La media della classe dirigente è di 64 anni. La metà della popolazione indiana sotto i 25. L’India ha voglia di un ricambio generazionale che garantisca nuove riforme.
La denuncia arriva dall’autorevole testata “The Times of India”. In un suo editoriale di qualche giorno fa intitolato “Playing the numbers game” evidenzia una serie di numeri che destano preoccupazioni. Stando alle attuali statistiche metà della popolazione indiana ha meno di 25 anni e secondo le proiezioni demografiche di un recente censimento entro il 2025 l’India sorpasserà la Cina. Per fronteggiare la crescita della popolazione e i milioni di giovani che ogni anno si affacceranno sul mercato del lavoro serve un cambio di passo. Servono cioè investimenti nell’industria manifatturiera e nell’agricoltura che crescono a ritmi insufficienti, rispettivamente del 4% e del 2,8% ma anche e soprattutto lotta alla povertà (l’editoriale evidenzia il dato allarmante del 42% di denutrizione infantile) e aumento dell’istruzione. In una parola l’India chiede una serie di riforme coraggiose che finora il governo non è riuscito a intraprendere sia a causa di problemi endemici come la corruzione, sia forse, per un problema generazionale. Scrive il Times of India che nel governo ci sono ben pochi neta, ovvero leader, “al di sotto degli swinging 60” e l’unico risultato ottenuto da un recente rimpasto finalizzato a ringiovanire la classe dirigente è stato portare “l’età media del gabinetto ministeriale da 65 a 64 anni”. Esigenze che Raoul Gandhi, figlio dell’attuale leader del Congress, il partito di governo sembra aver intercettato dichiarando “L'India ha bisogno di riforme economiche, perché solo quando gli affari funzioneranno, potrà esserci sviluppo e lavoro per i più poveri". La scelta di lasciare a lui l’apertura del comizio del partito di qualche giorno fa, potrebbe essere uno spiraglio di cambiamento.
Nessun commento:
Posta un commento