Atteso un mega-contratto per la realizzazione di un nuovo caccia Sukhoi T-50.
La notizia ufficiosa arriva direttamente dal “The Times of India”. Secondo l’autorevole quotidiano indiano tutto sarebbe ormai pronto per la firma di un’importante accordo con la Russia per la partecipazione allo sviluppo del futuristico caccia di 5/a generazione Sukhoi T-50 che andrebbe a far parte dell'aeronautica militare indiana nel 2022. Il megacontratto da 35 miliardi di dollari dovrebbe concludersi entro l’anno.
La concretizzazione della partnership con la Russia, significherebbe un no definitivo alla partecipazione indiana al programma aeronautico americano Joint Strike Fighter per la costruzione di nuovi velivoli militari a costi contenuti. Il rifiuto delle avances degli Usa a beneficio del vicino asiatico, consoliderebbe inoltre l’asse economico India-Russia su il governo di Mosca sembra volersi sempre più orientare a seguito della crisi che negli ultimi anni ha duramente colpito i tradizionali partner europei.
martedì 28 agosto 2012
lunedì 20 agosto 2012
Rischio per gli investitori
Segnali di crisi per il Paese che fino all’anno scorso era considerato la nuova Cina.
L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Reuters. Secondo l’Agenzia di stampa, l’India potrebbe essere il primo tra i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a perdere l’investement-grade, che è come dire che le agenzie di rating non considerano più sensato investire in quel paese. Analoghe preoccupazioni sono state manifestate anche dal premier indiano Manmohan Singh che proprio pochi giorni fa, al culmine delle celebrazioni per il 66esimo anniversario dell’indipendenza, ha dichiarato che bisogna fare di tutto per rafforzare l’economia e superare l’attuale momento di crisi.
Molteplici i problemi che i in questo momento affliggono il Paese. Una crescita interna debole, che a differenza dei colleghi BRICS, non raggiunge le due cifre e che nel 2012 ha ulteriormente ridimensionato le proprie aspettative attestandosi intorno a un tasso previsto del 5%. Altra anomalia rispetto alle altre economie emergenti, è poi il deficit della bilancia commerciale, 10 miliardi di dollari, dovuto in parte alla scelta politica di favorire il mercato interno rispetto alle esportazioni, in parte al costo delle importazioni energetiche. Completa infine il quadro economico la debolezza della valuta locale, aggravata dai tentativi del governo di stimolare la crescita stampando più rupie. Proprio alle politiche nazionali, secondo un duro editoriale del Financial Times, va imputata la maggior responsabilità dell’incertezza economica indiana. Una classe politica divisa, corrotta in maniera pervasiva, che si appoggia su una burocrazia lenta e inefficiente. In India c’è la necessità di grosse riforme che cambino la struttura profonda del paese, ma è improbabile, conclude l’editoriale, che l’attuale classe dirigente sia capace di compierle.
L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Reuters. Secondo l’Agenzia di stampa, l’India potrebbe essere il primo tra i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a perdere l’investement-grade, che è come dire che le agenzie di rating non considerano più sensato investire in quel paese. Analoghe preoccupazioni sono state manifestate anche dal premier indiano Manmohan Singh che proprio pochi giorni fa, al culmine delle celebrazioni per il 66esimo anniversario dell’indipendenza, ha dichiarato che bisogna fare di tutto per rafforzare l’economia e superare l’attuale momento di crisi.
Molteplici i problemi che i in questo momento affliggono il Paese. Una crescita interna debole, che a differenza dei colleghi BRICS, non raggiunge le due cifre e che nel 2012 ha ulteriormente ridimensionato le proprie aspettative attestandosi intorno a un tasso previsto del 5%. Altra anomalia rispetto alle altre economie emergenti, è poi il deficit della bilancia commerciale, 10 miliardi di dollari, dovuto in parte alla scelta politica di favorire il mercato interno rispetto alle esportazioni, in parte al costo delle importazioni energetiche. Completa infine il quadro economico la debolezza della valuta locale, aggravata dai tentativi del governo di stimolare la crescita stampando più rupie. Proprio alle politiche nazionali, secondo un duro editoriale del Financial Times, va imputata la maggior responsabilità dell’incertezza economica indiana. Una classe politica divisa, corrotta in maniera pervasiva, che si appoggia su una burocrazia lenta e inefficiente. In India c’è la necessità di grosse riforme che cambino la struttura profonda del paese, ma è improbabile, conclude l’editoriale, che l’attuale classe dirigente sia capace di compierle.
giovedì 9 agosto 2012
In calo le vendite di oro
La carenza delle piogge monsoniche si rifletterà sul mercato dei metalli preziosi con un calo previsto nella domanda di oro.
