Il governo indiano aumenta i dazi nel tentativo di arginare il deficit commerciale. Ma non tutti concordano sugli esiti previsti.
La possibilità di un rialzo delle tasse sull’import di oro era stata avanzata dal governo di New Dehli appena tre settimane fa e da ieri è realtà. Con effetto immediato si passerà dal 4% al 6% non solo per il metallo giallo ma anche per le importazioni di platino. La misura tenta di frenare la crescita del deficit indiano, provocato , secondo la Banca centrale, per l’80% proprio dall’oro di cui il Paese, insieme all’India, è il principale consumatore e importatore.
Le cifre confermerebbero le intuizioni di New Dehli. A fronte dell’impennata del deficit nazionale del primo trimestre 2012, cha ha toccato il record di 22,3 miliardi di dollari, cioè il 5,4% del Pil indiano, è stata riscontrato un boom nell’acquisto di oro, salito a 223 tonn (+9%).
Per sostenere il settore orafo il rialzo della tassa sarà accompagnato da un'attenuazione dei vincoli di custodia di oro a fronte di Etf. «Una parte dell'oro custodito dalle banche potrà così essere rimesso in circolazione per soddisfarne almeno parzialmente le necessità», ha spiegato il sottosegretario agli Affari economici Arvind.
Quale l’impatto sull’economia nazionale? Diverse le opinioni al riguardo. Secondo Bachhraj Bamalwa, presidente dell'All India Gems & Jewellery Trade Federation, l’import del prezioso metallo potrebbe subire un calo del 20-25%, mentre Marcus Grubb, managing director del World Gold Council, si rivela meno drastico e dichiara “ L’india è un Paese in cui l'oro è molto radicato nella cultura. Inoltre, la gente non ha molti altri strumenti per investire, se non i gioielli, che molti vendono e ricomprano anche nell'arco di pochi mesi e per un guadagno limitato”.
Nessun commento:
Posta un commento