La Corte Suprema ha stabilito che le scuole indiane dovranno destinare un quarto dei loro posti ai bambini poveri.
Fatta eccezione per gli istituti delle minoranze che non ricevono aiuti, la Corte Suprema ha stabilito che tutte le scuole pubbliche e private indiane dovranno riservare il 25% dei posti ai bambini poveri. Il provvedimento, che rientra all’interno del Right to Education Act approvato il primo aprile del 2010 e che prevede la scuola obbligatoria e gratuita per tutti i ragazzi dai 6 ai 14 anni, ha chiarito uno dei punti più contestati della legge. Il giudice SH Kapadia nel pronunciare il verdetto ha sottolineato come "negare a un bambino il diritto di avere un'istruzione, significa privarlo del suo diritto a vivere con dignità e libertà di parola ed espressione".
I fondi verranno stanziati in modo diverso a seconda dello Stato, anche se è stato previsto un sussidio da parte del Governo centrale pari al 65% e da parte di quello statale pari al 35%.
Un grande passo in avanti nella democrazia più grande del mondo.
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