Fra le imprese indiane più competitive spiccano quelle dell’automotive. E la corsa non sembra volersi fermare.
L’india sempre più competitiva e 5 delle sue 20 imprese più promettenti appartengono al mondo delle due e quattro ruote. Lo rileva il Boston Consulting Group (BCG) che nella sua Global Challenges 2013, la lista delle imprese emergenti che sfidano i colossi dei paesi più avanzati, ha inserito ben 20 realtà indiane (più del Brasile e della Russia messi insieme). Ma non solo 5 di queste, operano nel settore dell’automotive. Si tratta di Tata Motors (utilitarie e veicoli commerciali), Mahindra & Mahindra (Suv e trattori), Bajaj (motocicli e piccoli veicoli commerciali su tre ruote), Bharat Forge e Motherson Sumi Systems (componentistica metallica e plastica). Se Tata Motors è uno dei tre players che domina il mercato interno dell’auto, Mahindra & Mahindra è invece fra le società emergenti ma vanta già impianti di assemblaggio in Cina, Gran Bretagna e Stati Uniti, oltre a detenere una quota di controllo nella Reva, il principale produttore indiano di auto elettriche. Non da meno le due società Bharat Forge e Motherson Sumi Systems che sono all’avanguardia nella componentistica :un'industria che negli ultimi 5 anni ha registrato una crescita media annua del 13,7% e un incremento del 17% delle esportazioni, nel 36% dei casi dirette in Europa, primo mercato di sbocco.
Buone anche le prospettive per il futuro nonostante l’anno fiscale si sia chiuso con una contrazione del 6,7% del mercato dell’auto. Secondo Stefano Ragusa, partner di Boston Consulting, “quello che abbiamo davanti non è un punto di flessione nel quadro di una crescita forte. Nel giro di 10 anni il mercato indiano dell'auto sarà il terzo del mondo”.
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