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mercoledì 20 luglio 2011

Made in Italy: occhio puntato su India, Cina e Russia

Negli ultimi cinque anni un’operazione su cinque è stata effettuata dai Paesi emergenti.

Di fronte ai dati resi noti dalle elaborazioni della Banca dati Reprint del Politecnico di Milano non ci sono dubbi: dal 2005 al 2010 il 21,8 % delle operazioni legate a partecipazioni estere nelle società italiane, è stata fatta da Paesi emergenti, in testa India e Cina. Dalla Banca dati del Politecnico di Milano emerge che se da un lato il numero complessivo di aziende manifatturiere italiane a partecipazione estera è rimasto invariato negli ultimi anni, a cambiare è stata invece la nazionalità degli investitori: accanto ai tradizionali Stati Uniti, Giappone e Europa, che hanno registrato una perdita significativa, India, Cina e Russia hanno più che raddoppiato la loro quota. Pechino, particolarmente interessata alla meccanica di precisione, all’arredo, alla moda, agli accessori per la casa e al lifestyle, è passata da 7 a 32 società controllate; Mosca, focalizzata più su acciaio, energia e fotovoltaico, è balzata da 8 a 27; infine, Nuova Delhi nel corso del quinquennio, ha conosciuto l’aumento più significativo, da 8 a 37 aziende, concentrandosi sulla meccanica, l’ingegneristica, i motori ed il tessile. Per quanto riguarda nel dettaglio la partecipazione degli investitori indiani, è vista in modo positivo dalle aziende italiane: per gli indiani la continuità manageriale e gestionale rappresenta un valore e una prerogativa.

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