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giovedì 20 settembre 2012

Aperte le porte alle grandi catene di supermarket


Da oggi i colossi stranieri del retail potranno operare nel mercato indiano anche al dettaglio.

Una riforma commerciale attesa da 10 anni, avanzata per la prima volta nel 2002, discussa, avversata ma che ora sembra divenire realtà. Si tratta della legge che apre il mercato indiano agli outlet di distributori stranieri, che finora potevano operare in India solo all'ingrosso.
L’India spalanca così il suo mercato di 450 miliardi di dollari ai grandi retail plurimarca come Wal-Mart o Carrefour, che potranno acquisire quote fino al 51% in partnership con attori locali o vendere direttamente ai consumatori.
La riforma prevede anche una serie di paletti, volti a proteggere i produttori locali i soggetti cioè che rischiano di essere più danneggiati dalla liberalizzazione. I gruppi stranieri potranno infatti aprire negozi solo nelle città con più di un milione di abitanti, circa 53 secondo l’ultimo censimento del 2011, e destinare almeno la metà degli investimenti allo sviluppo delle infrastrutture e delle zone rurali circostanti. Ogni Stato avrà inoltre la possibilità di attuare la riforma o meno.
Diverse le reazioni. Da un lato l’opposizione teme per la sorte delle decine di migliaia di piccoli produttori, distributori e venditori locali di fronte alla sproporzionata concorrenza dei giganti globali. Dall’altro lato, stampa e capitani d’industria plaudono alla riforma del governo Singh
sostenendo non solo che “negozietti all'angolo" sopravviveranno come già hanno fatto con l'avvento dei centri commerciali di brand locali, ma che la spinta all’umore dell’economia fornita dalla liberalizzazione avrà ricadute positive anche per settori contigui a quelli coinvolti, come l’immobiliare, l’agricoltura ed i trasporti.

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