Al via un progetto di penetrazione commerciale delle imprese emiliane produttrici di macchine agricole in India.
Campo Prova Punjab è il nome del Progetto realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, FederUnacoma (Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura) e IICCI (Indo-Italian Chamber Of Commerce & Industry). L’obiettivo è far conoscere agli operatori indiani le macchine e attrezzature per l’agricoltura, la componentistica e i macchinari per l’agroindustria e il food processing prodotti in Emilia-Romagna.
Il progetto è stato presentato lo scorso novembre a Bologna e in questi giorni le 21 imprese coinvolte (14 delle quali emiliano-romagnole) hanno inviato a Punjab, location selezionata per l’iniziativa, i propri macchinari. Le dimostrazioni programmate per i giorni 15 e 16 marzo, si svolgeranno presso l’azienda agricola sperimentale University Farm Ladhowal, nella città di Ludhianna e saranno finalizzate alla promozione e alla commercializzazione del prodotto italiano in loco. «La cooperazione con l’India – afferma il modenese Massimo Goldoni, presidente FederUnacoma - rappresenta una delle priorità nelle politiche di internazionalizzazione delle nostre imprese. Il mercato indiano assorbe ormai un numero di 450 mila trattrici annue, superiore a quello della Cina, pari a tre volte quello dell’intera Europa comunitaria e a cinque volte quello degli Stati Uniti, rappresentando per le nostre imprese una formidabile opportunità».
A seguire, una serie di incontri business-to-business tra aziende italiane e indiane del settore (importatori, distributori, produttori di macchinari e componentistica) curati dalla Indo-Italian Chamber Of Commerce & Industry. La realizzazione di un “Centro di dimostrazione permanente” nell’Università di Punjab verterà sulla formazione di tecnici indiani per gettare le basi di una collaborazione tecnica e di una graduale penetrazione commerciale nel mercato indiano. Per concludere è prevista la partecipazione congiunta delle imprese dei due paesi alla fiera Eima Agrimach India 2013, che si svolgerà dal 5 al 7 dicembre a New Delhi.
lunedì 25 febbraio 2013
mercoledì 20 febbraio 2013
India e Gran Bretagna: partner speciali
Seconda visita ufficiale in India per il premier David Cameron che auspica un futuro di cooperazione tra i due paesi. Nonostante lo scandalo Finmeccanica.
La visita di tre giorni in Asia è partita dall’India all’insegna della cooperazione economica-commerciale. Collaborare alle indagini nella vicenda Finmeccanica e diventare "partner economici speciali": è l'offerta lanciata lo scorso 18 febbraio dal Primo Ministro inglese David Cameron alla sua controparte indiana Manmohan Singh. Aprire agli investitori stranieri i campi delle assicurazioni, delle banche e delle vendite al minuto, semplificare le procedure di investimento e facilitare le attività delle imprese straniere sono alcuni inviti lanciati al Presidente indiano. In cima all’agenda degli incontri, il tentativo di proporre ai vertici di New Delhi, il caccia Eurofighter-Typhoon al cui consorzio, di cui fa parte anche l'Italia, partecipa la britannica Bae Systems. L’ostacolo per ora rimane l’annunciata intenzione indiana di acquistare dalla Francia 126 esemplari del caccia Rafale, per un costo stimato di 14 miliardi di dollari. Quella di Cameron è la seconda visita ufficiale dall'inizio del suo mandato. Per sottolineare il legame che da sempre scorre tra le due nazioni, l'inquilino di Downing Street è giunto in India con una poderosa delegazione, formata da oltre cento tra imprenditori, rappresentanti del mondo dell'università e parlamentari. Il Premier ha infatti dichiarato alla stampa indiana:"Ho voluto portare con me la più grande delegazione d'affari che abbia mai lasciato le coste inglesi e sono fiero di averla portata proprio qui, per sancire il legame tra i nostri Paesi".
