Le principali notizie e informazioni di natura economica, finanziaria, giuridica e politica relative all'India.

martedì 31 agosto 2010

India, opportunità per la moda veneta

Confartigianato ha promosso un progetto di collaborazione e coordinazione per il settore Moda in India

Il mercato indiano rappresenta una chance importante per le imprese venete del settore tessile, che potrebbero vedere una crescita delle loro produzioni ottenendo un aumento dei fatturati. In una recente ricerca di mercato sul settore moda in India, curata dall’Ice di Mombay, si è rilevato che nella scorsa stagione 2008/2009 si sono spesi 20 miliardi di euro nel tessile e nell’abbigliamento; si stima che nel tessile gli investimenti toccheranno i 27 miliardi nel 2012. Un aspetto significativo riguarda la crescita dei guadagni negli ultimi anni (+14%) dei 300 milioni di indiani che formano la classe media. Nonostante quello dell’abbigliamento sia un settore da non sottovalutare, Giuliano Secco, il Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Veneto, spiega che “purtroppo il nostro mercato ha incidenza irrilevante su queste cifre, eppure i nostri lavorati sono tra i più apprezzati al mondo. È evidente che c’è un gap da colmare. Ci siamo mossi per questo”.

lunedì 30 agosto 2010

Opportunità di business nel mercato indiano ma attenzione alla scelta della tipologia contrattuale

La tecnica contrattuale rientra tra le strategie per competere

Sono numerose le occasioni di business per le imprese italiane offerte da mercati come l’India, il Mediterraneo, il Brasile, la Russia e il Sudafrica. In particolare, il mercato indiano, è quello maggiormente caratterizzato dall’elevata domanda di know-how, esperienza, competenze specifiche, ossia aspetti che contraddistinguono gli imprenditori italiani. Ma è importante sottolineare che, tra le strategie per competere, ha un ruolo fondamentale la scelta della tecnica contrattuale. Potrebbe verificarsi, infatti, la mancata individuazione della tipologia contrattuale più adatta all’interno di una particolare strategia di cooperazione che porterebbe ad un processo di disinvestimenti produttivi e/o commerciali. L’attenzione va posta sul significato di “fare impresa” da parte degli indiani per poter capire quale sia lo strumento giuridico più adeguato alle caratteristiche dei Parner coinvolti, sia che si tratti di cooperazioni complesse (joint ventures), sia di semplici attività di import-export o contratti di distribuzione commerciale.
Ad esempio, in un dato contratto di compravendita internazionale, il fatto di aver previsto come applicabile la normativa italiana, dovrebbe essere preceduto dall’accertamento che, in caso di inadempimento contrattuale da parte dell’indiano, l’eventuale sentenza in Italia sia esecutiva anche in India. Non sempre, infatti, esistono convenzioni bilaterali per il riconoscimento di eventuali sentenze.

mercoledì 25 agosto 2010

Orissa: un hub industriale

I vantaggi di investire in Orissa

Lo Stato dell’Orissa, situato sulla costa orientale dell’India, è un ottimo posto per investire. La capitale Bhubaneshwar e altre città importanti, come Cuttack, Rourkela, Berhampur, Baleshwar e Puri, ospitano piccole e medie imprese che lavorano nei settori dell’alluminio, acciaio, tessile, energia e artigianato.
Nel 2007 il Governo ha avviato una nuova politica industriale che permettesse all’Orissa di trasformarsi in un “hub” industriale. Questo con l’obiettivo, non soltanto di attrarre investimenti e grandi progetti nel campo delle infrastrutture, ma anche di aumentare il reddito delle famiglie, diminuendo il tasso di disoccupazione.
La scelta per un imprenditore di investire in Orissa è dettata da diversi vantaggi tra i quali il basso costo della manodopera accompagnato da un’ampia disponibilità di figure professionali provenienti dalle migliori università dello Stato; gli incentivi offerti per gli investimenti e una normativa che facilita lo sviluppo del settore della costruzione; la presenza di ottimi collegamenti via strada e ferrovia tra le zone urbane e quelle rurali. Un valore significativo ha, inoltre, il “Parco IT”, di circa 1,5 Km², che ospita le migliori infrastrutture e le importanti società del settore, quali Infosys, Wipro, TCS e MindTree.
Per gli imprenditori intenzionati a sfruttare tali opportunità d’investimento, è importante ricordare anche la presenza di grandi edifici messi a disposizione per le società che vogliono aprire la propria sede in Orissa (Fortune Tower-IDCO).

