Di fronte alla profonda crisi che sta subendo l’Europa e più in generale il mondo occidentale, gli studiosi si chiedono se i giganti asiatici potranno continuare a crescere.
Cina e India si preparano a crescere nei prossimi anni rispettivamente dell’8% e del 7%, ma la crisi economica e finanziaria che ha colpito i Paesi occidentali potrebbe avere delle ripercussioni importanti anche sulle economie asiatiche secondo gli studiosi.
Stando a quanto dichiarato dal Presidente di Boston Consulting Group, Sinha Janmejaya, nei prossimi nove anni verranno fondate 3.500 nuove imprese miliardarie e “saranno tutte asiatiche”; Rahul Bajai, pilastro dell’industria familiare indiana ha commentato a tal proposito “ […] se la crisi europea si aggrava è impossibile non essere contagiati. Niente è impossibile nei prossimi tre anni: potremmo crescere solo del 6%. […]Per noi un punto è il disastro: il Paese non può finanziare il suo piano d'inclusione sociale e il Governo non fa le riforme”.
Adi Godrej, Presidente di un conglomerato familiare gigantesco che si occupa principalmente dei beni di consumo, interrogato sulla possibilità di subire una battuta d’arresto a causa della diminuzione della domanda europea, come si prevede avverrà in Cina, ha dichiarato: "Noi non abbiamo gli stessi timori, il nostro sistema è fondato sui consumi interni, l'80% della nostra economia. Sì, abbiamo dei problemi ma vedo già segni di ripresa dappertutto. […]Noi indiani ci definiamo 10 più 10: cresciamo di 10 volte ogni 10 anni. Non dobbiamo farci condizionare dai cicli economici che quando sono negativi, per noi sono sempre molto brevi". Una visione positiva, che però secondo gli studiosi non tiene conto del fatto che l’India presenta un deficit pesante (il 5% del PIL), non potrebbe contare sul mercato interno per mantenere elevato il tasso di crescita visto che lo sta già sfruttando, è caratterizzata da un sistema politico caotico e paralizzato e dalla presenza di 750 milioni di elettori.
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