Le economie asiatiche sono paesi difficili per dimensione, lingua e cultura. Per questo è necessario radicarsi stabilmente: “non paga la strategia del mordi e fuggi”.
L'intervista a Andrea Bonardi, presidente dell'Italian Chamber of Commerce in Singapore e rappresentante delle Camere di Commercio Italiane dell'Area Asia-Sudafrica, ha consentito di tracciare le caratteristiche rilevanti e le linee strategiche da attuare nelle economie asiatiche, considerate una sorta di apripista nell'uscita dalla recessione.
Il ritmo di crescita sostenuto, registrato in tutti in paesi dell'area asiatica (Cina, India, Giappone, Thailandia, Emirati Arabi Uniti), sembra essere il risultato di più fattori. Da un lato, la riduzione della domanda estera provocata dalla crisi, ha portato i governi a focalizzarsi sullo sviluppo del mercato interno; dall'altro, la ripresa ha portato le economie asiatiche, in particolare quelle tradizionalmente export-led e legate al manifatturiero, ad investire maggiormente in ricerca e innovazione.
Pertanto, Andrea Bonardi afferma che i paesi asiatici rappresentano una tappa importante per le imprese italiane, le quali non soltanto dovrebbero innovare i meccanismi per lo sviluppo delle esportazioni, ma dovrebbero fare un "salto di qualità" rafforzando gli investimenti diretti. Aggiunge, inoltre: "In questo senso, Emirati Arabi Uniti, Singapore e Hong Kong rappresentano degli hubs strategici per sviluppare la presenza imprenditoriale nell'Area, sia perchè i costi di investimento in questi Paesi sono molto limitati sia perchè costituiscono degli avamposti che facilitano l'ingresso in realtà come Cina, India, Corea, Vietnam Indonesia. In questo modo, le PMI italiane sono meno esposte al rischio di bruciarsi investendo direttamente nei mercati più grandi e possono poi approciarli da questi hubs, dopo una fase di studio di fattibilità, in maniera più consapevole e strutturata".
Trattandosi di paesi difficili per dimensione, lingua e cultura, è indispensabile un'adeguata informazione e, secondo Bonardi, sono mercati in cui è necessario radicarsi stabilmente: "non paga la strategia del mordi e fuggi".
Nella strategia di penetrazione un supporto importante alle aziende italiane è dato dall'immagine del Made in Italy, "capace di coniugare tradizione artigiana e innovazione e di venire incontro alle esigenze di diverse tipologie di consumatori". Ad esempio, il mercato indiano mostra molto interesse sia per il Made in Italy tradizionale, in settori come moda, agroalimentare, design, nautica, sia nell'industria edile, per la quale il Governo locale si sta impegnando in ingenti piani di sviluppo.
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