giovedì 12 agosto 2010

Accordo di libero scambio India-EU

L’obiettivo è quello di rafforzare e facilitare le relazioni commerciali

Per la fine del 2010 dovrebbe essere pronto un accordo di libero scambio India-EU. Cosi ha annunciato Daniele Smadja, a capo della delegazione europea, aggiungendo che “il nostro mandato è di completare i negoziati per l’accordo di libero scambio il prima possibile, nonostante alcune questioni, quali diritti di proprietà intellettuale, lavoro minorile e svariati aspetti di regolamentazione, siano ancora da risolvere”.
È già presente un grande interesse da parte degli imprenditori italiani e, più ingenerale, da parte delle imprese dell’Unione Europea, poiché sono i principali partner commerciali dell’ India.
Lì Unione Europea sostiene svariati programmi nel paese asiatico, in particolare quelli rivolti all’educazione dei bambini, al fine di migliorare le condizioni di vita dei giovani.
L’accordo di libero scambio, quindi, sarà uno strumento per rafforzare le relazioni commerciali tra i due paesi.

mercoledì 11 agosto 2010

India, opportunità per le imprese italiane nel settore delle infrastrutture e dell’edilizia

Un nuovo Consiglio Italo-Indiano appoggerà gli imprenditori

L’obiettivo del governo indiano, per il quinquennio 2013-2017, è quello di focalizzarsi sulla costruzione di strade, ferrovie, aeroporti, infrastrutture urbane, edilizia pubblica e privata, strutture per l’energia e l’assistenza sanitaria. Il progetto previsto dal governo indiano è stato pensato per le aziende italiane che rientrano nei settori dei materiali di costruzione, attrezzature e macchinari e consulenza tecnica, come studi di ingegneria e architettura.
Una parte importante del progetto prevede la formazione di un Consiglio Italo-Indiano per le infrastrutture e l’edilizia, al fine di sostenere le aziende che fanno parte del networking con compagnie indiane ed enti locali che operano in tali settori.
Il Presidente della Camera di commercio italo-indiana, Narinder Nayar, ha confermato che “le opportunità offerte dal mercato indiano delle infrastrutture e dell’edilizia sono chiare e nei prossimi dieci anni sono previsti 18 miliardi di euro di investimenti provenienti dall’estero. Nonostante ciò la presenza di imprese italiane in India è ancora estremamente limitata”. Ha inoltre aggiunto che “l’obiettivo del progetto è quello di far conoscere alle imprese italiane gli strumenti per cogliere le opportunità offerte dal mercato indiano”.
Il settore delle costruzioni risulta essere favorevole per le imprese italiane, che avranno l’opportunità di operare anche in altri settori, come quello dell’acciaio e del cemento. Significativo è anche il settore dei macchinari da costruzione, considerando che il numero di macchine pro capite è molto basso: 13 ogni milione di abitanti, rispetto, ad esempio, alle 96 della Cina.

martedì 10 agosto 2010

L’India promuove la propria economia favorendo nuove collaborazioni commerciali

Partner italiani per migliorare la qualità del prodotto

In un recente seminario, svoltosi a Treviso, importanti figure del mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale si sono incontrate per parlare di India e Italia e per offrire spunti interessanti sul paese asiatico. Significative sono state le parole del Console Generale dell’India, Servajit Chakravarti, a cui è stato chiesto se esistono opportunità per le piccole imprese italiane.
Ha affermato che “ci stiamo effettivamente lavorando. Insieme a istituzioni come le Province, le Regioni e le Camere di Commercio, l’obiettivo è quello di individuare delle piccole medie imprese italiane i cui prodotti abbiano un respiro internazionale, e trovare dei partner che possano aiutare ad elevare le produzioni attraverso il miglioramento della qualità, portando l’Italia nel mondo attraverso l’India”. Ha inoltre sottolineato che l’India ama l’Italia, “se un oggetto è prodotto in Italia, allora in India ha mercato, persino se si tratta di una navicella spaziale”.
L’India, quindi, è pronta a favorire nuove collaborazioni e a individuare delle opportunità reali per le PMI italiane.

lunedì 9 agosto 2010

Grande produzione indiana di caffè nella prima metà dell’anno

Tentativi di educare i consumatori indiani all’espresso italiano
L’India è il terzo produttore mondiale di caffè, precisamente se ne contano otto varietà diverse. La forte domanda e la grande produzione hanno portato una significativa crescita delle esportazioni, che da gennaio a luglio sono aumentate del 53%. Nell’anno corrente si stima una produzione di circa 289.000 tonnellate, rispetto alle 262.300 dell’anno precedente.
Il mercato è favorevole anche per quelle imprese che vogliono diffondere il caffè italiano, poiché, essendo l’India uno dei paesi più giovani in assoluto, l’espresso ha già riscontrato successo tra questi consumatori, che, aperti al nuovo e al gusto occidentale, lo considerano “glamour”.
Lavazza aprirà uno stabilimento nel 2011, puntando a diffondere il proprio marchio nel continente. Nonostante l’India abbia una cultura del caffè molto diversa da quella italiana, la sfida di Lavazza è quella di “educare” i consumatori, con l’obiettivo di diffondere l’espresso con know how italiano.