La visita di tre giorni in Asia è partita dall’India all’insegna della cooperazione economica-commerciale. Collaborare alle indagini nella vicenda Finmeccanica e diventare "partner economici speciali": è l'offerta lanciata lo scorso 18 febbraio dal Primo Ministro inglese David Cameron alla sua controparte indiana Manmohan Singh. Aprire agli investitori stranieri i campi delle assicurazioni, delle banche e delle vendite al minuto, semplificare le procedure di investimento e facilitare le attività delle imprese straniere sono alcuni inviti lanciati al Presidente indiano. In cima all’agenda degli incontri, il tentativo di proporre ai vertici di New Delhi, il caccia Eurofighter-Typhoon al cui consorzio, di cui fa parte anche l'Italia, partecipa la britannica Bae Systems. L’ostacolo per ora rimane l’annunciata intenzione indiana di acquistare dalla Francia 126 esemplari del caccia Rafale, per un costo stimato di 14 miliardi di dollari. Quella di Cameron è la seconda visita ufficiale dall'inizio del suo mandato. Per sottolineare il legame che da sempre scorre tra le due nazioni, l'inquilino di Downing Street è giunto in India con una poderosa delegazione, formata da oltre cento tra imprenditori, rappresentanti del mondo dell'università e parlamentari. Il Premier ha infatti dichiarato alla stampa indiana:"Ho voluto portare con me la più grande delegazione d'affari che abbia mai lasciato le coste inglesi e sono fiero di averla portata proprio qui, per sancire il legame tra i nostri Paesi".
lunedì 18 febbraio 2013
Dumping fotovoltaico: USA vs India
Gli States accusano l’India di concorrenza sleale nel settore dell’energia solare. L’India ribatte denunciando le banche per finanziamenti agevolati solo alle tecnologie USA.
L’India nel mirino americano per dumping. Il governo americano ha infatti deciso di avanzare presso la World Trade Organization una richiesta di arbitrato in merito ai sussidi elargiti dalle istituzioni indiane ai propri produttori di celle e moduli fotovoltaici. Nel dettaglio l’India avrebbe erogato fondi ai propri produttori del settore, mossa ritenuta discriminatoria e nociva dagli States. Ron Kirk, rappresentante degli affari commerciali degli States, ha così spiegato la denuncia: "Voglio essere chiaro: gli Stati Uniti sostengono con forza il rapido sviluppo dell'energia solare in tutto il mondo, anche in India. Purtroppo, le politiche discriminatorie nel suo programma solare nazionale danneggiano questa cooperazione di successo, aumentano il costo dell'energia pulita, e minano i progressi verso il nostro obiettivo comune”.
L’India dal canto suo rilancia accusando gli USA di voler soffocare il mercato indiano del solare già in grave crisi a causa del calo della domanda. La Convenzione Quadro ONU sui Cambiamenti climatici prevede infatti un fondo di circa 30 mld di dollari per supportare i Paesi in Via di Sviluppo. Secondo però un’indagine condotta dal Centre for Science and Environment di New Delhi, i due finanziatori, la Exim Bank e l’Overseas Private Investment Corporation, concederebbero prestiti a condizioni agevolate solo agli investitori con tecnologie americane.
“I tassi d'interesse offerti dalla Ex-Im Bank per finanziare i progetti americani – ha denunciato Hari Manoharan, dell’Indian RESolve Energy Consultants – sono a dir poco favorevoli: questo succede perché si vuole direzionare il mercato indiano, in modo che premi alcune compagnie che hanno un grosso potere, come la First Solar”. Adesso il WTO deciderà se accogliere ed esaminare la richiesta americana contro l’India o, al contrario, se considerare più importanti quelle dell’India contro gli Stati Uniti, presentate nel novembre 2012.
L’India nel mirino americano per dumping. Il governo americano ha infatti deciso di avanzare presso la World Trade Organization una richiesta di arbitrato in merito ai sussidi elargiti dalle istituzioni indiane ai propri produttori di celle e moduli fotovoltaici. Nel dettaglio l’India avrebbe erogato fondi ai propri produttori del settore, mossa ritenuta discriminatoria e nociva dagli States. Ron Kirk, rappresentante degli affari commerciali degli States, ha così spiegato la denuncia: "Voglio essere chiaro: gli Stati Uniti sostengono con forza il rapido sviluppo dell'energia solare in tutto il mondo, anche in India. Purtroppo, le politiche discriminatorie nel suo programma solare nazionale danneggiano questa cooperazione di successo, aumentano il costo dell'energia pulita, e minano i progressi verso il nostro obiettivo comune”.
L’India dal canto suo rilancia accusando gli USA di voler soffocare il mercato indiano del solare già in grave crisi a causa del calo della domanda. La Convenzione Quadro ONU sui Cambiamenti climatici prevede infatti un fondo di circa 30 mld di dollari per supportare i Paesi in Via di Sviluppo. Secondo però un’indagine condotta dal Centre for Science and Environment di New Delhi, i due finanziatori, la Exim Bank e l’Overseas Private Investment Corporation, concederebbero prestiti a condizioni agevolate solo agli investitori con tecnologie americane.
