Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, durante una recente conferenza stampa, ha posto l’accento sull'importanza di intrattenere buoni rapporti con il Pakistan e ha definito la lotta all'inflazione come l'obiettivo più importante del suo governo. Nonostante il livello dei prezzi all’ingrosso ad aprile abbia raggiunto la quota del 9,59%, Singh punta a rallentare il tasso d’inflazione, facendolo scendere al 5-6% entro dicembre di quest’anno. La capacità di contenere gli aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità, come al solito, dipenderà dal monsone che continua a essere la principale fonte d'irrigazione di intere regioni rurali indiane. Il Subcontinente è reduce da un'estate, quella dello scorso anno, in cui l'alternarsi di alluvioni e siccità ha influito negativamente sull'output agricolo, facendo lievitare i prezzi di quei generi alimentari - prevalentemente verdure e cereali - su cui si basa la dieta di centinaia di milioni di indiani.
Inoltre, l'economia indiana, dopo un triennio al di sopra del 9%, ha subito un calo negli ultimi due anni, soprattutto a causa dell'impatto della crisi mondiale sulle esportazioni e sulla fiducia dei consumatori. Tuttavia, relativamente al Pil, il primo ministro auspica di riportare il tasso di crescita all'8,5%. Tale ottimismo sembra essere condiviso anche dagli investitori internazionali che hanno visto nell'India una delle economie che hanno saputo far fronte in modo molto positivo agli effetti della recessione mondiale, tant’è vero che negli ultimi 12 mesi il Sensex, l'indice guida dei titoli del Bombay Stock Exchange, è cresciuto di circa il 20% (rispetto al 13,2% del Msci Asia Pacific Index).
Nel corso della conferenza, il primo ministro è stato chiamato a rispondere anche sul tema della sicurezza nazionale: in particolare, dei rapporti con il Pakistan e relativamente all'insurrezione maoista in corso da anni in più regioni dell'India centro-orientale. Circa i complessi rapporti con Islamabad, Singh ha illustrato che l’elemento cui è imputabile il rallentando della ripresa del processo di pace è la «mancanza di fiducia reciproca» tra le leadership dei due paesi, soprattutto in seguito agli attentati di Mumbai del novembre 2008. Volendo enfatizzare l'importanza della recente riapertura del dialogo con il premier pakistano Yousuf Raza Gilani, Singh ha ribadito l’importanza di una "crescita inclusiva" e, a tal proposito, ha dichiarato che «l'India non potrà realizzare appieno il suo potenziale di crescita senza prima fare in modo di avere i migliori rapporti possibili con i nostri vicini, il più grande dei quali è proprio il Pakistan».
Inoltre, l'economia indiana, dopo un triennio al di sopra del 9%, ha subito un calo negli ultimi due anni, soprattutto a causa dell'impatto della crisi mondiale sulle esportazioni e sulla fiducia dei consumatori. Tuttavia, relativamente al Pil, il primo ministro auspica di riportare il tasso di crescita all'8,5%. Tale ottimismo sembra essere condiviso anche dagli investitori internazionali che hanno visto nell'India una delle economie che hanno saputo far fronte in modo molto positivo agli effetti della recessione mondiale, tant’è vero che negli ultimi 12 mesi il Sensex, l'indice guida dei titoli del Bombay Stock Exchange, è cresciuto di circa il 20% (rispetto al 13,2% del Msci Asia Pacific Index).
Nel corso della conferenza, il primo ministro è stato chiamato a rispondere anche sul tema della sicurezza nazionale: in particolare, dei rapporti con il Pakistan e relativamente all'insurrezione maoista in corso da anni in più regioni dell'India centro-orientale. Circa i complessi rapporti con Islamabad, Singh ha illustrato che l’elemento cui è imputabile il rallentando della ripresa del processo di pace è la «mancanza di fiducia reciproca» tra le leadership dei due paesi, soprattutto in seguito agli attentati di Mumbai del novembre 2008. Volendo enfatizzare l'importanza della recente riapertura del dialogo con il premier pakistano Yousuf Raza Gilani, Singh ha ribadito l’importanza di una "crescita inclusiva" e, a tal proposito, ha dichiarato che «l'India non potrà realizzare appieno il suo potenziale di crescita senza prima fare in modo di avere i migliori rapporti possibili con i nostri vicini, il più grande dei quali è proprio il Pakistan».
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