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lunedì 10 maggio 2010

Il business del settore della gioielleria indiana sale a 28 miliardi di dollari

Nell’anno fiscale 2009/10 (aprile 2009 - marzo 2010), il settore dei gioielli indiano ha registrato un massiccio incremento dell’export (+ 16%), raggiungendo un valore che equivale a 28 miliardi di dollari USA, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente, ne aveva registrati circa 24 miliardi.
Tale exploit si è verificato grazie ad una maggiore domanda di gioielleria e di pietre preziose proveniente soprattutto dall’Europa e degli USA. Il Presidente della Gems and Jewellery Export Promotion Council, Vasant Metha, ha affermato che anche questo settore ha subito conseguenze commerciali ed economiche nel corso della crisi globale del 2008-09, ma le stesse sono state contenute grazie all’azione costante dell’industria della gioielleria ed oreficeria indiana, che ha continuato a sostenere e a espandere i rapporti di natura commerciale con gli USA e gli altri paesi esteri.
Per quanto riguarda il mercato italiano, le imprese di oreficeria del Belpaese collaborano con quelle indiane per stabilire joint venture ed incrementare le vendite di mercato. I rapporti di partnership tra i due Paesi sono mantenuti attivi anche attraverso eventi e fiere di settore.
Fino a pochi mesi fa si temeva per la concorrenza del mercato asiatico nel settore (soprattutto relativamente ai falsi cinesi), ma oggi il made in Italy può riappropriarsi dei propri spazi, puntando su un mercato, quello indiano, che, sul piano dell’economia mondiale, attualmente rappresenta un territorio vantaggiosissimo, dal momento che il Subcontinente ha risentito relativamente poco degli effetti della recessione riscontrati, invece, in Occidente.
Già dal 2007 la Morellato, che in Italia è tra i brand più notori nella gioielleria, ha stabilito una joint venture con la società indiana Gitanjali Gems, dando luce alla Morrelato India, il cui scopo è la distribuzione del marchio italiano sul territorio indiano che, nel commercio dei preziosi, registra una crescita annua del 20% per un fatturato di 3,6 miliardi di dollari e impiega circa 1 milione e 300 mila persone.

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