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venerdì 4 giugno 2010

Joint Venture Diesel – Reliance Brands: il noto brand italiano punta sul mercato indiano

Renzo Rosso, il patron della Diesel, uno tra i marchi di jeans più noti a livello mondiale, il mese scorso ha inaugurato a Mumbai, capitale economica e della moda del Paese, il secondo store monomarca dedicato ai prodotti Diesel. Rosso, in un’intervista rilasciata al The Economic Times, ha dichiarato che il Subcontinente è “la sua ultima frontiera”. Prima di puntare sul mercato indiano la Diesel ha verificato che i tempi fossero maturi, attraverso sondaggi effettuati prevalentemente nei bar e nelle discoteche: è stato riscontrato che la gente, soprattutto i giovani, sono molto interessati ai prodotti del marchio italiano non solo in quanto tali ma anche, e soprattutto, per la cultura e lo stile di vita che essi rappresentano. Basti pensare che molti attori di Bollywood, presi a modello soprattutto dai giovanissimi, sono clienti Diesel e che il loro potere d’influenzare l’andamento della moda e di stabilire quali debbano essere i prodotti di tendenza è molto elevato.
Dopo aver conquistato più di 80 paesi nel mondo con 5000 punti vendita e più di 500 monomarca, per lanciare i jeans made in Italy, Diesel è entrato in India con una Joint Venture di maggioranza con Reliance Brands (società controllata dal gruppo Mukesh Ambani). Il marchio prevede di espandersi con altri 30 negozi in 5 anni e dichiara che la sua principale sfida sarà quella di individuare la location migliore, in quanto il mercato indiano è in piena evoluzione e non è facile immaginare come sarà tra 3 o 5 anni.
Relativamente alla presenza del marchio in altri paesi asiatici, il numero uno della Diesel ha affermato: “Siamo stati in Giappone per un lungo periodo, oltre due decenni. È uno dei nostri migliori mercati in tutto il mondo - i giapponesi hanno una grande coscienza della moda. Siamo entrati in Corea cinque anni fa e le cose stanno iniziando ad andare bene. In Cina abbiamo 35 punti vendita, anche se le vendite sono inferiori alle aspettative. I cinesi sono più interessati al lusso e il nostro è un prodotto ‘di alta qualità, non un prodotto di lusso.”

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