In migliaia, negli scorsi giorni, hanno manifestato contro i progetti minerari della multinazionale britannica.
Quella della popolazione Dongria Kondh e della Vedanta Aluminium Ltd è la storia di un contrasto iniziato negli anni ’90, quando l’impresa sussidiaria della britannica Vedanta Resources stabilì una raffineria di alluminio nella zona di Lanjigarh, nel nello Stato indiano dell’Odisha. Nel 2010 si era giunti ad una storica sentenza del Ministero dell’Ambiente e delle Foreste che bloccava due progetti della Vendana: l’ampliamento della raffineria e l’apertura di una nuova miniera di bauxite sulle colline di Nyamgiri. I progetti avrebbero violato le leggi di tutela ambientale e i diritti di proprietà delle comunità locali. Ma la vicenda non si è conclusa lì e lo scorso 6 dicembre era attesa la sentenza definitiva della Corte Suprema dell’India, posticipata a gennaio. L’ennesimo rinvio, causato adgli enormi interessi economici in gioco, non è stato però gradito alla popolazione locale che chiede ora il completo smantellamento del sito nocivo per il territorio.
Ai migliaia di Niyamgiri, hanno fatto eco altri manifestanti a Londra, davanti all’Indian High Commission, chiedendo anch’essi l’archiviazione definitiva dei progetti minerari della Vedanta. A breve l’incertezza sul futuro della regione avrà fine.
martedì 18 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
Cavalli punta all’India
Aperto a New Dehli un nuovo store del noto brand italiano. Per lo stilista “Il futuro è qui”.
Lo scorso fine settimana è stato inaugurato a New Dehli il primo store monomarca con annesso Cavalli Cafè. Il progetto è frutto della partnership siglata tra la casa di moda e il gruppo Infinite luxury brands private limited nato con l’obiettivo di diffondere sul terriotorio brand internazionali del lusso. E a fare da contorno all’opening ci ha pensato un parterre nutrito di celebrities di Bollywood.
Grande fiducia nelle potenzialità del subcontinente da parte dello stilista italiano che ha dichiarato “Credo che l’India sia una delle nuove frontiere del lusso e della moda, con diversi tipi di mercati e di clienti all’interno di questo unico e grandissimo paese. Gli indiani sono un popolo estremamente attento al fashion e stanno presentando al mondo una nuova prospettiva del lusso, molto differente da quella che conosciamo in Occidente.” E già punta al secondo negozio a Mumbai entro la metà del 2013.
Lo scorso fine settimana è stato inaugurato a New Dehli il primo store monomarca con annesso Cavalli Cafè. Il progetto è frutto della partnership siglata tra la casa di moda e il gruppo Infinite luxury brands private limited nato con l’obiettivo di diffondere sul terriotorio brand internazionali del lusso. E a fare da contorno all’opening ci ha pensato un parterre nutrito di celebrities di Bollywood.
Grande fiducia nelle potenzialità del subcontinente da parte dello stilista italiano che ha dichiarato “Credo che l’India sia una delle nuove frontiere del lusso e della moda, con diversi tipi di mercati e di clienti all’interno di questo unico e grandissimo paese. Gli indiani sono un popolo estremamente attento al fashion e stanno presentando al mondo una nuova prospettiva del lusso, molto differente da quella che conosciamo in Occidente.” E già punta al secondo negozio a Mumbai entro la metà del 2013.
venerdì 7 dicembre 2012
Sace apre in India
Inaugurato un nuovo ufficio a Mumbai. Diventerà il punto di riferimento per i mercati dell’Asia meridionale.
Un nuovo polo di riferimento per le imprese italiane che puntano all’internazionalizzazione nell’area di India, Bangladesh e Pakistan. La nuova sede del gruppo assicurativo-finanziario è stata aperta lo scorso lunedì a Mumbai e affidata alla guida del manager indiano Amit Roy.
L’ India è oggi il settimo mercato emergente nel portafoglio SACE che vanta nei suoi confronti un livello di esposizione di oltre un miliardo di euro. È inoltre atteso dal gruppo assicurativo un ulteriore incremento del business italiano nell’area Asiatica nei prossimi mesi. Come ha evidenziato Raoul Ascari, Chief Operating Officer di SACE, la presenza del gruppo all’estero “si basa sulla creazione di una rete di uffici snelli ed efficienti nei mercati a più elevato potenziale, rafforzata da investimenti, collaborazioni con società di consulenza e partnership con il mondo bancario per sviluppare linee di credito utili a sostenere i progetti di crescita del Made in Italy in loco”.
