La crescita industriale in India si attesta al +5,6% nel mese di maggio: il valore più basso registrato negli ultimi nove mesi.
Gli interventi del governo per frenare l’inflazione, attestata a maggio al 9,06%, sembrano essere all’origine del calo degli investimenti nel settore industriale. La situazione è allarmante se si considera che i settori maggiormente colpiti, come le manifatture, sono quelli che contribuiscono maggiormente alla produzione industriale (75,5%): il rallentamento di questi settori se da un lato indica un forte calo degli investimenti, dall’altro evidenzia anche una diminuzione del consumo interno. Basti pensare che la vendita di autoveicoli nel mese di giugno è stata dell’1,6%, mentre negli ultimi due anni si era attestata al 30% circa. Secondo le previsioni, la Banca d’India dovrebbe aumentare ulteriormente il costo del denaro entro luglio allo scopo di frenare l’inflazione, che riguarda in modo particolare prodotti alimentari e altri generi essenziali. Secondo gli economisti l’India dovrebbe comunque crescere dell’8% nel corso del 2011, visto che il 60% del Pil è generato dal settore dei servizi, mentre le manifatture contribuiscono solo al 20% del Prodotto Interno Lordo. Resta il fatto che un tasso di inflazione superiore al tasso di crescita potrebbe comportare un ulteriore aumento della povertà all’interno del Paese e una maggiore distanza tra un numero ristretto di ricchi e milioni di persone appartenenti al ceto medio/basso.
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