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giovedì 11 marzo 2010

Economia indiana: buone le prospettive di crescita ma incombe il rischio del disavanzo fiscale

Il ministro delle Finanze indiano, Pranab Mukherjee, verso la fine dello scorso mese ha annunciato il programma elaborato per l’anno fiscale 2010/2011, che inizia con il mese di marzo: sostanzialmente il governo di New Delhi si propone di mantenere alto il livello delle spese pubbliche per sostenere una rapida crescita economica, con sostegni all’economia rurale in difficoltà, modernizzando inoltre infrastrutture del Paese, e proseguendo con i finanziamenti alle imprese.
Negli ultimi mesi il Pil ha registrato un notevole recupero dalla recessione globale e anche le previsioni di crescita per l’anno corrente e per il prossimo - nonostante il recente incremento dell’inflazione, con aumenti dei prezzi alimentari intorno al 18% a gennaio - sono molto positive: Mukherjee prevede che il deficit di bilancio scenderà al 5,5% del Pil nell’anno 2010/2011 (attualmente al 6,9%), mentre, per il 2011/2012, stima un deficit del 4,8% e, per l’anno successivo, del 4,1%. Tuttavia, Brian Jackson, esperto di mercato della Royal Bank of Canada, osserva che se la crescita del Pil dovesse risultare minore delle aspettative, il governo indiano potrebbe avere grosse difficoltà a contenere il disavanzo fiscale. Altri esperti invece, sostengono che l’India, migliorando le infrastrutture e fornendo aiuti all’industria, punta ad ottenere maggiori investimenti esteri.
Il “maggior rischio”, come confermato da Duvvuri Subbarao, governatore della Banca centrale, resta l’inflazione, che minaccia di ridurre il potere di acquisto dei meno abbienti e di favorire l’aumento del numero delle persone che vivono sotto la soglia di povertà.
Come ha dichiarato Shashanka Bhide, economista capo al Consiglio nazionale (ente specializzato in analisi finanziarie) l’India dovrebbe riuscire a trovare un bilanciamento “per sostenere la crescita e tagliare il deficit di bilancio per contenere l’inflazione”.

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