Grandi i progetti in campo. Ascari ha già annunciato che riguarderanno i settori oil&gas, petrolchimico e della meccanica strumentale con investimenti previsti di 2 miliardi di euro.
Un nuovo polo di riferimento per le imprese italiane che puntano all’internazionalizzazione nell’area di India, Bangladesh e Pakistan. La nuova sede del gruppo assicurativo-finanziario è stata aperta lo scorso lunedì a Mumbai e affidata alla guida del manager indiano Amit Roy.
L’ India è oggi il settimo mercato emergente nel portafoglio SACE che vanta nei suoi confronti un livello di esposizione di oltre un miliardo di euro. È inoltre atteso dal gruppo assicurativo un ulteriore incremento del business italiano nell’area Asiatica nei prossimi mesi. Come ha evidenziato Raoul Ascari, Chief Operating Officer di SACE, la presenza del gruppo all’estero “si basa sulla creazione di una rete di uffici snelli ed efficienti nei mercati a più elevato potenziale, rafforzata da investimenti, collaborazioni con società di consulenza e partnership con il mondo bancario per sviluppare linee di credito utili a sostenere i progetti di crescita del Made in Italy in loco”.
Grandi i progetti in campo. Ascari ha già annunciato che riguarderanno i settori oil&gas, petrolchimico e della meccanica strumentale con investimenti previsti di 2 miliardi di euro.
martedì 4 dicembre 2012
Wipro è l’azienda più green dell’ICT
L’azienda indiana si aggiudica il primo posto nella classifica di Greenpeace per il suo impegno nelle energie rinnovabili e nella tutela ambientale.
Secondo la diciottesima edizione della “Ecoguida ai prodotti elettronici”, stilata dalla nota Ong ambientalista, la Wipro sbaraglia le altre 15 aziende concorrenti vincendo il premio di impresa più green. La classifica è stata ragionata in base all’impegno dimostrato rispetto ai tre criteri ambientali di consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e delle politiche aziendali.
Al suo esordio nell’Ecoguida, la Wipro ha sorpreso tutti, spiccando per i suoi sforzi a favore delle energie rinnovaibili e per la promozione di politiche energetiche verdi in India. Un aspetto quest’ultimo molto caro all’Organizzazione internazionale che ha più volte bacchettato le imprese dell’ ICT di utilizzare nella produzione la così detta energia sporca, cioè nucleare e fonti fossili, accusata di aver concorso ai recenti cambiamenti climatici. Particolarmente apprezzato da Greenpeace anche l’impegno dell’azienda indiana nel riciclaggio dei rifiuti da prodotti post-consumo e nell’eliminazione di sostanza tossiche dai suoi pezzi. «Wipro ha stabilito un nuovo punto di riferimento per la sostenibilità, non solo in India, ma in tutto il mondo, che avrà un impatto a lungo termine nell'influenzare il dibattito verde nel settore dell'elettronica», ha dichiarato Abhishek Pratap, responsabile di campagna di Greenpeace India.
Secondo la diciottesima edizione della “Ecoguida ai prodotti elettronici”, stilata dalla nota Ong ambientalista, la Wipro sbaraglia le altre 15 aziende concorrenti vincendo il premio di impresa più green. La classifica è stata ragionata in base all’impegno dimostrato rispetto ai tre criteri ambientali di consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e delle politiche aziendali.
Al suo esordio nell’Ecoguida, la Wipro ha sorpreso tutti, spiccando per i suoi sforzi a favore delle energie rinnovaibili e per la promozione di politiche energetiche verdi in India. Un aspetto quest’ultimo molto caro all’Organizzazione internazionale che ha più volte bacchettato le imprese dell’ ICT di utilizzare nella produzione la così detta energia sporca, cioè nucleare e fonti fossili, accusata di aver concorso ai recenti cambiamenti climatici. Particolarmente apprezzato da Greenpeace anche l’impegno dell’azienda indiana nel riciclaggio dei rifiuti da prodotti post-consumo e nell’eliminazione di sostanza tossiche dai suoi pezzi. «Wipro ha stabilito un nuovo punto di riferimento per la sostenibilità, non solo in India, ma in tutto il mondo, che avrà un impatto a lungo termine nell'influenzare il dibattito verde nel settore dell'elettronica», ha dichiarato Abhishek Pratap, responsabile di campagna di Greenpeace India.
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