Martedì scorso la Banca centrale indiana ha alzato, per la seconda volta in un mese, i tassi d’interesse, portando il tasso del pronti/termine di riacquisto al 3.75% e quello di finanziamento al 5,25% dal precedente 5%.
Il tasso d’inflazione è molto elevato nel Subcontinente e si sta pericolosamente avvicinando alla doppia cifra: a settembre dello scorso anno era dello 0,5% ma a febbraio ha raggiunto il 9,8% e i dati di marzo hanno registrato, addirittura, un 9,9%. L’India non è il primo Paese ad aver alzato i tassi di interesse per far fronte alla crisi: tale strategia era già stata messa in atto dall’Australia, e molti analisti suppongono che anche la Cina adotterà presto simili provvedimenti.
New Delhi rischia anche di dover rivedere al ribasso le prospettive di crescita interna. Per il 2010 era stato previsto un +8,5% e un +9% per il 2011, ma con un’inflazione senza controllo il tasso di crescita nominale potrebbe nasconderne uno reale molto più basso. Mentre i mercati europei e americani restano freddi e indebitati, le economie asiatiche continuano a surriscaldarsi e, Cina e India in primo luogo, devono trovare una strategia efficace per non perdere i vantaggi della progressiva ripresa economica a causa degli effetti negativi dell’inflazione. Tuttavia, è opportuno ricordare che in India il problema dell’inflazione è molto più grave di quanto sia in Cina, tant’è vero che è stato inevitabile l’intervento della Banca centrale di New Delhi.
Il tasso d’inflazione è molto elevato nel Subcontinente e si sta pericolosamente avvicinando alla doppia cifra: a settembre dello scorso anno era dello 0,5% ma a febbraio ha raggiunto il 9,8% e i dati di marzo hanno registrato, addirittura, un 9,9%. L’India non è il primo Paese ad aver alzato i tassi di interesse per far fronte alla crisi: tale strategia era già stata messa in atto dall’Australia, e molti analisti suppongono che anche la Cina adotterà presto simili provvedimenti.
New Delhi rischia anche di dover rivedere al ribasso le prospettive di crescita interna. Per il 2010 era stato previsto un +8,5% e un +9% per il 2011, ma con un’inflazione senza controllo il tasso di crescita nominale potrebbe nasconderne uno reale molto più basso. Mentre i mercati europei e americani restano freddi e indebitati, le economie asiatiche continuano a surriscaldarsi e, Cina e India in primo luogo, devono trovare una strategia efficace per non perdere i vantaggi della progressiva ripresa economica a causa degli effetti negativi dell’inflazione. Tuttavia, è opportuno ricordare che in India il problema dell’inflazione è molto più grave di quanto sia in Cina, tant’è vero che è stato inevitabile l’intervento della Banca centrale di New Delhi.
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