“I tassi d'interesse offerti dalla Ex-Im Bank per finanziare i progetti americani – ha denunciato Hari Manoharan, dell’Indian RESolve Energy Consultants – sono a dir poco favorevoli: questo succede perché si vuole direzionare il mercato indiano, in modo che premi alcune compagnie che hanno un grosso potere, come la First Solar”. Adesso il WTO deciderà se accogliere ed esaminare la richiesta americana contro l’India o, al contrario, se considerare più importanti quelle dell’India contro gli Stati Uniti, presentate nel novembre 2012.
martedì 12 febbraio 2013
Finmeccanica: tangenti al governo indiano
Arrestati i vertici di Finmeccanica con l’accusa di corruzione internazionale: 51 milioni di tangenti per la vendita di elicotteri all’India.
Due ordinanze di custodia cautelare sono state disposte nelle scorse ore dalla procura di Busto Arsizio, in carcere nei confronti del presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi e ai domiciliari per l’amministratore delegato di AugustaWestland Bruno Spagnolini. I provvedimenti rientrano nel presunto caso di corruzione internazionale sulla vendita di elicotteri Augusta Westland al Ministero della difesa indiano. L’inchiesta, approdata all’inizio della scorsa estate a Busto Arsizio dalla procura di Napoli, riguarda l’appalto ottenuto nel 2010, per la fornitura di 12 elicotteri Augusta Westland, controllata da Finmeccanica e amministrata al tempo da Orsi. Un affare da 556 milioni di euro, di cui, secondo l’accusa, 51 usati per pagare tangenti per assicurarsi la commessa. A confessarlo, un ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo, Lorenzo Borgogni, secondo cui 10 di quei 51 milioni sarebbero poi finito nelle casse della Lega Nord. Il Carroccio ha smentito ogni tipo di coinvolgimento e lo scorso settembre ha depositato, nella procura di Busto Arsizio, una denuncia per calunnia nei confronti di Borgogni.
Immediate le ripercussioni in Borsa dove il titolo di Finmeccanica non riesce a fare prezzo per la forte corrente di vendite e si attesta in asta di volatilità con un calo teorico del 14%.
Due ordinanze di custodia cautelare sono state disposte nelle scorse ore dalla procura di Busto Arsizio, in carcere nei confronti del presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi e ai domiciliari per l’amministratore delegato di AugustaWestland Bruno Spagnolini. I provvedimenti rientrano nel presunto caso di corruzione internazionale sulla vendita di elicotteri Augusta Westland al Ministero della difesa indiano. L’inchiesta, approdata all’inizio della scorsa estate a Busto Arsizio dalla procura di Napoli, riguarda l’appalto ottenuto nel 2010, per la fornitura di 12 elicotteri Augusta Westland, controllata da Finmeccanica e amministrata al tempo da Orsi. Un affare da 556 milioni di euro, di cui, secondo l’accusa, 51 usati per pagare tangenti per assicurarsi la commessa. A confessarlo, un ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo, Lorenzo Borgogni, secondo cui 10 di quei 51 milioni sarebbero poi finito nelle casse della Lega Nord. Il Carroccio ha smentito ogni tipo di coinvolgimento e lo scorso settembre ha depositato, nella procura di Busto Arsizio, una denuncia per calunnia nei confronti di Borgogni.
Immediate le ripercussioni in Borsa dove il titolo di Finmeccanica non riesce a fare prezzo per la forte corrente di vendite e si attesta in asta di volatilità con un calo teorico del 14%.
venerdì 8 febbraio 2013
L’India rallenta
L’India frena la sua crescita e si allontana dal Pil cinese. All’orizzonte tagli al welfare e alle infrastrutture.
Riviste le stime di crescita del Pil indiano per l’anno fiscale in corso, che si chiuderà il 31 marzo: dal 5,8% di dicembre 2012 al 5%, un minimo che non si vedeva da 10 anni. I settori più toccati dal rallentamento sono: l'output agricolo, che doveva crescere del 3,6%, causa monsoni sfavorevoli, ha visto calare le aspettative all’1,8%; quello manifatturiero dal 2,7% all’1,9%; quello dei servizi dall’8,2% di un anno fa al 6,6%.
I dati deludenti si rifletteranno sulla presentazione del budget 2013-14, programmata il prossimo 28 febbraio, con una riduzione della spesa pubblica al 4% (contro l’8,6% di un anno fa) che a sua volta, si tradurrà in tagli al welfare e alle infrastrutture stradali. Analogo pessimismo per il deficit atteso che si attesta oggi al 5.6% del Pil contro l’iniziale 5,1%.
