L’India dimostra ancora una volta la sua determinazione nel voler continuare a crescere.
La Reserve Bank rivede al ribasso il tasso di crescita dell’India, stimato inizialmente del 7,6% e previsto ora del 7%, percentuale che rappresenta anche l’andamento dell’inflazione che sembra concedere una tregua dopo l’aumento vertiginoso dei prezzi registrato nel mese scorso.
Stando a quanto dichiarato dalla Banca Centrale Indiana in una nota del Governatore Duvvuri Subbarao, “La politica monetaria ha spostato su "crescita" l'equilibrio crescita-inflazione assicurando al tempo stesso di contenere le pressioni inflazionistiche”. Si tratta di una dichiarazione avvenuta proprio nel momento in cui per la prima volta dal 2009 la riserva minima obbligatoria delle banche è stata ridotta dal 6 al 5,5%, permettendo in questo modo di disporre di 320 miliardi di rupie (circa 6,4 miliardi di dollari) di liquidità per i creditori.
Dopo i tredici rialzi decisi tra il mese di marzo 2010 e il mese di ottobre 2011, la Reserve Bank ha inoltre annunciato una possibile diminuzione dei tassi di interesse in futuro, una decisione che potrebbe essere adottata al fine di combattere il rallentamento della crescita del gigante asiatico, ma che il Governatore definisce “prematura”. Secondo quest’ultimo infatti il Governo di Nuova Delhi dovrebbe intervenire al fine di rafforzare la disciplina fiscale senza la quale «la Reserve Bank dovrà frenare sulla sua risposta al rallentamento dei consumi privati e della spesa in investimenti». Allo stesso modo anche il Presidente del Consiglio Economico Consultivo del Primo Ministro,
Chakravarthy Rangarajan, ha sottolineato la necessità da parte della Banca Centrale di attendere segnali più forti di un allentamento dell’inflazione prima di decidere di diminuire i tassi di interesse. Il tasso di inflazione risulta essere ancora fortemente vincolato ai prezzi del petrolio, al deprezzamento della rupia con l’impatto sulle importazioni e al deficit fiscale.
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