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martedì 17 maggio 2011

La corruzione dilaga in India

La diffusa pratica della corruzione nel Paese dei Maharaja rischia di rallentare la crescita economica del Paese.

Che la corruzione sia diffusa in India non è una novità, ma di fronte alla possibilità di lasciarsi sfuggire l’occasione di ereditare il primato produttivo cinese, anche il governo indiano si attiva al fine di contrastarla: questo fenomeno infatti oltre a creare un effetto destabilizzante a livello politico, rischia di frenare lo sviluppo economico della tigre asiatica. Stando allo studio realizzato da McKinsey & Company nei prossimi vent’anni l’India dovrà investire circa 1,2 trilioni di dollari per migliorare le sue infrastrutture e il suo livello di urbanizzazione per rispondere alla crescita demografica, ma se i mercati non avranno la certezza che i fondi impiegati abbiano un’origine legale, gli investimenti potrebbero subire un arresto. Questa situazione dipende dal fatto che i fondi allocati a funzionari sospettati di corruzione vengono immediatamente bloccati, impedendo la prosecuzione dei lavori in quell’ambito. Il recente scandalo legato alle telecomunicazioni ha avuto e avrà conseguenze anche a livello politico, visto che il governo centrale è stato accusato di aver assegnato 122 nuove licenze sottocosto, determinando una perdita di circa 40 miliardi di dollari alle casse dello Stato; inoltre l’incertezza legata al quadro normativo in vigore ha spinto molti investitori ad abbandonare i loro affari. Al fine di combattere questa piaga il governo indiano si vedrà costretto a dar vita a un’agenzia giudiziaria indipendente, in grado di controllare ed operare sia a livello centrale sia a livello dei singoli stati.

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