340 professori, 130 assistenti di laboratorio, 3.500 matricole all’anno: questi sono solo alcuni numeri del prestigioso Indian Institute of Science.
La Silicon Valley indiana si trova nello stato del Karnataka e più precisamente a Bangalore, una città con più di otto milioni di abitanti e una forte tradizione legata all’Hi-tech. A Bangalore infatti nel 1903 circolò la prima automobile dell’India e nel 1905 venne accesa la prima lampadina. Si tratta di una città che per la sua posizione geografica, a 1000 metri di altezza sull’altopiano di Mysore e senza sbocchi sul mare, ha sempre puntato sulla scienza e la tecnologia. Secondo l’Indo-Italian Chamber of Commerce and Industry , “A metà degli anni ’90 la città ha iniziato con lo sviluppo di grandi call center che fornivano servizi di outsourcing a mezzo mondo, adesso si stanno trasformando in centri di ricerca e sviluppo”. In questo contesto è stato creato l’Indian Institute of Science, un rinomato centro di eccellenza in chimica, fisica, meccanica, nanotecnologie, ingegneria aerospaziale e informatica. Secondo il Professore Anurag Kumar, direttore dell’IIs, “Gli studenti che non superano la nostra selezione, riprovano a Berkeley e Stanford. Ogni anno accogliamo 3.500 matricole, ma le domande sono almeno dieci volte tanto. Provengono da tutti gli stati indiani e da qualche anno anche dall’estero”. L’eccellenza dell’Indian Institute of Science dimostra l’attenzione prestata dall’India alla risorsa più importante del Paese: i giovani, che rappresentano il 54% della popolazione .
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