mercoledì 4 agosto 2010

Outsourcing legale in India

Vantaggiosa la delocalizzazione dei servizi legali ma inacessibile per operare direttamente nel mercato

L’India è uno dei paesi più adatti a cui affidare le pratiche di esternalizzazione. La recente diffusione dell’outsourcing dei servizi legali (Lpo) ha già portato molte società inglesi a delocalizzare parte dell’attività legale svolta, consapevoli dei vantaggi legati soprattutto alla riduzione dei costi. Si stima, infatti, che il salario medio di un professionista in tale settore è di circa 8mila euro annuali, una cifra che dista enormemente dai 130mila ricevuti in media da un avvocato d’affari americano con la stessa esperienza. Rivolgersi all’India per la consulenza o l’assistenza giuridica sembra essere la scelta migliore, poiché competenza e professionalità assicurano la qualità dei servizi.
Una recente relazione di ValueNotes, società di consulenza indiana, prevede che le entrate legate al Lpo aumenteranno dai 146 milioni di dollari del 2006 ai 440 milioni di dollari per l’anno in corso. Inoltre, è importante sottolineare che le imprese che offrono servizi di Lpo è quasi triplicato, raggiungendo oggi il numero di 140.
A fronte di una forte diffusione dell’outsourcing, si assiste, però, ad una contraddizione: il paese resta inaccessibile per gli studi che vogliono operare direttamente nel mercato. L’avvocato Filippo Modulo sostiene che “da un lato si è incentivati ad aprire sedi vicine ai soggetti stranieri che si muovono verso l’Italia e dall’altro si ha la necessità di seguire le imprese italiane che aprono all’estero”. Il problema è che la legislazione locale non permette di essere presenti nel paese con un ufficio indipendente. L’avvocato Fulvio Pastore Alinante, segretario generale di Asla, l’associazione studi legali associati, spiega che “ottenere la licenza per la sede in Cina è dura e in India è del tutto impossibile”. Infatti, racconta Modulo, “per aprire in Cina è necessaria un’autorizzazione del ministero della Giustizia cinese. C’è voluto oltre un anno per ottenerla prima di poter inaugurare la sede di Pechino”.
Se risulta difficile l’apertura di studi indipendenti che operino nel mercato diretto, sarà indispensabile disporre di un solido network di consulenti locali affidabili e competenti che permettano agli imprenditori italiani di sviluppare al meglio i loro progetti di internazionalizzazione.



martedì 3 agosto 2010

Le autorità governative indiane richiedono di monitorare i contenuti del Blackberry

Dopo il recente blocco dei servizi Blackberry in Arabia ed Emirati Arabi, sembra che RIM, la società canadese, sia pronta a condividere con l’intelligence indiana i codici necessari per decriptare le email, garantendo in questo modo l’accesso ai servizi da parte delle autorità di sicurezza.
Il motivo della sospensione dei servizi in Arabia ed Emirati Arabi è proprio la cittografia dei dati, sicura fino al punto di impedire il monitoraggio delle informazioni.
La società ha dichiarato di essere disposta a collaborare per rispondere a qualsiasi quesito riguardante la sicurezza nazionale, adottando, quindi, un criterio di trasparenza in tutti i paesi. Dovrà rispettare le richieste dei vari governi in modo da non perdere importanti quote di mercato in un momento in cui il Blackberry sta diventando un prodotto particolarmente richiesto.

lunedì 2 agosto 2010

Come l’India può mantenere una crescita stabile

È in crescita stabile il Pil dell’India e, in base alle previsioni, dovrebbe raggiungere nel corso di quest’anno il 9,4%. In un contesto di recessione globale, l’ economica indiana deve affrontare una serie di sfide, al fine di mantenere stabile la propria crescita. Innanzitutto, deve trasformare la sua potenzialità in realtà, assicurando un miglioramento della qualità di vita a tutti i cittadini. Il primo passo riguarda, quindi, l’individuazione delle modalità concrete per promuovere dei programmi mirati contro la povertà. Come sostiene Vijay Kelkar, economista e policy maker indiano, “l’India deve creare un suo modello di crescita e sviluppo sui generis… per diventare un’economia avanzata in grado di promuovere una crescita a 360 gradi, al fine di beneficiare di maggior efficienza, di una maggiore equità e di una migliore governabilità”.
La seconda importante sfida è quella di risanare le mancanze infrastrutturale, migliorando il sistema d’irrigazione (per aumentare reddito e produttività delle aziende agricole), rafforzando il sistema dei trasporti e risanando i terreni desolati.
Ciò a cui l’India deve ambire non è una crescita indotta dalle esportazioni o guidata dallo Stato, ma è una crescita equa, che può tradursi in SIL (Soddisfazione Interna Lorda).