Siglata negli scorsi giorni un’intesa sui visti per l’apertura delle frontiere.
Secondo la maggior parte degli addetti ai lavori si tratta di una “pietra miliare” nel processo di disgelo tra due storici rivali: India e Pakistan. Una rivalità nata nel 1947, anno della spartizione del subcontinente tra musulmani (Pakistan) e induisti (India) avvenuta a seguito della dissoluzione dell’impero coloniale britannico. Da allora tre guerre sulla questione del Kashmir e frontiere blindate. Fino alla storica svolta dell’8 settembre scorso.
Entrando nel dettaglio, l’accordo, firmato ad Islamabad tra il ministro degli Esteri indiano S.N. Krishna e la sua controparte Hina Rabbani Khar, prevede che cittadini indiani e pakistani di oltre 65 anni possano ottenere un visto all’ingresso nel valico di frontiera di Wagah/Attari. La concessione, per ora ristretta a gruppi di 10-15 persone, permetterà non solo a milioni di persone di tornare nel Paese da cui erano fuggiti al momento della scissione ma getta anche le basi per un più ampio processo di liberalizzazione. Potrebbe infatti fungere da anticamera per nuove norme sulla libertà di circolazione di uomini d’affari e turisti e inaugurare una nuova stagione di distensione internazionale e scambi commerciali. Il processo di avvicinamento tra i due Paesi si prospetta lungo e articolato, soggetto a facili involuzioni (come testimonia il lungo stallo delle relazioni diplomatiche seguito all’attentato di Mumbai nel novembre 2008) ma la strada da percorrere è ormai tracciata e il recente accordo sembra esserne la prova
Nessun commento:
Posta un commento