E se al primo Ministro Singh e al Ministro delle Finanze P. Chidambaram spetta l’arduo compito di compensare i tagli con il rilancio dell’economia, la Reserve Bank of India non ha esitato a tagliare lo scorso gennaio i tassi d'interesse di un quarto di punto al 7,75% dopo 9 mesi di immobilismo. Una manovra che tuttavia ha margini limitati. Pochi giorni fa infatti il Fondo monetario internazionale ha ammonito che, a causa di deficit e inflazione elevati, «l'economia si trova in una posizione più debole che prima della crisi» e che «è consigliabile mantenere gli attuali tassi fino a che i livelli dei prezzi non saranno chiaramente in flessione».
Riviste le stime di crescita del Pil indiano per l’anno fiscale in corso, che si chiuderà il 31 marzo: dal 5,8% di dicembre 2012 al 5%, un minimo che non si vedeva da 10 anni. I settori più toccati dal rallentamento sono: l'output agricolo, che doveva crescere del 3,6%, causa monsoni sfavorevoli, ha visto calare le aspettative all’1,8%; quello manifatturiero dal 2,7% all’1,9%; quello dei servizi dall’8,2% di un anno fa al 6,6%.
I dati deludenti si rifletteranno sulla presentazione del budget 2013-14, programmata il prossimo 28 febbraio, con una riduzione della spesa pubblica al 4% (contro l’8,6% di un anno fa) che a sua volta, si tradurrà in tagli al welfare e alle infrastrutture stradali. Analogo pessimismo per il deficit atteso che si attesta oggi al 5.6% del Pil contro l’iniziale 5,1%.
E se al primo Ministro Singh e al Ministro delle Finanze P. Chidambaram spetta l’arduo compito di compensare i tagli con il rilancio dell’economia, la Reserve Bank of India non ha esitato a tagliare lo scorso gennaio i tassi d'interesse di un quarto di punto al 7,75% dopo 9 mesi di immobilismo. Una manovra che tuttavia ha margini limitati. Pochi giorni fa infatti il Fondo monetario internazionale ha ammonito che, a causa di deficit e inflazione elevati, «l'economia si trova in una posizione più debole che prima della crisi» e che «è consigliabile mantenere gli attuali tassi fino a che i livelli dei prezzi non saranno chiaramente in flessione».
mercoledì 6 febbraio 2013
La tecnologia italiana al servizio del tessile indiano
Firmato un accordo per la fornitura di macchine tessili italiane alle aziende indiane. Una nuova iniziativa del progetto “Machines Italia in India”.
Una nuova iniziativa consolida la partnership tra le aziende italiane e quelle indiane. È stato infatti siglato pochi giorni un accordo tra l'Associazione Italiana Costruttori Macchine Tessile (ACIMIT) e il DKTE'S Textile & Engineering Institute, Ichalkaranji Dist. Kolhapaur, Maharashtra per la creazione di un Centro di Tecnologia italiana a favore del settore tessile in India.
Nel dettaglio il progetto prevede: la fornitura a titolo gratuito di macchine tessili italiane per un periodo massimo di 3 anni, l’attività di formazione fornita dalle stesse aziende italiane aderenti all'iniziativa, la distribuzione del manuale di tecnologia digitale di ACIMIT e l'assegnazione di borse di studio a tre studenti selezionati da un comitato di docenti DKTE.
Il centro di formazione si inserisce nella più ampia iniziativa denominata “Machines Italia in India” finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico e organizzata da Federmacchine per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese di settore.
Grandi le aspettative nutrite nei confronti del mercato indiano. Sandro Salmoiraghi, Presidente di ACIMIT dichiara “Il mercato in India è attualmente la terza destinazione più importante per le nostre esportazioni (rispetto al primo semestre del 2012, abbiamo esportato 58 milioni di € di macchinari). Questa iniziativa mira ad aumentare la consapevolezza di tutti, con una sinergia importante con aziende tessili del territorio, e il mondo accademico. I benefici in termini di immagine si faranno sentire non solo per le singoli imprese partecipanti italiane fornitrici di macchine, ma per l'intero settore tessile in Italia.”
Una nuova iniziativa consolida la partnership tra le aziende italiane e quelle indiane. È stato infatti siglato pochi giorni un accordo tra l'Associazione Italiana Costruttori Macchine Tessile (ACIMIT) e il DKTE'S Textile & Engineering Institute, Ichalkaranji Dist. Kolhapaur, Maharashtra per la creazione di un Centro di Tecnologia italiana a favore del settore tessile in India.
