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venerdì 25 giugno 2010

India, vie di fuga all’inefficienza delle grandi metropoli

Si assisterà nei prossimi anni ad un ulteriore accelerarsi delle tendenze all’urbanizzazione nel Paese Indiano. Secondo una ricerca pubblicata lo scorso aprile dal McKinsey Global Institute la popolazione urbana arriverà nel 2030 a 590 milioni di persone e il numero di città con più di un milione di abitanti salirà da 42 a 68 (in Europa sono 35).
La nuova architettura urbana dell’India ha come obiettivo la realizzazione di nuovi complessi residenziali, townships e nuove città che rappresentano vie di fuga all’inefficienza delle grandi città come Mumbai, caratterizzata da una distribuzione dell’acqua e dell’energia irregolare e da un mercato immobiliare a prezzi proibitivi.
La città di Lavasa (Maharashtra) è il primo progetto in quest’ottica. Nel 2021 si stima che potranno vivere circa 300 mila persone su oltre 32 ettari di terreno collinare con una qualità della vita maggiore rispetto a quella dei centri urbani.
L’ottimismo sul fatto di riuscire a portare tra queste colline un numero sufficiente di industrie è motivato da due fattori: da un lato la vicinanza con i grandi centri di Mumbai e di Pune, dall’altro la presenza di reti infrastrutturali che nelle grandi città non riescono a svilupparsi al ritmo richiesto dal boom demografico ed economico.

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