L’allarme siccità avrà delle conseguenze negative per l’economia indiana, in primis per le vendite di oro di cui il Paese detiene il primato mondiale. Secondo gli analisti, il ritardo e la debolezza delle precipitazioni, diminuite del 20% rispetto alla media degli ultimi 50 anni, potrebbero causare un crollo delle importazioni di oro nel subcontinente e la domanda del metallo prezioso, si conferma finora in calo del 30%. Non resta che sperare nel consueto boom di richieste che si registra in concomitanza della stagione dei matrimoni e dei festival, che inizierà a metà agosto e si prolungherà fino a novembre. L’acquisto di oro è considerato infatti, di buon auspicio durante le feste religiose in India e nel 2011 è aumentato di più del 20% in quel periodo.
Ma i monsoni non sembrano essere gli unici responsabili e altri due fattori hanno concorso a disincentivare la vendita del metallo preferito dagli indiani. Da un lato ,la politica intrapresa da Nuova Delhi che, con la decisione di aumentare i dazi doganali, ha scoraggiato le importazioni d’oro. Dall’altro, l’indebolimento della rupia indiana ha prodotto un record del prezzo dell’oro in termini di valuta locale, scoraggiando i privati al suo acquisto.
L’allarme siccità avrà delle conseguenze negative per l’economia indiana, in primis per le vendite di oro di cui il Paese detiene il primato mondiale. Secondo gli analisti, il ritardo e la debolezza delle precipitazioni, diminuite del 20% rispetto alla media degli ultimi 50 anni, potrebbero causare un crollo delle importazioni di oro nel subcontinente e la domanda del metallo prezioso, si conferma finora in calo del 30%. Non resta che sperare nel consueto boom di richieste che si registra in concomitanza della stagione dei matrimoni e dei festival, che inizierà a metà agosto e si prolungherà fino a novembre. L’acquisto di oro è considerato infatti, di buon auspicio durante le feste religiose in India e nel 2011 è aumentato di più del 20% in quel periodo.
Ma i monsoni non sembrano essere gli unici responsabili e altri due fattori hanno concorso a disincentivare la vendita del metallo preferito dagli indiani. Da un lato ,la politica intrapresa da Nuova Delhi che, con la decisione di aumentare i dazi doganali, ha scoraggiato le importazioni d’oro. Dall’altro, l’indebolimento della rupia indiana ha prodotto un record del prezzo dell’oro in termini di valuta locale, scoraggiando i privati al suo acquisto.
martedì 7 agosto 2012
A Mumbai mostra “Made in Italy”
Dal 25 agosto fino all’8 settembre sarà possibile visitare una mostra tributo a Tagore presso la storica Sakshi Gallery.
L’esposizione, patrocinata dal Consolato italiano, dall’ICE e dalla Camera di Commercio, ospiterà le opere di tre artisti contemporanei italiani di spicco, Antonella Aprile, Azelio Corni, Giovanni Frangi, ed avrà come filo conduttore il Tributo a Rabindranath Tagore, nell’anno di passaggio tra la celebrazione del centocinquantesimo dell’anniversario dalla nascita (2011) ed il centenario del Premio Nobel per la letteratura (2013). Poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano, Tagore divenne nel 1913 il primo nobel letterario non occidentale nella storia del premio e le sue opere sono oggi tradotte in tutte le lingue europee. Per l’autore bengalese, considerato ponte di congiunzione tra la cultura orientale e quella occidentale, l’arte era il mezzo prediletto per rappresentare l’incontro delle due culture.
L’evento, sponsorizzato anche da Ubi Banca, sarà allestito nella storica cornice della Sakshi Gallery, ubicata nel cuore di Colaba, a Mumbai, e considerata una delle gallerie d’arte contemporanea più importanti del Paese.
L’esposizione, patrocinata dal Consolato italiano, dall’ICE e dalla Camera di Commercio, ospiterà le opere di tre artisti contemporanei italiani di spicco, Antonella Aprile, Azelio Corni, Giovanni Frangi, ed avrà come filo conduttore il Tributo a Rabindranath Tagore, nell’anno di passaggio tra la celebrazione del centocinquantesimo dell’anniversario dalla nascita (2011) ed il centenario del Premio Nobel per la letteratura (2013). Poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano, Tagore divenne nel 1913 il primo nobel letterario non occidentale nella storia del premio e le sue opere sono oggi tradotte in tutte le lingue europee. Per l’autore bengalese, considerato ponte di congiunzione tra la cultura orientale e quella occidentale, l’arte era il mezzo prediletto per rappresentare l’incontro delle due culture.
L’evento, sponsorizzato anche da Ubi Banca, sarà allestito nella storica cornice della Sakshi Gallery, ubicata nel cuore di Colaba, a Mumbai, e considerata una delle gallerie d’arte contemporanea più importanti del Paese.
lunedì 6 agosto 2012
Il futuro è nel fotovoltaico
Un progetto pilota punta a sfruttare l’energia solare per produrre elettricità in decine di villaggi indiani. Ed è subito business.
“Sconfitta delle Tenebre”: questo il nome scelto per l’avveniristico programma ideato dalla società californiana “SunEdison” con l’obiettivo di portare energia elettrica in 150 villaggi in India, sud-est asiatico, Africa e America Latina.