Nel dettaglio il progetto prevede: la fornitura a titolo gratuito di macchine tessili italiane per un periodo massimo di 3 anni, l’attività di formazione fornita dalle stesse aziende italiane aderenti all'iniziativa, la distribuzione del manuale di tecnologia digitale di ACIMIT e l'assegnazione di borse di studio a tre studenti selezionati da un comitato di docenti DKTE.
Il centro di formazione si inserisce nella più ampia iniziativa denominata “Machines Italia in India” finanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico e organizzata da Federmacchine per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese di settore.
Grandi le aspettative nutrite nei confronti del mercato indiano. Sandro Salmoiraghi, Presidente di ACIMIT dichiara “Il mercato in India è attualmente la terza destinazione più importante per le nostre esportazioni (rispetto al primo semestre del 2012, abbiamo esportato 58 milioni di € di macchinari). Questa iniziativa mira ad aumentare la consapevolezza di tutti, con una sinergia importante con aziende tessili del territorio, e il mondo accademico. I benefici in termini di immagine si faranno sentire non solo per le singoli imprese partecipanti italiane fornitrici di macchine, ma per l'intero settore tessile in Italia.”
lunedì 4 febbraio 2013
L’Oréal inaugura due poli R&S
Il gruppo francese apre laboratori a Mumbai e Bangalore. Investimento previsto: 140 milioni di euro dal 2011 al 2016.
L’Oréal preme l’acceleratore in India e punta sull’innovazione. L’Azienda beauty con le migliori performance del subcontinente ha da poco inaugurato un centro di ricerca che studierà la pelle e i capelli indiani e le aspettative del pubblico indiano in materia di bellezza. Il centro è articolato nel polo di sviluppo del prodotto di Mumbai e in quello di ricerca avanzata a Bangalore. Con i suoi 5 mila mq di superficie, il centro di Mumbai si focalizzerà su studi clinici di pelle e capelli locali, traducendo le richieste di mercato in prodotti innovativi. A Bangalore invece la ricerca sarà rivolta agli ingredienti attivi in grado di contrastare problemi alla pigmentazione e al cuoio capelluto e si parla di cento nuove assunzioni previste entro l’anno, tra ricercatori e scienziati indiani. «Questo nuovo polo di ricerca e innovazione – dichiara Jean Paul Agon, presidente e ceo di L’Oréal – testimonia la nostra fiducia nel grande potenziale di quest'area e il nostro forte interesse nel Paese in linea con la nostra strategia di adattare i nostri marchi globali alle esigenze specifiche di ogni cultura».
Presente in India da 18 anni con 15 marchi internazionali e 1230 persone occupate, L’Oréal si conferma gruppo leader nel settore con un fatturato che lo scorso anno ha toccato i 230 milioni di euro a un tasso di crescita del 20% rispetto al 2011. “Con una tra le crescite maggiori del gruppo nell'area dell'Asia pacifica – conferma Agon– l'India è un mercato chiave per realizzare il nostro obiettivo di raggiungere un miliardo di nuovi consumatori».
L’Oréal preme l’acceleratore in India e punta sull’innovazione. L’Azienda beauty con le migliori performance del subcontinente ha da poco inaugurato un centro di ricerca che studierà la pelle e i capelli indiani e le aspettative del pubblico indiano in materia di bellezza. Il centro è articolato nel polo di sviluppo del prodotto di Mumbai e in quello di ricerca avanzata a Bangalore. Con i suoi 5 mila mq di superficie, il centro di Mumbai si focalizzerà su studi clinici di pelle e capelli locali, traducendo le richieste di mercato in prodotti innovativi. A Bangalore invece la ricerca sarà rivolta agli ingredienti attivi in grado di contrastare problemi alla pigmentazione e al cuoio capelluto e si parla di cento nuove assunzioni previste entro l’anno, tra ricercatori e scienziati indiani. «Questo nuovo polo di ricerca e innovazione – dichiara Jean Paul Agon, presidente e ceo di L’Oréal – testimonia la nostra fiducia nel grande potenziale di quest'area e il nostro forte interesse nel Paese in linea con la nostra strategia di adattare i nostri marchi globali alle esigenze specifiche di ogni cultura».
Presente in India da 18 anni con 15 marchi internazionali e 1230 persone occupate, L’Oréal si conferma gruppo leader nel settore con un fatturato che lo scorso anno ha toccato i 230 milioni di euro a un tasso di crescita del 20% rispetto al 2011. “Con una tra le crescite maggiori del gruppo nell'area dell'Asia pacifica – conferma Agon– l'India è un mercato chiave per realizzare il nostro obiettivo di raggiungere un miliardo di nuovi consumatori».
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