se si considera infatti che il più grande porto indiano, il Jawaharlal Nehru di Mumbai, si colloca solo al ventiquattresimo posto negli scali che movimentano più container, quando Singapore è stato per diversi anni al primo posto e Dubai al settimo, la decisione del governo indiano di migliorare il comparto rientra nell’ottica di diminuire la differenza attualmente presente tra le ambizioni dell’India e le sue dotazioni. Queste difficoltà sono determinate in prima battuta dall’aumento dei costi di gestione deciso dal governo a carico dei più grandi terminal operator del mondo e in secondo luogo dall’eccessiva burocrazia e dalla sua lentezza.
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