Una crescita economica sorprendente e prospettive allettanti stanno chiamando in causa lo stato delle infrastrutture indiane e la loro futura capacità di tenuta a fronte della rapida urbanizzazione che l’India sta sperimentando. Secondo rapporti ONU, tra il 2010 e il 2025 la popolazione urbana del Subcontinente aumenterà del 2,3% annuo e la sua percentuale rispetto alla popolazione totale passerà dal 30% del 2010 al 37% nel 2025.
Nonostante, il Paese risulti essere, nell'ultimo decennio, una delle economie mondiali in più rapida crescita - con un tasso medio di crescita del 7,2 per cento annuo - lo sviluppo delle infrastrutture risulta profondamente inadeguato: non c'è una sola città indiana che possa disporre di acqua corrente 24 ore su 24; la percentuale delle interruzioni di corrente elettrica nelle ore di punta è del 12% e il tempo medio di rotazione nei porti è di 3,85 giorni contro le 10 ore di Hong Kong. Inoltre, anche la rate stradale presenta carenze notevoli: la qualità della rete viaria indiana è molto al di sotto degli standard globali, solo il 25% delle autostrade ha due o quattro corsie e circa il 90% è strutturalmente inadeguato per gli autotreni con carichi superiori a 10,2 tonnellate.
Tuttavia, la ripresa economica, la stabilita’ politica e un aumento dei fondi disponibili, costituiscono le premesse per colmare le lacune che, attualmente, caratterizzano le infrastrutture indiane. Il governo si dichiara ottimista, tant’è vero che ha stimato un investimento in tale settore del 7.5% del PIL per il 2009/10, del 7.94% e 8.37%, rispettivamente, per il 2010/11 e 2011/12.
Alla luce del consistente fabbisogno di investimenti e della limitata capacità del bilancio pubblico di soddisfarlo, il settore privato sarà in primo piano nelle operazioni finanziarie che verranno messe in atto per rinnovare e ampliare le infrastrutture indiane: si stima che circa il 30% degli investimenti totali dovrà venire, appunto, dal settore privato e che tale percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni.
Secondo gli esperti, sfruttando tutto il suo potenziale, l'India potrebbe crescere del 9-10% all'anno, a patto che migliori i suoi servizi infrastrutturali, in quanto la forte crescita economica, il miglioramento della qualità di vita, la competitività commerciale e l’urbanizzazione rendono impellente la loro trasformazione.
Nonostante, il Paese risulti essere, nell'ultimo decennio, una delle economie mondiali in più rapida crescita - con un tasso medio di crescita del 7,2 per cento annuo - lo sviluppo delle infrastrutture risulta profondamente inadeguato: non c'è una sola città indiana che possa disporre di acqua corrente 24 ore su 24; la percentuale delle interruzioni di corrente elettrica nelle ore di punta è del 12% e il tempo medio di rotazione nei porti è di 3,85 giorni contro le 10 ore di Hong Kong. Inoltre, anche la rate stradale presenta carenze notevoli: la qualità della rete viaria indiana è molto al di sotto degli standard globali, solo il 25% delle autostrade ha due o quattro corsie e circa il 90% è strutturalmente inadeguato per gli autotreni con carichi superiori a 10,2 tonnellate.
Tuttavia, la ripresa economica, la stabilita’ politica e un aumento dei fondi disponibili, costituiscono le premesse per colmare le lacune che, attualmente, caratterizzano le infrastrutture indiane. Il governo si dichiara ottimista, tant’è vero che ha stimato un investimento in tale settore del 7.5% del PIL per il 2009/10, del 7.94% e 8.37%, rispettivamente, per il 2010/11 e 2011/12.
Alla luce del consistente fabbisogno di investimenti e della limitata capacità del bilancio pubblico di soddisfarlo, il settore privato sarà in primo piano nelle operazioni finanziarie che verranno messe in atto per rinnovare e ampliare le infrastrutture indiane: si stima che circa il 30% degli investimenti totali dovrà venire, appunto, dal settore privato e che tale percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni.
Secondo gli esperti, sfruttando tutto il suo potenziale, l'India potrebbe crescere del 9-10% all'anno, a patto che migliori i suoi servizi infrastrutturali, in quanto la forte crescita economica, il miglioramento della qualità di vita, la competitività commerciale e l’urbanizzazione rendono impellente la loro trasformazione.
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