Il primo centro abitato scelto per avviare il progetto è stato Meerwada, un piccolo villaggio al centro dell’India divenuto così protagonista di una vera e propria rivoluzione energetica. Nel giro di un anno, 50 famiglie, sono passate dalle lampade a cherosene, nocive per l’ambiente e pericolose per la popolazione, alle celle solari, meno inquinanti e più sicure a parità di spesa.
In India il gap energetico da colmare è consistente. Secondo rapporto statunitense del “National Renewable Energy Laboratory” solo il 12,7% delle richieste di elettricità nei piccoli centri agricoli è soddisfatto e più del 40% delle campagne indiane non è ancora connesso alla rete elettrica nazionale. La soluzione sembra risiedere proprio nel fotovoltaico, sia per la riduzione dei costi delle celle solari che nell’ultimo anno si sono dimezzati, sia per l’enorme potenziale energetico del subcontinente che vanta una media di 300 giorni di sole l’anno.
Un business, quello dell’energia rinnovabile, riconosciuto anche dal governo nazionale che negli ultimi anni ha destinato più di 8 miliardi di investimenti al settore e che ambisce a produrre, entro il 2020, 20 gigawatt annui di energia pulita.
“Sconfitta delle Tenebre”: questo il nome scelto per l’avveniristico programma ideato dalla società californiana “SunEdison” con l’obiettivo di portare energia elettrica in 150 villaggi in India, sud-est asiatico, Africa e America Latina.
Il primo centro abitato scelto per avviare il progetto è stato Meerwada, un piccolo villaggio al centro dell’India divenuto così protagonista di una vera e propria rivoluzione energetica. Nel giro di un anno, 50 famiglie, sono passate dalle lampade a cherosene, nocive per l’ambiente e pericolose per la popolazione, alle celle solari, meno inquinanti e più sicure a parità di spesa.
In India il gap energetico da colmare è consistente. Secondo rapporto statunitense del “National Renewable Energy Laboratory” solo il 12,7% delle richieste di elettricità nei piccoli centri agricoli è soddisfatto e più del 40% delle campagne indiane non è ancora connesso alla rete elettrica nazionale. La soluzione sembra risiedere proprio nel fotovoltaico, sia per la riduzione dei costi delle celle solari che nell’ultimo anno si sono dimezzati, sia per l’enorme potenziale energetico del subcontinente che vanta una media di 300 giorni di sole l’anno.
Un business, quello dell’energia rinnovabile, riconosciuto anche dal governo nazionale che negli ultimi anni ha destinato più di 8 miliardi di investimenti al settore e che ambisce a produrre, entro il 2020, 20 gigawatt annui di energia pulita.
giovedì 2 agosto 2012
Diasorin fa il suo ingresso in India
La società italiana che opera nel settore della diagnostica ha sottoscritto una partnership con l’indiana Trivitron Healthcare.
Diasorin continua la conquista dell’Asia e dopo la Cina punta all’India. La società italiana produttrice di test nell'ambito dell'immunodiagnostica ha infatti siglato una nuova jointventure con il partner locale Trivitron Healthcare, società indiana focalizzata sulla produzione, innovazione, distribuzione ed assistenza post-vendita, con una vasta offerta nella diagnostica in vitro (IDV). Secondo quanto stabilito dall’accordo, i due gruppi hanno costituito DiaSorin Trivitron Healthcare Private Limited, società a responsabilità limitata con sede a Chennai, della quale Diasorin possiede il 51% e la Trivitle il 49%. La neocostituita società opererà direttamente nel mercato IDV indiano stimato in circa 400 milioni di euro e con una crescita annua del 15%.
Una mossa, quella della Diasorin, apprezzata anche da Piazza Affari dove il titolo, all’indomani dell’annunciata partnership, è lievitato del 2,05%, raggiungendo i 22,44 euro e aggiudicandosi il migliore risultato fra le azioni del Ftse Mib.
Diasorin continua la conquista dell’Asia e dopo la Cina punta all’India. La società italiana produttrice di test nell'ambito dell'immunodiagnostica ha infatti siglato una nuova jointventure con il partner locale Trivitron Healthcare, società indiana focalizzata sulla produzione, innovazione, distribuzione ed assistenza post-vendita, con una vasta offerta nella diagnostica in vitro (IDV). Secondo quanto stabilito dall’accordo, i due gruppi hanno costituito DiaSorin Trivitron Healthcare Private Limited, società a responsabilità limitata con sede a Chennai, della quale Diasorin possiede il 51% e la Trivitle il 49%. La neocostituita società opererà direttamente nel mercato IDV indiano stimato in circa 400 milioni di euro e con una crescita annua del 15%.
Una mossa, quella della Diasorin, apprezzata anche da Piazza Affari dove il titolo, all’indomani dell’annunciata partnership, è lievitato del 2,05%, raggiungendo i 22,44 euro e aggiudicandosi il migliore risultato fra le azioni del Ftse Mib.
Iscriviti a:
Post (Atom)